Mentre l'attenzione è tutta concentrata sull'inizio dei principali campionati europei, c'è n'è uno che sta per terminare. Si tratta di quello irlandese, composto da 12 squadre e giunto all'ultima parte di stagione.
Se di Inghilterra, Germania, Spagna eccetera eccetera sappiamo quasi ogni cosa, nulla sappiamo dell'affascinante torneo a strisce bianco-verdi-arancio.
Abbiamo quindi incontrato Jacopo Ghirardon, appassionato di tale campionato avendo seguito numerose partite sul posto, diventandone un vero e proprio esperto.
Ne è uscito un viaggio tra gli aspetti più interessanti; rivalità, impianti fatiscenti e quell'atmosfera che solo un paese come l'Irlanda sa regalare.
Non vi resta quindi che mettervi comodi con una bella pinta e leggere ciò che Jacopo ci ha raccontato.
Come ti sei avvicinato al campionato irlandese?
Il mio primo approccio al calcio Irlandese risale al
2008, quando mi trovavo nell’isola di smeraldo per un viaggio di potenziamento
del mio inglese. La mia prima partita fu tra il Bray Wanderers e il Galway
United, sfida di bassa classifica vinta per 0-1 dalla squadra ospite. Da li mi
sono avvicinato sempre più a questo campionato, arrivando a seguirlo in maniera sempre più
capillare fino a farlo diventare il mio campionato, visto anche un mio
disamoramento verso il campionato Italiano e anche quello Inglese che comunque
continuo a seguire con spirito critico.
Dai social network ho visto che diverse volte sei stato in Irlanda per seguire alcune partite. Come si svolge il tuo viaggio tipo?
Dal 2013 sono tornato in Irlanda 4 volte,
seguendo principalmente il Dundalk, la mia squadra preferita nel
campionato. Nel 2013 ho assistito
all’ultima giornata tra il Dundalk e il Cork ad Oriel Park (foto sotto), partita finita
4-0. Due giorni dopo sono stato a Richmond Park, stadio del St.Patricks
Athletic, per la finalissima della Leinster Senior Cup, la coppa regionale,
vinta dallo Shamrock Rovers per 0-1. Nel 2014 penultima giornata a Bray sempre
contro il Dundalk (1-1), mentre recentemente sono tornato ad Oriel Park per il
preliminare di Champions tra il Dundalk e il Bate Borisov, finito 0-0,
risultato che ha sancito l’eliminazione dei Lilywhites dopo l’1-2 subito in
Bielorussia.
Le partite in Irlanda in campionato si
disputano prevalentemente di Venerdi sera, evitando così la sovrapposizione con
i campionati Inglesi e Scozzesi che giocano di sabato. Dunque il weekend raggiunge subito il culmine
con la partita il venerdì sera, mentre il sabato di solito lo dedico al divertimento
che mai manca in Irlanda e la domenica a visitare nuovi posti (sostanzialmente
da Nord a Sud l’Irlanda l’ho potuta vedere tutta). Avere molte amicizie con
locali mi aiuta moltissimo, mi fa vivere al massimo sia l’esperienza della
partita sia di avere uno spiccato piuttosto reale di come sia la Vita comune in
Irlanda.
A tal proposito: si respira il famoso ambiente anglosassone fatto di birra al pub a prescindere dal colore della sciarpa?
Assolutamente si, con una differenza sostanziale: che
in molti stadi la clubhouse è inglobata nella tribuna centrale, il che permette
di gustarsi una bella pinta assieme agli altri tifosi nel pre e post gara direttamente
a bordo campo: un’esperienza decisamente piacevole. Un qualcosa che rende unica
l’esperienza di una gara vissuta dal vivo in Irlanda. Per altro le relazioni tra
tifosi sono molto forti, dal momento che la maggior parte dei club sono
direttamente gestiti dagli stessi tifosi, creando un clima di collaborazione e
amicizia che va oltre la pura rivalità sportiva.
In Italia siamo ormai abituati a lunghe trafile per ottenere un biglietto per lo stadio. Come funziona invece in Irlanda?
Nei match normali di campionato, basta presentarsi in
biglietteria prima della partita (possibilmente con i soldi giusti!) per
comprare velocemente il biglietto ed entrare in campo: non servono ne
documenti, ne tessere ne altro. Nei match di cartello è prevista una
prevendita, ma anche la non serve alcun tipo di documento: mi è successo questo
per la sfida di Champions del Dundalk. Il prezzo dei biglietti è molto contenuto,
circa 15€ per una tribuna centrale e 10 per i biglietti Stand , ossia tribuna
laterale o in terrace in piedi (principalmente dietro la porta).
La maggior parte dei campionati europei è già iniziata o sta per iniziare. In Irlanda siamo a poche partite dal termine. Come si svolge la stagione?
Dal 2003 ormai in Irlanda si gioca nell’anno solare, seguendo
in linea di massima il calendario scandinavo. La stagione tradizionalmente
inizia a febbraio con la Setanta Sports Cup, ossia la supercoppa tra le squadre
della Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord, competizione (annullata in
questa stagione) usata come prezioso precampionato per le squadre della League
of Ireland. A Metà marzo inizia la stagione, che dura 33 giornate e finisce a
fine ottobre: nel mezzo a giugno una pausa per permettere alle squadre
impegnate in Europa di prepararsi al meglio. La stagione si conclude
tradizionalmente con la finale di Coppa nazionale all’Aviva Stadium la prima
domenica di Novembre. Al momento a 9
giornate dalla fine il Dundalk sta dominando il campionato, con un vantaggio di
10 punti sul Cork e 12 punti sullo Shamrock e St. Pat’s.
Stadi molto piccoli ed ambiente quasi famigliare. E' questo a fare la differenza con altri campionati?
Gli stadi sono molto piccoli, per rendere l’idea
nessuno stadio supera i 10 mila spettatori, ma spesso sono molto pieni e
trasudano storia e passione da ogni poro: questo rende l’atmosfera
particolarmente calda ed avvolgente. I
tifosi per altro preferiscono tifare in una maniera molto più “europea” con
bandiere, striscioni e anche fumogeni, che seguendo uno stile più “britannico”,
a testimoniare il fatto di come in Irlanda ormai da 100 anni non si veda più
verso l’altra isola, tanto quanto nel calcio tanto in altri aspetti della vita
comune.
Quali sono le squadre più forti e chi ha vinto più campionati?
La squadra principale del calcio Irlandese è lo
Shamrock Rovers, che ha vinto 17 titoli e 24 coppe nazionali (anche se l’ultima
risale al 1986). Dietro di loro, come titoli vinti, altre squadre di Dublino
come il Shelbourne (13 titoli, attualmente gli Shels si trovano addirittura in
First Division) e i Bohemians a 11. Al momento il campionato è una questione a
due, con il Dundalk (10 titoli, l’ultimo conquistato proprio nella scorsa
stagione), e il Cork City che sta cercando invano di tenere il passo del
Dundalk. Segnalo un fatto molto particolare che raramente si vede nei vari
campionati Europei: negli ultimi 10 anni sono stati 8 i campioni diversi, a
testimoniare il grande equilibrio che c’è ogni anno in questo campionato.
Quali sono le rivalità più accese?
Il derby di Dublino, tra lo Shamrock Rovers e i
Bohemians, è nettamente la rivalità più famosa e accesa del campionato. La
rivalità tra i club è totale, e nasce dal fatto che i Bohemians sono il grande
club del Nord di Dublino, mentre i Rovers tradizionalmente sono la squadra del
Sud, anche se adesso è emigrata a Tallaght, città dell’estrema periferia di
Dublino. Tra il nord e il sud delle due città scorre il Liffey, in una rivalità
extra calcistica raccontata in parte da Dubliners di James Joyce. A Dublino ci
sono però altri due club, St.Patrick’s e appunto Shelbourne, e le rivalità tra
i 4 club principali della capitale è molto sentita. Il derby del Louth tra
Drogheda e Dundalk è quello “provinciale” più acceso, vista la vicinanza e la
rivalità tra le due cittadine. Altre rivalità sono quelle tra il Derry City e
il Finn Harps (anche se Derry, squadra geograficamente appartenente all’Irlanda
del Nord ma ormai da 30 anni presenza fissa nella LOI ha i principali rivali
nel Linfield e nel Coleraine, squadre Lealiste appartenenti al campionato
Nordirlandese), e tra Cork e Limerick nel derby del Munster.
Hai qualche episodio particolare da raccontarci legato a queste sfide?
Il derby tra Shamrock Rovers e Bohemians è quello che
nettamente regala più spunti. La rivalità è fortissima e ogni volta che si
gioca a Dalymount (storico stadio del calcio Irlandese, là dove la nazionale ha
mosso i primi passi) o al Tallaght Stadium la tensione è alle stelle e la
fibrillazione è molto elevata. Negli anni 2000 Tony Grant, passato dallo
Shamrock ai Bohemians, venne accolto nel primo derby con una bella testa di
maiale scagliata addosso dai tifosi dei Rovers che non hanno digerito il suo
tradimento. Per 20 anni lo Shamrock Rovers non ha potuto disporre di uno
stadio, emigrando nei vari stadi di Dublino, dopo la distruzione dello storico
Glenmalure Park, fino alla costruzione del Tallaght Stadium nel 2009. I tifosi
dei Bohs dunque chiamano Homeless quelli dei Rovers, mentre rifacendosi alle
origini del club, quelli dei Rovers chiamano i Bohs Gypsies, ossia zingari, per
altro uno dei nickname ufficiali del club rossonero. L’episodio però più grave
nella storia del calcio Irlandese risale al 1979, quando in una sfida di coppa
dei Campioni Dundalk e Linfield si sfidarono in pieno periodo di troubles. La
sfida di Oriel Park fu un vero macello, con centinaia di feriti e con la
consapevolezza che anche il calcio ormai era parte fondamentale del conflitto
tra Cattolici e Protestanti, in un clima ben più pesante di un Old Firm, visto
anche la particolare posizione di Dundalk esattamente al confine con il Nord.
Nella storia qual è stato il miglior risultato europeo di una squadra irlandese?
Nel 2010 per la prima e finora unica volta una
squadra Irlandese è riuscita a qualificarsi per una fase a gironi di una
competizione UEFA: Lo Shamrock Rovers infatti è stata protagonista di una
strepitosa cavalcata, cominciata con il secondo turno preliminare di Champions
con l’affermazione (1-0 e 0-0) contro il Flora Tallinn. Al turno successivo il
Copenaghen si dimostrò troppo forte (0-1 e 0-2), costringendo i Rovers a
retrocedere al playoff di Europa League, dove eliminarono clamorosamente il
Partizan di Belgrado con un doppio 1-1 e il goal decisivo ai supplementari di
Stephen O’Donnell (foto sotto). Nei gironi i Rovers trovarono un gruppo di ferro con
Tottenham, Rubin e PAOK, totalizzando 0 punti, ma segnando un clamoroso goal a
White Hart Lane che mandò in delirio gli oltre 5mila tifosi dei Rovers a
Londra. Un’altra grande cavalcata fu quella dello Shelbourne nei preliminari di
Champions del 2004: eliminati KR Reykjavik e Hajduk Spalato, nell’ultimo turno
tennero testa al mitico Deportivo di quegli anni fino al 60’ della ripresa,
quando il Depor sfondò la resistenza dei Shels vincendo poi per 3-0.
In chiusura. Quanto abbiamo da imparare noi da un campionato come quello irlandese?
Il modo in cui si vive una partita: ci si può lo stesso
sfogare, tifare etc sempre però nel rispetto dell’avversario che viene visto
più come un compagno di bevute che un rivale. Ne giova l’atmosfera che è sempre
molto brillante. Il campionato Irlandese viene definito il campionato di Non
League più bello del mondo e in un certo verso questa denominazione non è
sbagliata. Le strutture magari sono fatiscenti e ci sono da apportare diverse
migliorie, ma la strada percorsa è quella giusta e negli ultimi anni si stanno
raccogliendo buoni frutti. Certo il campionato Irlandese non si può paragonare
ad uno dei top in Europa, ma ha sicuramente la sua storia, tradizione e diversi
spunti molto interessanti.
Matteo Maggio