Bobby Robson è sicuramente uno degli allenatori più vincenti ed apprezzati della storia calcistica inglese e non solo, essendo riuscito a raccogliere allori anche fuori del contesto britannico.
Nel corso della sua lunga carriera ha vinto trofei in patria, in Olanda ed in Portogallo, oltre ad aver avuto l'onore di allenare Ronaldo a Barcellona, con il quale ha vinto la Coppa delle Coppe 1996/1997.
Ma molto prima di fruire delle prodezze del fenomeno, il tecnico di Sacriston si fa conoscere a livello internazionale grazie ad una splendida e vincente cavalcata con una piccola squadra inglese.
Nella stagione 1980/1981 l'Europa saluta la vittoria dell'Ipswich Town in Coppa Uefa, applaudendo una squadra che riesce a mettere in campo i dettami cardine del proprio allenatore, non disdegnando anche di dare spettacolo, principalmente tra le mura amiche.
Tali concezioni differiscono dalle tipiche impostazioni inglesi, salvo che in difesa, dove viene confermato il canonico schieramento a 4, con due solidi terzini e due rocciosi centrali.
La vera novità la troviamo invece a centrocampo, dove davanti a due mediani di stampo classico, troviamo un vero e proprio trequartista, chiamato a svariare su tutta la zona di riferimento.
Tale ruolo è in grado di stabilire l'equilibrio vero e proprio della squadra, essendo chiamato a dare supporto alla fase offensiva, ma al tempo stesso di garantire grande quantità al pacchetto mediano del quale fa parte.
Di tal fondamentale compito viene incaricato John Wark, il quale può essere definito il perfetto esempio del giocatore moderno, quando tale termine non è ancora in voga come ai nostri giorni.
Risulta davvero difficile attribuirgli un vero e proprio ruolo, essendo il giocatore scozzese altamente poliedrico ed in grado di giostrare tanto come centrocampista centrale, quanto da vero e proprio centravanti.
Il meglio di sé lo dà quando riesce a non dare punti di riferimento, sfruttando la sua proverbiale capacità di inserimento e la sua dirompente fisicità.
Wark segna come un attaccante, pur giocando sovente come autentico centrocampista aggiunto, una sorte di atipica mezzala senza una stabile posizione nel rettangolo di gioco.
Con un giocatore di tali caratteristiche è facile per Robson dare un'impronta particolare alla propria compagine, esaltando al meglio la vocazione offensiva della maggior parte dei giocatori.
Non siamo quindi di fronte alla classica squadra inglese che fa dei cross la propria arma preferita, essendo l'Ipswich privo di vere e proprie ali; non manca certo l'uso delle corsie esterne, volto a favorire i perfetti inserimenti di Wark o la fisicità delle punte a disposizione.
Risulta davvero difficile attribuirgli un vero e proprio ruolo, essendo il giocatore scozzese altamente poliedrico ed in grado di giostrare tanto come centrocampista centrale, quanto da vero e proprio centravanti.
Il meglio di sé lo dà quando riesce a non dare punti di riferimento, sfruttando la sua proverbiale capacità di inserimento e la sua dirompente fisicità.
Wark segna come un attaccante, pur giocando sovente come autentico centrocampista aggiunto, una sorte di atipica mezzala senza una stabile posizione nel rettangolo di gioco.
Con un giocatore di tali caratteristiche è facile per Robson dare un'impronta particolare alla propria compagine, esaltando al meglio la vocazione offensiva della maggior parte dei giocatori.
Non siamo quindi di fronte alla classica squadra inglese che fa dei cross la propria arma preferita, essendo l'Ipswich privo di vere e proprie ali; non manca certo l'uso delle corsie esterne, volto a favorire i perfetti inserimenti di Wark o la fisicità delle punte a disposizione.
Davanti viene schierato un eterogeneo trio offensivo, in grado di trarre profitto al meglio dalla mole di gioco prodotta dai compagni, così come di proporsi come primo argine nella fase di non possesso.
Come in ogni tridente che si rispetti il continuo movimento ed i rapidi cambi di posizione sono alla base per la riuscita di tale offensivo piano tattico, che può essere riassunto, a livello di posizionamento generale, nello schema seguente:
Davanti all'affidabile Paul Cooper troviamo una linea difensiva affiatata e compatta, comandata dall'indomito Terry Butcher, stopper vecchio stile dal fisico prestante e dalla spiccata personalità. Oltre che con il club si mette in luce anche con la maglia della nazionale inglese, con la quale arriverà a giocare ben 77 volte.
Sulla fascia sinistra troviamo un'autentica leggenda del club, Mick Mills, ancora oggi detentore del record assoluto di presenze con l'Ipswich (741 in tutte le competizioni ufficiali).
Pur non essendo altissimo si dimostra un esterno tignoso e continuo, assolutamente fondamentale in ogni fase di gioco.
La sezione mediana vede la presenza di due giocatori olandesi, Frans Thijssen ed Arnold Muhren, autentiche dighe nella parte nevralgica del campo.
Figli del famigerato calcio totale olandese, sono due centrocampisti completi ed in grado di disimpegnarsi al meglio in ogni situazione, denotando inoltre un'apprezzabile tecnica di base.
In particolare Muhren ha un nobile passato nelle file dell'Ajax, avendo fatto parte con profitto della squadra vincitrice della Coppa Campioni nel 1973.
In particolare Muhren ha un nobile passato nelle file dell'Ajax, avendo fatto parte con profitto della squadra vincitrice della Coppa Campioni nel 1973.
Davanti a loro agisce il già citato Wark, al quale viene lasciata la più ampia libertà di proporsi come centrocampista aggiunto o di proporsi come imprevedibile variabile in collaborazione con le tre punte di base.
Tra queste troviamo Paul Mariner, grintoso attaccante di scuola britannica che ben si disimpegna tanto in area di rigore quanto esternamente alla stessa.
Accanto a lui un altro scozzese, Alan Brazil, ottimo centravanti che a causa di alcuni infortuni ha dovuto interrompere la carriera a soli trent'anni. All'epoca si dimostra una dei centravanti di maggior avvenire dell'intero calcio britannico.
Completa il reparto Eric Gates, piccolo attaccante dal 1975 all'Ipswich ed in possesso di grande rapidità. Meno realizzatore degli altri due attaccanti, mette a disposizione la sua facilità di movimento a favore dei più corpulenti compagni.
L'esordio nella competizione avviene contro l'Aris Salonicco e subito vengono messe in mostra quella che sono le intenzioni e le peculiarità della squadra di Robson: i greci vengono battuti per 5-1, con quattro reti di uno scatenato Wark ed il gol di Mariner.
Nella partita di ritorno l'Ipswich affronta la gara non con il giusto piglio ed al 65° minuto è sotto per 3-0. Dopo qualche sofferenza di troppo, al 75° arriva la rete di Gates che allontana ogni timore e rende il finale di partita maggiormente gestibile.
L'avversario successivo risponde al nome dei cecoslovacchi del Bohemians che a Portman Road vengono battuti per 3-0, grazie alla doppietta di Wark ed al gol del difensore Kevin Beattie su punizione.
Ancora una volta la gara di ritorno mette a dura prova la squadra di Robson, che riesce con difficoltà a passare il turno, nonostante la sconfitta per 2-0.
La squadra si dimostra nuovamente irresistibile in casa, mentre sembra mancare di personalità nelle gare in trasferta, dove rischia di compromettere continuamente risultati sulla carta già acquisiti.
Negli ottavi di finale l'avversario è Widzew Lodz, letteralmente abbattuto nella gara di andata in Inghilterra con un sonoro 5-0. Sempre più protagonista John Wark con una tripletta, alla quale si aggiungono le marcature di Brazil e di Mariner.
L'ampio vantaggio rende la gara in Polonia una semplice formalità e la sconfitta patita per 1-0 è utile solo ad aggiornare il tabellino della doppia sfida.
Arrivati ai quarti di finale il sorteggio mette di fronte l'Ipswich al Saint Etienne, una delle migliori squadre francesi del momento e futura campione nazionale proprio nella stagione in corso.
La partita di andata vede Wark e compagni impegnati allo stadio Guichard di Saint Etienne e, contrariamente a quanto mostrato finora, riescono a dare spettacolo anche in trasferta.
La doppietta di Mariner ed i gol di Muhren e dello stesso Wark sanciscono il 4-1 finale ed una netta superiorità dell'undici di Robson, nonostante lo svantaggio iniziale.
Quattordici giorni dopo arriva un'altra vittoria per 3-1, grazie alle reti di Butcher, del "solito" Wark su rigore e di Mariner.
L'Ipswich è una delle più belle realtà del calcio europeo e la facilità con la quale ha sonoramente battuto il Saint Etienne la rende molto di più di una matricola terribile.
In semifinale la compagine di Robson trova il forte Colonia, un'altra delle squadre rivelazione del torneo, specie dopo il 4-0 rifilato al Barcellona al Camp Nou nei sedicesimi di finale.
Nell'andata in Inghilterra decide un'altra rete di Wark, che non lascia del tutto tranquilli in vista del ritorno in terra tedesca.
La partita è ovviamente tesa ed equilibrata con i tedeschi che tentano subito di riequilibrare le sorti della qualificazione, fino a che un perfetto colpo di testa di Butcher non mette fine alle velleità tedesche e proietti l'Ipswich verso la doppia finale.
Ad attenderlo ci sono gli olandesi dell'AZ Alkmaar, formazione olandese rivelatasi nel corso della competizione una vera e propria macchina da gol, con ben 33 reti realizzate fino alle semifinali.
La prima partita si gioca a Portman Road e vede l'ennesima grande prestazione della squadra inglese, la quale con un sonoro 3-0 sembra aver messo idealmente le mani sulla Coppe Uefa.
Dopo un rigore di Wark arrivano le reti Thijessen e di Mariner a mandare in visibilio i tifosi dei The Blues.
La gara di ritorno non viene vissuta come una semplice passerella, proprio perché la squadra olandese gioca un ottimo calcio ed in casa riesce ad imprimere un ritmo martellante al proprio sforzo offensivo.
Tuttavia la partita si apre con un gol di Thijessen che sembra mettere in ghiaccio la vittoria finale.
Tale sicurezza viene meno in venti minuti quando prima Welzl e poi Metgod ribaltano il risultato.
Al 32° il quattordicesimo centro di Wark nella competizione determina il pareggio, lasciando spazio comunque per altri due gol olandesi ad opera di Tol e Jonker.
La gara termina 4-2 e per l'Ipswich Town è il trionfo, al termine di un torneo giocato davvero ai massimi livelli.
Facile identificare in John Wark il vero e proprio simbolo di tale successo, grazie alle tante reti realizzate che lo rendono capocannoniere della suddetta edizione della Coppa Uefa.
La sua posizione in campo unita al suo eccezionale rendimento sono le vere armi segrete della squadra ed in tal senso il merito va proprio a Bobby Robson, dimostratosi in tale contesto un abile stratega.
A livello di collettivo va segnalato come l'Ipswich Town targato 1980/1981 sia una squadra in grado di giocare in maniera prevalentemente offensiva, grazie al necessario equilibrio garantito dal sacrificio di tutti gli interpreti.
A tal proposito la maggior parte dei giocatori sono autentici idoli per i tifosi locali ed autentiche icone nella lunga storia del club.
Ovviamente se in rosa hai John Wark tutto diventa più facile.....
Giovanni Fasani
Ad attenderlo ci sono gli olandesi dell'AZ Alkmaar, formazione olandese rivelatasi nel corso della competizione una vera e propria macchina da gol, con ben 33 reti realizzate fino alle semifinali.
La prima partita si gioca a Portman Road e vede l'ennesima grande prestazione della squadra inglese, la quale con un sonoro 3-0 sembra aver messo idealmente le mani sulla Coppe Uefa.
Dopo un rigore di Wark arrivano le reti Thijessen e di Mariner a mandare in visibilio i tifosi dei The Blues.
La gara di ritorno non viene vissuta come una semplice passerella, proprio perché la squadra olandese gioca un ottimo calcio ed in casa riesce ad imprimere un ritmo martellante al proprio sforzo offensivo.
Tuttavia la partita si apre con un gol di Thijessen che sembra mettere in ghiaccio la vittoria finale.
Tale sicurezza viene meno in venti minuti quando prima Welzl e poi Metgod ribaltano il risultato.
Al 32° il quattordicesimo centro di Wark nella competizione determina il pareggio, lasciando spazio comunque per altri due gol olandesi ad opera di Tol e Jonker.
La gara termina 4-2 e per l'Ipswich Town è il trionfo, al termine di un torneo giocato davvero ai massimi livelli.
Facile identificare in John Wark il vero e proprio simbolo di tale successo, grazie alle tante reti realizzate che lo rendono capocannoniere della suddetta edizione della Coppa Uefa.
La sua posizione in campo unita al suo eccezionale rendimento sono le vere armi segrete della squadra ed in tal senso il merito va proprio a Bobby Robson, dimostratosi in tale contesto un abile stratega.
A livello di collettivo va segnalato come l'Ipswich Town targato 1980/1981 sia una squadra in grado di giocare in maniera prevalentemente offensiva, grazie al necessario equilibrio garantito dal sacrificio di tutti gli interpreti.
A tal proposito la maggior parte dei giocatori sono autentici idoli per i tifosi locali ed autentiche icone nella lunga storia del club.
Ovviamente se in rosa hai John Wark tutto diventa più facile.....
Giovanni Fasani
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