I calciatori ci hanno ormai abituato ad ogni espediente o comportamento
poco leale per ottenere vantaggi dal direttore di gara: simulazioni, proteste esagerate e perfino
aggressioni fisico/verbali sono all'ordine del giorno, lasciando ogni principio sportivo e
cavalleresco ad altri contesti.
venerdì 29 aprile 2016
mercoledì 27 aprile 2016
SVEZIA? NO, MEDIO ORIENTE
Siamo a Sodertalje, un comune di circa 60.000 abitanti nel sudest del paese che ha dato i natali a Zlatan Ibrahimovic.
martedì 26 aprile 2016
ULF KIRSTEN
La riunificazione della Germania avvenuta nel 1990 ha avuto pesanti ripercussioni anche sull'organizzazione del calcio tedesco, finendo per mettere in secondo piano le squadre ed i calciatori dell'ex DDR.
Tuttavia, tra questi ultimi c'è chi è riuscito ad imporre il suo talento anche nella nuova Bundesliga, trasferendosi con profitto nelle ricche e blasonate compagini dell'ex blocco occidentale.
Uno di questi risponde al nome di Ulf Kirsten, mortifero centravanti cresciuto nella Dinamo Dresda ed esploso agli occhi di tutta Europa con la maglia del Bayer Leverkusen.
Proprio con la famosa Dynamo avviene il suo esordio nell'Oberliga, dove esordisce a soli 19 anni, mettendo in luce doti da attaccante di razza, confermate da una media realizzativa impressionante (154 presenze e 54 reti in campionato, quasi totalmente segnate nelle ultime stagioni).
Tuttavia, tra questi ultimi c'è chi è riuscito ad imporre il suo talento anche nella nuova Bundesliga, trasferendosi con profitto nelle ricche e blasonate compagini dell'ex blocco occidentale.
Uno di questi risponde al nome di Ulf Kirsten, mortifero centravanti cresciuto nella Dinamo Dresda ed esploso agli occhi di tutta Europa con la maglia del Bayer Leverkusen.
Proprio con la famosa Dynamo avviene il suo esordio nell'Oberliga, dove esordisce a soli 19 anni, mettendo in luce doti da attaccante di razza, confermate da una media realizzativa impressionante (154 presenze e 54 reti in campionato, quasi totalmente segnate nelle ultime stagioni).
venerdì 22 aprile 2016
BEDOYA, L'UOMO DEI "RECORD"
Se si pensa al calcio colombiano spesso tornano alla mente immagini di allegria, di festa. Da Asprilla a Valderrama fino al più recente Cuadrado ci si può accorgere di aver di fronte giocatori di immenso talento con un'estrema voglia di divertirsi, far divertire e di sorridere. Non tutti però, sono così.
Ad Ebéjico, un comune montano nella provincia di Antioquia, il 26 settembre del 1975 nasce Gerardo Bedoya, definito da più fonti nel Regno Unito, nel 2012, "World's dirtiest footballer" ossia il giocatore più sleale del mondo. Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo la carriera di "El General".
Passa tutta la trafila delle giovanili come difensore centrale e talvolta terzino sinistro nel Deportivo Pereira squadra dell'omonima città non molto lontano da casa sua. Nonostante un fisico non proprio da centrale (175 cm per 70 Kg) con la sua proverbiale grinta riesce a sopperire alle carenze di fisico.
Con buone prestazioni attira su di se i fari di una delle più famose società colombiane, i biancoverdi del Deportivo Cali dove, nonostante una falsa partenza, grazie all'arrivo in panchina di Josè "El Cheche" Hernandez e un compagno di reparto del calibro di Mario Yepes, riesce a vincere il Campeonato Colombiano.
Viste le buone prestazioni ottenute con la maglia dei Los Azucareros viene convocato in nazionale dal CT Francisco Maturana per disputare la Copa America del 2001. Segna una rete fondamentale all'Honduras in semifinale, risultando pedina inamovibile della formazione e, complici compagni di squadra come Cordoba, Yepes e Aristizàbal, diventa capocannoniere con 6 gol, portando per la prima volta al trionofo la Colombia. In finale viene sconfitto per una rete a zero il Messico (immancabile cartellino di Bedoya, stavolta giallo).
La rete di Bedoya contro Honduras
Bedoya sembra pronto ad un'avventura lontano da casa e passa così
agli argentini del Racing Club di Avellaneda. E' in questa squadra che
inizia a mostrare i primi segnali di cedimento caratteriale.
sabato 16 aprile 2016
LA DOPPIETTA DI DINO ZOFF
Molti associano il nome di Dino Zoff al ruolo di portiere, del quale è stato uno dei più grandi e leggendari interpreti di tutti i tempi.
Durante la sua lunga carriera l'estremo difensore nativo di Mariano del Friuli ha collezionato grandi successi, culminati con l'indimenticabile vittoria del Mondiale del 1982.
Terminata l'attività agonistica Zoff intraprende la carriera di allenatore, che lo porta in breve tempo a sedersi sulla panchina della Juventus, sua squadra da calciatore dal 1972 al 1983.
Dopo una prima stagione discreta, in quella 1989/1990 il tecnico friulano raccoglie i frutti del suo lavoro; riesce infatti a portare la squadra bianconera al successo in Coppa Italia ed in Coppa UEFA.
Tali vittorie arrivano grazie ad un gruppo di giocatori davvero eterogeneo e ad una filosofia di gioco talvolta spettacolare ed il più della volte redditizia.
Tali vittorie arrivano grazie ad un gruppo di giocatori davvero eterogeneo e ad una filosofia di gioco talvolta spettacolare ed il più della volte redditizia.
martedì 12 aprile 2016
LONDON STADIUM TOUR: PICCOLO SOGNO DIVENUTO REALTA' (parte 2)
Giorno 3:
L'inizio del terzo giorno è tra i più traumatici: le gambe risentono delle lunghe camminate e lo stomaco difficilmente regge la cucina non certo di prim'ordine britannica. Ma non possiamo certo fermarci a metà.
Il primo appuntamento è fissato con Mr. Dave Messenger, un pezzo grosso dello staff del Watford, unico team ad aver accettato la nostra richiesta di fare una mini visita allo stadio.
Andare a Watford dal centro di Londra non è facile, occorre cambiare un paio di linee della metro, aspettare le coincidenze di un paio di treni e insomma, ci si perde almeno due ore. Arriviamo in anticipo e non può mancare il giro dello store dove io, accanito collezionista di sciarpe faccio incetta di gadget e facciamo anche la conoscenza di due tifosi della Fiorentina che giocherà la sera successiva con il Tottenham.
L'inizio del terzo giorno è tra i più traumatici: le gambe risentono delle lunghe camminate e lo stomaco difficilmente regge la cucina non certo di prim'ordine britannica. Ma non possiamo certo fermarci a metà.
Vicarage Road |
Andare a Watford dal centro di Londra non è facile, occorre cambiare un paio di linee della metro, aspettare le coincidenze di un paio di treni e insomma, ci si perde almeno due ore. Arriviamo in anticipo e non può mancare il giro dello store dove io, accanito collezionista di sciarpe faccio incetta di gadget e facciamo anche la conoscenza di due tifosi della Fiorentina che giocherà la sera successiva con il Tottenham.
sabato 9 aprile 2016
LONDON STADIUM TOUR: PICCOLO SOGNO DIVENUTO REALTA' (parte 1)
Era da un pezzo che mi ero promesso di farlo e finalmente, dopo non pochi intoppi, a fine febbraio di quest'anno sono riuscito a partire per questa splendida avventura. Con il mio fedele socio di viaggi Cigno, partiamo zainetto in spalla la mattina del 23 febbraio.
Giorno 1:
Dopo un tranquillo volo di poco meno di due ore, la prima cosa di cui ci rendiamo conto è il freddo a dir poco glaciale. Considerato il mio precario stato di salute post-influenza ero abbastanza preoccupato sulla riuscita del Tour. Ma ho subito capito che a Londra, con una pinta di London Pride, tutto passa.
Arriviamo in albergo verso sera e avrei avuto davvero voglia di rilassarmi un attimo. Ma non è così, perche nella nostra zona si trova il Mile End Stadium... vuoi non iniziare con quello? E allora via, camminata di un quarto d'ora in mezzo al parco e dopo vari incontri di studenti in divisa da college e scoiattoli... eccolo lì. Onestamente mi aspettvo di più dalla patria del calcio. Però a pensarci bene, un impianto che ospita le partite di Tower Hamlets e Sporting Bengal United (della Essex Senior League, nona serie) è fin troppo.
Giorno 1:
Mile End Stadium |
Arriviamo in albergo verso sera e avrei avuto davvero voglia di rilassarmi un attimo. Ma non è così, perche nella nostra zona si trova il Mile End Stadium... vuoi non iniziare con quello? E allora via, camminata di un quarto d'ora in mezzo al parco e dopo vari incontri di studenti in divisa da college e scoiattoli... eccolo lì. Onestamente mi aspettvo di più dalla patria del calcio. Però a pensarci bene, un impianto che ospita le partite di Tower Hamlets e Sporting Bengal United (della Essex Senior League, nona serie) è fin troppo.
sabato 2 aprile 2016
IL DOTTOR SAROSI
Un vecchio adagio asserisce che i grandi campioni possono giocare bene in qualsiasi ruolo, essendo il loro talento superiore a qualsiasi dettame tecnico-tattico o a qualsiasi limite funzionale.
Tale tesi viene sicuramente confermata dalla figura di György Sárosi, giocatore ungherese che nell’arco della carriera si è disimpegnato egregiamente in più zone del campo.
Si segnala subito come un giocatore dalla classe innata, in grado di muoversi sul campo con grande grazia, abbinata sempre ad una notevole concretezza.
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