mercoledì 29 agosto 2018

IL CAVALLO DI TIMISOARA

La Romania è un riferimento imprescindibile del calcio europeo, vuoi per la classe storicamente espressa dai suoi giocatori, vuoi per la grande passione da sempre manifestata dai propri appassionati.
A quest'ultima si deve la precoce esplosione del movimento calcistico rumeno già a partire dagli anni'30, in forte anticipo su tutti gli altri paesi dell'Europa dell'Est.
La particolare partecipazione al Mondiale del 1930 e le poco soddisfacenti prestazioni ai successivi due la dicono comunque lunga sulla voglia di calcio presente nella nazione centro-orientale, anche in un momento instabile dal punto vista politico e sociale.
Proprio in quegli anni inizia ad impressionare Ștefan Dobay, inarrestabile attaccante esterno incontenibile con la palla trai i piedi ed impressionante per la potenza del suo tiro.



Iscritto all'anagrafe come Istvan, nel 1909 successivamente trasformato nel rumeno Stefan, cresce in una umile famiglia di Újszentes, città fondata da coloni ungheresi (da qui la spiegazione del nome di battesimo) facente parte dell'Impero  Austro Ungarico.
La prematura morte del padre, avvenuta nel 1917, costringe la madre a spostarsi a Timișoara con i due figli in cerca di un lavoro: inutile dire che anche per la prole c'è poco spazio per svago e studio, venendo ben presto indirizzati a qualsiasi tipo di lavoro per sbarcare il lunario.
Al giovane Stefan piace però tantissimo il calcio e la straordinaria esuberanza fisica gli consente di eccellere nelle partite con i coetanei, fino a che non viene notato dalla dirigenza dell'Unirea (poi diventato Banatul) nel 1924.
Il provino al quale viene sottoposto mette in mostra un giocatore tatticamente e tecnicamente acerbo, ma praticamente immarcabile, immune al contatto fisico e letale quando calcia verso la porta.
Viene ovviamente inserito subito in prima squadra nonostante la giovanissima età, continuando comunque il pesante lavoro in una fabbrica di argenteria, finendo per esordire in prima squadra in una sfida sul campo del Jimbolia.
I malcapitati avversari testano sulla loro pelle tutta il repertorio di Dobay: nella vittoria per 5-2 il giovane attaccante mette a segno 3 reti, la prima con un fantastico tiro al volo e le successive due con due fantastiche conclusioneidalla media distanza.
Il 1930 è un anno importante nella sua carriera, dal momento che avviene il suo trasferimento al Ripensia Timișoara proprio quando il re Carlo II decide che la Romania deve partecipare al primo campionato del mondo organizzato dall'Uruguay.


L'autoritario e bizzarro sovrano pesca un po' ovunque per allestire la rosa (pare anche nelle carceri), inserendo anche lavoratori provenienti dall'Inghilterra per accrescerne il valore.
A sorpresa Dobay non viene convocato, nonostante abbia fatto parte della nazionale in un'amichevole vinta per 8-1 contro la Grecia solamente qualche giorno prima della partenza per il Sudamerica; la motivazione più o meno ufficiale sarebbe la giovane età del suddetto, nonostante sia dall'esordio un vero incubo per ogni difensore.
L'attaccante del Ripensia prende male l'immeritata esclusione, tanto da meditare un clamoroso ritiro dal calcio giocato, prima di riversare la sua rabbia agonistica nelle partite con la propria squadra di club.
Dal 1930 al 1940 Dobay "terrorizza" le difese rumeno mettendo in mostra un spunto irrefrenabile, specie quando parte da sinistra per arrivare al tiro, dove sul posto o a terra l'avversario diretto.
Proprio la straordinaria ed irresistibile corsa gli vale lo storico soprannome di Cavallo, davvero appropriato in considerazione di quanto da lui fatto in una partita contro la Juventus Bucarest, raccontata al meglio dal capitano avversario Cibi Braun:" All'ottavo minuto, Ghiţa Ciolac ha fatto una splendida apertura a Dobay, e il " cavallo "è partito al galoppo! Après avoir évité Nicky Petrescu, il se retrouve aux dix mètres et envoie un boulet de canon vers le but d'Enderffi. Dopo aver evitato Nicky Petrescu, si ritrova a dieci metri di distanza e manda una palla di cannone contro la porta diEnderffi. Et bien, mes amis, ce tir n'était pas un tir, mais un véritable éclair ! Bene, amici miei, questo tiro non era uno sparo, ma un vero fulmine! Le ballon a détruit les filets et est ressorti. Il pallone ha distrutto le reti ed è uscito. Je peux vous dire, la main sur le cœur, que de toute ma vie je n'ai jamais vu une frappe aussi puissante. Posso dirti, mano sul cuore, che in tutta la mia vita non ho mai visto una conclusione così potente. Le ballon est parti comme un obus d'un canon et quiconque se trouvait sur sa route, je crois qu'il aurait été flanqué par terre. La palla è esplosa come un proiettile!!!Le public a commencé à applaudir frénétiquement Il pubblico ha cominciato ad applaudire freneticamente".
Proprio come il nostrano Felice Levratto anche il giocatore rumeno rompe saltuariamente le reti della porta in virtù della grande potenza del suo tiro; interrogato ai tempi su quali fossero le proprie peculiarità anch'egli conferma come sia proprio la sua veemenza a renderlo devastante:"Troppo tecnico non sono mai stato. Non ero bravo alla finezza. Sapevo fare una cosa buona: buttare la palla accanto, e schivare l'avversario per puntare la porta, poi correre, tutto in velocità.  Ionica Bogdan (grande giocatore suo contemporaneo) era una grande dribleur se volessi imitarlo sarei stato un surrogato".


Grazie alle sue giocate ed alle sue reti il Ripensia conosce un periodo di vittorie, esemplificate dai quattro titoli nazionali e dalle due coppe României , tenuto conto che lo stesso club ha ottenuto l'ingresso nel campionato nazionale sono nel 1932, pur essendo il primo club formatosi in Romania.
In cifre l'apporto offensivo di Dobay si materializza in 127 reti in 153 partite, le quali gli valgono a titolo personale quattro titoli di capocannoniere, ad ulteriore dimostrazione che, pur non essendo una vera prima punta, avesse doti realizzativi di prim'ordine.
I successi ottenuti dalla squadra di Timisoara sono altresì ottenuti grazie al contributo di un quintetto offensivo di altissimo livello, composto da (da destra a sinistra) Silviu Bindea, Zoltán Beke, Ghoerghe Ciolac, Alexandru Schwartz ed ovviamente Stefan Dobay.
Nello stesso periodo trova consacrazione anche in nazionale, trascinandola nella vittoria di due Coppe dei Balcani (1933 e 1936), ma, soprattutto, alla partecipazione ai Mondiali del 1934 e del 1938.
L'accesso alla rassegna ospitata dall'Italia è ottenuto dopo un duro incontro vinto per 2-1 contro la Jugoslavia, deciso proprio da un gol di Dobay al 74° minuto.
L'avventura al Mondiale dura una sola partita essendo la Romania battuta per 2-1 dalla Cecoslovacchia, futura finalista: la squadra allenata dalla coppia Constantin Rădulescu e Josef Uridil esce comunque a testa alta, passando addirittura in vantaggio con il sempre brillante Dobay.
Quattro anni dopo a dare il pass per il torneo in Francia è ottenuto senza scendere in campo, dal momento che l'Egitto, avversario della spareggio, rinuncia a prendervi a parte.
Il sorteggio mette di fronte la Romania a Cuba, in un incontro che sembra pendere dalla parte della formazione europea; come sempre accade in questi casi l'avversario abbordabile impone il pareggio nella sfida di Tolosa, con un gol di Dobay al 105° che permette di acciuffare un pirotecnico 3-3.
Nel ripetizione di quattro giorni dopo la nazionale caraibica completa l'opera imponendosi per 2-1, nonostante l'immancabile marcatura di Dobay nel primo tempo.


La sconfitta mina il morale del giocator del Ripensia, il quale decide, nel 1939 di abbandonare per sempre la nazionale, dopo 41 presenze ufficiali e 19 reti messe a segno.
Si apre per lui un periodi di cambiamenti e di peregrinazioni, iniziate con il trasferimento al CA Cluj e da un immediatamente successivo periodo al Törekvés SE nel 1941.
Dopo l'esperienza in Ungheria mette temporaneamente fine alla sua carriera, salvo ripensarci nel 1945, quando decide di tornare a giocare per tre stagioni nel CSM Mediaș, denotando però una condizione fisica ormai lontana dagli apici degli anni prima; in particolare la sua progressione non è più quella di un tempo e per lui, sempre altamente competitivo, l'impossibilità di prevalere sugli avversari è inaccettabile, finendo per ritirarsi definitivamente.
Avendo operato nell'ultimo anno come giocatore/allenatore decide che è la panchina il mezzo per restare nel mondo del calcio, iniziando così una serie infinita di esperienze in tutta la nazione, vincendo un campionato nel 1956 alla guida del CCA Bucarest (la futura Steaua).



Vari problemi di salute renderanno il suo periodo post calcio tormentato, dovendo a tal proposito subire varie operazioni che lo costringeranno a sottarsi ai riflettori, senza però esser dimenticato dal pubblico rumeno.
La sua morte, avvenuta nel 1994 a quasi 95 anni lascia un senso di grande vuoto, con appassionati di ogni età che esprimono un grande cordoglio per quello che è ritenuto un eroe nazionale.
A tal proposito vale la pena citare un suo dialogo con un giovane tifoso che non lo aveva riconosciuto, a conferma della nomea e dell'aurea di leggenda che lo ha sempre caratterizzato:" Hai mai sentito parlare di Dobay? Il suo tiro è stato il più potente che abbiamo mai visto. Une fois, il a tiré tellement fort que la balle a transpercé les filets d'Il Dio – le grand gardien du Venus – et a ensuite atterri dans un peuplier, mettant à terre deux moineaux. Una volta, ha sparato così forte che il pallone ha perforato le reti di  Dio e poi è atterrato in un pioppo, abbattendo due passeri. Et une autre fois, il a tiré avec une telle vigueur qu'il a tué un gardien et a dû s'expliquer devant le tribunal ! E un'altra volta, ha tiratoc on tale forza che ha ucciso una guardia e ha dovuto difendersi in tribunale! » 
Visto lo sbigottimento del giovane ha allora precisato:"Devi sapere che Dobay, con il suo potente tiro, ha mandato  molti difensori a terra, ha rotto reti, ma non ha ucciso un passero, figuriamoci un guardiano".
Il faut que tu saches que Dobay, avec son tir puissant, a couché au sol de nombreux défenseurs, a brisé des filets, mais n'a jamais tué un moineau, et encore moins un gardien !Anche questo era Stefan Dobay, l'inarrestabile Cavallo che ha fatto impazzire i tifosi del Ripensia e l'intera Romania con la maglia della nazionale.






Giovanni Fasani



(Fonti: footballski.fr)

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