Negli anni '80 le treccine del grande Ruud Gullit generano negli appassionati sensazioni contrastanti: curiosità e sorpresa lasciano spazio anche a qualche miope critica, vista la particolarità dell’acconciatura del campione originario del Suriname.
Per il Mondiale del 1990 come ogni bambino italiano ho collezionato le relative figurine, al tempo uno dei pochi mezzi per poter avere confidenza con i lineamenti e le caratteristiche dei giocatori delle altre nazionali.
Ricordo quando, bustina dopo bustina, sono riuscito a completare la sezione della Corea del Sud, imbattendomi in un giocatore che risaltava in modo netto rispetto ai compagni di squadra: ai miei occhi di bambino i giocatori asiatici sembrano tutti simili tra loro, con capelli corti e pettinati, tranne Kim Joo-Sung, che con i suoi lunghi capelli neri, rappresentava un vero elemento di rottura dell'immagine austera di tale nazione
La mia impressione infantile si rivela a conti fatti corretta e condivisibile, dal momento che il giocatore coreano è storicamente soprannominato cavallo pazzo, per il grande correre sul campo che mette ancora maggiormente in mostra la folta capigliatura.