Pensi alla
Liberia ed il nome che ti viene in mente è George Weah, fuoriclasse assoluto in
campo e dal 22 gennaio del 2018 presidente della nazione, a conferma di come il suo alone di popolarità
e la positività dei messaggi proposti pre e post calcio siano stati positivi e
costruttivi.
Durante il
suo periodo al Milan la carismatica figura del campione di Monrovia ha indotto
la dirigenza rossonera a tesserare Kolubah Roberts, detto Zizi, in grado di
costruirsi una discreta carriera nella serie minori e in altri tornei in
Europa.
In Liberia
però sono in molti a ricordarsi di Mass Sarr Junior, al quale è legato la prima
storica vittoria delle Lone Stars in
Coppa d’Africa, avvenuta nel 1996 anno della loro prima storica partecipazione.
Dopo essersi
qualificata al termine di un girone durissimo girone comprendente tra le altre Tunisia,
Senegal e Togo, la rappresentativa guidata da Wilfred Lardner vola in Sud
Africa per la ventesima edizione della manifestazione, guadagnandosi
l’attenzione di tutti.
Parte di
essa è ovviamente indirizzata al totem Weah,
vincitore del Pallone d’Oro l’anno prima e in un momento brillante di
carriera, ma in molti guardano con curiosità ad un collettivo coeso nel quale
il ventitreenne Sarr viene visto come un possibile protagonista.
La sua crescita calcistica avviene nel Mighty Barrolle, squadra della capitale Monrovia specializzata nelle selezione dei giovani e notoriamente una delle migliore squadre della nazione, dove si guadagna le attenzioni delle squadra francesi, finendo per trasferirsi nel 1990, quando a 17 anni è uno dei tanti talenti africani a tentare la sorte nel vecchio continente.
Dopo essere
gravitato senza esordire in prima squadra nelle giovanili del Monaco ed una
mediocre esperienza nello Stade Athletique Epinal, riesce a trovare stimoli e
completa esplosione tecnica nell’Olympique Ales, dove si segnala per doti
atletiche notevoli, tecnica notevole e buona confidenza con il gol.
Tali qualità
gli valgono il trasferimento nel 1995 all’Hajduk Spalato, formazione croata che
cerca di ricostruirsi dopo gli orrori della guerra e che vede nel giovane
attaccante liberiano il giusto terminale offensivo per il rilancio anche a
livello europeo; Sarr non smentisce le attese e si dimostra una punta moderna e
mobile, in grado di segnare e far segnare.
Anche per
questo alla vigilia della Coppa d’Africa 1996 tifosi e staff tecnico credono in
una sua esplosione e l’esordio in tal senso sembra dare adito alle speranza,
dato che è un suo gol a decidere la sfida iniziale con il Gabon , vinta per
2-1.
Il suo
guizzo, un mix di senso del gol e velocità di esecuzione, diventa motivo di
orgoglio per una nazione vessata da instabilità politica e povertà, per una volta agli onori delle cronache per
motivi sportivi e finalmente identificata sulla cartina del calcio mondiale non
solo per il mito Weah.
La
prosecuzione del torneo vede le Lone Stars incappare in una sconfitta contro lo
Zaire che vanifica le velleità di passaggio del turno, ma non estirpa nel cuore
dei giocatori la sensazione di aver dato lustro ed una marginale soddisfazione
ad un popolo perennemente vessato.
Le parole dell'inno "All Hail, Liberia, Hail" sembrano per una volta pienamente appropriate quale forte espressione di orgoglio e fierezza nazionale.
La carriera
di Sarr però non prende la direzione che ci si potrebbe aspettare, non
completando quella maturazione tecnico-tattica che lo potrebbe rendere
appetibile anche per contesti più blasonati di quello croato: a tal proposito
l’avventura con i Bili di Spalato termina nel 1998, con
il tabellino delle segnature lentamente in ribasso (saranno 17 le sue reti in
campionato su un totale di 59 presenze in campionato).
I componenti dello storico gruppo di tifosi della Torcida Split hanno la possibilità di vederlo in tutta il suo splendore in una sfida contro Il Malmö, quando trascina con un gol e ottime giocate la squadra lla vittoria per 3-2, ribaltando nel secondo tempo il doppio vantaggio svedese.
A parte qualche exploit, appare perciò ovvio come il
cambiare ambiente possa rivelarsi una mossa vincente, con il passaggio al
Reading quale mezzo per rilanciare una carriera temporaneamente in stand by.
I Royals, militanti nelle seconda serie inglese, non riescono ad emergere dalla
mediocrità, con Sarr che fatica a trovare spazio e la via del gol, con le
tre reti consecutive a Lincoln, Millwall e Chesterfield quali illusoria e mal
posta speranza di un salto di qualità.
Con apprezzabile autocritica, ma anche con
sagacia nel cogliere opportunità di guadagni facili, decide di abbassare il
livello del contesto di gioco, passando gli ultimi anni di carriera in
Australia (Sydney Olympic) e in Malesia (FA Selangor), riciclandosi poi al
termine della carriera in istruttore calcistico negli Stati Uniti.
Un’ultima occasione per mettere piede nel
calcio di un certo livello ce l’ha nel 2002, quando la Liberia si qualifica
nuovamente per la Coppa d’Africa in Mali ed il tecnico Dominic Vava punta sulla
“vecchia guardia” per ben figurare nel girone con i padroni di casa, Nigeria e
Algeria.
Ancora una volta il passaggio ai quarti è
inibito alle Lone Stars, le quali comunque pareggiano contro Mali e
Algeria e perdono la gara decisiva per 1-0 contro le Super Eagles
nigeriane tenendo più che dignitosamente il campo.
Per Mass Sarr è l'ultima occasione per cimentarsi nel calcio del suo continente, ma il suo nome dopo il 1996 resterà per sempre nella storia del calcio liberiano.
Giovanni Fasani
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