Verso l’inizio degli anni 90 si affaccia alla ribalta del calcio europeo una squadra semisconosciuta fino a quel momento: il Rosenborg, squadra norvegese di Trondheim, città con circa 170.000 abitanti.
Ma quando ha inizio e come il cammino del Rosenborg verso l’elite del calcio europeo?
Dobbiamo tornare per un momento indietro nel tempo, precisamente all’anno 1985. Dopo una serie di anni senza stupire nessuno in patria ed addirittura retrocedendo 8 anni prima, la squadra di Trondheim riesce ad arrivare all’agognato titolo dopo 14 anni di assenza. Per di più il campionato (allora non si chiamava ancora Tippeligaen ma 1.divisjon) viene vinto contro una delle rivali storiche: il Lillestrom, battuto all’ultima giornata grazie ad un gol di Trond Sollied al minuto 65; il Rosenborg salì quindi a 33 punti lasciando i gialloneri a 32. Di seguito la sintesi della partita:
Trionfo quindi inaspettato ma che darà inizio ad un periodo di successi quasi irripetibile; parecchi sponsor decidono di investire nella squadra bianconera e ciò convince Nils Arne Eggen a tornare sulla panchina del RBK per la terza volta dopo le esperienze dell’annata 1971-1972, e gli 8 anni dal 1976 al 1983 (prima era stato calciatore in maglia bianconera dal 1960 al 1963 e dal 1966 al 1969).
Ma come mai il Rosenborg decide di riaprire un ciclo con Eggen che nei 9 anni precedenti aveva vinto solo 1 campionato (quello del 1971)? La risposta la si può evincere dal campionato precedente al ritorno di Eggen sulla panchina del Rosenborg nel 1988, ossia nella stagione 1986-1987 quando il 72enne allenatore norvegese portò al titolo il Moss, squadra che nella sua storia ha vinto solo quel campionato ed una coppa di Norvegia nel 1983. Attualmente milita nella 2.divisjon (terza serie norvegese).
La mossa si rivela esatta ed infatti l’allenatore-bandiera porterà subito in bacheca campionato e coppa di Norvegia. L’anno successivo il Rosenborg rimane all’asciutto di trofei e nell’ambiente ricominciano i malumori degli anni 70; ma la società, memore degli errori fatti proprio in quel decennio quando cambiò 10 allenatori, si tenne ben stretto il tecnico a cui continuò a dare fiducia, ripagata nel 1990 con un'altra doppietta campionato-coppa per poi rimanere per la seconda volta con un pugno di mosche l’anno successivo quando il campionato se lo aggiudicò il Viking e la coppa lo Stromsgodset.
Ma dopo il 1991 il Rosenborg diventa praticamente infermabile in patria, riesce infatti ad aggiudicarsi il titolo norvegese dal 1992 al 2004 mentre per quanto riguarda la coppa, arriverà “solo” nelle stagioni 1992-1995-1999-2003. Tutti questi successi però non sono opera solo di Eggen (il quale andò e tornò sulla panchina per altre 2 volte) che porterà i bianconeri al successo dal 1992 al 1997 e dal 1999 al 2002 ma anche di Trond Sollied (1998), Age Hareide (2003) e Per Joar Hansen (2004).
Per il Rosenborg quindi si aprono anche le porte della Champions League, manifestazione a cui parteciperà in pianta stabile nei gironi per il decennio a cavallo tra la seconda metà degli anni 90 e la prima metà degli anni 2000 togliendosi anche la soddisfazione di arrivare per 2 volte ai quarti di finale della più importante manifestazione per club d’Europa.
Prima di analizzare il cammino nelle due Champions dove fece più strada è doveroso capire come Eggen schierava i suoi uomini nella Champions 1996-1997 ed in quella 1999-2000.
1996-1997
Il modulo era un offensivo 4-3-3 con in porta Jamtfall, sulle fasce a spingere c’erano Kvarme a sinistra e Stensaas o Bergdolmo sulla destra (due giocatori però che stavano più abbottonati e non avvezzi alla spinta). Al centro della difesa Hoftun (impiegato anche come terzino destro in caso di necessità) e Bragstad.Sulla linea mediana “Mini” Jakobsen a sinistra, Strand in mezzo e Skammelsrud a destra ma anche in questo caso i ruoli potevano cambiare in base alla disponibilità degli uomini, ad Eggen piaceva molto mischiare e mettere sempre i giocatori più freschi (tra gli altri centrocampisti ricordiamo anche Sorli, Staurvik e Fjortoft).
L’attacco era pressoché presieduto da Brattbakk al centro con Iversen ed Heggem ad alternarsi a destra e sinistra; ma come per i ruoli sopra citati anche qui c’era varietà, poteva benissimo giocare Soltvedt in attacco arretrando magari Heggem sulla linea di centrocampo nel caso la mediana lo richiedesse, oppure il già citato Fjortoft che era sì centrocampista ma all’occorrenza anche punta.
1999-2000
In questa stagione alcuni uomini sono cambiati ed il modulo subisce delle variazioni, infatti Eggen utilizzerà sia il 4-4-2 che il 4-5-1. Tra i pali sempre Jamtfall anche se il 24enne islandese Arason iniziava a farsi notare (diventò poi titolarissimo nel 2001 quando Jamtfall passò al Sogndal).
L'ossatura della difesa è sempre quella con Hoftun e Bragstad al centro, Stensaas a destra mentre a sinistra troviamo la novità Basma il quale prende il posto di Kvarme passato al Liverpool due anni prima.
Nella linea mediana troviamo gli stessi uomini: Skammelsrud, Strand e Jakobsen affiancati da Orjan Berg, Fredrik Winsnes, Bent Johnsen, Mats Skajaervold, Oyvind Svenning, tutti centrocampisti in grado di alternarsi i ruoli e capaci di adattarsi al meglio al modulo proposto da Eggen.
In attacco non troviamo più Brattbakk che al termine della stagione 96-97 è stato ingaggiato dal Celtic, il nuovo perno dell'attacco è il 20enne John Carew norvegese di origine gambiana, 193 cm e 18 gol in 18 partite nell'unica annata in maglia bianconera prima di passare al Valencia e successivamente alla Roma.
Le alternative a Carew sono Oyvind Storflor che però disputerà solo 12 partite prima di passare al Moss (tornerà al Rosenborg dal 2003 al 2008) e Jan Derek Sorensen attaccante molto mobile e dinamico.
Passiamo quindi ad analizzare nel dettaglio le due Champions:
Nella prima fase a gironi, la Champions League 1996-1997, il Rosenborg arriva da mezza sconosciuta in un girone che la univa a Milan, Porto e Goteborg dopo aver faticato a superare il turno preliminare contro il Panathinaikos, vittoria arrivata nei tempi supplementari nella sfida del Lerkendal del 21 agosto 1996 quando, dopo il gol di Strand al 63° minuto, arrivarono i gol di Iversen al 94° e Heggem al 97°, quest’ultimo subentrato proprio a Strand al minuto 85.
L’esordio nella fase a gironi non è ovviamente dei più semplici, la compagine bianconera è di scena all’Ullevi di Goteborg presentandosi da cenerentola del girone. Segna “Mini” (il cui soprannome deriva dall’altezza del centrocampista norvegese, 168 cm) Jakobsen dopo 32 minuti ma una doppietta di Erlingmark al 38° e 49° fa capire che la partita si sta incanalando per la via svedese. Ma non sarà così, dopo il gol al Panathinaikos è ancora Iversen ad andare in gol al 52° ed a sorpresa sarà Brattbakk a regalare una storica vittoria ai norvegesi al minuto 64.
Nella seconda partita la squadra bianconera ospita il plurititolato Milan per una gara che sulla carta non lascia dubbi sull’esito finale ed infatti dopo 6 minuti i rossoneri sono già in vantaggio grazie a Marco Simone ma si fanno rimontare 10 minuti più tardi da un gol di Trond Egil Soltvedt. Tuttavia il Milan riuscirà ad andare a segno ancora con Simone per 2 volte e con Weah nella ripresa, risultato finale 4-1 e Rosenborg ridimensionato.
Nell’ultima partita di andata, arriva al Lerkendal un’altra squadra molto ostica: il Porto dei vari Jardel, Sergio Conceicao e Jorge Costa. Ma per i portoghesi sarà tutt’altro che una passeggiata, la vittoria infatti arriverà solo al 90° minuto grazie ad un gol di Jardel dopo che il Rosenborg era rimasto in 10 al minuto 76 per l’espulsione di Jahn Ivar Jakobsen. Ma la contemporanea vittoria del Goteborg sul Milan lascia in corsa gli uomini di Eggen i quali dopo 3 giornate hanno 3 punti esattamente come gli svedesi ed i rossoneri mentre il Porto viaggia spedito per il primo posto a quota 9.
Nella quarta giornata i norvegesi saranno di scena al As Antas di Oporto dove i padroni di casa si aggiudicano il primo posto matematico grazie al 3-0 per opera di Zahovic, Drulovic e Duarte Oliveira spazzando via il modesto Rosenborg al quale ora servirà un mezzo miracolo per passare il turno.
Ma i vichingi di Norvegia non si fanno per nulla intimorire ed andranno a strappare i 3 punti al Goteborg nella partita del Lerkendal grazie ad un rigore trasformato da Skammelsrud al 66° dopo l’espulsione di Alexandersson che aveva provocato il rigore. Il Milan riesce a strappare 1 punto in Portogallo ma poco cambia per gli uomini di Eggen che dovranno comunque andare a vincere anche a San Siro, impresa quasi proibitiva contro l’armata rossonera.
Ma sarà il clima più simile alla Norvegia, sarà che “mai dire mai”, a San Siro accade ciò che nessuno si aspetta: i norvegesi passano al 29° minuto grazie ad una fortunosa azione di Brattbakk che si ritrova la palla tra i piedi e trafigge Rossi con un preciso e forte sinistro. Il Milan riuscirà poi a pareggiare con Dugarry alla fine del primo tempo ma Heggem al minuto 70 regalerà l’inaspettata vittoria con un colpo di testa approfittando di un’indecisione di Baresi, Rossi e Maldini.
Ed ecco che si materializza una delle più cocenti delusioni della storia rossonera ed una delle belle favole che questo sport riesce sempre a regalarci.
Nella fase successiva, i quarti di finale (all’epoca la Champions prevedeva 4 gironi da 4 squadre), i norvegesi si ritrovarono di fronte alla squadra Campione d’Europa in carica: la Juventus di Marcello Lippi.
Sulla carta un altro match senza storia ma visto ciò che successe qualche tempo prima, meglio non sbilanciarsi troppo.
L’andata si gioca al Lerkendal e dopo un primo tempo senza gol e senza particolari colpi di scena, è proprio il Rosenborg a passare in vantaggio al 51° minuto grazie a Soltvedt ma la gioia dura 60 secondi, infatti al minuto successivo un gol di Vieri regala il pareggio alla Juventus permettendo alla squadra di Lippi di giocare il ritorno con più serenità. E così accadde: la partita viene sbloccata al 29° minuto grazie a Zidane, il Rosenborg non riuscirà più di tanto ad impensierire gli avversari e così la partita viaggia spedita nella direzione juventina grazie anche al gol di Amoruso su calcio di rigore al 90° appena dopo l’espulsione di Stensaas.
Finisce qui quindi la favola del Rosenborg nella Champions 1996-1997, un girone più che onorevole coronato dalla bella vittoria sul Milan. Tanta esperienza acquisita e la grossa soddisfazione di aver giocato contro i Campioni d’Europa.
Tale esperienza però non fu sufficiente l’anno successivo per qualificarsi ai quarti, i norvegesi infatti arrivarono secondi nel girone ma non furono sufficienti gli 11 punti ottenuti (all’epoca 6 gironi da 4 squadre, passavano le prime e le 2 migliori seconde che risultarono essere Bayer Leverkusen con 13 punti e Juventus con 12).
Restano comunque enormi le soddisfazioni di aver battuto 2-0 il Real Madrid (Campione d’Europa quell’anno), di essere arrivato davanti al Porto (2-0 al Lerkendal, 1-1 al As Antas) e di aver rifilato 7 gol all’Olympiakos tra andata e ritorno.
Per ritrovare il Rosenborg che passa il girone bisogna balzare alla Champions 1999-2000 dove la compagine norvegese viene inserita nel gruppo C unitamente a Feyenoord, Borussia Dortmund e Boavista senza passare dal preliminare.
L’esordio è da favola: gli uomini di Eggen sono di scena al Do Bessa di Oporto ospiti del Boavista. Un 3-0 che spazza via i portoghesi grazie alle reti di Sorensen dopo 9 minuti, di Berg alla fine del primo tempo e di Strand al 73°. Sulla carta è l’avversario più facile del girone ma gli uomini di Eggen ben impressionano per il bel gioco e le tante reti.
Il secondo impegno è certamente più complicato, al Lerkendal arriva il Feyenoord che schiera calciatori del calibro di Tomasson (ex Milan), Julio Cruz (ex Inter e Bologna), Paauwe, il capitano Van Gastel, Bosvelt che vanta 24 presenze con la nazionale olandese e Bonaventure Kalou. Il tutto si risolve in 24 minuti nei quali verrano segnati ben 4 gol; dapprima passano in vantaggio gli ospiti all’11° minuto grazie a Tomasson che approfitta di una ribattuta corta di Jamtfall, la reazione dei bianconeri è efficace ed infatti 9 minuti dopo è Carew a realizzare la rete del pareggio con uno splendido tiro al volo sfruttando il perfetto cross di Strand. Gioia che durerà 3 minuti quando Kalou approfitta di un’indecisione della retroguardia norvegese ed insacca con un bel destro alle spalle di Jamtfall. Due minuti dopo sarà ancora Carew a mettere in rete, questa volta in maniera del tutto fortunosa deviando un tiro debole di Berg.
Altro 2-2 è quello della terza giornata dove nella terra dei fiordi arriva il Borussia Dortmund di capitan Reuter, da brividi l’inizio di gara dei norvegesi che dopo 22 minuti si trovano sotto 2-0 per opera dei gol dell’attaccante bosniaco Barbarez (splendido destro a giro all’incrocio) e dell’ex Juventus Kohler (zampata da pochi passi). Ma al 35° un colpo di testa di Sorensen riapre la partita ed al 68° è un preciso diagonale di Carew a regalare il pareggio.
Il ritorno sarà una carneficina per i tedeschi che verranno sconfitti in casa 3-0, mattatore della serata Sorensen che relizzerà una doppietta al 17° (gol viziato da un fuorigioco) ed al 58° su un perfetto calcio di punizione. Il terzo gol che chiuderà la partita verrà messo a segno da Winsnes al 70° dopo uno spettacolare scambio con Jakobsen.
Si arriva quindi alla 5° giornata con la classifica che vede il Rosenborg in testa con 8 punti seguito da Borussia Dortmund con 5, Feyenoord 4 e Boavista 2. Se gli uomini di Eggen riusciranno a battere il Boavista la qualificazione sarà matematica e per giunta come primi nel girone in caso al Westfalenstadion Borussia e Feyenoord pareggino.
Il match del Lerkendal rimane bloccato fino al 61° minuto quando Berg riuscirà a portare in vantaggio i norvegesi e 5 minuti dopo sarà Tore Andre Dahlum a regalare vittoria per 2-0 e primato nel girone visto che a Dortmund tedeschi ed olandesi pareggeranno 1-1.
L’ultima giornata diventerà una semplice scampagnata a Rotterdam ma col Feyenoord che dovrà sperare in una vittoria ed alla contemporanea non-vittoria del Borussia ad Oporto.
Il match è molto equilibrato ma inevitabilmente è il Feyenoord ad avere il pallino del gioco. Quando tutto sembra incanalato verso lo 0-0 è il brasiliano Somalia a sbloccare la partita sfruttando un assist di Samardzic e trafiggendo Jamtfall da pochi passi. La contemporanea sconfitta del Borussia Dortmund qualificherà quindi anche il Feyenoord. Ovviamente per i vichinghi è una sconfitta indolore.
Si passa quindi al girone successivo dove le squadre in gara sono 16 divise in 4 gironi da 4. Il Rosenborg è in un girone a dir poco di ferro: Bayern Monaco, Real Madrid e Dinamo Kiev.
L’esordio è tra le mura amiche contro il Bayern Monaco di Ottmar Hitzfeld che passerà in vantaggio dopo 9 minuti grazie a Carsten Jancker, gol che però verrà pareggiato ad inizio ripresa da Skammelsrud al suo primo gol in questa Champions League.
La seconda giornata è quella che presenta le maggiori insidie, infatti il Rosenborg andrà a fare visita ai futuri Campioni d’Europa del Real Madrid. La partita è però tutt’altro che a senso unico, i norvegesi si fanno valere e riusciranno a pareggiare ad inizio ripresa con Carew (colpo di testa da calcio d’angolo), il vantaggio di Raul al 18°, bravo a calciare in rete un tiro di Savio mal respinto da Jamtfall. Real all’arrembaggio, Rosenborg chiuso nella sua metà campo. I madrileni troveranno il gol del 2-1 all’85° grazie ad un potente sinistro di Savio ed il 3-1 è opera di Roberto Carlos che infila la porta avversaria con un preciso destro.
Dopo due giornate il girone è saldamente in mano al Real Madrid (6 punti) ed al Bayern Monaco (4). Per il Rosenborg arriva quindi il doppio impegno con la Dinamo Kiev del colonnello Lobanovsky.
Per passare il turno i norvegesi devono almeno sperare di ottenere 4 punti, ma l’andata, giocata all’Olimpiyskyi di Kiev sarà tutt’altro che una serata positiva. Il primo tempo lo chiude in vantaggio la squadra ucraina grazie alla bordata di Katskevich al 9° ed all’eurogol di Rebrov al minuto 29. Ad inizio ripresa è Jakobsen a risolvere in mischia ma la partita terminerà 2-1.
A questo punto ogni velleità di successo viene meno ai bianconeri ed infatti anche il match del Lerkendal verrà perso 2-1 dove il man of the match è ancora una volta Rebrov che realizzerà una doppietta alla mezzora ed al 67° minuto, in mezzo il gol di Berg che sfrutta una bruttissima uscita del portiere avversario Shovkovskiy.
Non solo quindi viene meno la possibilità di passare il turno ma il Rosenborg è matematicamente ultimo avendo 5 punti punti di ritardo da Dinamo Kiev e Real Madrid che ha perso entrambe le sfide col Bayern Monaco.
Le ultime due giornate diventano quindi inutili ai fini della classifica ma il Rosenborg comunque non incapperà in figuracce perdendo solo 2-1 a Monaco ed 1-0 in casa contro il Real Madrid.
I norvegesi parteciperanno ancora parecchie volte alla Champions League senza però mai più passare la prima fase a naturale conclusione di un ciclo che l’ha vista protagonista svariate volte e togliendosi come accennato prima, grosse soddisfazioni… Non ultima quella di aver regalato al pubblico europeo una bellissima realtà.
TAKK ROSENBORG!!
Matteo Maggio
Fonti: politiforum,worldfootball
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