martedì 26 giugno 2018

PAUL "SAYAL" MOUKILA

Nel magnifico universo del calcio africano il Congo non rientra certo nel novero delle cosiddette "grandi", vale dire quelle squadre che in tempi diversi ne hanno dominato la scena continentale.
Il regime politico e le pesanti tensioni sociali hanno reso la nazione a cavallo dell'equatore niente più che una pugnace sparring partner o al più un'imprevedibile rivelazione.
Tuttavia negli anni'70 la relativa nazionale ha conosciuto un periodo di grande splendore, culminato con la vittoria della Coppa d'Africa nel 1972; simbolo di tale straordinaria ascesa è una generazione di talenti irripetibile, nella quale spicca la figura di Paul "Sayal" Moukila, senza ombra di dubbio uno dei giocatori più forti mai espressi dal continente africano.


Dall'alto di una tecnica di base eccelsa e di una lettura degli spazi offensivi sbalorditiva, il nativo di Souannkè ci mette poco a mettersi in mostra nel Kara Brazzaville, esordendo ben presto in prima squadra.
Il concetto di spazio è molto importante nella lettura delle sue qualità, dal momento che la sua capacità di movimento e la sapienza gli consentono di giocare in ogni ruolo dalla metà campo in avanti.
La massima espressione del suo talento la garantisce, probabilmente, nel ruolo di interno o mezzala sinistra, dove la sua visione di gioco e la sua capacità di penetrazione con la palla e di inserimento trovano la più felice applicazione.
Se fosse possibile indicare un ipotetico "Tuttocampista", probabilmente il suo nome potrebbe essere papabile, laddove si voglia anche indicare la capacità di mettersi al servizio della squadra sfruttando al massimo la capacità naturale di leggere precisamente le situazioni di possesso palla.
Nel corso della sua carriera si è infatti distinto sia come uomo dell'ultimo passaggio e collante tra centrocampo ed attacco e sia come realizzatore in prima persona, sfruttando in tal senso ottime doti balistiche e la capacità di calciare efficacemente con entrambi i piedi.
Tale duplice abilità è ben evidente in due vittoriosi contesti garantiti dalle sue prestazioni, entrambe decisive, ma di stampo nettamente diverso.
Con la nazionale congolese è assolutamente decisivo per la vittoria della Coppa d'Africa 1972, scegliendo di giocare in funzione dei compagni particolarmente inspirati dal punto di vista offensivo.
Nella rassegna giocata in Camerun lascia volentieri il ruolo di goleador a Jean-Paul M'Bono e François M'Pelé, eccellendo al meglio con Jonas Bahamboula Mbemba, detto Tostao, nel ruolo di suggeritore.
Un simile reparto offensivo è la ragione principale di un successo netto, nel quale l'apporto quantitativo e qualitativo di Moukila è tale da fare la differenza; il suo unico gol contro il Marocco nella prima partita è decisivo, così come la sua assistenza a M'Pelè, che grazie ai gol segnati si guadagnerà l'approdo nel campionato francese.
La sua versione più individualista si apprezza invece nella squadra di club, il CARA Brazzaville, letteralmente trascinato dai suoi 10 gol alla conquista della Coppa dei Campioni d'Africa del 1974.


Per tutta la durata del torneo è letteralmente immarcabile, divenendo un autentico incubo per la difesa degli egiziani del Ghazi Al-Mehalla, sconfitti con un complessivo 6-3 nella doppia finale.
Molto facile per la rivista France Football assegnargli il premio quale miglior giocatore africano per l'anno in questione, divenendo il primo e finora unico congolese presente nell'albo d'oro.
 
 


Statistiche al momento prive di materiale conferma gli attribuiscono ben 40 gol segnati nel campionato del 1972, ad ulteriore conferma del momento di grazia e di come nel CARA sia il massimo riferimento realizzativo.
La foto di consegna del premio lo vede indossare l'uniforme dell'esercito, essendo Moukila un funzionario dell'Esercito Popolare Nazionale; a seguito di un colpo di stato del 1968 il Congo è infatti divenuta una Repubblica Popolare, con forti legami con l'Unione Sovietica, con figure quali Marien Ngouabi e Denis Sassou Nguesso fortemente protese al perseguimento di finalità socialiste.
Senza entrare nel dettaglio delle questioni politiche, anche nel contesto sportivo non esistono intoccabili, tant'è che anche a vere e proprie glorie nazionali può essere chiesto di interrompere o cessare la carriera per ragioni politiche militari.
A Moukila capita proprio questo quando nel 1975 gli viene ordinato di recarsi in Francia per un importante addestramento militare: a 25 anni il fortissimo ed ambitissimo giocatore congolese abbandona l'attività senza sapere se potrà in futuro riprenderla in qualsiasi contesto.
A dispetto delle circostanze strappa un contratto con la Strasburgo, potendo però scendere in campo solo 4 volte (con due reti) a causa dei gravanti impegni militari.


 
La sua prima esperienza europea dura l'arco di un'annata, permettendogli di fare ritorno nell'amato CARA, dove resterà per altri due anni.
La sua assenza non ha consentito al Congo di qualificarsi alla Coppa d'Africa del 1976, dopo che l'edizione di due anni prima era terminata con un piuttosto deludente quarto posto.
Nel 1978 i Diavoli Rossi (retaggio del dominio belga) si qualificano per la rassegna ospitata dal Ghana, ma ormai i fasti di sei anni prima sono passati e l'eliminazione al primo turno sancisce il termine di una generazione d'oro.
Moukila abbandona la nazionale ed il paese per andare a giocare in Francia, dove ben figura con la maglia dello Stade Français.
Esperienza e doti tecniche gli consentono di continuare nelle serie minori transalpine fino al 1983, giocando con CS Fontainebleau e USM Malakoff.
Nel frattempo trasmette passione e consigli ai figli Noel e Fraisnell, i quali avranno una dignitosa carriera da calciatori negli anni a venire.
Quello che sembra essere un tranquillo post carriera, nonostante qualche screzio con la federazione calcistica congolese, viene turbato dalla sua improvvisa morte nel maggio del1992 per una crisi malarica.
A Brazzaville il feretro viene salutato da un popolo in lacrime, con importanti riconoscimenti postumi accordategli da stato ed esercito.
Per chi avuto la possibilità di ammirarlo resta il ricordo di un giocatore leggendario, sui generis probabilmente per i canoni africani, in relazione ad una completezza tecnico/tattica ancora oggi difficile da reperire con facilità.




Il video sopra riportato reca il titolo più idoneo per ricordare un giocatore eccezionale: "Le souvenirs d'un joueur particulier"....




Giovanni Fasani

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