Lo stadio Rajko Mitić di Belgrado, generalmente conosciuto come Marakana, è uno degli ambienti dove maggiormente conta il supporto del pubblico: i Delije (Eroi) rappresentano davvero il dodicesimo uomo in campo, sostenendo i proprio giocatori ed intimorendo gli avversari senza sosta e nel modo più aggressivo possibile.
Ad avere la meglio su tale massiccia influenza è riuscito l'Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli, capace il 28 settembre 1983 di uscire vincitrice dal caldo catino balcanico per 2-3, con tre prodezze tecniche dei suoi giocatori. L'occasione è valida per il ritorno dei trentaduesimi di finale della Coppa Uefa, garantiti dal quarto posto ottenuto nel campionato precedente.
La stagione 1983/1984 vede gli Scaligeri terminare la stagione al sesto posto, raggiungendo inoltre la finale di Coppa Italia (persa con l Juventus), facendo le prime esperienze nel contesto europeo; non poco per squadra ritornata in serie A solamente nel 1982.
Ad avere la meglio su tale massiccia influenza è riuscito l'Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli, capace il 28 settembre 1983 di uscire vincitrice dal caldo catino balcanico per 2-3, con tre prodezze tecniche dei suoi giocatori. L'occasione è valida per il ritorno dei trentaduesimi di finale della Coppa Uefa, garantiti dal quarto posto ottenuto nel campionato precedente.
La stagione 1983/1984 vede gli Scaligeri terminare la stagione al sesto posto, raggiungendo inoltre la finale di Coppa Italia (persa con l Juventus), facendo le prime esperienze nel contesto europeo; non poco per squadra ritornata in serie A solamente nel 1982.
Dalle certezze costruite nel corso dei due anni, i gialloblu costruiranno l'ossatura per la storica vittoria dello Scudetto 1984/1985, grazie in primis ad un gruppo coeso ed in cerca di rivincite: imprese come quella di Belgrado la dicono lunga sul valore dello stesso e sulle capacità tecniche dei relativi giocatori.
Nella gara di andata la formazione veronese si era imposta per 1-0, grazie ad un rigore messo a segno da Piero Fanna e concesso per un fallo su Giuseppe "Nanu" Galderisi, piccolo e tecnico centravanti appena arrivato dalla Juventus, nella quale era esploso come un autentico enfant prodige.
Il risultato non lascia tranquilli in vista della gara di ritorno, visto il contesto del Marakana ed il valore della Stella Rossa, messa in campo da Gojko Zek con la seguente formazione: Ivkovic, B.Durovski, Jovin, Bankovic , Sugar , Elsner , Sestic, Durovic, M.Durovski , Janianin, Mrkela.
Spiccano i nomi dei fratelli Boško e Milko Durovski, del portiere Tomislav Ivkovic, del giovane Mitar Mrkela, del difensore Marko Elsner, del fantasista Goran Milojević e del piccolo attaccante Miloš Šestić.
Osvaldo Bagnoli risponde con il seguente undici: Garella, Ferroni, Marangon, Volpati, Fontolan, Tricella, Fanna, Sacchetti, Storgato, Di Gennaro, Galderisi; una formazione tutta italiana, saggiamente prudente (il difensore Massimo Storgato in campo con un improbabile numero 9) ed espressione di buona parte della squadra che diventerà campione d'Italia l'anno successivo.
La gara si mette presto male quando dopo una quarto d'ora l'arbitro inglese George Courtney decreta un rigore per i padroni di casa, che Boško Durovski trasforma nonostante Claudio Garella intuisca il tiro.
Con l'esito della qualificazione in perfetta parità il Verona ha il merito di gestire la situazione e di colpire l'avversario al 34° minuto, quando Luigi Sacchetti salta con un "sombrero" un avversario e lascia partire un tiro di destro che incoccia la traversa prima di entrare in rete.
Con l'esito della qualificazione in perfetta parità il Verona ha il merito di gestire la situazione e di colpire l'avversario al 34° minuto, quando Luigi Sacchetti salta con un "sombrero" un avversario e lascia partire un tiro di destro che incoccia la traversa prima di entrare in rete.
Le squadra rientrano negli spogliatoio sul risultato di 1-1, ma nella seconda frazione la Stella Rossa si spinge da subito massicciamente in avanti, venendo premiata dopo 14 minuti, quando Milko Durovski incorna in rete su calcio d'angolo con un perentorio stacco.
La squadre veronese riesca a mantenere la mantenere la calma, contendendo le sfuriate avversarie e cercando di alleggerire la pressione cercando di servire in profondità il veloce Galderisi.
Quest'ultimo sale in cattedra negli ultimi 25 minuti di gara, regalando al raffinato pubblico belgradese due perle di assoluto valore.
La prima arriva al 65° quando il minuto attaccante nativo di Salerno sorprende il portiere Ivkovic con un liftato pallonetto di sinistro una volta entrato in area e ricevuta la palla da Fanna.
La seconda ad 8 minuti dalla fine è se possibile ancora più bella. con Galderisi che conclude un'insistita azione personale con un lob di destro che va a morire proprio all'incrocio dei pali alla destra del portiere slavo.
Tra prodezze che proiettano il Verona ai sedicesimi di finale contro lo Sturm Graz, epilogo dell'avventura a seguito del pareggio per 2-2 al Bentegodi ed il pareggio per 0-0 in Austria.
La vittoria al Marakana è però un ulteriore indizio di come la formazione scaligera possa ambire a traguardi importanti, come dimostrerà la stagione successiva quando sorprenderà tutti vincendo il campionato.
L'impresa di Belgrado, dimenticata probabilmente a causa della successiva eliminazione, merita la giusta considerazione, anche quale conferma del talento di Giuseppe Galderisi, attaccante che solo in minima parte ha raccolto quanto l'enorme talento gli avrebbe permesso.
Giovanni Fasani
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