sabato 9 aprile 2016

LONDON STADIUM TOUR: PICCOLO SOGNO DIVENUTO REALTA' (parte 1)

Era da un pezzo che mi ero promesso di farlo e finalmente, dopo non pochi intoppi, a fine febbraio di quest'anno sono riuscito a partire per questa splendida avventura. Con il mio fedele socio di viaggi Cigno, partiamo zainetto in spalla la mattina del 23 febbraio. 

Giorno 1:

Mile End Stadium
Dopo un tranquillo volo di poco meno di due ore, la prima cosa di cui ci rendiamo conto è il freddo a dir poco glaciale. Considerato il mio precario stato di salute post-influenza ero abbastanza preoccupato sulla riuscita del Tour. Ma ho subito capito che a Londra, con una pinta di London Pride, tutto passa.
Arriviamo in albergo verso sera e avrei avuto davvero voglia di rilassarmi un attimo. Ma non è così, perche nella nostra zona si trova il Mile End Stadium... vuoi non iniziare con quello? E allora via, camminata di un quarto d'ora in mezzo al parco e dopo vari incontri di studenti in divisa da college e scoiattoli... eccolo lì. Onestamente mi aspettvo di più dalla patria del calcio. Però a pensarci bene, un impianto che ospita le partite di Tower Hamlets e Sporting Bengal United (della Essex Senior League, nona serie) è fin troppo.




Festeggiamenti per il gol di Canas
Ritorno veloce verso l'albergo e pronti per una esperienza che aspettavamo da tempo. Una partita di calcio inglese dal vivo, quindi si parte verso Brentford, il Griffin Park ci attende!
Proprio quello che mi aspettavo. Stadio in mezzo al quartiere, visibile solo perchè i fari sono accesi, il vero stadio in stile British. La partita è di Championship, Brentford VS Wolverhampton, entrambe a metà classifica e con gli stessi punti. La speranza è di vedere un po' di spettacolo e anche magari un gol. Dopo 10 minuti abbastanza noiosi e una leggera supremazia Wolves il Brentford ingrana la quarta e segna l'1 a 0 nel primo tempo con  il bomber John Swift, nel secondo tempo fa 2 a 0 con l'esterno Sergi Canas ( che viene a esultare proprio sotto di noi, pazzesco!!) e definitivo 3 a 0 ancora con Swift. Platea in estasi e la mia sciarpa che svolazza come se fossi un vero hooligan. Davvero bello!
Dopo un Hot Dog e una pinta, la "underground" ci porta verso l'hotel e si conclude il nostro primo giorno di Tour.
 

Giorno 2
Dopo una classica  e abbondante "english breackfast" io e il mio socio Cigno ripartiamo veloci alla volta di Leyton, ci aspetta il Matchroom Stadium del Leyton Orient!
Panoramica del Matchroom Stadium
Ovviamente non in tutti gli impianti è permesso entrare e anche questa volta ci giochiamo la carta "compassione" visto che alla reception il ragazzo non è molto propenso a farci entrare. Quindi dopo esserci spacciati per "giornalisti" ci accompagna verso il campo. Facciamo anche amicizia e scopriamo, a nostra insaputa, che il proprietario del club è Francesco Becchetti, ma omettiamo dal raccontare al nostro nuovo amico tutte le disavventure finanziare di Becchetti... Dopo poco eccoci lì, proprio sul prato. Davanti a noi i circa 35 mila seggiolini rossi e l'enorme scritta "Leyton Orient" sulla copertura delle tribune. Missione compiuta, siamo entrati a Birsbane Road (vecchio nome) senza pagare un pound. Ringraziamo, salutiamo e via verso il prossimo. Non senza la classica pausa pinta.
Si riparte alla volta della prossima fermata della metro, fermata Upton... vi dice niente??
Vari scatti ad Upton Park
Raggiunto a piedi l'impianto, anche stavolta l'idea è quella di usare la compassione, ma ne alla reception principale, ne a quella dell'albergo costriuito accanto accettano le nostre supplice e quindi niente, Upton Park si può visitare solo al martedì. Quindi, con grande rammarico accettiamo l'idea che non riusciremo mai più a visitare questo splendido stadio visto che verrà demolito a fine stagione. Percorriamo ogni angolo attorno allo stadio per carpire e immortalare ogni singolo pezzo di storia: le due torri all' ingresso principale, un piccolo memoriale in cui si ricordano storici tifosi e il cancello principale di color amaranto, dove campeggia in bella vista un adesivo di Bobby Moore con sciarpe e fiori accanto. Da brividi, ma il brivido più forte sale pensando che fra pochi mesi Upton Park cesserà la sua esistenza.
Con un po di tristezza continua il nostro cammino per le strade di Londra, la prossima tappa è quella che aspettavo da tempo, si va al The Den, la casa del Millwall! 
Vari scatti al The Den

Al Millwall mi ci sono affezzionato anni fa giocando a un gioco manageriale su pc. Pian piano ho conosciuto la pazza storia di questa società, del suo vecchio e storico stadio, della sua malfamata zona (ora si è trasferita, ma L'isola dei Cani era zona portuale e vista male da molti nella Londra del primo 900) ma soprattutto della sua tifoseria, la sua firm, considerata di gran lunga la più cattiva del Regno Unito
Scendiamo dalla metro, dopo circa cento metri a piedi svolta a sinistra e mi si illuminano gli occhi. Dietro a un fatiscente arco in mattoni eccolo che sbuca da dietro, il The Den, La Tana.


In qualsiasi modo devo entrarci, quindi cerchiamo di corrompere sia gli addetti alla reception, sia quelli dello store. Sono proprio loro che, con la "modica" cifra di 5 Sterline, ci aprono le porte. Non credo ai miei occhi, passeggio per i corridoi, gli spogliatoi e le stanze riservate allo staff, fino a che sul fondo vedo un portone con raffigurato un leone e sopra la scritta "This is the Lions den". Mette paura effettivamente ma non ci penso due volte, apro e mi ritrovo sul campo, sulle panchine del The Den! Faccio mille foto, guardo ogni dettaglio,cerco di memorizzare il più possibile per ricordarmi al meglio questa esperienza. Ma purtorppo ogni favola deve finire e quindi sosta allo shop per acquistare ogni ben di Dio e via, verso la nuova tappa. Ah, restano comunque le 5 sterline spese meglio nella mia vita!
Nuova tappa che ci porta prima in zona Dulwich dove sorge Champion Hill, piccolo impianto del 1912, casa Dulwich Hamlet FC e del Fisher FC (era in zona, dovevamo passarci...) e poi a Floyd Road, dove è situato il The Valley, lo stadio del Charlton. Purtroppo il corpulento e maleducato custode dello stadio non ci permette di entrare e bisogna accontentarsi di fare un giro attorno,dove il colore rosso la fa da padrone e campeggia una statua di Sam Bartram, che con 623 presenze è venerato come un Dio.
La giornata è finita e  dopo una pinta e un gustoso fish&chips, si va a dormire stanchi, ma contenti e già carichi per il giorno seguente.
Il Tour continua...


Simone "Montiz" Montagna
 

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