venerdì 24 maggio 2019

KODRO EREDE DI ROMARIO?

Al termine della stagione 1994/1995 il grande Johan Cruijff, alla guida del Barcellona, si trova a dover ricostruire il reparto offensivo dei Blaugrana, con il presupposto di rinverdire i fasti degli anni precedenti, dopo un'annata avara di soddisfazioni
Oltre a Hristo Stoičkov passato al Parma, la sostituzione più difficile alla quale provvedere è quella del Baixinho Romario, convinto da una temporanea saudade a trasferirsi al Flamengo, lasciando libero il ruolo di punta centrale.
Staff tecnico e dirigenza decidono di puntare sul mercato interno, venendo attirati dalle prestazioni del bosniaco Mehmed "Meho" Kodro, attaccante della Real Sociedad vice Pichichi dell'ultima Liga.


Prima di capire se la scelta sia stata felice o meno vale la pena ricordare come il centravanti di Mostar sia approdato nella Liga, soprattutto alla luce del terribile periodo che la zona balcanica si trova tristemente ad attraversare.
Con la maglia del Velez Mostar si mette in mostra come un attaccante dal gol facile, in possesso di una bagaglio tecnico molto completo e di uno stile di gioco elegante.


La sua intesa con Vladimir Gudelj consente ai Rođeni di ottenere soddisfazioni nella Prva Liga, regalando al pubblico del Rođeni Stadium tante partite da ricordare, compresa la storica vittoria nella Kup Maršala Tita 1985/1986 ottenuta nella finale contro la Dinamo Zagabria, alla quale il diciannovenne Meho non prende però parte.
Sono in tanti a notare con interesse i movimenti offensivi di Kodro, volti sempre a garantire la massima pericolosità offensiva all'azione, non fossilizzandosi quindi nel mero girovagare nell'area di rigore, ma svariando a 360 gradi nel reparto offensivo.
I 188 centimetri di altezza gli consentono inoltre di proteggere sempre al meglio la palla ed a farsi sentire in area di rigore, dove difficilmente può essere spostato e dove affina con il tempo un efficace colpo di testa.
Non vanno infine sottostimati i 48 gol segnati in 129 partite di campionato, bottino di tutto rispetto che lo rendono un prospetto in vista nel contesto europeo, anche alla luce dell'esordio con la maglia della nazionale jugoslava.
Le ultime due stagioni con la maglia del Velez Mostar denotano la sua completa maturazione, tanto da segnare in totale 31 reti, grazie ad una sviluppata freddezza nei pressi della porta.A forzare il suo addio alla madre patria nel 1991 è però la guerra che sta insanguinando la stessa, con Mostar e la Bosnia ed Erzegovina teatro di massacri e privazioni di ogni genere.
L'interesse della Real Sociedad per le sue prestazioni diventa un vero e proprio lasciapassare per una vita tranquilla lontano dagli orrori, dove poter vivere con la famiglia.
Non è facile per lui lasciare Mostar ed il club che la cresciuto, tanto da dichiarare con il groppo in gola:"Il Velez mi ha cresciuto come sportivo e come uomo".
Anche il compagno ed amico Gudelj approda nello stesso anno in Spagna, dove con la maglia del Celta Vigo confermerà il proprio talento nel corso degli anni. 
La previdente fuga anticipa di qualche mese il degenerare della situazione, con gli abitanti della città del cantone dell'Erzegovina-Narenta oggetto di vessazioni obbrobriose e bersaglio per il fuoco dell'artiglieria dell'JNA.
Non è questo il contesto per approfondire eventi talmente drammatici e catastrofici, per sempre nella mente di Kodro.
L'allenatore della Real Sociedad John Toshack, uno che del mestiere di attaccante se ne intende, convince la dirigenza degli Txuri-urdin ad investire 100 milioni di Pesetas per assicurarsi le sue prestazioni; c'è in effetti un po' di diffidenza a San Sebastian nella possibilità di sostituire l'irlandese John Aldridge (primo straniero del club) con uno sconosciuto al grande pubblico, ma l'importo richiesto relativamente basso e la raccomandazione del tecnico gallese portano il trasferimento a buon fine.
L'intuizione dell'ex centravanti del Liverpool si rivela vincente, con il centravanti bosniaco che ci mette davvero poco per diventare un idolo dell'Anoeta, da subito colpiti dalla sua classe e da una continua capacità realizzativa.


La stagione della sua consacrazione è l'ultima trascorsa a San Sebastian, proprio quando il pigmalione Toshack viene sostituito da Iriarte, quando segna 25 gol in campionato e si guadagna l'attenzione del Barcellona, convinto che il bosniaco sia il profilo giusto per diventare il terminale offensivo di un reparto nobilitato dall'acquisto di un giovane Luis Figo ed ispirato dall'anarchico talento di Gheorghe Hagi.
Anche in questo caso non è facile l'addio al contesto basco, comunità che l'ha accolto con grande affetto e dove è nato anche il figlio Kenan, anche lui poi diventato calciatore ovviamente nel ruolo di attaccante.
Difficile anche a priori poter imbastire un confronto tra un fuoriclasse come Romario e il buon Kodro, nonostante quest'ultimo possa vantare un bottino di 81 reti in 146 partite nelle quattro stagioni giocate con la Real Sociedad.
Può aver giocato un ruolo importante nella sua scelta la sua doppietta segnata al Barça due stagioni prima in una bella vittoria per 2-1 ed il gol segnato sempre all'Anoeta alla squadra di Cruijff nel gennaio del 1994.
Siamo quindi arrivati alla resa dei conti: come è stato il rendimento di Kodro al Barcellona? Ha dimenticare il riferimento/chimera Romario?
La risposta è no, dal momento che le 15 reti complessivamente segnate in 43 apparizioni sono davvero poca cosa, con l'aggravante che il terzo posto finale nella Liga e la sconfitta nella finale di Copa del Rey con l'Atletico Madrid rendano l'intera stagione deludente.
Il tecnico Johan Cruijff lo difende a spada tratta, mandandolo in campo con costanza, ricevendo in cambio poche prestazioni degne di nota, come la doppietta segnata al Real Madrid in una sonante vittoria per 3-0.



Al temine della stagione la società Blaugrana concretizza l'acquisto del nuovo fenomeno del calcio mondiale, il brasiliano Ronaldo, decidendo che per Kodro non ci possa essere spazio nella nuova rosa a disposizione dell'allenatore Bobby Robson.
Una parziale soddisfazione è la creazione della nazionale bosniaca, con la quale esordisce proprio nel 1996 e con la quale disputerà 13 partite fino al 2000 (3 le reti segnate).
Pur mettendo a bilancio una minusvalenza il Barcellona cede il cartellino di Kodro al Tenerife di Jupp Heybckes, un interessante progetto di varie nazionalità nel quale gioca anche un giovane Oliver Neuville.
L'aria delle Canarie non gli restituisce la vecchia vena realizzativa, entrando nel tabellino dei realizzatori dei Chicharreros solamente 8 volte, compresa una rete alla Lazio in Coppa Uefa in una bella vittoria per 5-3; nella competizione il Tenerife si spingerà fino alle semifinali, venendo poi battuta dallo Schalke 04.


Le successive due stagioni sono davvero avare di soddisfazioni, con l'ultima (1998/1999) culminata con la retrocessione del Tenerife, con Kodro clamorosamente a secco di gol nelle 18 apparizioni.
A 32 sembra essere arrivato al capolinea della sua carriera, con la successiva esperienza con l'Alavés che poco aggiunge in termini di gol e contenuti alla stessa: 5 reti  in 30 partite lo inducono definitivamente ad abbandonare la Spagna, con un bottino di 121 reti ufficiali in 289 apparizioni.
La voglia di giocare è però ancora tanta ed in tal senso si spiega la decisione di andare in Israele per giocare con il Maccabi Tel Aviv, nella speranza di tornare il prolifico cannoniere di un tempo: il progetto non decolla, dal momento che acciacchi fisici e la difficoltà ad adattarsi ad un nuovo contesto gli consente di scendere in campo solo 10 volte.
Fermo nella decisione di terminare la carriera agonistica ne inizia un'altra da allenatore, che lo vede anche sedere sulla panchina della Bosnia e Erzegovina e dell'FK Sarajevo, a conferma di un legame con la sua terra di origine.
Allo stesso modo ha fatto più volte parte dello staff tecnico della Real Sociedad, con ruoli nel settore giovanile e come assistente.
Non era in effetti il profilo adatto per sostituire Romario, ma Meho Kodro è stato un attaccante di tutto rispetto, legato alla sua terra e dotato di un notevole talento, dimostrandosi un attaccante dal profilo davvero completo.


Giovanni Fasani



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