Nel calcio dei nostri giorni, dove un torneo come la Champions League attira l'interesse di tutto il pubblico, sembra impossibile pensare a come il più antico torneo europeo per club non sia oggi più giocato.
La Mitropa Cup, ideata nel 1927, termina la sua esistenza nel 1992, dopo un susseguirsi di cambiamenti di regolamento e, purtroppo, di prestigio.
Per meglio capire a come si è arrivati a dimenticarsi di tale competizione, è bene fare una rapida analisi delle sue varie fasi.
Derivante dal tedesco Mitteleuropa, ovvero Europa centrale, coinvolge all'inizio le squadre della suddetta area geografica.
Negli anni precedenti il secondo conflitto mondiale, i parametri per parteciparvi cambiano frequentemente, soprattutto per quanto riguarda i paesi che possono avere squadre partecipanti.
Nella sua ulltima edizione il quadro delle nazioni ammesse può essere riassunto nella seguente cartina:
Nonostante la tendenza ad "allargare" il contesto a più compagini possibile, tale torneo vede una netta affermazione del calcio "danubiano", identificato nei sistemi di gioco ungherese, austriaco e cecoslovacco. Le squadre di detti paesi occupano l'albo d'oro delle prime edizioni, con le uniche eccezzioni delle vittorie del Bologna nel 1932 e 1934.
In questi anni la Mitropa Cup vive il periodo di maggior importanza, raccogliendo i club che si ritenevano più forti ed espressivi del calcio più bello del continente. In merito a questo principio, vale la pena ricordare l'assenza delle squadre anglosassoni, che non hanno mai accettato di prendervi parte, forti della nomea di inventori del football e quindi non interessati a misurasi con squadre straniere.
La guerra crea invevitabilmente un'interruzione della coppa, che termina la sua prima fase nel 1940. Curiosamente la finale di quell'anno tra Ferencvaros e Rapid Bucarest non viene mai giocata, proprio a causa del conflitto bellico in corso.
Si ritorna a parlare di Mitropa Cup nel 1951, anche se con un'importanza diversa e, nuovamente, un regolamento stravolto rispetto all'iniziale impostazione. Per la precisione in tale situazione si assiste anche ad un cambiamento del nome, Zentropa Cup. Al termine del torneo, vinto dal Rapid Vienna, avviene un secondo stop alla manifestazione, che perdura fino al 1955.
Negli anni'50 rappresenta una delle vetrine continentali più importanti, insieme alla recente Coppa Latina.
La UEFA decide la creazione della Coppa dei Campioni, togliendo di fatto squadre e prestiogio alla vecchia coppa, che viene composta da squadre che si piazzano dietro la vincitrice del campionato nazionale. Nel periodo in questione solo 5 nazioni possono parteciparvi: Jugoslavia, Italia, Austria, Cecoslovacchia ed Ungheria.
Si assiste, come in precedenza, ad un'egemonia delle ultime tre nazioni citate, che si alternano nelle vittorie con regolarità, con solo qualche rara "intromissione" italiana o jugoslava.
Il Bologna vince la sua terza Mitropa nel 1961, mentre la Fiorentina iscrive il proprio nome tra i vincitori nel 1966.
Il calcio balcanico conta 4 affermazioni nel periodo considerato. La compagine del Celik Zenika fa doppietta vincendo nel 1971 e nel 1972. Vojovodina e Partizan Belgrado portano a casa il trofeo rispettivamente nel 1977 e nel 1978.
Ci sarebbe anche la vittoria della Stella Rossa del 1958, ma in tale anno la coppa cambia nome diventando Coppa del Danubio e non viene ritenuta iscrivibile nell'albo d'oro della Mitropa Cup.
Questo è solo uno dei tanti cambiamenti in corsa che il torneo subisce nel dopoguerra; il più significativo è quello del 1960, dove alla coppa vera e propria si preferisce un torneo per nazioni: vi partecipano 6 squadre per ogni stato ed i risultati ottenutti convergono in una classifica finale a punti. L'esperimento non piace e dopo la vittoria dell'Ungheria nella suddetta stagione, si ritorna alla formula classica.
La rivoluzione più grande arriva però nel 1978: la coppa sembra caduta in un punto molto basso d'importanza e dopo la vittoria del Partizan del 1978, l'UEFA decide di sospendere la competizione nel 1979.
Forse per non accantonare un trofeo così antico, decide di reintrodurlo con la formula più conosciuta e recente: un torneo destinato ai vincitori dei campionati di seconda divisione, ovvero, nel caso dell'Italia, del campionato di serie B.
Inutile dire che la Mitropa Cup perde progressivamente di interesse da parte del pubblico e diventa un torneo poco più importante di un'amichevole.
Nonostante tutto, le squadre italiane ben si disimpegnano con la nuova formula ed anche squadre di prestigio come Milan (1982) e Torino (1991) mettono in palmares la coppa.
A completare i trionfi italiani ci pensano Udinese (1980), Pisa (1986 e 1988), Ascoli (1987) e Bari (1990).
Giovanni Fasani
Fonti: wikipedia, rivistasportiva
Negli anni'50 rappresenta una delle vetrine continentali più importanti, insieme alla recente Coppa Latina.
La UEFA decide la creazione della Coppa dei Campioni, togliendo di fatto squadre e prestiogio alla vecchia coppa, che viene composta da squadre che si piazzano dietro la vincitrice del campionato nazionale. Nel periodo in questione solo 5 nazioni possono parteciparvi: Jugoslavia, Italia, Austria, Cecoslovacchia ed Ungheria.
Si assiste, come in precedenza, ad un'egemonia delle ultime tre nazioni citate, che si alternano nelle vittorie con regolarità, con solo qualche rara "intromissione" italiana o jugoslava.
Il Bologna vince la sua terza Mitropa nel 1961, mentre la Fiorentina iscrive il proprio nome tra i vincitori nel 1966.
Il calcio balcanico conta 4 affermazioni nel periodo considerato. La compagine del Celik Zenika fa doppietta vincendo nel 1971 e nel 1972. Vojovodina e Partizan Belgrado portano a casa il trofeo rispettivamente nel 1977 e nel 1978.
Ci sarebbe anche la vittoria della Stella Rossa del 1958, ma in tale anno la coppa cambia nome diventando Coppa del Danubio e non viene ritenuta iscrivibile nell'albo d'oro della Mitropa Cup.
Questo è solo uno dei tanti cambiamenti in corsa che il torneo subisce nel dopoguerra; il più significativo è quello del 1960, dove alla coppa vera e propria si preferisce un torneo per nazioni: vi partecipano 6 squadre per ogni stato ed i risultati ottenutti convergono in una classifica finale a punti. L'esperimento non piace e dopo la vittoria dell'Ungheria nella suddetta stagione, si ritorna alla formula classica.
La rivoluzione più grande arriva però nel 1978: la coppa sembra caduta in un punto molto basso d'importanza e dopo la vittoria del Partizan del 1978, l'UEFA decide di sospendere la competizione nel 1979.
Forse per non accantonare un trofeo così antico, decide di reintrodurlo con la formula più conosciuta e recente: un torneo destinato ai vincitori dei campionati di seconda divisione, ovvero, nel caso dell'Italia, del campionato di serie B.
Inutile dire che la Mitropa Cup perde progressivamente di interesse da parte del pubblico e diventa un torneo poco più importante di un'amichevole.
Nonostante tutto, le squadre italiane ben si disimpegnano con la nuova formula ed anche squadre di prestigio come Milan (1982) e Torino (1991) mettono in palmares la coppa.
A completare i trionfi italiani ci pensano Udinese (1980), Pisa (1986 e 1988), Ascoli (1987) e Bari (1990).
A confronto con
le principali coppe europee, la Mitropa Cup non regge il confronto e
diventa soprattuto un costo per le società, che hanno un ritorno
economico minimo nel parteciparvi. Il prossimo avvento delle televisioni
nel calcio non sembra interessato al "prodotto Mitropa Cup", nonostante
l'UEFA la difenda, anche con idee non proprio vincenti. Ad esempio
istituisce una sfortunata Supercoppa Mitropa, che vede sfidarsi la
vincente del 1988 contro la vincente del 1989. La sfida vede la vittoria
del Banik Ostrava, dopo una doppia sfida di andata e ritorno contro il
Pisa.
Questo è l'unico anno nel quale verrà disputata la supercoppa, per non appesantire un calendario già saturo di impegni.
Con
la vittoria del Borat Banja Luka del 1992 la competizione termina la
sua esistenza, restando solo negli almanacchi e nella memoria di chi ha
visto la propria squadra parteciparvi.
Resta
comunque come esempio di una coppa prestigiosa, che nell'epoca
precedente il conflitto mondiale ha rappresentato una delle competizioni
europee più belle ed appassionanti.
Indipendentemente
dagli stravolgimenti che ha subito, resta, indiscutibilmente, un
simbolo di un calcio antico e, purtroppo, ormai passato.
Giovanni Fasani
Fonti: wikipedia, rivistasportiva
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