Nell'eterogeneo panorama calcistico africano il Ghana rappresenta una della componenti più spettacolari e tecniche, tanto da essere soprannominato il "Brasile d'Africa".
L'elenco dei giocatori che si sono imposti anche in un contesto internazionale sarebbe molto lungo, soprattutto negli anni recenti: negli anni 80 e 90 le Stelle Nere vivevano sul dualismo interno tra Anthony Yeboah ed Abedi Pelè, mentre nel Mondiale 2010 sfioravano un clamoroso e storico accesso alle semifinali, perdendo solamente ai calci di rigore contro l'Uruguay.
In quest'ultima manifestazione sono prevalentemente le gesta di Asamoah Gyan a determinare, nel bene (3 gol in totale) e nel male (rigore sbagliato al 122' in semifinale) il cammino del Ghana.
Se si guarda alle vittorie non si può non notare le 4 affermazioni in Coppa d'Africa, delle quali le ultime 2 (1978 e 1982) legate indiscutibilmente al nome di George Alhassan.
L'elenco dei giocatori che si sono imposti anche in un contesto internazionale sarebbe molto lungo, soprattutto negli anni recenti: negli anni 80 e 90 le Stelle Nere vivevano sul dualismo interno tra Anthony Yeboah ed Abedi Pelè, mentre nel Mondiale 2010 sfioravano un clamoroso e storico accesso alle semifinali, perdendo solamente ai calci di rigore contro l'Uruguay.
In quest'ultima manifestazione sono prevalentemente le gesta di Asamoah Gyan a determinare, nel bene (3 gol in totale) e nel male (rigore sbagliato al 122' in semifinale) il cammino del Ghana.
Se si guarda alle vittorie non si può non notare le 4 affermazioni in Coppa d'Africa, delle quali le ultime 2 (1978 e 1982) legate indiscutibilmente al nome di George Alhassan.
Se nell'edizione del 1978 il suo contributo si limita ad una strepitosa doppietta contro l'Alto Volta, è nell'edizione di quattro anni dopo in patria che la geniale ala ghanese spiega a tutto il continente il perché dalle parti di Accra è chiamato Jairzinho.