domenica 10 giugno 2018

PERDOMO E IL TERREMOTO

Dalle parti di Genova, sponda rossoblù, il nome di José Perdomo non evoca certo ricordi piacevoli, dal momento che l'esperienza italiana del lento e macchinoso centrocampista uruguaiano è durata solamente una stagione.
Arrivato insieme ai connazionali Carlos Aguilera e Ruben Paz nel 1989, l'ex Penarol ha da subito denotato limiti di dinamicità, finendo per rivelarsi un acquisto errato, guadagnandosi anche una storica ed irriverente battuta del grande Vujadin Boškov.
Dopo i successivi fallimenti con Coventry e Betis nel 1991 ritorna in Sudamerica per giocare in Argentina con il Gimnasia y Esgrima La Plata, dove, in una calcio dai ritmi diversi, le sue classiche qualità di Volante trovano più efficace applicazione.


La sua esperienza con El Lobo è però ancora oggi ricordata per un storico gol segnato il 5 aprile 1992 nel Clàsico Platense contro gli acerrimi rivali cittadini dell'Estudiantes, per giunta sul campo di quest'ultimo.
Con una magnifica punizione dai 35 metri Perdomo batte imparabilmente il portiere Marcelo Yorno, mandando i visibilio i supporter del Gimnasia presenti all'Estadio Jorge Luis Hirschi, al tempo casa dell'Estudiantes, demolito poi nel 2007.


 
Non è tanto la bellezza del gol a rendere leggendaria questa partita, quanto la veemente esultanza del pubblico che iniziando a saltare e gioire sulle tribune, in buona parte fatte di legno, causa vibrazioni registrate addirittura dal Dipartimento di sismologia dell'Università Nazionale di La Plata.
Nel continente degli apodos il gol viene ovviamente definito El gol del Terremoto, con Perdomo che vede improvvisamente cambiare il suo storico soprannome da Chueco ad appunto Terremoto.
Giornali e televisioni hanno immediatamente alimentato l'eco ed i dettagli dell'indiscrezione, fornendo dati più o meno tecnici davvero esagerati; ad esempio inizia a circolare la voce che si sarebbe trattato di un movimento tellurico con intensità del sesto grado della scala Richter!


Vista la potenziale portata del fenomeno una simile notizia è ben presto etichettata come bufala, anche alla luce delle dichiarazioni del capo del Dipartimento di La Plata, il quale segnala come gli aghi del sismografo si sarebbero sì mossi dopo il gol, ma senza la possibilità di misurarne l'intensità data la bassezza della stessa.
Inoltre la vicinanza dello stadio al dipartimento, circa 600 metri, ha inevitabilmente inciso sulla possibilità degli strumenti di avvertire il relativo movimento.
Quello che è certo è che vari testimoni hanno segnalato di aver avvertito le onde anche a due isolati di distanza dall'Estadio Hirschi, a conferma che pur non trattandosi di terremoto, l'impeto dell'avvenimento è tale da alimentare la leggenda calcistica.
Lo stesso Perdomo ha avvertito in campo come la reazione dei proprio tifosi si stata davvero esagerata:" Quando ho visto la palla entrare in porta, ho sentito che i tifosi stavano dando un urlo impressionante. Sono tutti saltati insieme. Ho guardato la tribuna e ho visto che stava scendendo. Mi viene ancora oggi la pelle d'oca.".
E pensare che quella punizione El Chueco non avrebbe dovuto nemmeno tirarla, dal momento che lo specialista designato sarebbe dovuto essere Carlos "El Vasco Odriozola, convinto dalla insistenza del compagno a lasciargli l'incombenza del tiro.
Tutto questo ha contribuito a rendere dalla marcatura storica per ogni tifoso del Lobo, anche perché, dettaglio non secondario, è valsa la vittoria per 0-1 sul campo degli storici rivali concittadini.
Probabilmente senza questo gol l'esperienza di Perdomo a La Plata sarebbe etichettabile come non trascendentale, dal momento che sono solamente 16 le presenze raccolte nell'unica stagione trascorsavi.
In una carriera arrivata alle battute conclusive, El Gol del Terremoto rende inscalfibile nella memoria del futbol sudamericano il nome del giocatore uruguaiano, ancora oggi invitato da giornalisti e da conduttori della televisione a ricordare quel magico momento ad ogni anniversario.





Tra leggenda e realtà, resta la grande soddisfazione di aver regalato una gioia immensa al pubblico del Gimnasia e l'insolita conseguenza di veder variato il proprio storico apodo...




Giovanni Fasani

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