Qualora
si voglia valutare la carriera di un grande calciatore, di prassi si va a
controllare in quale contesto abbia mostrato il suo valore, con particolare
attenzione alla sfera internazionale.
In relazione a questo particolare si è soliti dare un privilegiato risalto ai campionati più importanti,
coprendo di gloria quei campioni che si sono distinti in tali tornei.
La
maggior parte delle volte si vuole far coincidere le qualità dei giocatori con
quella dei club o della nazionale nelle quali gioca, non soffermandosi sulle
capacità degli interpreti o su quanto dimostrato singolarmente dagli stessi.
La
storia del calcio è colma di esempi dove, per varie e talvolta forzate ragioni,
grandi talenti non hanno potuto esprimersi nelle competizioni di massimo
livello. Oppure o in aggiunta a tale situazione la nazione di riferimento non
risulta di grande livello, impedendo loro il più delle volte di partecipare alle più
importanti competizioni.
Nel
caso in questione la nostra analisi si focalizza su di un fortissimo
attaccante, mattatore in patria negli anni’80 e per buona parte degli anni’90.
Il paese di riferimento è la Grecia ed il giocatore in questione risponde al nome di Dimitris Saravakos, vero e proprio simbolo
del calcio ellenico e bandiera del Panathinaikos.
Nato nella capitale nel 1962, cresce calcisticamente nel Panionios dove resta 5 anni, prima di diventare un autentico momumento dei "trifogli" di Atene.
Il trasferimento avviene nel 1984 e nonostante la giovane età, Saravakos può già contare più di cento presenze nella massima serie, condite da ben 35 reti.
La sua precocità agonistica gli vale il sopranome di O Μικρός, vale a dire "il bambino", che lo accompagna per i primi anni di carriera.
Dotato di grande rapidità e di un fisico esile, trasforma ben presto la sua naturale predisposizione di attaccante centrale in quella di esterno offensivo, preferendo il settore destro del reparto avanzato.
A tal proposito è solito scendere in campo con la maglia numero 7, particolare che lo caratterizza sia nei club che in nazionale.
La sua grande dote è quella di riuscire a tagliare verso l'area con grande tempismo e di prendere in controtempo la difesa avversaria; a tutto ciò unisce un grande senso del gol ed una presenza nell'area di rigore degna di un vero "centravanti d'area".
Durante la sua nuova esperienza affina maggiormente la sua tecnica, mettendo in mostra un piede destro potente e preciso, capace di improvvise conclusioni in corsa, quanto di calibrati calci di punizione dalla media distanza.
Completano un quadro tecnico davvero notevole un dribbling molto efficace ed una inarrestabile velocità, che lo vedono talvolta disimpegnarsi con profitto anche nel ruolo di ala. destra.
Difficile trovare un punto debole in Saravakos, capace inoltre di trascinare con le sue reti il Panathinaikos ad una notevole serie di successi nazionali.
A tal proposito è solito scendere in campo con la maglia numero 7, particolare che lo caratterizza sia nei club che in nazionale.
La sua grande dote è quella di riuscire a tagliare verso l'area con grande tempismo e di prendere in controtempo la difesa avversaria; a tutto ciò unisce un grande senso del gol ed una presenza nell'area di rigore degna di un vero "centravanti d'area".
Durante la sua nuova esperienza affina maggiormente la sua tecnica, mettendo in mostra un piede destro potente e preciso, capace di improvvise conclusioni in corsa, quanto di calibrati calci di punizione dalla media distanza.
Completano un quadro tecnico davvero notevole un dribbling molto efficace ed una inarrestabile velocità, che lo vedono talvolta disimpegnarsi con profitto anche nel ruolo di ala. destra.
Difficile trovare un punto debole in Saravakos, capace inoltre di trascinare con le sue reti il Panathinaikos ad una notevole serie di successi nazionali.
In tal senso il suo rapporto con tale importante compagine è suddiviso in due epoche, dal 1984 al 1994 e dal 1997 al 1998.
Per quanto concerne la prima delle due esperienze, riesce a portare la squadra a grandi successi, vincendo per 3 volte il campionato e per ben 6 volte la coppa nazionale.
Molto significativa per lui è la stagione 1990/1991, dove vince per la terza ed ultima volta la Alpha Ethniki e per la prima volta la classifica cannonieri, segnando 23 reti.
In precedenza si è accennato al contesto internazionale ed in tal senso le partecipazione del Panathinaikos a tali manifestazioni non è sempre in linea con quanto fatto nelle competizioni nazionali.
A livello personale riesce a mettere all'attenzione del continente il suo nome durante la Coppa Uefa 1987/1988, dove, nonostante il Panathinaikos esca ai quarti, vince la classifica marcatori.
Realizza infatti sei reti durante la competizione, due delle quali segnate alla Juventus nella sfida dei sedicesimi di finale.
Saravakos segna al 6° nella gara di andata regalando il successo per 1-0 alla sua squadra.
Si ripete quindi al ritorno a Torino, segnando la prima rete nella sconfitta per 2-3 che qualifica comunque il Panahinaikos.
Voci mai confermate parlano di un futuro interesse della squadra bianconera nei confronti del campione greco ed in particolare di una cospiqua offerta nel 1990 non accettata dall'allora presidente Giorgos Vardinogiannis.
Per quanto concerne la Coppa dei Campioni va ricordata quella della stagione 1984/1985 , dove la squadra di Atene raggiunge le semifinali prima di essere eliminata dal Liverpool. Saravakos ha il merito di realizzare due rigori nella doppia semifinale contro il Goteborg, garantendo il successo all'andata e pareggiando il match al ritorno.
La compagine ellenica torna protagonista in Champions League nella stagione 1991/1992, trascinata dalle reti del suo cannoniere. Ancora una volta è il Goteborg la sua unica vittima del torneo, contro la quale apre le marcature nella prima partita ed alla quale rifila una decisiva doppietta al ritorno.
La squadra si guadagna l'accesso al girone finale, che termina però all'ultimo posto alle spalle di Sampdoria, Stella Rossa e Anderlecht.
Nel 1994 ha la grande opportunità di partecipare alla sua prima ed unica competizione per nazionali, ovvero il Mondiale negli Stati Uniti.
La rappresentativa allenata da Panagoulias è alla prima partecipazione alla Coppa del Mondo e affronta grandi difficoltà durante la stessa, perdendo tutti e 3 gli incontri contro Argentina, Nigeria e Bulgaria, subendo ben 10 reti senza segnarne alcuna.
Per Saravakos resta la soddisfazione dell'esordio e l'onore di essere il capitano delle sua squadra.
Al termine della competizione abbandona la nazionale, lasciandola con un bottino di 22 reti in 78 partite ed il rammarico di non aver mai dimostrato con tale maglia tutto il suo valore ai più alti livelli.
A livello statistico va ricordata una partita amichevole giocata contro l'Egitto nel 1990 e terminata 6-1; In tale match Saravakos realizza 5 gol, 3 dei quali su calcio di rigore.
Sempre nel 1994 decide a sopresa di rompere un rapporto apparentemente senza fine con il Panathinaikos, a causa di un mancato accordo per il rinnovo del contratto.
Approda quindi ai rivali dell'AEK Atene, dove resta per 2 stagioni, segnando nel solo campionato 21 reti in 47 partite e vincendo altre 2 coppe nazionali, portando ad 8 le sue vittorie in carriera.
Nel 1997 decide di ritornare nuovamente al Panathinaikos, ma gioca solamente 2 partite in stagione, avendo alcuni problemi fisici che lo inducono al ritiro al termine della stessa.
Il suo nome resta nella storia del club, al quale ha ragalato ben 125 reti in 254 partite di campionato e regalando emozioni uniche agi spettatori dello Spyros Luis.
Saravokos è indubbiamente uno degli attaccanti più forti del suo periodo, meritevole senz'altro di dimostrare il suo talento in club di maggior spessore o comunque in quei contesti dove sono soliti esibirsi i campioni.
Così come per altri calciatori, possiamo solo celebrarne la straordinaria carriera e rendere omaggio ai numeri ed alle giocate che l'hanno resa vincente ed indimenticabile.
Ed al Panathinaikos si ricordano ancora del "bambino" con la maglia numero 7....
Giovanni Fasani
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