domenica 13 maggio 2018

RIDOLINI LO DICE A QUALCUN ALTRO!

Ancora oggi in Italia la parola "Corea" evoca brutti ricordi, con la mente che va a quella nefasta serata di Middlesbrough del 19 luglio 1966, quando la tronfia Italia di Edmondo Fabbri veniva clamorosamente affondata dalla rete di Pak Doo-Ik.
Lo shock nella penisola non è mai stato del tutto superato, tant'è che tante sono le inesattezze, le polemiche e le leggende più o meno strampalate che ancora alleggiano intorno a quell'indimenticabile partita.
Nella fretta di trovare un colpevole e di dimenticare in fretta l'onta, stampa e tifosi hanno dato nel tempo la colpa al povero Fabbri, a Giacomo Bulgarelli infortunato, a Marino Perani impreciso sotto porta ed alla supponenza della squadra intera accolta dal lancio di pomodori una volta rientrata in Italia.
A tale aspetto è legata anche la scarna e storica relazione che Ferruccio Valcareggi ha fatto una volta visionata la squadra asiatica prima del match:"Sembrano Ridolini".
Inconsapevolmente il grande tecnico triestino si rendeva protagonista di una clamorosa topica, poco affine alla grande conoscenza di calcio da lui dimostrata in tutta la carriera.
La prestazione della Corea del Nord nel Mondiale inglese è stata invece straordinaria e sorprendente, per intensità, per velocità, per corsa infinita, per conoscenza tattiche ed anche per inaspettate doti tecniche.
La rocambolesca sconfitta ai quarti contro il Portogallo di Eusebio ha di fatto dimostrato come anche in Asia si potesse fare calcio di alto livello, mettendo in mostra una preparazione atletica figlia di metodi altamente efficaci.
Una figura che è sempre rimasta nell'ombra è quella del giovane portiere Lee Chang-Myung, protagonista assoluto della rassegna, in barba a chi gli preannunciava caterve di palloni da raccogliere nella propria rete.


A dire il vero l'esordio sembra conferma tale previsione, in quanto la nazionale allenata da Myung Rye-Hyun subisce un dura sconfitta per 3-0 contro l'URSS, in un incontro che mette a dura prova il diciannovenne portierino coreano.

In effetti la figura esile e la faccia da ragazzino dell'estremo difensore del Kigwancha Sports Club fanno quasi tenerezza, fornendo a prima vista una sensazione di impotenza di fronte ai grandi del calcio mondiale.
Dopo essersi rinfrancato nel pareggio per 1-1 contro il Cile, subendo gol solamente su calcio di rigore da Rubén "El Siete Pulmones" Marcos, Lee sfoggia una prestazione eccelsa nel match contro l'Italia.



Facendosi trovare sempre pronto e distinguendosi per il coraggio nelle uscite, il numero uno coreano è insieme al match winner Pak Doo-Ik (erroneamente indicato come dentista di professione) il grande protagonista nel contesto di un collettivo impressionante per corsa e determinazione.
In particolare il giovane estremo difensore compie un autentico miracolo nel primo tempo, quando con un riflesso felino devia una conclusione di Perani destinata all'incrocio dei pali; probabilmente se tale prodezza l'avesse compiuta un portiere più noto alle cronache sportive sarebbe ancora oggi nella memoria collettiva.
La compagine coreana cullerà il sogno di andare in semifinale, portandosi in vantaggio per 3-0 nei quarti di finale contro il Portogallo, prima di fare le conoscenza con la potenza e la classe di Eusebio: la Pérola Negra del Benfica trascina i compagni in una pirotecnica vittoria per 5-3, realizzando un portentoso poker, prima che José Augusto chiuda i conti.
Per c'è poco da fare di fronte allo strapotere del fuoriclasse nato in Mozambico. considerando che due delle reti subiti sono su calcio di rigore, peraltro trasformati con due imparabili bordate.
Il giovane portiere continua in patria la carriera, venendo ben presto dimenticato dalle cronache, non avendo più la possibilità di emergere a livello internazionale,
Nel 2016 in occasione del cinquantesimo anniversario della partecipazione al Mondiale appare pubblicamente insieme ad alcuni compagni per ricordare i bei momenti passati e la grande soddisfazione regalata al popolo coreano.
A tal proposito dirà: "Dopo essere riusciti a sconfiggere l'Italia le masse hanno festeggiato così intensamente che le lampade sono cadute dai soffitti".


Nella memoria di tutti dovrebbe restare la figura di un giovane portiere coraggioso come pochi e dotato di un'agilità tale da permettergli voli acrobatici e spettacolari.


La Corea del Nord è giustamente passata alla storia come un perfetto collettivo, più volte esaltato per la velocità di gioco e per il coraggio nel provare a giocare un calcio offensivo indipendentemente dall'avversario.
In una formazione dove non ci sono prime donne e dove ogni elemento svolge in proprio compito in funzione della squadra, una menzione particolare va proprio a Lee Chang-Myung, quale valido estremo difensore.
Altro che Ridolini, con tutto il rispetto per il grande Larry Semon.




Giovanni Fasani
 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.