La rivalità Italia/Francia si è ulteriormente inasprita negli ultimi anni, complici sicuramente le due finali disputate agli Europei 2000 ed al Mondiale 2006.
Nella lunga storia del calcio non è comunque difficile trovare calciatori che hanno fatto fortuna nel paese opposto al proprio; come non ricordare Michel Platini o Jean Pierre Papin, con il primo autentica bandiera e vero simbolo della Juventus anni 80.
Viceversa, anche per una questione di livello del campionato nell'arco della storia, trovare un italiano che ha fatto le fortune di una squadra francese è impresa davvero difficile; solo in tempi recenti qualcuno ha iniziato ad emigrare in terra transalpina, cercando quella fortuna (e tanti soldi) che l'Italia non riesce a dare in questo momento per i più disparati motivi.
Salvatore Sirigu e Marco Verratti sono i due italiani in questione, da un paio di stagioni in forza al Paris Saint Germain, recentemente uscito dalla melma e risollevato dai petroldollari dello sceicco Mansur.
Riavvolgendo il nastro fino agli anni 70 ci potremmo imbattere nel nome di un attaccante italiano che purtroppo la storia del calcio ha dimenticato abbastanza facilmente, complice il suo impiego zero in nazionale e la sua "prematura" dipartita verso l'Argentina.
Alla voce cannonieri un posto d'onore lo trova sicuramente Delio Onnis, ossia il massimo goleador della massima divisione francese con 299 centri.
Nato a Giuliano di Roma nel 1948 dovette emigrare ben presto in Argentina dato che il paese italiano si stava risollevando piano piano dalla guerra con enormi strascichi sull'economia del lavoro e non.
I suoi genitori, originari di un piccolo paese sardo, Nurallao, presero il piccolo Delio e partirono alla volta del Sudamerica dove entrò a far parte delle giovanili dell'Almagro dopo qualche anno passato sui più piccoli campi di provincia.
Con la maglia del Tricolor mise a segno 11 gol in 18 partite ad appena 16 anni di età, il che gli valse la chiamata del Gimnasia La Plata fermamente deciso a metterlo sotto contratto, vedendo in lui la gallina dalle uova d'oro.
Sono anni bui quelli del Lobo, ma con la ristrutturazione dei campionati ed il progressivo inserimento di Onnis, la squadra biancoblu arriverà ad aggiudicarsi il torneo Promocional del 1967 (primo anno di Delio nel Gimnasia) e la semifinale (persa contro il Rosario Central) del torneo Nacional nel 1970.
Onnis è parte integrante della Barredora (la spazzatrice), ossia il soprannome del Gimnasia in quegli anni, una squadra che schierava, tra gli altri, il portiere Hugo Orlando Gatti.
La tifoseria di La Plata era incantata dalla potenza del suo nuovo bomber, ben deciso ad iscrivere il proprio nome nella storia del club più vecchio d'Argentina. I tifosi arrivarono a soprannominarlo El Tano, in onore dei suoi natali; nell'arco dei numerosi anni passati in Argentina, ne ottenne anche la cittadinanza.
La svolta nella carriera calcistica di Onnis arrivò nel 1971 a seguito di un curioso quanto insolito fatto.
La dirigenza dello Stade Reims sbarcò in Argentina ben decisa a mettere sotto contratto Alfredo El Mono Obberti, attaccante del Newell's Old Boys; al momento della firma, però, la moglie si oppose al trasferimento in Francia, cosicché i dirigenti della squadra transalpina dirottarono la loro attenzione su El Tano, decisamente sorpreso per la scelta di puntare su di lui e farne possibilmente il degno successore di Raymond Kopa.
C'era molto scetticismo nelle Ardenne per il curioso trasferimento; perché se da una parte Onnis aveva segnato con una certa costanza, dall'altra c'erano tutte le perplessità su come un calciatore "argentino" possa far bene nel più complesso calcio europeo.
Tutti i dubbi vennero spazzati via sin da subito; Onnis non è certo il prototipo dell'attaccante elegante, ma fu talmente efficace che nella prima stagione mise a segno 22 gol contribuendo notevolmente alla salvezza; mentre nella stagione successiva ne mise a segno 17, col Reims classificatosi ottavo e protagonista di un campionato assolutamente tranquillo.
L'unico neo è stato quello di non aver vinto, con la maglia de les Rouges et Blancs, la classifica cannonieri, letteralmente dominata dallo jugoslavo Josip Skoblar.
A questo punto il piccolo club delle Ardenne non può che cedere alle lusinghiere avances del Monaco, che, nella persona del presidente Henri Orengo, ben deciso a ricostruire una squadra d'alta classifica, tessera Onnis nel 1973 dando inizio ad un sodalizio che durerà ben 7 stagioni.
A conferma di quanto fatto in precedenza, Onnis rincarò la dose segnando grappoli di gol che gli valsero il titolo di capocannoniere nella stagione 1974/1975.
Le aspettative dei dirigenti monegaschi non furono però a pieno rispettate con la squadra che non poteva prescindere solamente dai gol della forte punta italo-argentina.
Un lento declino portò la formazione del Principe Ranieri alla retrocessione al termine della stagione 1975/1976, nonostante i 29 gol di Onnis.
Come se non bastasse il passaggio alla cadetteria, Onnis vide nascere una rivalità con Carlos Bianchi, nuova stella dello Stade Reims e successivamente passato al Paris Saint Germain.
Le preferenze furono quasi tutte per il futuro allenatore del Boca Juniors che si conquistò il titolo di miglior goleador per ben 5 volte; oltre a questo disponeva di maggior grazia nei movimenti, cosa abbastanza "strana" nella Francia degli anni 70.
Tutte queste critiche non scalfirono minimamente l'orgoglio di Onnis che, risalito nella massima serie, fu protagonista nella spettacolare cavalcata che portò i monegaschi alla conquista del titolo da neopromossi.
Furono ancora 29 i gol dell'italo-argentino che aveva in Christian Dalger un ottimo compagno d'attacco con i due che si completavano e si capivano a meraviglia.
Nel 1980 lascia il Principato con la vittoria della Coppa di Francia conquistata grazie al 3-1 rifilato all'Orleans e dove Onnis ebbe il merito di siglare il gol finale al minuto 66.
Dopo aver siglato 157 gol in 232 partite decise di sbarcare al Tours con cui conquistò altre tre volte il titolo di capocannoniere per poi chiudere la carriera con la maglia del Tolone.
Due squadre non abituate ai vertici, ma che hanno avuto in Onnis un simbolo, il vero trascinatore che, nonostante la non più verde età, ha comunque realizzato valanghe di gol conquistando il titolo di miglior goleador del campionato francese.
Purtroppo non fu mai considerato dalla nazionale argentina che in quegli anni gli ha sempre preferito Bianchi e successivamente la coppia Kempes-Luque; ed anche per quanto riguarda l'Italia non fu un periodo facile, chiuso dalle sontuose prestazioni di Paolo Rossi e Roberto Bettega (giusto per citarne due).
Insomma, ebbe dalla sua il fatto di essere maturato calcisticamente in un'epoca in cui Argentina ed Italia erano nel massimo splendore del proprio calcio, come testimoniano i Mondiali del 1978 e 1982.
Tuttavia resterà negli appassionati un certo amaro in bocca per non averlo visto con squadre più blasonate, spesso diffidenti nell'ingaggiare un attaccante che ha militato in compagini di più basso livello in un campionato non di primo piano.
Ma dalla sua ci saranno sempre quei 299 gol a ricordarlo come uno dei più prolifici attaccanti della storia del calcio.
Matteo Maggio
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