venerdì 27 febbraio 2015

IL CALCIO ABBATTE IL MURO

La storia in generale ci ha insegnato quanto sia difficile capirne, talvolta, le varie sfaccettature ed i vari aspetti in ambito di guerre e conflitti.
Inevitabilmente anche il calcio ha dovuto adeguarsi agli aspetti a cui l'umanità lo ha messo di fronte ed in alcuni casi è riuscito ad unire popoli con idee diametralmente opposte l'una dall'altra (il caso più lampante qualche articolo fa in occasione di Stati Uniti-Iran).
Sfogliando idealmente le pagine della nostra memoria calcistica, è facile imbattersi in sfide dall'alto contenuto adrenalinico, vuoi perché si era direttamente coinvolti con la propria squadra del cuore, vuoi perché la partita del momento era piena di risvolti non solo calcistici, come lo è stata la sfida tra le due Germanie, quella dell'Ovest e quella dell'Est ai Mondiali del 1974.
Di sicuro i più accorti si ricorderanno come la divisione della Germania avvenne al termine del secondo conflitto mondiale quando le potenze alleate (Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia) riconobbero quella che diventò la Germania Ovest, mentre l'Unione Sovietica si ritirò dai territori della futura Germania Est.
Da questi episodi nacque poi il famoso muro di Berlino successivamente abbattuto nel 1989.


Lasciando il materiale storico a chi ne ha più competenza, torniamo a parlare di calcio; al via 16 squadre divise in 4 gironi. Nel gruppo 1 capitano appunto Germania Ovest e Germania Est che se la dovranno vedere contro Australia e Cile.
Il pronostico è ovviamente dalla parte dei padroni di casa certamente più abituati a palcoscenici di grande prestigio ed infatti si sbarazzano abbastanza agevolmente di Cile (1-0 con gran gol di Breitner) ed Australia (3-0), mentre per i cugini dell'Est vittoria 2-0 contro i Socceroos ed un buon 1-1 contro la nazionale andina.
Manca quindi la terza partita per decidere il vincitore del girone che però nel turno successivo se la dovrà vedere con la forte Olanda di Cruijff e compagnia.
Ad entrambe sarebbe sufficiente un pareggio per passare al secondo girone, ma i rapporti diplomatici tra i due paesi sono sempre tesi, cosicché non sarà esclusa battaglia sul campo.
Ovviamente la tensione è alle stelle e la paura di attacchi terroristici è naturalmente sensibile; lo stato Federale dispiega un gran numero di poliziotti e numerose misure di sicurezza per far sì che la sfida si porti a compimento senza intoppi; a tal proposito è ancora fresco il ricordo dell'attentato alle Olimpiadi di Monaco in cui persero la vita alcuni atleti israeliani.
Il 22 giugno 1974 il Volksparkstadion di Amburgo è gremito da più di 60.000 persone che assistono ad una delle partite più significative che la storia del calcio ricordi. La prevalenza è per i bianchi di casa che oltre ad avere un tasso tecnico superiore possono disporre dell'appoggio del pubblico amico ben intenzionato a surclassare chi sta dall'altra parte del muro. Gli "ospiti" sono circa 8.000 tutti provvisti di un particolare visto che li rispedirà a Berlino Est al termine della partita.
Alle 19:30, agli ordini dell'uruguaiano Barreto Ruiz, è tutto pronto dopo lo scambio di gagliardetti tra i capitani Franz Beckenbauer e Bernd Bransch.


Come dicevamo, la differenza tecnica è sulla carta notevole. I bianchi dell'Ovest dispongono di 11 giocatori con grande esperienza internazionale. Tra i pali Sepp Maier, autentico folletto della porta talvolta irritante per il modo di fare, ma tant'è efficace e questo basta al commissario tecnico Helmut Schon.
La difesa, incentrata sull'esperienza di Beckenbauer prevede sulla fascia sinistra il maoista Paul Breitner, terzino di notevole spinta e vincitore di numerosi trofei in Germania e non. Sulla fascia destra Berti Vogts, apertamente schierato con lo Stato Federale, è il giocatore che più vede come fumo negli occhi le persone aldilà del muro. Accanto a Beckenbauer, Hans Georg Schwarzenbeck, 6 volte campione di Germania.
Il centrocampo è composto da due giocatori del Colonia, una delle poche squadre che in quegli anni era in grado di contrastare lo strapotere del Bayern Monaco: Wolfgang Overath e Bernd Cullmann, con il primo che ha vestito la maglia dei Caproni ben 765 volte.
A completare la linea mediana Jurgen Grabowski, bandiera dell'Eintracht Francoforte con cui vinse poi la Coppa UEFA del 1980 e Heinz Flohe.
In attacco la letale furbizia di Gerd Muller è accompagnata da Uli Hoeness, suo compagno al Bayern Monaco e futuro dirigente della squadra bavarese.


I tedeschi dell'Est rispondono con una squadra certamente più "umile". Il tutto agli ordini del tecnico Georg Buschner a cui fu vietato il viaggio nell'Ovest al momento del sorteggio per paura di una fuga senza ritorno.
In porta il simbolo dello Sachsenring Zwickau, Jurgen Croy, una vita spesa con il club della Sassonia e per molti considerato il miglior portiere della Germania Est di tutti i tempi.
Insieme a capitan Bransch, difensore dal gol facile, compongono la linea arretrata Gerd Kische dell'Hansa Rostock, Konrad Weise vincitore di 3 coppe della Germania Est con il Carl Zeiss Jena; Siegmar Watzlich che con il suo Dinamo Dresda dominò la scena negli anni 70 ed il libero Lothar Kurbjuweit altra bandiera del Carl Zeiss Jena.
A centrocampo Reinhard Lauck della Dinamo Berlino, la squadra più vincente della DDR Oberliga. Lauck debutta al Mondiale proprio contro i cugini dell'Ovest.
Harald Irmscher, dotato di grande sostanza ed in forza al Carl Zeiss Jena di cui allenerà anche le giovanili.
Punta di diamante nel particolare 4-3-3 è Jurgen Sparwasser, mezzala dal grande passo e con una media di un gol ogni due partite con il Magdeburgo fresco vincitore della Coppa delle Coppe.
Hans Jurgen Kreische, nato e vissuto a Dresda e pluricampione con la Dinamo insieme a Martin Hoffmann, altro prodotto del Magdeburgo, completano l'11 iniziale dei ragazzi di Buschner.


La partita è stradominata dagli occidentali che per una larga parte di gara tengono in mano il pallino del gioco; dal canto loro gli orientali, consapevoli dei minori mezzi, si difendono con ordine vacillando solo una volta sul palo colpito da Gerd Muller.
In una sorta di silenzio irreale è Sparwasser a decidere la partita al minuto 77 sfruttando una disattenzione della difesa in maglia bianca.
E' un duro colpo per la Germania Ovest che non riesce a raddrizzare la partita; paradossalmente la sconfitta garantisce agli occidentali un secondo girone più morbido che gli accompagnerà fino alla finale del 7 luglio vinta per 2-1 contro l'Olanda.


La Germania Est abbandonerà la manifestazione al secondo turno, eliminata da Olanda e Brasile; il gol di Sparwasser suscitò una grande reazione in tutta la Germania dell'Est e nei paesi filocomunisti che usarono la storica rete anche come mezzo di propaganda contro il "tiranno d'occidente".
Il premio Nobel per la letteratura Gunter Gross commenterà così: "Sparwasser accalappiò il pallone con la sua testa, se lo portò sui suoi piedi, corse di fronte al tenace Vogts e, lasciandoci persino Hottges dietro, lo piantò alle spalle di Maier in rete".
Tralasciando fatti e risvolti storici, abbiamo voluto raccontarvi, seppur brevemente, chi prese parte a quella storica quanto politica partita. Ancora una volta il calcio si è mostrato al mondo in maniera positiva; nessuno scontro andò in scena in quella sera ad Amburgo.


Matteo Maggio

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