sabato 1 febbraio 2014

FALSO NUEVE??? UNA VOLTA SI CHIAMAVA HIDEGKUTI!!!



Negli ultimi anni si è assistito ad uno stravolgimento tattico in alcune squadre europee, che ha portato queste ultime a rivedere i movimenti offensivi, giocando, a prima vista, senza una prima punta o centravanti.
Tale nuovo ordinamento ci viene riproposto in ultima istanza dall'attuale Barcellona con la proposizione del classico "falso nueve", ovvero un centrocampista che rappresenta il terminale offensivo della squadra, ma con la caratteristica di partire da dietro, non lasciando riferimenti alle difese avversarie.
Oltre alla squadra blaugrana altre squadre hanno messo in atto tale assetto di gioco. Come non citare la Roma con Totti impegnato in tale posizione o l'Arsenal che solo ultimamente con Giroud ha un centravanti "vero", avendo privilegiato per anni un gioco basato su centrocampisti che si potevano adattare a fare il "nueve".
Se però si vuole vedere quale sia l'origine di tutto ciò, bisogna andare indietro nel tempo e spostarsi ad Est, precisamente in Ungheria. Proprio nella terra magiara ha giocato ed incantato tale Nándor Hidegkuti, interno destro di nascita, centravanti arretrato per la storia.
Il merito di tutto ciò va attribuito a Gustav Sebes, celeberrimo allenatore dell'Ungheria all'inizio degli anni' 50.
La leggenda narra che durante le Olimpiadi del 1952, l'allenatore magiaro inserì Hidegkuti e lo impostò nel nuovo ruolo, creando un sistema di gioco che gli consentì di vincere i suddetti giochi olimpici ed arrivare in finale ai successivi Mondiali del 1954.
Per capire meglio la strategia di gioco della grande Ungheria, può essere utile osservare il seguente schema:
 
  
Tale metodo di gioco è detto MM, dalle due lettere che i giocatori di movimento creano nello schema riportato. Nell'Ungheria in questione Hidegkuti (numero 9) attira verso di se le difese avversarie permettendo gli inserimenti di altri due giocatori, Kocsis (numero 8) e Puskas ( numero 10).
Sebes inventò una squadra dove gli attaccanti (numeri 9, 11 e 7) venivano marcati dai difensori avversari, che, inevitabilmente subivano le infilate degli interni di centrocampo (numeri 8 e 10).
In quegli anni il tecnico ungherese creò i presupposti per ottenere la superiorità numerica in fase offensiva, concetto ancora lontano e, probabilmente, ignorato dai più.
Occorre anche considerare che la maggioranza delle squadre all'epoca giocava con il famigerato "sistema": 3-4-3 rigido, con marcature rigidissime sui centravanti avversari, mediani bloccati e attaccanti che difficilmente abbandonavano l'area avversaria.
Hidegkuti portava letteralmente a spasso gli avversari e giocava al servizio di una squadra che si muoveva a memoria, deliziando il pubblico ed asfaltando il avversari.
L'Ungheria era una macchina da gol ed il livello tecnico della squadra era strepitoso. Puskas e Kocsis hanno collezionato insieme 153 presenze in nazionale segnando, complessivamente, 159 reti.....
Se si pensa che il nostro falso nueve magiaro si limitasse a creare gioco e ad osservare i compagni segnare, ci si sbaglia di grosso!!!! Ha segnato infatti 39 gol in 69 partite in nazionale, mentre nel MTK Budapest (sua squadra per quasi tutta la carriera) ha superato i 200 gol.
Ovviamente stiamo parlando di una delle squadre più forti di sempre, ma Hidegkuti coniugando senso tattico innato, tecnica sopraffina e senso del gol da centravanti, si erge come giocatore simbolo di quell'Ungheria.
Perchè non rappresenta solo un giocatore, ma un sistema di gioco, che, pare, non passare mai di moda
Un giocatore totale.

Giovanni Fasani  


Fonti delle foto: wikipedia, fatbudda

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