sabato 24 marzo 2018

QUANDO SI SCATENA EL LOBO

"Che cos'è il genio? E' fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione"
Adattiamo volentieri la mitica frase del film "Amici Mei" al contesto calcistico, con particolare riferimento a quel ristretto numero di giocatori indicati con il generico termini di trequartisti.
Non è eufemistico attribuire loro qualità geniali, dal momento che sono sovente le loro giocate a rompere un quadro tattico di una gara, attraverso quella fenomenale e abbondante tecnica ricevuta da madre natura.
Ovviamente di tale etereo talento vanno accettati gli alti e bassi, dal momento che l'indole e il piacere nell'ammirarsi sono altrettanto valide quanto destabilizzanti virtù.
Fatto sta che quando la genialità si accende qualsiasi torneo o competizione possono essere decisi o segnati proprio da questi volubili genialoidi, proprio come è successo nella Copa America 2001.
In tale contesto le giocate imprevedibili dell'honduregno Amado Guevara hanno raggiunto il suo apice, investendolo del prestigioso titolo di miglior giocatore della rassegna.



Nella capitale Tegucigalpa nessuno ha mai dubitato di essere di fronte ad un grande talento, essendo le qualità del piccolo calciatore davvero notevoli.

lunedì 19 marzo 2018

LA LEGGENDARIA RESURREZIONE DELL' FC LOKOMOTIVE LIPSIA

Quando alla fine di Agosto del 2004 il FC Lokomotive Leipzig ha esordito nella Stadt Pokal il club era ufficialmente rinato regalando ai suoi impagabili tifosi una nuova vita e un nuova dignità sportiva. Ma andiamo con ordine.
Ci sono pochi club al mondo a poter vantare una storia incredibile ed ai confini della realtà come il Lokomotive. Fondato nel 1896 come VfB Leipzig, il club gialloblu ha vinto il primo campionato ufficiale tedesco nel lontano 1903  ed altri due titoli prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, corredati dalla conquista della coppa di Germania nel 1937.
 
                                                   Il Lipsia vincitore della Verbandsliga nel 1903
 
Al termine del secondo conflitto mondiale la città di Lipsia entrò a far parte della Germania Est. Qui disputò in maniera regolare la DDR Oberliga il massimo campionato della Germania Orientale senza però riuscire mai a vincerlo, ma conquistando nel contempo 4 coppe della Germania Est.

sabato 17 marzo 2018

KATALINSKI E QUELLO STORICO GOL.....

Nella storia del calcio jugoslavo, tra i tanti importanti gol segnati dai magnifici giocolieri Plavi, se ne ricorda uno decisivo segnato paradossalmente da un difensore.
Il 13 febbraio 1974 Jugoslavia e Spagna si affrontano a Francoforte per ottenere l'ultimo posto spettante ad una nazionale europea nell'imminente Mondiale ospitato dalla Germania Ovest: la contesa viene appunta decisa da un gol di Josip Katalinski realizzato al 13° minuto, unica marcatura di una vittoria che porta la selezione balcanica alla fase finale di un campionato del mondo dopo dodici anni.




A dire il vero chiamare un paradosso un gol di Katalinski, per tutti Škija, è storicamente e materialmente errato, dal momento che siamo di fronte ad un giocatore in grado di metterne a segno più di 100 in carriera, spesa principalmente nel reparto arretrato, con qualche sporadica apparizione a centrocampo.

 
La sua gioventù e la prima parte della sua esperienza calcistica la spende nella natia Sarajevo, sponda Željezničar, la squadra rappresentante la parte operaia (i fondatori erano ferrovieri) della città bosniaca.

sabato 10 marzo 2018

SCUSA SE E' POKOU

Grazie alle 18 reti messe a segno in sei partecipazioni alla Coppa D'Africa il camerunese Samuel Eto'o è entrato nella leggenda, superando inoltre un primato che resisteva da anni.
Accecati dal primato stabilito da quello che è una vera icona del calcio africano, si è generalmente trascurato colui al quale apparteneva in precedenza; anche in questo caso siamo di fronte ad un campione assoluto, per certi versi paragonabile allo stesso Eto'o.
Il riferimento va all'ivoriano Laurent Pokou, centravanti impressionante per completezza e doti tecniche, passato alla storia come l'Uomo di Asmara.



I suoi primi passi da calciatore convincono tutti di essere di fronte ad un vero fenomeno, per come riesce ad effettuare giocate sopraffine ad altissima velocità, il tutto con grande naturalezza.

giovedì 1 marzo 2018

PALLONE ENTRA QUANDO DIO VUOLE- VITA, AFORISMI E MIRACOLI DI VUJADIN BOSKOV

"Sekulic si innamorò immediatamente del talento di Vujadin. Lo vedeva come un giocatore sicuro, disciplinato, sempre pronto a sottomettersi agli interessi della squadra. Un giocatore che qualsiasi allenatore avrebbe voluto allenare.
Fu subito benvoluto anche dai compagni di squadra poichè rispettavano il suo altruismo, la sua serietà e il giusto approccio all'agonismo. In molti all'interno del mondo Vojvodina iniziarono a parlare del giovane Vujadin Boskov, in molti li prospettavano una carriera luminosa. Quello che nessuno sospettava era che "Vujke" si stesse allenando di nascosto, all'insaputa dei genitori. 
 

 All'inizio del 1947, il Vojvodina, fu invitato ad un torneo giovanile, in quel di Spalato, nella Jugoslavia croata. Sekulic vedeva quella competizione come un importante vetrina per i suoi giocatori e fu stupito quando "Vuja" li disse che lui non avrebbe proprio potuto partecipare.
 "Come non puoi partecipare?"
 "Mister, vede è una storia lunga, deve sapere che..."
Parlarono per ore, Vujadin li confidò tutto: il dolore per la morte di Aca, il rifiuto di suo papà verso il calcio che a suo dire li aveva portato via un figlio, il fatto che frequentasse gli allenamenti di nascosto... Vujadin aveva aperto il suo cuore e lo aveva fatto con colui che sarebbe diventato il suo padre calcistico.
 "Non ti preoccupare "Vujke" parlerò io ai tuoi genitori e vedrai che tutto si risolverà..."
Vujadin lo guardò fiducioso e li fece cenno di si con la testa.
Alcuni giorni dopo Branislav "Bane" Sekulic si presentò, a Begec, a casa dei Boskov a capo di una delegazione di dirigenti del Vojvodina. La sua intenzione era quella di convincere papà Bosko a concedere l'assenso a suo figlio di frequentare gli allenamenti.
 "Che cosa? Calcio? Non se ne parla nemmeno! Questa serpe mi ha già morso una volta, la seconda volta, giuro, non lo farà" gridò furioso Bosko, l dopo aver sentito le ragioni della visita della delegazione del Vojvodina.
Bane Sekulić, era preparato a quella reazione; era una persona calma con un buon tatto ed un ottima diplomazia e non si diede per vinto. Pur sapendo che di fronte a sè aveva un padre al quale il calcio aveva arrecato un immenso dolore, continuò a persuaderlo in maniera diplomatica.
 "Io la capisco, so perchè parla così. Tuttavia, la prego, ceda un po’, sarebbe davvero un gran peccato se Vujadin non continuasse ad allenarsi in calcio"
Ma davanti a lui continuava a trovarsi il volto duro di Bosko. Sembrava che niente potesse fargli cambiare idea.
 "No, no e no! Nella mia casa con il calcio labbiamo finito per sempre!"
Dopo aver udito queste parole molti si sarebbero scoraggiati ed avrebbero rinunciato. Ma pur consapevole del rischio che tutto potresse trasformarsi in un serio scontro, l’autorevole Bane Sekulić non si diede per vinto. In un silenzio mortale, si è sentì solo la sua voce:
 "Mi assumo tutta la responsabilità. Le prometto di avere cura di Vujadin come se fosse mio figlio"
Per un momento tutti rimasero in silenzio. Le premurose parole di Bane Sekulić sembravano aver disarmato il vecchio Bosko, il quale, dopo una lunga esitazione, con fatica guardando "Vujke" negli occhi sussurrò tra i denti :
 "E va bene, che vada. Non so perchè, ma Le credo. Ma sappiate voi tutti, che Vujadin potrà giocare a calcio solo se sarà bravo a scuola. Se non lo sarà, niente da fare!"
Quel giorno fu molto importante non solo per la carriera calcistica, ma per la vita intera di Vujadin Boskov."
 
 
Danilo Crepaldi