martedì 12 aprile 2016

LONDON STADIUM TOUR: PICCOLO SOGNO DIVENUTO REALTA' (parte 2)

Giorno 3:

L'inizio del terzo giorno è tra i più traumatici: le gambe risentono delle lunghe camminate e lo stomaco difficilmente regge la cucina non certo di prim'ordine britannica. Ma non possiamo certo fermarci a metà.
Vicarage Road
Il primo appuntamento è fissato con Mr. Dave Messenger, un pezzo grosso dello staff del Watford, unico team ad aver accettato la nostra richiesta di fare una mini visita allo stadio.
Andare a Watford dal centro di Londra non è facile, occorre cambiare un paio di linee della metro, aspettare le coincidenze di un paio di treni e insomma, ci si perde almeno due ore. Arriviamo in anticipo e non può mancare il giro dello store dove io, accanito collezionista di sciarpe faccio incetta di gadget e facciamo anche la conoscenza di due tifosi della Fiorentina che giocherà la sera successiva con il Tottenham.
 
All'orario stabilito ci presentiamo all'ingresso principale e veniamo accolti con stupore da un magazziniere che, sbigottito dalla nostra presenza, ci porta comunque in un grosso ufficio dove sono presenti molti impiegati anche loro incuriositi da noi. Ai muri appesi vari attestati di partecipazione ai tornei e una Coppa di una recente amichevole giocata con l'Udinese, visto che le due squadre, assieme alla spagnola Granada, sono di proprietà dei Pozzo.

Ma ecco sbucare da una porta Mr. Messenger che, eccitatissimo, ci porta subito alla scoperta del Vicarage Road. I pompieri stanno facendo esercitazioni ma noi pare che abbiamo la priorità su tutto. Allora giro negli spogliatoi, nelle tribune e accanto al campo il tutto mentre Mr. Messenger ci spiega a memoria le partite di campionato e ricorda con nostalgia i tempi di Vialli e Gianfranco Zola.
La nostra giornata è ancora lunga e dobbiamo scappare. Salutiamo con calore il nostro nuovo amico Dave e usciamo da un portone proprio sotto la Sir Elton John Stand, la parte dedicata al cantante tifosissimo degli Hornets.
Dopo un'ora abbondante e pure un'abbondante pausa hamburger la nostra spedizione ci porta a Wembley. Se devo essere sincero mi aspettavo di più: mi ritrovo si dinnanzi a un mostro sacro ma per i miei gusti è troppo moderno, troppo spoglio. Il vecchio Wembley emanava storia solo a vederlo, del nuovo proprio poco mi è piaciuto, forse anche per via dell'aria polare che c'era...
Wembley e Loftus Road
Ci incamminiamo verso la metro dove già campeggiano i manifesti e le gigantografie della imminente finale di Capital One Cup e si capisce come il calcio sia la linfa vitale dei londinesi.
Decidiamo quindi di prendere la metro e cercare di fare un'impresa impossibile: entrare a Loftus Road, casa del Queens Park Rangers. Ci avevano parlato di personale alla reception poco disponibile ma noi, con le nostre facce di tolla abbiamo tentato l'impossibile. Ovviamente, nessuno dei tre addetti della reception ha avuto un minimo di compassione e con un secco no ci riaccompagnano alla porta. Nemmeno i ragazzi dello store accolgono la nostra supplica, anzi fanno pure finta di non capire. Il personale del QPR si è rivelato il più indisposto tra tutti. Peccato, scattare una una foto all'interno di Loftus Road mi sarebbe davvero piaciuto.
Tappa successiva un altro stadio che aspettavo da tanto di vedere... Craven Cottage! Per arrivarci bisogna fare almeno mezz'ora di cammino attraverso Bishop's Park, dove in un cespuglio trovo un vecchio biglietto di una partita. Subito messo in saccoccia, visto che colleziono anche vari cimeli calcistici...
Tutta la magia di Craven Cottage
Dove dovrebbe esserci lo stadio però mi ritrovo davanti solo porticine nere e muri con mattoni a vista. Ma hanno rubato Craven Cottage? No... semplicemente quello è l'esterno, una roba mai vista, un'opera d'arte! Anche qui, corrotto un ragazzo dello store, finalmente riusciamo a entrare... Sembra di essere in una corte di vecchi palazzi, si respira storia da ogni parte. Quando poi mi fanno notare che nelle tribune ci sono ancora alcuni seggiolini originali in legno di fine ottocento quasi mi commuovo. Quindi, dopo aver sostato in fronte alla statua di Johhy Haynes (quasi 600 presenze e 150 reti con i Cottagers) codispiacere dobbiamo lasciare Craven Cottage, giuro che ci sarei rimasto almeno un'alra mezza giornata... 
E così, dopo qualche acquisto allo store M&m's di Piccadilly Circus e una cena di dubbio gusto in un locale della Chinatown, il terzo giorno di tour è gia volato via.

Giorno 4
La sveglia arriva con una domanda: Cosa ci fa un motorino ribaltato sul marciapiede? La risposta nessuno la saprà mai, rimarrà insoluta nella notte di Londra appena passata...
Si parte subito di fretta, alla volta di Higbury. Nonostante lo stadio non ci sia più, una tappa nel residence che sorge al posto del vecchio impianto è più ch
Emirates e il vecchio Higbury
e doverosa; un attimo di raccoglimento al centro delle costruzioni dove è rimasta una porzione di vecchio prato e sembra di vedere Bergkamp sgroppare in mezzo al campo e di sentire i cori dei Gunners rimbombare tra i nuovi balconi. Asciugata la lacrimuccia facciamo pochi passi per vedere il ben più imponente Emirates. Una grossa gigantografia con i più forti calciatori della storia del club campeggia all'esterno ma, come nel caso di Wembley, mi suscita poca emozione.



Ben altra storia quando ci avviciniamo a White Hart Lane situato nel quartiere Totthenam e casa dell'omonima squadra. I lavori per il rinnovamento dell'impianto non impediscono di assaporare la storia che si cela su questo stadio. Costruito nel 1899 è sempre stato utilizzato dalla squadra. Al suo interno, in una grossa sala da pranzo sono esposti tutti i trofei vinti nella lunga storia e su un muro dedicato si può vedere la lista dei calciatori convocati  nelle rispettive nazionali quando militavano per gli Spurs.
White Hart Lane campo e sala stampa
Dopo aver fatto le foto di rito nella sala stampa arriviamo al campo. Si è giocata la sera prima la partita tra i padroni di casa e la Fiorentina, negli spogliatoi si sente ancora odore di umido; entro in quello ospite e trovo appeso a una porta, le indicazioni di un preparatore dei Viola da seguire dai giocatori, una cosa curiosa che mai mi era capitata di vedere. Accanto alle panchine ci sono ancora zolle di terra e gomme gia masticate da Harry Kane e compagnia. Sembra quasi di essere in campo con loro. Davvero bello. Ancora un paio di foto e si va verso la tappa finale.

 
The Old Spotted Dog Ground
Tappa finale che è un po l'emblema del nostro Tour. Si tratta di un piccolo campo da gioco, forse uno dei peggiori e mal tenuti di Londra. Quando abbiamo visto alcune foto ci siamo detti "o si va in quello o il nostro giro vale zero". Quindi eccoci in una zona brutta di Londra, tra case semi distrutte e abbandonate e automobili targate in arabo, a visitare The Old Spotted Dog Ground che, con estremo stupore, scopriamo essere la casa del Clapton FC addirittura dal 1888, da 128 anni e sinceramente li dimostra tutti. Qualche foto e via.
Io e Cigno riprendiamo il pullman per rientrare nella nostra zona senza parlare, ci guardiamo attorno pensando a quanto fatto. Scendiamo, ci fermiamo a bere una pinta, un po' per la stanchezza e un po' per altri pensieri parliamo poco. Usciamo dal pub, ci guardiamo in faccia e soddisfatti ci facciamo i complimenti a vicenda e ci abbracciamo da veri amici. Il nostro piccolo sogno è divenuto realtà, il London Stadium Tour è finito.
London, see you later... 

Simone "Montiz" Montagna 

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