A modesto parere di scrive, con l'avvallo di buona parte della letteratura sportiva passata e contemporanea, il nome di Carlo Reguzzoni è sicuramente indicabile come uno dei più sottovalutati della storia calcistica italiana.
Troppo volte si basa la sua valutazione sull'unica partita da lui giocata in nazionale e si perdendo tempo ad imbastire paragoni più o meno calzanti con Gino Colaussi o Raimundo "Mumo" Orsi, storicamente preferiti da Vittorio Pozzo.
Quello che ci dimentica con troppa felicità è il suo primario ruolo nel Bologna che "tremare il mondo fa", con il quale ha segnato 143 reti in serie A e vinto quattro volte il relativo campionato; pur essendo a tutti gli effetti un ala la sua capacità di trovare la rete lo rende un vero pericolo per le difese avversarie, mostrandosi davvero inspirato nell'affrontare compagini straniere.
Nelle due Mitropa Cup vinta dal Bologna nel 1932 e nel 1934 c'è senza ombra di dubbio il suo contributo, soprattutto nella seconda, dove risulta decisivo con ben 10 gol segnati.
Dall'alto della sua tecnica sbalorditiva e della sua intelligenza tattica, Rigoletto, così chiamato per il suo incedere curvo, risulta davvero immarcabile nel 1934, confermando in tal modo il suo feeling con la principale competizione europea del periodo (saranno in totale 18 le sue reti in 23 partite internazionali).
Già dagli ottavi di finale contro gli ungheresi del Bocksai Reguzzoni si dimostra decisivo sin dall'andata, dove segna una delle due reti che regalano alla squadra bolognese la vittoria per 2-0.
Nel ritorno a Debrecen la squadra allenata da Lajos Kovacs si trova di fronte una compagnie scatenata che ben presto passa in vantaggio e continuamente assedia la porta di Mario Gianni; fortunatamente un nuovo guizzo di un imprendibile Rigoletto pareggia il conto, prima che la seconda rete magiara con renda il finale altamente sofferto, senza però riuscire a cambiare il risultato.
Agli ottavi ad attendere l'undici felsineo c'è il Rapid Vienna della fenomenale coppia di attaccanti composta da Franz "Bimbo" Bender, e Josef "Bepi" Bican, squadra dal potenziale realizzativo eccezionale.
A Bologna, però è la squadra di casa a dimostrarsi irresistibile, mettendo a segno ben 6 reti, con un sontuoso poker segnato da Reguzzoni, letteralmente idolatrato al termine della sfida terminata 6-1.
A Vienna Binder non vuole però essere da meno e replica il clamoroso poker, dimostrandosi incontenibile per la difesa bolognese; a rendere meno trepidante lo scorrere dei minuti ci pensa come sempre il numero 11 bolognese, abile a realizzare il gol del momentaneo pareggio.
La sconfitta per 4-1 insegna al Bologna come nel contesto europeo le partite non finiscano mai e come di fronte a certi campioni ci sia sempre da stare in allerta. A tal proposito l'imminente semifinale contro il Ferencváros, compagine esperta e di valore, merita il massimo dell'attenzione.
Kovacs si attende una gara sofferta e Géza Toldi conferma tale timore segnando dopo 9 minuti, a conclusione di un arrembante inizio per i magiari. Fortunatamente per lo sorti bolognesi Bruno Maini pareggia subito dopo e la difesa bolognese, guidata da un ispirato Mario Gianni, regge fino al termine, portando in Emilia un pareggio importantissimo.
Sette giorni dopo la situazione è completamente diversa, con il Bologna scatenato nell'infliggere un sonante 5-1 nel quale non può mancare la firma di Reguzzoni, autore di una delle reti.
La finale, sempre su doppia sfida, vede il Bologna opposta all'Admira Vienna, squadra che ha appena eliminato la Juventus in semifinale e che può contare su campioni quali il portiere Peter Platzer, il difensore Johann Urbanek, gli attaccanti Wilhelm Hahnemann,
Anton Schall e Adolf Vogl, nonché sul capitano ed Ignaz Sigl, perni anche della fortissima nazionale austriaca.
Nella gara di andata giocata al Prater il Bologna non sembra pagare ne il contesto, ne l'assenza di Angelo Schiavio, portandosi sul 2-0 grazie ai gol del suo sostituto Aldo Spivach e del "solito" Reguzzoni. Nel secondo tempo gli austriaci ribaltano il risultato, ma la sconfitta per 3-2 lascia agli uomini di Kovacs ampie speranze.
Per la sfida del del Littoriale Reguzzoni sembra essersi preparato davvero al meglio, mostrando in una sola gara tutto il suo repertorio tecnico e realizzativo: letteralmente immarcabile per tutta la gara mette a segno una tripletta nel 5-1 che permette al Bologna di vincere il torneo ed a lui di arrivare a quota 10 reti in 8 partite.
Dall'alto della sua tecnica sbalorditiva e della sua intelligenza tattica, Rigoletto, così chiamato per il suo incedere curvo, risulta davvero immarcabile nel 1934, confermando in tal modo il suo feeling con la principale competizione europea del periodo (saranno in totale 18 le sue reti in 23 partite internazionali).
Già dagli ottavi di finale contro gli ungheresi del Bocksai Reguzzoni si dimostra decisivo sin dall'andata, dove segna una delle due reti che regalano alla squadra bolognese la vittoria per 2-0.
Nel ritorno a Debrecen la squadra allenata da Lajos Kovacs si trova di fronte una compagnie scatenata che ben presto passa in vantaggio e continuamente assedia la porta di Mario Gianni; fortunatamente un nuovo guizzo di un imprendibile Rigoletto pareggia il conto, prima che la seconda rete magiara con renda il finale altamente sofferto, senza però riuscire a cambiare il risultato.
Agli ottavi ad attendere l'undici felsineo c'è il Rapid Vienna della fenomenale coppia di attaccanti composta da Franz "Bimbo" Bender, e Josef "Bepi" Bican, squadra dal potenziale realizzativo eccezionale.
A Bologna, però è la squadra di casa a dimostrarsi irresistibile, mettendo a segno ben 6 reti, con un sontuoso poker segnato da Reguzzoni, letteralmente idolatrato al termine della sfida terminata 6-1.
A Vienna Binder non vuole però essere da meno e replica il clamoroso poker, dimostrandosi incontenibile per la difesa bolognese; a rendere meno trepidante lo scorrere dei minuti ci pensa come sempre il numero 11 bolognese, abile a realizzare il gol del momentaneo pareggio.
La sconfitta per 4-1 insegna al Bologna come nel contesto europeo le partite non finiscano mai e come di fronte a certi campioni ci sia sempre da stare in allerta. A tal proposito l'imminente semifinale contro il Ferencváros, compagine esperta e di valore, merita il massimo dell'attenzione.
Kovacs si attende una gara sofferta e Géza Toldi conferma tale timore segnando dopo 9 minuti, a conclusione di un arrembante inizio per i magiari. Fortunatamente per lo sorti bolognesi Bruno Maini pareggia subito dopo e la difesa bolognese, guidata da un ispirato Mario Gianni, regge fino al termine, portando in Emilia un pareggio importantissimo.
Sette giorni dopo la situazione è completamente diversa, con il Bologna scatenato nell'infliggere un sonante 5-1 nel quale non può mancare la firma di Reguzzoni, autore di una delle reti.
La finale, sempre su doppia sfida, vede il Bologna opposta all'Admira Vienna, squadra che ha appena eliminato la Juventus in semifinale e che può contare su campioni quali il portiere Peter Platzer, il difensore Johann Urbanek, gli attaccanti Wilhelm Hahnemann,
Anton Schall e Adolf Vogl, nonché sul capitano ed Ignaz Sigl, perni anche della fortissima nazionale austriaca.
Nella gara di andata giocata al Prater il Bologna non sembra pagare ne il contesto, ne l'assenza di Angelo Schiavio, portandosi sul 2-0 grazie ai gol del suo sostituto Aldo Spivach e del "solito" Reguzzoni. Nel secondo tempo gli austriaci ribaltano il risultato, ma la sconfitta per 3-2 lascia agli uomini di Kovacs ampie speranze.
Per la sfida del del Littoriale Reguzzoni sembra essersi preparato davvero al meglio, mostrando in una sola gara tutto il suo repertorio tecnico e realizzativo: letteralmente immarcabile per tutta la gara mette a segno una tripletta nel 5-1 che permette al Bologna di vincere il torneo ed a lui di arrivare a quota 10 reti in 8 partite.
Una portentosa prestazione per un giocatore ingiustamente catalogato come secondario, ma degno di essere inserito nella lista dei grandi giocatori del panorama calcistico italico.
Vittorio Pozzo aveva, bontà sua, un'opinione diversa del giocatore di Busto Arsizio, ma un altro grande del calcio mondiale non dubitava affatto delle sue doti; il leggendario Hugo Meisl lo definiva infatti "la miglior ala sinistra del continente".
Nella diatriba tra due miti del calcio europeo valgano come esempio le grandi prestazione che Rigoletto ha regalato nella Mitropa Cup 1934.
Giovanni Fasani
Vittorio Pozzo aveva, bontà sua, un'opinione diversa del giocatore di Busto Arsizio, ma un altro grande del calcio mondiale non dubitava affatto delle sue doti; il leggendario Hugo Meisl lo definiva infatti "la miglior ala sinistra del continente".
Nella diatriba tra due miti del calcio europeo valgano come esempio le grandi prestazione che Rigoletto ha regalato nella Mitropa Cup 1934.
Giovanni Fasani
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