Ipotizziamo per un momento di giocare alle Paroloìe Crociate e di imbatterci nelle seguenti due definizioni:
1) calciatore uruguaiano votato come miglior difensore del Mondiale del 1970 dalla stampa
2) famoso cantante di bolero e ritmi sudamericano con una passato di calciatore professionista.
Andando contro il regolamento del noto passatempo enigmistico, la risposta ai due interrogativi risulta essere la stessa: Atilio Genaro Ancheta Weigel.
Tornando al mero aspetto calcistico stiamo parlando di un eccelso difensore cresciuto nel Nacional di Montevideo, talmente duttile da potersi disimpegnare sia come centrale sia come difensore esterno destro.
Con in Tricolores l'esordio avviene molto presto, già nel 1966 a soli 18 anni, essendo le sue qualità fisiche e la sua spontanea lettura tattica delle situazioni davvero fuori dal comune.
Archeta marca l'uomo con estrema decisione, come si addice ad un difensore uruguaiano, ma al tempo stesso non lesina interventi in bello stile e proposizioni sulla corsia di riferimento con puntuale tempismo.
Fisico statuario (187 cm di altezza) e falcata ampia completano il quadro di un profilo fisico/tecnico che sembra davvero non avere difetti.
Fisico statuario (187 cm di altezza) e falcata ampia completano il quadro di un profilo fisico/tecnico che sembra davvero non avere difetti.
Ovviamente è allo stesso modo precoce nell'esordire in nazionale, beneficiando del magico momento storico che il Nacional sta attraversando, al quale il difensore senza paura e aggraziato nelle movenze contribuisce in modo concreto.
Dopo l'esordio nel 1969, anno nel quale vince il suo primo campionato uruguaiano, arriva la possibilità di giocare il Mondiale in Messico da titolare l'anno successivo, in una squadra ritenuta da molti la migliore dai tempi del Maracanazo del 1950.
Il commissario tecnico, il leggendario Juan Hohberg, lo propone titolare per tutta la durata del torneo, terminato dalla Celeste al quarto dopo, dopo essere stata sconfitta in semifinale dal Brasile e nella finale terzo/quarto posto dalla Germania Ovest.
Ancheta viene ritenuto uno dei difensori migliori della competizione, in particolar modo per la sua prestazione nella gara contro la Seleçao, dove brilla per personalità ed abilità al cospetto di autentici fuoriclasse.
La scelta di votarlo come miglior difensore la dice lunga sulla potenzialità del giovane difensore del Nacional, sul quale vari addetti ai lavori pongono elevate aspettative.
La rapida e brillante ascesa è confermata nell'anno seguente dove oltre a vincere il terzo titolo uruguaiano consecutivo, si erge a baluardo durante la vincente cavalcata in Coppa Libertadores.
Condotti in modo magistrale da Washington "El Pulpa" Etchamendi in panchina, il Tricolores batte in finale l'Estudiantes, dopo il necessario spareggio di Lima vinto per 2-0, dopo che le gare di andata e ritorno si erano concluse con una vittoria ciascuno.
Facile indicare nell'argentino Luis "El Artillero" Artime, capocannoniere del torneo con 10 reti, il massimo artefice del primo successo della compagine uruguaiana, nel contesto comunque di una rosa di altissimo livello.
A assistere lo scatenato cannoniere troviamo elementi quali Luis "El Negro" Cubilla, Victor
Espárrago, e Julio "Cascarilla" Morales, tra i migliori Delanteros del contesto uruguaiano del periodo.Punto di forza della squadra è senza ombra di dubbio il reparto difensivo, capace di subire solo tre reti complessive nelle prime dieci partite dei due gironi iniziali, con l'aggiunta dell'unica rete subita dall'Estudiantes in finale ad opera di Daniel Moreno.
Davanti al portiere brasiliano Manga, il citato Ancheta forma un sincronizzato e compatto pacchetto difensivo con Juan "Chueco" Masnik, Juan Carlos "Cacho" Blanco, e Julio "El Mudo" Montero.
Tutto rose e fiori? Non esattamente, dal momento che il contesto uruguagio sta conoscendo un momento di forti difficoltà economiche, che sfociano nel calcio attraverso la cronica fatica nel rispettare gli impegni contrattuali, con specifico riferimento a stipendi e premi partita.
I giocatori uruguaiani del Nacional, ancora infuriati per i mancati pagamenti del premi promessi per il Mondiale del 1970, si trovano in una pessima situazione, dal momento che la società di Montevideo si trova in una situazione economica a dir poco deficitaria.
Viene da sé che una delle vie per ripianare il disavanzo è quello di cedere parte delle proprie stelle, con Ancheta che per età e capacità risulta essere uno dei più appetibile.
Il ventitreenne difensore, infuriato per il ritardo di quattro mensilità salariali, accetta di buon grado l'offerta dei brasiliani del Gremio, volando ben soddisfatto a Porto Alegre già dal 1971, incurante del fatto che tale scelta comporterà la sua esclusione dalle convocazioni della nazionale.
Nel paese natale scoppia l'indignazione, con giornali quali "El Pais" e "El Dia" che non esitano a dare del mercenario all'ex idolo della tifoseria del Nacional, riportando anche le cifre di cessione (550.000 cruzeiros) e di ingaggio (6.000 cruzeiros al mese).
Il Gremio si assicura invece quello che la stampa sudamericana considera uno dei migliori difensori del Sudamerica, alla luce anche del suo prestigioso Top 11 continentale stilato proprio nello stesso anno.
I primi tempi in Brasile sono però duri, come d'altronde era prevedibile, dato l'astio sportivo che ancora intercorre quale retaggio del mai dimenticato Maracanazo.
Inizialmente l'allenatore Otto Gloria lo considera relativamente, quasi a confermare le illazioni per le quali non sarebbe stato consultato preventivamente per il suo acquisto; altresì insiste fortemente nell'impostarlo definitivamente come difensore centrale, ruolo che Ancheta interpreta con grande bravura, ma che considera secondario rispetto a quello di terzino destro.
Fuori dal campo il suo adattamento e quello della sua famiglia proseguono a rilento, tanto che ad un certo punto il timore di aver firmato un contratto poco vantaggioso lo porta a dubitare fortemente della scelta fatta.
Il difensore uruguaiano ha però un carattere d'acciaio ed in poco tempo conquista la fiducia dell'allenatore e la stima di tifosi e giornalisti, mai del tutto teneri con lui nei primi anni: nel 1972, ad esempio, a seguito dell'arrivo del grande Elias Figueroa ai rivali dell'Internacional, più di un giornalista si lancia in sbilanciati paragoni con Ancheta, tutti a favori del fuoriclasse cileno.
L'ex Nacional risponde sul campo, imponendosi come un difensore insuperabile e moderno, finendo per smentire i detrattori e critici, i quali nel 1973 gli assegnano addirittura l'ambita Bola de Oura, vale a dire il premio al miglior giocatore del campionato brasiliano creato dalla rivista Placar.
Nello stesso anno rompe definitivamente con la federazione uruguaiana, a causa di una mai chiarita questione pecuniaria, ponendo fine ad ogni velleità di difendere i colori della Celeste nel successivo Mondiale in terra tedesca: le sole 20 presenze messe insieme in nazionale sembrano in assoluto molto poche rispetto al suo eccelso valore di difensore.
Archiviata ogni polemica e ormai ritenuto un pilastro del Gremio, del quale è diventato anche capitano, arriva per Ancheta la possibilità di vincere il tanto agognato Campionato Gaucho nel 1977, rompendo il dominio dell'Internacional che durava da ben otto edizioni.
La gioia è parzialmente mitigata dalla comparsa di fastidiosi problemi al ginocchio, talmente acuti da limitarne le prestazioni e da minarne il proseguimento della carriera.
Il bis ottenuto due anni più tardi rappresentano il miglior modo per accomiatarsi dal pubblico dell'Imortal Tricolor, eternamente riconoscente per le prestazioni che l'uruguaiano ha regalato in otto stagioni.
Nonostante il ginocchio crei sempre più problemi accetta l'offerta del Millonarios di Bogotá, dove gioca la stagione 1980/1981, denotando la solita classe e la solita sicurezza a fronte di un atletismo gioca forza decadente.
Nel 1982 tenta un rientro nella file del Nacional, risultato poco fortunato, ma decisivo per indurlo a smettere definitivamente con il calcio giocato.
Che fare a questo punto a 35 anni? Allenatore? Dirigente? Commentatore sportivo?
Niente di tutto questo: Ancheta fa di una sua passione una nuova professione, diventando nel 1989 un famoso cantante di Bolero, pubblicando vari album molto apprezzati da pubblico e addetti ai lavori.
Non è questa la sede per lanciarsi in recensioni musicali, ne tanto meno proporre brani o esibizioni di quello che in anni recenti è stato votato come il miglior difensore uruguaiano degli ultimi 25 anni, nonostante abbia deciso di restare in Brasile al termine della carriera di calciatore, per lanciarne un'altra davvero poco affine a quella precedente.
Dopo l'esordio nel 1969, anno nel quale vince il suo primo campionato uruguaiano, arriva la possibilità di giocare il Mondiale in Messico da titolare l'anno successivo, in una squadra ritenuta da molti la migliore dai tempi del Maracanazo del 1950.
Il commissario tecnico, il leggendario Juan Hohberg, lo propone titolare per tutta la durata del torneo, terminato dalla Celeste al quarto dopo, dopo essere stata sconfitta in semifinale dal Brasile e nella finale terzo/quarto posto dalla Germania Ovest.
Ancheta viene ritenuto uno dei difensori migliori della competizione, in particolar modo per la sua prestazione nella gara contro la Seleçao, dove brilla per personalità ed abilità al cospetto di autentici fuoriclasse.
La scelta di votarlo come miglior difensore la dice lunga sulla potenzialità del giovane difensore del Nacional, sul quale vari addetti ai lavori pongono elevate aspettative.
La rapida e brillante ascesa è confermata nell'anno seguente dove oltre a vincere il terzo titolo uruguaiano consecutivo, si erge a baluardo durante la vincente cavalcata in Coppa Libertadores.
Condotti in modo magistrale da Washington "El Pulpa" Etchamendi in panchina, il Tricolores batte in finale l'Estudiantes, dopo il necessario spareggio di Lima vinto per 2-0, dopo che le gare di andata e ritorno si erano concluse con una vittoria ciascuno.
Facile indicare nell'argentino Luis "El Artillero" Artime, capocannoniere del torneo con 10 reti, il massimo artefice del primo successo della compagine uruguaiana, nel contesto comunque di una rosa di altissimo livello.
A assistere lo scatenato cannoniere troviamo elementi quali Luis "El Negro" Cubilla, Victor
Espárrago, e Julio "Cascarilla" Morales, tra i migliori Delanteros del contesto uruguaiano del periodo.Punto di forza della squadra è senza ombra di dubbio il reparto difensivo, capace di subire solo tre reti complessive nelle prime dieci partite dei due gironi iniziali, con l'aggiunta dell'unica rete subita dall'Estudiantes in finale ad opera di Daniel Moreno.
Davanti al portiere brasiliano Manga, il citato Ancheta forma un sincronizzato e compatto pacchetto difensivo con Juan "Chueco" Masnik, Juan Carlos "Cacho" Blanco, e Julio "El Mudo" Montero.
Tutto rose e fiori? Non esattamente, dal momento che il contesto uruguagio sta conoscendo un momento di forti difficoltà economiche, che sfociano nel calcio attraverso la cronica fatica nel rispettare gli impegni contrattuali, con specifico riferimento a stipendi e premi partita.
I giocatori uruguaiani del Nacional, ancora infuriati per i mancati pagamenti del premi promessi per il Mondiale del 1970, si trovano in una pessima situazione, dal momento che la società di Montevideo si trova in una situazione economica a dir poco deficitaria.
Viene da sé che una delle vie per ripianare il disavanzo è quello di cedere parte delle proprie stelle, con Ancheta che per età e capacità risulta essere uno dei più appetibile.
Il ventitreenne difensore, infuriato per il ritardo di quattro mensilità salariali, accetta di buon grado l'offerta dei brasiliani del Gremio, volando ben soddisfatto a Porto Alegre già dal 1971, incurante del fatto che tale scelta comporterà la sua esclusione dalle convocazioni della nazionale.
Il Gremio si assicura invece quello che la stampa sudamericana considera uno dei migliori difensori del Sudamerica, alla luce anche del suo prestigioso Top 11 continentale stilato proprio nello stesso anno.
I primi tempi in Brasile sono però duri, come d'altronde era prevedibile, dato l'astio sportivo che ancora intercorre quale retaggio del mai dimenticato Maracanazo.
Inizialmente l'allenatore Otto Gloria lo considera relativamente, quasi a confermare le illazioni per le quali non sarebbe stato consultato preventivamente per il suo acquisto; altresì insiste fortemente nell'impostarlo definitivamente come difensore centrale, ruolo che Ancheta interpreta con grande bravura, ma che considera secondario rispetto a quello di terzino destro.
Fuori dal campo il suo adattamento e quello della sua famiglia proseguono a rilento, tanto che ad un certo punto il timore di aver firmato un contratto poco vantaggioso lo porta a dubitare fortemente della scelta fatta.
Il difensore uruguaiano ha però un carattere d'acciaio ed in poco tempo conquista la fiducia dell'allenatore e la stima di tifosi e giornalisti, mai del tutto teneri con lui nei primi anni: nel 1972, ad esempio, a seguito dell'arrivo del grande Elias Figueroa ai rivali dell'Internacional, più di un giornalista si lancia in sbilanciati paragoni con Ancheta, tutti a favori del fuoriclasse cileno.
L'ex Nacional risponde sul campo, imponendosi come un difensore insuperabile e moderno, finendo per smentire i detrattori e critici, i quali nel 1973 gli assegnano addirittura l'ambita Bola de Oura, vale a dire il premio al miglior giocatore del campionato brasiliano creato dalla rivista Placar.
Nello stesso anno rompe definitivamente con la federazione uruguaiana, a causa di una mai chiarita questione pecuniaria, ponendo fine ad ogni velleità di difendere i colori della Celeste nel successivo Mondiale in terra tedesca: le sole 20 presenze messe insieme in nazionale sembrano in assoluto molto poche rispetto al suo eccelso valore di difensore.
Archiviata ogni polemica e ormai ritenuto un pilastro del Gremio, del quale è diventato anche capitano, arriva per Ancheta la possibilità di vincere il tanto agognato Campionato Gaucho nel 1977, rompendo il dominio dell'Internacional che durava da ben otto edizioni.
La gioia è parzialmente mitigata dalla comparsa di fastidiosi problemi al ginocchio, talmente acuti da limitarne le prestazioni e da minarne il proseguimento della carriera.
Il bis ottenuto due anni più tardi rappresentano il miglior modo per accomiatarsi dal pubblico dell'Imortal Tricolor, eternamente riconoscente per le prestazioni che l'uruguaiano ha regalato in otto stagioni.
Nonostante il ginocchio crei sempre più problemi accetta l'offerta del Millonarios di Bogotá, dove gioca la stagione 1980/1981, denotando la solita classe e la solita sicurezza a fronte di un atletismo gioca forza decadente.
Nel 1982 tenta un rientro nella file del Nacional, risultato poco fortunato, ma decisivo per indurlo a smettere definitivamente con il calcio giocato.
Che fare a questo punto a 35 anni? Allenatore? Dirigente? Commentatore sportivo?
Niente di tutto questo: Ancheta fa di una sua passione una nuova professione, diventando nel 1989 un famoso cantante di Bolero, pubblicando vari album molto apprezzati da pubblico e addetti ai lavori.
Non è questa la sede per lanciarsi in recensioni musicali, ne tanto meno proporre brani o esibizioni di quello che in anni recenti è stato votato come il miglior difensore uruguaiano degli ultimi 25 anni, nonostante abbia deciso di restare in Brasile al termine della carriera di calciatore, per lanciarne un'altra davvero poco affine a quella precedente.
Ma un personaggio come Atilio Genaro Ancheta Weigel non ha davvero paura della sfide.....
Giovanni Fasani
Giovanni Fasani
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