In alcuni precedenti articoli abbiamo analizzato la cavalcata di particolari squadre nelle coppe europee, giungendo alla conclusione che la vittoria finale di tali compagini non fosse poi così tanto casuale.
Più di una volta tali poco considerate formazioni si sono rese protagoniste di grandi imprese, giocando quasi sempre contro pronostico.
Il fascino del calcio risiede anche in questi episodi, che, come preannunciato, sono sempre ottenuti con un lavoro di fondo ed una abilità troppe volte sottovalutata.
Nella stagione 1980/1981 la Dinamo Tbilisi vince la Coppa delle Coppe, sorprendendo più di un appassionato, ma non chi ha famigliarità con il percorso di crescita della squadra georgiana e con la sagacia tattica del tecnico Nodar Akhalkatsi.
Siamo negli anni '80 ed il contesto di riferimento è ovviamente quello sovietico dove la Dinamo si impone come une delle migliori squadre del periodo, nonostante la concorrenza "interna" sia davvero altissima.
I due campionati vinti (1964 e 1978) e le due coppe nazionali (1976 e 1979) rappresentano affermazioni storiche, in un sistema calcistico dominato dalle squadre di Mosca ed in misura minore dalla Dinamo Kiev.
Quello che manca è un successo a livello internazionale, che possa far conoscere il nome della Dinamo Tbilisi anche in occidente, dove la squadra georgiana era conosciuta solo per aver avuto tra le sue file il capo dei servizi segreti Lavrentij Pavlovic Berija.
Nel 1979 la formazione georgiana sorprende tutti, eliminando al primo turno il fortissimo Liverpool, infliggendogli anche un pesante 3-0 al Boris Paichadze.
L'avventura termina nel turno successivo per mano dell'Amburgo, ma la sensazione di avere in mano un gruppo importante e vincente è ben radicata nello staff tecnico.
Nel 1979 la formazione georgiana sorprende tutti, eliminando al primo turno il fortissimo Liverpool, infliggendogli anche un pesante 3-0 al Boris Paichadze.
L'avventura termina nel turno successivo per mano dell'Amburgo, ma la sensazione di avere in mano un gruppo importante e vincente è ben radicata nello staff tecnico.
L'occasione per dimostrarlo arriva quindi con la partecipazione alla Coppa delle Coppe, che il tecnico prepara in modo minuzioso, con uno schieramento a prima vista prudente e compatto, ma anche estremamente pratico.
La rosa è composta esclusivamente da giocatori georgiani che, per di più, sono cresciuti nel club, avendo solo precedenti esperienze in squadre di Tbilisi o limitrofe.
Inutile dire come la dedizione alla causa ed il senso di appartenenza siano due armi nascoste a disposizione dei giocatori georgiani
A conferma di una valore medio alto vi è il fatto che quasi tutti i giocatori indicati nello schema sono nel giro della nazionale sovietica, alcuni in modo sporadico, mentre altri ne sono elementi basilari.
Il concetto che emerge dal grafico precedente è quello di densità, particolarmente visibile dalla zona mediana del reparto offensivo, dove i centrocampisti garantiscono un enorme lavoro di copertura, facilitato da un'impeccabile impostazione tattica.
A tal proposito è doveroso citare Vitali Daraselia, uno degli elementi più completi e di prospettiva di tale reparto e stimatissimo anche dal commissario tecnico sovietico.
Sfortunatamente perde la vita nel 1982 a soli 25 anni, a causa di un incidente automobilistico (tragica sorte che capiterà anche nel 2001 a Davit Kipiani, altro eccellente centrocampista cardine della squadra).
In modo grossolano potremmo dire che la Dinamo Tbilisi giochi prevalentemente in contropiede, ma tale visione è vera sola in parte: sia i difensori che i centrocampisti sono in grado di ribaltare l'azione con rapidità ed il tutto viene fatto rapidamente e con il sostegno di tutta la squadra.
La forza della compagine georgiana risiede quindi nell'organizzazione difensiva e nella facilità con la quale una palla sottratta agli avversari diventi, rapidamente e collettivamente, un'azione offensiva brillantemente congeniata.
Ovviamente la duttilità e l'intercambiabilità dei ruoli sono due altri importanti fondamenti sui quali si basa il gioco voluto da Akhalkatsi.
Simbolo assoluto di tali principi è Vladimer Gutsaev, che sarebbe un attaccante come impostazione iniziale, ma che agisce a ridosso dell'unica punta e si presta con efficacia anche in un pesante lavoro di raccordo tra i reparti.
L'unico terminale offensivo è Ramaz Shengelia, decimo realizzatore di sempre del campionato sovietico e primatista del club per quanto riguarda le marcature internazionali (19 reti in 38 partite).
Per questo attaccante rapido ed incisivo i numeri sono positivi anche con la nazionale dell'URSS: 10 gol nelle 26 apparizioni concessegli.
Il simbolo vero della squadra è comunque Alexandre Chivadze, solidissimo centrale difensivo, nonché capitano e leader carismatico della squadra.
Le sua prestazioni sono utilissime anche alla nazionale, della quale sarà un elemento fondamentale anche per la futura nazionale di Lobanovsky, interpretando al meglio il ruolo sulla base dei concetti futuribili dell'allenatore ucraino.
Dotato di un ottimo senso della posizione e di notevoli doti fisiche, guida la difesa con autorità, imponendosi come riferimento in campo per l'allenatore.
Dotato anche di classe cristallina non disdegna anche le sortite offensive, così come viene fatto dagli altri "liberi" del periodo.
A segno vanno nuovamente Chivadze e Gutsaev, prima che arrivi la doppietta di Shengelia ad incrementare il bottino ed a rendere inutile il gol inglese segnato da Davis Cross.
A differenza di quanto successo con il West Ham, il ritorno in Olanda è davvero sofferto per la squadra georgiana, che perde per 2-0, dovendo patire fino alla fine per portare a casa il lasciapassare per la finale.
Tante volte a commento delle vicende calcistiche è facile etichettare alcune vittorie come "imprese leggendarie", con specifico riferimento ai successi ottenuti dalle squadre più famose o storicamente vincenti.
Giovanni Fasani
La rosa è composta esclusivamente da giocatori georgiani che, per di più, sono cresciuti nel club, avendo solo precedenti esperienze in squadre di Tbilisi o limitrofe.
Inutile dire come la dedizione alla causa ed il senso di appartenenza siano due armi nascoste a disposizione dei giocatori georgiani
A conferma di una valore medio alto vi è il fatto che quasi tutti i giocatori indicati nello schema sono nel giro della nazionale sovietica, alcuni in modo sporadico, mentre altri ne sono elementi basilari.
Il concetto che emerge dal grafico precedente è quello di densità, particolarmente visibile dalla zona mediana del reparto offensivo, dove i centrocampisti garantiscono un enorme lavoro di copertura, facilitato da un'impeccabile impostazione tattica.
A tal proposito è doveroso citare Vitali Daraselia, uno degli elementi più completi e di prospettiva di tale reparto e stimatissimo anche dal commissario tecnico sovietico.
Sfortunatamente perde la vita nel 1982 a soli 25 anni, a causa di un incidente automobilistico (tragica sorte che capiterà anche nel 2001 a Davit Kipiani, altro eccellente centrocampista cardine della squadra).
In modo grossolano potremmo dire che la Dinamo Tbilisi giochi prevalentemente in contropiede, ma tale visione è vera sola in parte: sia i difensori che i centrocampisti sono in grado di ribaltare l'azione con rapidità ed il tutto viene fatto rapidamente e con il sostegno di tutta la squadra.
La forza della compagine georgiana risiede quindi nell'organizzazione difensiva e nella facilità con la quale una palla sottratta agli avversari diventi, rapidamente e collettivamente, un'azione offensiva brillantemente congeniata.
Ovviamente la duttilità e l'intercambiabilità dei ruoli sono due altri importanti fondamenti sui quali si basa il gioco voluto da Akhalkatsi.
Simbolo assoluto di tali principi è Vladimer Gutsaev, che sarebbe un attaccante come impostazione iniziale, ma che agisce a ridosso dell'unica punta e si presta con efficacia anche in un pesante lavoro di raccordo tra i reparti.
L'unico terminale offensivo è Ramaz Shengelia, decimo realizzatore di sempre del campionato sovietico e primatista del club per quanto riguarda le marcature internazionali (19 reti in 38 partite).
Per questo attaccante rapido ed incisivo i numeri sono positivi anche con la nazionale dell'URSS: 10 gol nelle 26 apparizioni concessegli.
Il simbolo vero della squadra è comunque Alexandre Chivadze, solidissimo centrale difensivo, nonché capitano e leader carismatico della squadra.
Le sua prestazioni sono utilissime anche alla nazionale, della quale sarà un elemento fondamentale anche per la futura nazionale di Lobanovsky, interpretando al meglio il ruolo sulla base dei concetti futuribili dell'allenatore ucraino.
Dotato di un ottimo senso della posizione e di notevoli doti fisiche, guida la difesa con autorità, imponendosi come riferimento in campo per l'allenatore.
Dotato anche di classe cristallina non disdegna anche le sortite offensive, così come viene fatto dagli altri "liberi" del periodo.
Puntando quindi sulla coesione del gruppo e sapendo di avere doti tecnico-tattiche importanti, la squadra inizia la sua avventura nel torneo affrontando i greci del Kastoria FC.
Dopo lo 0-0 ottenuto in Grecia la Dinamo vince in casa per 2-0, grazie alle reti di Gutsaev e Shengelia arrivate nelle seconda frazione di gioco.
Negli ottavi di finale vengono battuti agevolmente gli irlandesi del Wateford, sconfitti già all'andata in trasferta per 0-1 grazie al solito gol di Shengelia.
In Georgia arriva addirittura un sonoro 4-0, grazie alla doppietta di Daraselia, al gol del capitano Chivadze ad alla marcatura finale del difensore Chilaia, subentrato all'82° minuto e subito in gol 5 minuti dopo.
Arrivati ai quarti di finale, il livello dell'avversaria sale decisamente ed in tal senso il West Ham è un ostacolo davvero ostico.
La pratica viene però archiviata già all'andata giocata ad Upton Park, dove gli uomini di Akhalkatsi dilagano con un sonante 1-4.
A segno vanno nuovamente Chivadze e Gutsaev, prima che arrivi la doppietta di Shengelia ad incrementare il bottino ed a rendere inutile il gol inglese segnato da Davis Cross.
Nel ritorno gli "Hammers" si tolgono la soddisfazione di vincere per 0-1, in una partita controllata senza affanni dalla Dinamo Tbilisi.
In semifinale la squadra da battere è una squadra abituata al grande palcoscenico europeo: il Feyenoord.
Per la prima volta nel torneo la Dinamo gioca la prima partita in casa e riesce a sfruttare il sostegno del pubblico vincendo con un rotondo 3-0, grazie ad una doppietta di Sulakvelidze, inframezzata dal gol di Gutsaev.
A differenza di quanto successo con il West Ham, il ritorno in Olanda è davvero sofferto per la squadra georgiana, che perde per 2-0, dovendo patire fino alla fine per portare a casa il lasciapassare per la finale.
Quest'ultima si gioca il 13 maggio 1981 a Düsseldorf e l'avversaria è una sempre squadra tedesca, ma rappresentante però della Germania Orientale. Affrontando il Carl Zeiss Jena, la Dinamo Tbilisi si gioca la Coppa delle Coppe con una squadra sempre appartenente al blocco orientale.
Al di là dell'evidente fascino che la sfida suscita in tutti gli appassionati, la squadra della DDR si rende protagonista di brillanti turni di qualificazione, dove elimina compagini come Roma, Valencia, Newport County e Benfica.
Alla squadra allenata da Hans Meyer riescono anche incredibili rimonte: nel primo turno contro la Roma ribalta completamente il 3-0 subito in Italia, mentre contro il Newport riesce a vincere per 0-1 in Inghilterra, sopperendo al negativo risultato dell'andata.
Il tecnico tedesco può far affidamento su elementi quali Lothar Kurbjuveit, Rudiger Schnuphase, Eberhrard Vogel e sull'ispiratissimo Andreas Bielau.
Così come la Dinamo Tbilisi, la compagine tedesca fornisce tantissimi giocatori anche alla nazionale della Germania Est e quindi l'atto finale si prevede equilibrato e tecnicamente molto valido.
Il Carl Zeiss Jena passa in vantaggio al 63° minuto grazie ad un gol del difensore Gerhard Hoppe, subendo però il pareggio di Gutsaev solo 4 minuti dopo.
L'equilibrio viene sbloccato da un gran gol di Daraselia, che con una fantastica azione personale regala il primo e finora unico trofeo internazionale alla squadra di Tbilisi.
Tante volte a commento delle vicende calcistiche è facile etichettare alcune vittorie come "imprese leggendarie", con specifico riferimento ai successi ottenuti dalle squadre più famose o storicamente vincenti.
Il successo della Dinamo Tbilisi va ricordato in tale contesto, perché è figlio di grande applicazione in campo e di una generazione di calciatori che dalle parti della capitale georgiana sono ancora in attesa di rivedere.
Giovanni Fasani
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