venerdì 20 marzo 2015

DOS ES MEJOR QUE UNA

Il calcio moderno si sa, è ormai troppo spesso comandato da televisioni ed emittenti varie, con la naturale conseguenza che ogni giorno, sugli schermi di tutto il mondo, ci sia per lo meno una partita di calcio.
Qualche tempo fa fu coniato l'appellativo di "calcio spezzatino" per definire una giornata di campionato distribuita su più giorni; passi insomma che una squadra anticipi il proprio impegno in vista dell'impegno europeo, ma purtroppo siamo sempre più abituati a vedere un turno del locale torneo distribuito in almeno tre giorni.
"Si gioca praticamente ogni tre giorni". Già, tre giorni, ormai la classica (e più che veritiera) frase che gli allenatori tirano fuori ogni qual volta i carichi di lavoro risultano quasi insostenibili.
Alla comunque buona organizzazione europea, fa da contraltare la proverbiale disorganizzazione sudamericana che vede nel torneo argentino di quest'anno l'ultima diavoleria di Julio Grondona, ex presidente dell'AFA (la federazione argentina) scomparso nel luglio scorso all'età di 83 anni.
L'idea di quest'ultimo è stata quella di organizzare una Primera Division con ben 30 squadre al via, con il non trascurabile particolare che al termine di questo, ancora non si sa (al momento di scrivere) chi prenderà parte alla Copa Libertadores 2016 e come sarà l'eventuale formula del successivo campionato, visto che più di un malumore è stato sollevato dagli addetti ai lavori.
Insomma, anche in Argentina (come nel resto del continente) si gioca ogni tre giorni anche se con una ben diversa "organizzazione" dei campionati.
Ma ciò che successe domenica 2 marzo 1997 ebbe ancora più dell'incredibile: erano in programma la 2° giornata del torneo Clausura e la 3° giornata dei gironi di Copa Libertadores, con la conseguenza che Racing e Velez dovettero giocare due partite nello stesso giorno.



Entrambe impegnate nella massima competizione continentale (per di più nello stesso girone, il 2), Racing e Velez dovettero affrontare una doppia trasferta in Ecuador e giocare l'una contro l'altra nel proprio paese. La follia più completa.
L'Academia era impegnata a Quito contro l'El Nacional, mentre il Fortin doveva vedersela contro l'Emelec in quel di Guayaquil.
Ma com'è possibile una cosa del genere? Non si poteva spostare (ragionevolmente) la partita per il Clausura? No, perché purtroppo il calendario era così fitto che nessun altro giorno poteva essere impiegato per recuperare una delle partite.
Le due squadre presero decisioni opposte: il Racing mandò le riserve a giocare la Libertadores, mentre il Velez decise di scendere in campo con i titolari per affrontare l'Emelec in testa al raggruppamento.
Con la squadra quindi farcita di giovani riserve, la squadra di Alfio Basile perse il proprio match per 2-0.



Non c'è tempo però per rimuginare sulla sconfitta, esattamente un'ora dopo i titolari devono scendere in campo contro il Velez, prendendosi un'alquanto strana rivincita per 2-0 grazie alle marcature di Claudio Marini e Marcelo Delgado.



A questo punto manca l'impegno del Velez a Guayaquil a completare una delle giornate più strane che l'intera storia del calcio abbia mai vissuto.
Giusto il tempo di una cerveza per los hinchas de la V e si torna a soffrire per i propri colori; i ragazzi di Osvaldo Piazza centrano una spettacolare vittoria per 3-2 grazie alla doppietta di Patricio Camps ed al gol di Martin Posse.


A testimonianza di quanto sia strano il destino, entrambe furono eliminate dallo stesso avversario: i peruviani dello Sporting Cristal, che prima ebbe la meglio sul Velez negli ottavi e poi battè in semifinale il Racing.
Il torneo Clausura andò invece al River Plate che dominò per tutto il semestre.
Ricordando questo episodio sembra quasi utopistico "lamentarsi" per le tante partite ravvicinate, ma siamo pur sempre in Sudamerica, futbolisticamente (e non solo) il continente più strano ed incredibile.


Matteo Maggio

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