martedì 4 giugno 2019

SALUD CERVECERO!

Gli esperti di birra conoscono la città argentina di Quilmes per la locale cerveza, vanto della città dal 1888, quando fu fondata da immigranti tedeschi.
Gli appassionati di calcio hanno invece parziale conoscenza della locale squadra calcistica, il Quilmes Atlético Club, talmente connesso al contesto della cerveza da essere chiamata El Cervecero (letteralmente Il Birraiolo).
Appare evidente come la cittadina periferica di Buenos Aires sia calcisticamente sottoposta al dominio delle grandi della capitale, trovando alterne fortune in una storia iniziata ufficialmente nel 1887 (una anno prima del birrificio), per mano degli onnipresenti inglesi.
Proprio quest'ultimi compongono l'ossatura della squadra che si impone nel campionato di Primera Division nel 1912, per giunta provenienti quasi tutti dal leggendario Alumni Athletic Club.
La più recente ed ultima gioia per i tifosi della squadra biancoblu è però del 1978, quando l gli uomini allenati da José Yudica si aggiudicano il Metropoliano.


Il fatto che la squadra sia composta da soli calciatori argentini rende il successo più sentito da tutto l'ambiente, al netto di chi attribuisca allo stesso scarso significato in virtù del Mondiale che ha inframmezzato il torno stesso, inficiando sulla forma e sull'impegno dei vari nazionali.
El Piojo schiera la squadra con un offensivo 4-3-3, più portato ad offendere che a contenere, sviluppando una mentalità che trova la massima applicazione nelle ultime tre partite, quando altrettante vittorie permetteranno di sopravanzare di un solo punto il Boca Juniors. Memorabile in tal senso la vittoria per 3-2 sul campo del Rosario Central nell'ultimo impegno, dove un massiccio esodo di tifosi spinge El Cervecero al successo.
In molti attribuiscono tale successo anche ai metodi severi di Yudica, un autentico sergente di ferro, fanatico della dieta rigorosa e degli allenamenti massacranti per rendere fisicamente eccelsi i propri calciatori.
Tatticamente le strategie di Yudica possono essere esemplificate dallo schema sotto riportato.




Tra i pali gioca Bernabé Adolfo Palacios, portiere prelevato due anni prima dai colombiani dell'Once Caldas e rivelatosi elemento di sicuro affidamento.
Proprio la sua esperienza (33 anni) ed il suo carisma rappresentano valori aggiunti per una difesa coriacea e affiatata.
Il quartetto formato da Guillermo Zarate, Horacio Milozzi, Heriberto Recavarren e Hugo Medina rappresentano il giusto mix tra elementi rodati e giovani in rampa di lancio, dimostrando la propria importanza ben oltre il mero dato statistico, indicata 41 reti subite in 40 partite. L'importanza soprattutto di Milozzi la si può notare anche in fase offensiva, dove le sue 10 reti realizzate portano molti punti al Quilmes, come dimostrano quelle decisive per le vittorie contro Velez Sarsfield, Estudiantes, Atlanta e Banfield.




Con i suoi quasi 190 centimetri di altezza è letteralmente dominante nel gioco aereo, non mostrando fronzoli nel sbrogliare le situazioni più intricate con decisioni e ruvidezza.
A tal proposito la coppia da lui formata con Recavarren è di assoluto valore in termini di fisicità ed estrema concretezza nell'interpretazione del ruolo
Molto divertente un aneddoto che lo riguarda, in merito ad una sua richiesta di premio in caso di vittoria finale: pare infatti che abbia chiesto al suo allenatore la possibilità di mangiare una "milanesa a la napolitana" (cotoletta condita con passato di pomodoro, prosciutto cotto e mozzarella)
A centrocampo il ruolo di volante è svolto da Jorge Gàspari, ventenne di Mar del Plata in possesso di doti tecniche e caratteriali di prim'ordine, condite da una spiccata personalità.
Nessuno che abbia il Quilmes nel cuore può dimenticare il suo decisivo gol segnato nell'ultima giornata contro il Rosario Central, decisivo per la vittoria della partita e del campionato.




Se si considera che questo risulta il suo secondo gol in campionato, non si può non considerare lo stesso come un concreto esempio dello smaliziato carattere e della sua capacità di essere decisivo nei momenti importanti.
In un centrocampo che fa della quantità e della saggezza tattica il suo tratto distintivo ben si comportano Horacio Bianchini e Horacio Salinas, elementi imprescindibili sempre presenti nello scacchiere di Yudica (Salinas e Milozzi sono gli unici della rosa ad aver giocato tutte le partite).
Bianchini è altresì apprezzato per l'efficacia in fase offensiva, comprovata dai tre gol realizzati, uno dei quali molto importante per nel pareggio per 1-1 sul campo dell'Argentinos Juniors.
Salinas si mette maggiormente in mostra come fornitore di assist, molti dei quali nati da apprezzabili intuizioni.
Prezioso rincalzo risulta essere Edgardo Luis Paruzzo, futura leggenda del Tigre, il quale pur giocando poco riesce a mettere a segno due reti, una delle quali segnata nella vittoria per 3-2 sul campo dal Chacarita Juniros.
Nell'analizzare il reparto offensivo non si può partire dall'idolo assoluto della tifoseria del Cervecero, vale a dire Omar "El Indio" Gomez, un concentrato di tecnica e dribbling particolarmente inspirato nella suddetta stagione.




Molti lo ricordano esclusivamente per il vezzo di indossare scarpe rosse, in un'epoca non ancor così aperta  certe stravaganze,  ma il piccolo fantasista si mette in mostra per la capacità di accendere la partita, soprattutto con le sue irrefrenabili serpentine.
Per la sua leggiadria sono in molti a ritenere che fluttui in campo anziché correre, con quell'incedere e quella spavalderia che incendia il pubblico.
La faccia tosta non gli manca neanche davanti ai microfoni, quando al termine del campionato dichiara: "siamo stati una squadra combattiva e non ho mai avuto dubbi di riuscire a vincere qualcosa di importante con il Quilmes".
A soli vent'anni viene subito indicato come un crack, creando intorno a sé tante aspettative, che un carattere non facile e qualche scelta non ottima contribuiranno a non soddisfare.
Ancor oggi considerato il miglior giocatore di tutti i tempi del club, viene inoltre ricordato per l decisione di giocare nel football indoor statunitense, prima di tornare al Quilmes in grande stile, con un sensazionale arrivo in elicottero!.
Meno appariscente stilisticamente ma comunque molto importante è il baffuto Miguel Angel Filardo, detto Fofò o Pantera a secondo dei gusti, in grado di garantire ottima corsa e buona incidenza offensiva, come dimostrano le due decisive reti segnate contro Estudiantes e Chacarita Juniors, in due incontri terminati con la vittoria per 2-1 per il Quilmes.
Terminale offensivo e massimo realizzatore è Luis Antonio Andreuchi, il quale con le sue 21 realizzazioni è uno dei principali protagonisti della cavalcata vincente.




Oreja risulta essere anche il miglior marcatore del torneo, riconoscimento che a 23 anni lo impone all'attenzione generale come uno degli attaccanti più interessanti del panorama argentino: proprio nella stagione in questione trova quella vena realizzativa che mai aveva raggiunto in precedenza e che mai replicherà nel proseguimento della carriera.
Tante le gare da lui risolte con un guizzo o una puntuale giocata, anche se le due reti più importanti e assolutamente decisive per il successo le segna su rigore: nell’ultima partita contro il Rosario Central realizza con freddezza due calci di rigore, fondamentali per il già citato successo per 3-2.
In quest’ultima partita un’altro grande proatognista è un “dodicesimo uomo”, la Hinchada del Quilmes, la quale si presenta in gran numero (si stimano 30000 presenze) al Gigante de Arroyto per sostenere la squadra: in tale contesto la spinta e la passione degli Indios Kilmes, il gruppo di tifosi più passionale, sospinge la squadra al successo,invadendo poi il campo per portare in trionfo i propri beniamini.
La gioia si spiega anche per la grande tensione vissuta  seguito dei risultati sul campo: ad un certo punto il Quilmes è sotto per 2-1 con il Boca Juniors in vantaggio alla Bombonera contro il Newell’s Old Boys, determinando così il sorpasso degli Xenezies. A sistemare le cose di pensano il secondo rigore di Andreuchi e la prodezza di Gàspari, aprendo le porte alla gioa più sfrenata.




La vittoria per un solo punto di vantaggio manda in estasi tutta Quilmes, per una volta in grado di sopravvanzare le grandi di Buenos Aires.
La mentalità vincente inculcata da Yudica è stata la leva che ha permesso di vincere 22 partite su 40, con un stile di gioco riconoscibile e fatto di momenti di grandissima itensità.
Salud Cervecero!!!






Giovanni Fasani





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