giovedì 29 novembre 2018

O REI DAS VIRADAS

All'indomani dell'avvento calcistico di Pelè sul pianeta calcio l'importanza dei numeri realizzativi e della collegata media gol è esponenzialmente cresciuta, dando il via anche a complicati calcoli retroattivi sulla carriera di calciatori precedenti.
I famosi 1281 gol in 1363 partita di O Rei valgono ancora oggi come irraggiungibile apice e metro di paragone quando si voglia giudicare un prolifico attaccante; in un nostro precedente articolo, ad esempio, abbiamo visto come i numeri di Arthur Friedenreich siano stati oggetto di grossolane e poco provate quantificazioni, al fine di celebrarne l'innato talento.
Di esempi in tale contesto ce ne sarebbero molti, il più dei quali inseriti in improbabili classifiche e ricordati solo per un mero dato numerico o percentuale.
Limitando la ricerca a parametri quantistici non è difficile imbattersi in tale Uriel Fernandes, detto Teleco, attaccante in grado di segnare 256 reti in 249 partite, all'invidiabile media di 1,02 gol a partita.
Attenzione però, perché per chi ha cuore le sorti del Corinthians O Rei das Viradas, o se preferite O Homen Gol vale davvero molto di più di ogni eclatante numero.


Appena giunto al Time do Povo nel 1934 mette subito in chiaro che tipo di realizzatore sia, arrivando a superare le attese prodotte a seguite delle sue prestazioni con il Britânia, squadra di Curitiba nel quale ha mossi i primi passi calcistici.
Decisiva in tal senso un amichevole tra le due squadre giocata lo stesso anno, dove il ventunenne attaccante segna una sontuosa tripletta, guadagnandosi l'offerta dei dirigenti del club di San Paolo, lesti ad assicurarsi le sue gesta per il campionato a venire.
Una delle sue peculiarità è la rapidità con la quale riesce a girarsi spalle alla porta, sorprendendo difensore e portiere con conclusioni precise e potenti; da quest'abilità nasce, il suo soprannome di O Rei das Viradas, traducibile, appunto, come "Re della Girata".
Impossibile per gli avversari intuire come e da che lato possa girarsi, dal momento che è ugualmente efficace con entrambi i piedi, a conferma della notevole completezza tecnica.
Curioso invece come lo storico nomignolo di Teleco derivi dall'ambito famigliare, precisamente dalla nonna, trovando poi diffusione anche tra amici e compagni di squadra.
Da subito abitua i tifosi alla marcature multiple, trovando la sua prima rete contro il Portuguesa, al quale segna una bella doppietta.
Qualche mese dopo è grande protagonista nella vittoria per 5-1 contro il Palestra Italia, mettendo di fatto fine a cinque anni senza vittorie del Cortinthians nel Derby Paulista.
Le sue segnature portano sia ad importanti vittorie di squadra, come i Campionati Paulista (1937,1938, 1939 e 1941), sia a prestigiosi riconoscimenti personali, come i quattro titoli di capocannoniere da lui vinti nel suddetto torneo; eclatante dal punto di vista numerico è il suo rendimento nel 1939 quando mette a segno addirittura 32 reti.
Inutile dire come sia considerato molto più di un idolo per i sostenitori del Corinthians, anche in virtù di uno spirito indomito e di una coraggio eccezionale.
Valga come esempio quanto successo nel 1936 in un sfida contro il Palestra Italia: pur avendo un braccio rotto non esita a scendere in campo ugualmente, vestendo una maglia più grande per nascondere le stecche a sostegno dell'arto infortunato.
Nonostante l'indubbia difficoltà di movimento tiene fede alla suo nomea di gran realizzatore, segnando l'unica rete del match e regalando un importante successo alla sua squadra.


Notevoli sono anche le sue prestazioni con la selezione paulista, mentre il suo rapporto con la nazionale brasiliana è connessa ad un episodio tragicomico.
Nel 1939 viene selezionato per disputare la Copa Roca, la prestigiosa competizione che senza una prefissata scadenza mette di fronte Brasile ed Argentina, per la prima volta prevista con partite di andata e ritorno. Appena prima di arrivare a Buenos Aires per disputare il primo incontro si accorge di non avere con se il documento di identità, indispensabile per entrare in territorio argentino e di conseguenza per scendere in campo.
Il fatto, di per sé pittoresco, è alla base della sua futura esclusione dalle convocazioni, in un periodo nel quale le guerra diplomatiche tra federazioni creano già molti problemi.
L'ultimo anno con la maglia del Timão è il 1934 , quando a 31 anni decide di provare l'ebrezza di giocare con una maglia diversa, vale a dire quella del Santos, lasciando il Corinthians come massimo marcatore di tutti i tempi.
Non sa ancora che qualche anno dopo verrà superato in tale classifica da due altre leggende del club, Baltazar e Cláudio Christovam de Pinho, senza però che gli stessi si avvicinano alla sua famosa media di 1.02 gol a partita.


Una volta smessi i panni del calciatore si prospettano per lui tempi economicamente duri, con il Corinthians che arriva però in suo soccorso, assumendolo come responsabile della sala dei trofei.
Fino alla morte, pervenuta nel 2000, sarà la memoria storica del club, non mancando mai di ricordare il periodo nel quale segnava ed incantava con la maglia del Campeão dos Campeões.
Ancora oggi quando si vuole ricordarne il valore si dice che la sua media realizzativa sia stata superiore a quella di Pelè (per la cronaca 0,93).... ma senza scomodare miti e leggende e senza dare ai numeri più importanza di quella che meritano, resta la nomea di O Rei das Viradas a far palpitare il cuore di buona parte della città di San Paolo. Ovviamente quella con l'ancora e la coppia di remi stampata sul petto......



Giovanni Fasani

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