L'Andalusia, la famosissima regione a sud della Spagna, è spesso e volentieri ricordata per le sue meraviglie culturali e per le sue spiagge, facendone una delle mete più gettonate dei turisti di tutta Europa.
L'8 luglio del 1982 una delle due città principali, Siviglia, divenne famosa anche per una partita, per molti la più bella di sempre dopo Italia-Germania 4-3 del 1970.
Protagonisti sempre i teutonici, questa volta contrapposti alla Francia, nella seconda semifinale che metteva in palio la finalissima del Mundial da disputarsi contro l'Italia, vittoriosa nel pomeriggio contro l'ostica Polonia guidata da Lato e Boniek.
Alle ore 21 lo stadio Ramon Sanchez Pizjuan era gremito da 70.000 spettatori, tutti col cuore in gola per la partita che metteva di fronte due scuole di calcio completamente differenti; da una parte il gioco fisico tedesco e dell'altra quello più tecnico francese.
Il risultato fu uno splendido e tirato Germania-Francia, ribattezzata, qualche tempo dopo, come la Notte di SIviglia.
Il cammino di entrambe le formazioni non iniziò nel migliore dei modi. La Germania aveva iniziato con la clamorosa sconfitta 2-1 per mano dell'Algeria, mentre la Francia aveva ceduto il passo alla più organizzata Inghilterra 3-1.
Le successive due partite finirono con il medesimo risultato di 4-1, con la Germania nettamente più superiore del Cile e la Francia del Kuwait, nella partita che verrà sempre ricordata per l'invasione dello sceicco Fahad al-Ahmad.
Nell'ultimo turno i tedeschi superarono l'Austria 1-0 in uno dei primi biscotti che la storia del calcio ricordi: gli austriaci, già qualificati, cedettero il passo alla Germania che approfittò della "striminzita" vittoria dell'Algeria (3-2) sul Cile.
Alla Francia fu sufficiente lo 0-0 con la Cecoslovacchia per accedere al secondo turno che la opponeva ad Irlanda del Nord (vittoria 4-1) ed Austria (vittoria 1-0).
Ai bianchi di Germania bastò il 2-1 alla Spagna e lo 0-0 contro l'Inghilterra, con quest'ultima che dovette abbandonare il Mondiale senza sconfitte al passivo.
Agli ordini dell'arbitro olandese Charles Corver le squadre scesero in campo coi seguenti schieramenti.
Germania: Schumacher, Kaltz, Stielike, K. Forster, B. Forster, Dremmler, Breitner, Briegel, Magath, Littbarski, Fischer. CT Jupp Derwall
Francia: Ettori, Tresor, Janvion, Bossis, Amoros, Genghini, Tigana, Platini, Giresse, Rocheteau, Six. CT Michel Hidalgo
L'inizio di partita premiò il gioco fisico dei tedeschi che passarono in vantaggio dopo appena 17 minuti con Pierre Littbarski, lesto ad approfittare di una corta respinta della difesa francese. Poteva essere tranquillamente il gol del 2-0 se la punizione dello stesso Littbarski, qualche minuto prima, non si fosse stampata sulla traversa.
La Francia ebbe il gran merito di rimanere in partita e 10 minuti più tardi Platini pareggiò su calcio di rigore concesso da Corver per un fallo di Forster su Rocheteau.
La maggior freschezza di palleggio fece sì che fu la Francia a farsi preferire, mostrando un gioco fantasioso grazie alla buona vena di Platini e Rocheteau, autentici trascinatori sulla trequarti avversaria; per tutto il secondo tempo la Germania riuscì a contenere a sprazzi la classe francese che, seppur con numerosi passaggi, mandò in confusione la fisicità teutonica.
Il secondo tempo verrà ricordato, soprattutto, per lo spiacevole inconveniente che capitò a Patrick Battiston: il difensore del Saint Etienne era subentrato al 52' a Genghini, ma qualche minuto dopo dovette abbandonare il terreno di gioco a causa dello scontro col portiere Schumacher, uscito a valanga su Battiston lanciato a rete.
Il Pizjuan di colpo ammutolì; il difensore francese giaceva al suolo privo di sensi e solo le cure dello staff medico lo risvegliarono per trasportarlo in un secondo momento all'ospedale.
In tutto ciò Schumacher non ebbe la benché minima remora e mentre si soccorreva Battiston, il portiere tedesco si mise a palleggiare beccandosi i fischi del numeroso pubblico francese, già inimicato qualche minuto prima a seguito di un brutto gesto dell'estremo difensore che fece finta di tirare il pallone nella gradinata dietro la sua porta.
In tutto ciò l'arbitro Corver decise di non fischiare il calcio di rigore ed il gioco proseguì fino al 92' minuto quando Amoros colpì una clamorosa traversa.
La partita si ravvivò nei tempi supplementari dove la Francia diede una notevole sterzata portandosi avanti addirittura di due gol. Prima Tresor e poi Giresse siglarono i gol che a 20 minuti dalla fine sembravano spedire la Francia alla finale di Madrid.
Poco dopo il gol di Tresor, Derwall optò per il secondo cambio mandando in campo Rumenigge al posto di Briegel. Da difendere non c'era più nulla ed ovviamente la Germania si riversò nella metà campo francese.
Ma come il gol di Littbarski non scoraggiò la Francia, il doppio vantaggio non demoralizzò i tedeschi che proprio con Rumenigge accorciarono le distanze prima della fine del primo tempo supplementare.
A spedire tutti ai calci di rigore ci pensò una meravigliosa rovesciata di Klaus Fischer al minuto 108.
In mezz'ora di tempi supplementari la girandola di emozioni aveva raggiunto livelli astronomici, a discapito dell'altissima posta in palio le due squadre si affrontarono a viso aperto con la Germania che mise temporaneamente da parte il gioco duro e fisico. Dal canto suo la Francia ebbe il demerito di arretrare un pò troppo dopo il 3-1.
I transalpini, feriti nell'orgoglio e col pensiero a Battiston, erano affranti, ma c'era da compiere un ultimo sforzo per portare a casa la vittoria.
La partita aveva già trovato posto nell'olimpo dei migliori match della storia e qualche tempo dopo la FIFA la inserì ufficialmente tra i Classic Football Matches.
I calci di rigore sorrisero ai tedeschi che, dopo l'errore di Stielike (consolato da Schumacher che parò il successivo rigore di Six), portarono a casa la posta piena grazie al gol di Hrubesch dopo il fatale errore di Bossis. La Germania era finalista per la quarta volta nella sua storia.
Il giorno dopo fu un duro risveglio per i transalpini, non per Battiston che rimase in coma per qualche giorno con due denti rotti.
Non mancarono le ovvie polemiche per lo scontro con Schumacher che l'Equipe definì un "mostro professionale"; dal canto suo il portiere tedesco, noto per risultare poco simpatico agli appassionati, chiuse sarcasticamente la vicenda dicendo che avrebbe pagato lui le spese odontoiatriche.
Qualche anno dopo Michel Platini definì la Notte di Siviglia come il più grande ricordo della sua carriera. E se lo dice uno come lui, pur essendo stato sconfitto, c'è da fidarsi... Germania-Francia passò alla storia come una delle partite più belle di sempre.
Matteo Maggio
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