domenica 17 giugno 2018

AVREBBE POTUTO ESSERE EL PARTIDO DEL SIGLO...

La semifinale del campionato del Mondo del 1970  tra Italia e Germania Ovest è di diritto entrata nella storia del calcio quale la "partita del secolo", riconosciuta anche dai messicani con la targa fuori dalla stadio Azteca recante:"Protagonistas En El Mundial del 1970 del PARTIDO DEL SIGLO".
Volente o nolente ogni generazione successiva è cresciuta con il mito di tale epica sfida, nel cuore degli italiani per la spettacolare sequenza di reti e, ma forse maggiormente, per la soddisfazione di aver battuto i tedeschi quando ancora i rancori della Seconda Guerra Mondiale erano ancora ben presenti.
Anche al di fuori della nostra penisola tale match ha da sempre avuto fascino, venendo, come detto, universalmente riconosciuto come epocale per qualità degli opponenti e spettacolarità regalata principalmente durante i tempi supplementari.
In pochi forse ricordano che tre giorni prima a León de los Aldama la Germania Ovest si rendeva protagonista di un altra appassionante sfida, ben presto dimenticata e mediaticamente offuscata dalla successiva semifinale.
Il 14 giugno 1970 Beckenbauer e compagni scendono in campo contro l'Inghilterra per guadagnarsi un posto in semifinale, in una potenziale quanto accattivante rivincita della finale di quattro anni prima. Anche in questo caso le emozioni non mancheranno....

                                                  (I capitani Bobby Moore e Uwe Seeler)
                                                           

Le due squadre arrivano all'impegno dopo due gironi di difficoltà ed andamento decisamente opposti:  la Germania ha dominato il proprio girone vincendo tutte e tre le gare contro Marocco (2-1), Bulgaria (5-2) e Perù (3-1), mentre l'Inghilterra è passata come seconda  alla spalle del Brasile, perdendovi per 1-0 e battendo con lo stesso punteggio Romania e Cecoslovacchia.
Anche la fase di preparazione è diversa per i due allenatori Helmut Schön e Alfred Ramsey, con il primo che ha l'imbarazzo della scelta ed un Gerd Müller in gran spolvero ed il secondo, che oltre alla difficoltà nel trovare il gol, deve a fare a meno di Gordon Banks, appiedato da guai intestinali.
Il portiere dello Stoke City si è reso protagonista contro il Brasile di quella che è ancora oggi ritenuta la parata più bella di sempre, un prodigio su di un colpo di testa di Pelè impressionante per reattività ed intuizione.
Al suo posto viene schierato Peter Bonetti del Chelsea, con Ramsey che opta per questa formazione iniziale: Bonetti - Newton, Moore, Labone, Cooper - Mullery - Lee, Ball, Charlton Peters - Hurst.
Il commissario tecnico della Germania Ovest scegli Libuda in luogo di Grabowski e risponde con la seguente formazioneMaier - Vogts, Hottges Schnellinger, Fichtel - Beckenbauer - Libuda ,Overath, Lohr - Seeler, Muller.






Contrariamente alle condizioni della vigilia l'Inghilterra parte meglio ed al 31° passa in vantaggio con un brillante inserimento del centrocampista Alan Mullery, abile ad anticipare la difesa tedesca.
Nel secondo tempo chi si aspetta la furiosa reazione della Germania rimane deluso dopo appena 4 minuti, quando ancora un inserimento, questa volta di Martin Peters, trova la rete, complice un Sepp Maier non esente da colpe.
E' a questo punto che sale in cattedra il Kaiser, Franz Beckenbauer: al 68° il giocatore del Bayern Monaco parte a testa bassa in un'azione personale che culmina con un tiro che beffa Bonetti, non esente da colpe nel frangente.
La rete galvanizza la squadra tedesca, con l'Inghilterra che avrebbe però l'opportunità di chiudere la partita, in una sorta di classica situazione Sliding Doors: Geoff Hurst è al solito bravo e coraggioso a mettere la testa in una convulsa situazione, anticipando tutti, ma mancando la porta per questioni di centimetri, con il pallone che lambisce il palo destro prima di terminare sul fondo.
Non infierire il colpo del KO ai tedeschi non è mai consigliabile, con la conseguenza che la squadra di Schön tenga fede alla propria nomea trovando al 68° il pareggio con un'intuizione di Seeler: il giocatore dell'Amburgo colpisce di nuca un pallone apparentemente innocuo pervenuto in area inglese, scavalcando con una beffarda parabola uno stranito Bonetti, sorpreso da una giocata imprevedibile.
Prima del termine del secondo tempo è ancora Beckenbauer a sfiorare il gol con un altrassolo di gran classe, terminato con un tiro che colpisce il palo esterno.
Al fischio finale dell'arbitro argentino Angel Coerezza le due squadre stremate si vedono costrette ai supplementari, un'autentica agonia fisica se si considera che la partita ha avuto inizio a mezzogiorno.
Pronti via e sono due dei grandi protagonisti della contesa a sfiorare il gol; prima il sempre temibile Hurst con un colpo di testa, poi un monumentale Beckenbauer con una conclusione che scheggia la traversa




Quando l'esito di una partita è incerto nessuno più di Gerd Müller è in grado, anche con una giocata sporca, di spostare l'esito della partita verso la propria parte.
Al 108° minuto, infatti,  Der Bomber si fionda sua una torre di testa di Hannes Löhr per battere imparabilmente Bonetti con una girata ravvicinata degna del suo copioso repertorio.
Con 12 minuti da giocare l'Inghilterra mette in campo tutto il carattere e le residue energie, in un clima rovente che sta letteralmente sfiancando i giocatori in campo.
Tra vari acciacchi, crampi e fiato corto ci sarebbe anche spazio per un rigore abbastanza netto ai danni di Colin Bell, non sanzionato dall'altrettanto stanco arbitro Coerezza.
Quando quest'ultimo fischia la fine la compagine tedesca gioisce per la personale rivincita contro l'Inghilterra, mentre pubblico e stampa si compiace per lo splendido spettacolo ammirato, quasi sicuri che difficilmente di possa fare di meglio.
Entrambi gli stati d'animo verranno affossati tre giorni dopo da quel fenomeno non solo calcistico che risponde al nome di Italia-Germania 4-3: la squadra tedesca paga fortemente la stanchezza non smaltita del quarto di finale, mentre tutto il mondo assisterà ad una seconda parte di partita indimenticabile.
A parere di chi scrive Germania-Inghilterra si lascia preferire per qualità costante della partita, soprattutto nei 90 minuti, al contrario tutto sommato soporiferi nella successiva semifinale.
Da italiano e non ancora nato nel 1970 non posso però non portare nel cuore una partita che ha davvero permesso a tutti di sentirsi fieri di esseri italiani, ampliando la sua mediatica importanza anche nel contesto sociale.
Conscio che fare paragoni tra partite sia anacronistico e formalmente artificioso, non posso che rammaricarmi per non aver assistito dal vivo a simili spettacoli calcistici, proprio per meglio assorbirne l'essenza e meglio comprendere gli occhi lucidi di chi Italia-Germania 4-3 l'ha vista davanti alla TV  il 17 giugno 1970.
Permettetemi almeno di includere anche Germania Ovest- Inghilterra del 1970 nel novero della partite che andrebbero sempre ricordate e talvolta anche riviste per apprezzare un calcio che non tornerà più.

 

Giovanni Fasani
 
 

 

 

 














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