venerdì 24 luglio 2015

ISTANTANEE DA LISBONA

Quanti di noi durante l'anno si vanno a fare il classico weekend lungo in giro per qualche città europea? Tanti, magari anche due/tre volte l'anno.
Ovviamente si va a conoscere una cultura diversa, a visitarne i monumenti, a cogliere l'essenza di ciò che ci offre il posto. La curiosità, almeno per quel che mi riguarda, è sempre tanta.
Personalmente poi ritengo che un qualsiasi appassionato di calcio non possa andarsene senza aver guardato almeno uno stadio, semplicemente da fuori o partecipando ad uno dei tour che vengono organizzati dalle società.
Tour che quasi sempre la fanno da padrone negli stadi di maggior blasone e capienza.
Sono stato recentemente a Lisbona, città bellissima che si affaccia sull'Oceano Atlantico; sono sufficienti un paio di giorni per visitarne le attrazioni principali, io me ne sono riservato uno in più (non si sa mai) visto che gli stadi che avevo in mente di visitare erano due, il Da Luz del Benifca e lo José Alvalade dello Sporting Lisbona, molto vicini l'uno all'altro.


Alla fine sono riuscito a vedere solamente il Da Luz che, a discapito di quanto si possa vedere in tv, non è così grande come sembra all'interno; l'esterno invece è davvero imponente, si nota praticamente lontano una manciata di chilometri e, dopo aver superato numerose uscite della tangenziale, gli si arriva proprio sotto, un po' nascosto da alcuni alberi, il che lo rende ancora più affascinante di quanto non parli già la storia.
Il primo pensiero che ho avuto è stato: "Qui l'anno scorso ci hanno fatto la finale di Champions League, con il Bernabeu, San Siro ed il Camp Nou è il quarto stadio che visito di una certa importanza". Insomma, la soddisfazione è parecchia.
Da subito noto un gran senso di appartenenza al club; dopo aver parcheggiato la macchina nel centro commerciale adiacente, attraverso una piccola strada che mi porta diretto in un piccolo tunnel dove campeggiano alcuni bellissimi murales.


Terminato il tunnel si arriva praticamente agli ingressi delle tribune più basse. La struttura è come detto imponente e, man mano che si gira, si arriva sotto una grossissima aquila, simbolo indiscusso del club da cui anche uno dei soprannomi: "Aguias".


Entrare senza partecipare al tour è praticamente impossibile. Tutte le entrate sono chiuse e solo a distanza si intravede il campo da gioco, fare una foto diventa impossibile ma non mi perdo d'animo nel tentativo di spiare qualcosina in più.
Trovo finalmente una porta aperta con una scala che sale, entro e mi dico "Vado finché qualcuno non mi dirà stop". Cosa che non avviene e con mio grande sollievo arrivo in un bar/ristorante il cui affaccio è diretto sulla porta che solitamente è alla destra dei teleschermi. Scatto qualche foto e ringrazio i baristi che mi hanno lasciato avvicinare alla vetrata.


A questo punto il mio viaggio a Lisbona è terminato ed è ora di riportare la macchina al noleggio per poi prendere il volo diretto a Milano.
Nello riscendere le scale noto una parete piena zeppa di foto dei campioni del Benfica tra cui Eusebio e Preud'Homme; decido però di mostrarvi quella di un giocatore dalla eterna fantasia e che ho ammirato sia come calciatore che come persona.


Qualche giorno prima del blitz al Da Luz ero andato a visitare uno dei monumenti principe di Lisbona, la Torre di Belem, situata nella parte sudovest di Lisbona a circa un quarto d'ora di taxi dal centro città.
Accanto ad essa si erge il Padrao dos Descobrimentos, dedicato ai marinai portoghesi che hanno partecipato alle varie navigazioni dei secoli scorsi.
Terminata la visita noto con grande piacere un sottopassaggio che mi porta esattamente dalla parte opposta della strada dove campeggia il Mosteiro dos Jeronimos coi suoi curatissimi giardini e dedicato a Vasco da Gama da Re Manuele I.
Appena dietro a questo bellissimo monastero un qualcosa attira la mia attenzione, non è altro che un faro, uno di quelli classici da stadio e che non posso non andare a vedere.
Consulto un attimo la cartina e noto con piacere che è il luogo dell'Estadio do Restelo, casa del Belenenses, società nata nel 1919.


Balza subito all'occhio come tutto sia diverso rispetto al più imponente Da Luz, ma noto sin da subito che l'appartenenza ai colori è davvero alta: foto del passato e stemma del club ad ogni immagine ed il tutto mi viene testimoniato da un ragazzo che si trova nei pressi dei cancelli: "Benfica e Sporting sono club più titolati e famosi, ma noi siamo comunque un club storico".
Chiedo a questa gentile persona se è possibile entrare per fare due foto, mi dice di seguirlo ma quando arriviamo davanti al cancello notiamo che c'è il lucchetto.
Con grosso dispiacere devo accontentarmi di una foto con tanto di cassonetto del vetro mentre mi congedo dal mio temporaneo accompagnatore.


Proprio nel momento in cui sto per andarmene compare uno dei giardinieri della società, gli chiedo se può aprirmi il cancello per un paio di veloci foto e mi accontenta subito.
Alla fine della piccola salita della foto sopra ero proprio convinto di trovarvi una piccola tribuna, ma con mia grande sorpresa e gioia mi ritrovo sin da subito adiacente al terreno di gioco.


Ringrazio il giardiniere con una stretta di mano e bello soddisfatto riprendo la via che mi porta a mangiare qualcosa dopo una mattinata di sole e vento.
Nel frattempo penso tra me e me che questi sono gli stadi più romantici che esistano; ben inteso, il Belenenses è pur sempre una squadra della massima divisione portoghese, ma sembra il classico luogo in miniatura che avrebbe un sacco di storie da raccontare, non al livello del Benfica, ma si percepisce un'aria di familiarità difficile da trovare nelle cattedrali mondiali.
Dopo essermi rifocillato decido di fare ancora due passi nella strada che porta poi verso il centro città; solite foto di rito al paesaggio circostante finché ad un certo punto mi ritrovo in un grazioso parco dove mi incuriosisce una scritta su una panchina, mi avvicino e mi accorgo che le sorprese legate al Belenenses non sono finite. E' il luogo dove il 23 settembre 1919 nacque la società bianco-blu; una piccola storia da raccontare nascosta su una panchina di un parco a centinaia di metri dallo stadio.


Una bellissima esperienza che ha sicuramente arricchito le mie conoscenze, Lisbona è davvero una città fantastica, con i suoi vicoletti, le sue piazze, i suoi panorami.
Un piccolo spazio nei miei ricordi ce l'avranno anche il Da Luz e soprattutto l'Estadio do Restelo.


Matteo Maggio

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