Il calcio francese non ha mai vissuto epoche d'oro come per gli altri principali campionati europei, dove, con le dovute pause, si è sempre assistito ad ascese continentali di una certa importanza.
Ad eccezione dell'Olympique Marsiglia nel 1992 (Coppa Campioni) e del Paris St. Germain nel 1996 (Coppa delle Coppe), il palmares dei trofei francesi in Europa è praticamente ridotto all'osso.
L'ultima stagione in cui le squadre d'oltralpe hanno conteso un trofeo, è stata quella del 2003/2004, dove il Monaco di Didier Deschamps cedette il passo al secondo trionfo continentale del Porto allenato da José Mourinho e dove l'Olympique Marsiglia guidato da Didier Drogba, fu sconfitto 2-0 dal Valencia di Rafael Benitez nella finale dell'Europa League.
Esattamente 37 anni fa un'altra squadra francese tentò di contendere l'allora Coppa UEFA al più forte PSV Eindhoven, stiamo parlando del Bastia, squadra da sempre poco avvezza ai palcoscenici del grande calcio.
Guardando la foto si nota subito lo stemma della squadra in enorme evidenza al centro della maglia, a testimoniare la grande appartenenza che lega il club alle proprie origini.
Se una squadra africana ad un mondiale gioca anche per il continente, il Bastia gioca per la Corsica.
Quella de I Leoni di Furiani è la miglior stagione della propria storia. Ma il cammino verso la finale della Coppa UEFA 1977/1978 nasce nel precedente campionato dove, classificatasi terza, la squadra di Pierre Cahuzac regala spettacolo e gol (ben 86) come mai si erano visti in Francia.
Al termine del campionato poi, arriva anche il superacquisto del presidente Paul Natali, Johnny Rep; arrivato in Corsica per sostituire Dragan Dzajic, uno dei due capocannonieri della squadra di ritorno alla Stella Rossa.
In un primo momento c'era scoramento tra i tifosi corsi che vedevano in Dzajic uno dei trascinatori della squadra, ma tutto si lenì non appena la forte ala destra olandese firmò il contratto con la squadra di Furiani.
Già Furiani, perché a dispetto del nome, il Bastia gioca le proprie partite nella piccola cittadina di circa 5.000 abitanti dove per altro è presente lo Stade Armand Cesari, il più grosso dell'isola corsa.
Con la fiducia della bella stagione appena passata e con la stessa identica squadra (ad eccezione di Dzajic e dell'altro bomber Jacques Zimako), può iniziare il cammino in Europa, non tra qualche scetticismo visto l'eccessivo offensivismo del modulo di Cahuzac.
In porta si alternano addirittura tre portieri: quelli che otterranno il maggior numero di presenze (6) sono Marc Weller e Pierrick Hiard.
Il primo prese il posto di Ognjen Petrovic, estremo difensore serbo che accusò una serie di problemi fisici, compresa un'operazione al piede che ne pregiudicò la carriera in seguito ad alcuni fastidi circolatori che lo portarono al ritiro ad appena 29 anni.
Hiard invece, era una giovane promessa e venne impiegato da Cahuzac dopo che Weller mostrò alcune lacune.
Weller era il classico portiere che andava su tutti i palloni, il che lo portò ad alternare parate da vero muro, a topiche da campetti di periferia.
La difesa verteva sull'esperienza di capitan Charles Orlanducci, tuttora recordman di presenze (circa 500) con la maglia del Bastia e vero idolo della tifoseria biancoblu.
Nato a Vescovato, una cittadina dell'Alta Corsica, era il classico difensore centrale rude ma sempre corretto; eccedeva in qualche tackle ma era sempre pronto a tendere la mano all'avversario menomato.
Insieme ad Orlanducci ed al centrocampista Papi, può vantare più di 5 stagioni in Corsica, André Burkhardt, cursore di fascia destra che dovette ben presto lasciare il posto a Paul Marchioni a causa di un infortunio al perone.
Sulla corsia sinistra Jean Louis Cazes, rude terzino che scelse il calcio al posto del rugby; acquistato dal St. Etienne, arrivò in Corsica da perfetto sconosciuto guadagnando pian piano il posto da titolare. Durante questa stagione si arrivò addirittura a parlare di un possibile impiego in nazionale in vista del Mondiale argentino.
A completare il reparto arretrato André Guesdon, difensore centrale proveniente dal Monaco; fu accolto inizialmente con scetticismo per via della partita della Coppa di Francia del 7 maggio 1974, dove una pesante rissa scoppiò prima del fischio finale che promosse i monegaschi alle semifinali. Ben presto tale evento fu dimenticato dai tifosi corsi che fecero di Guesdon un apprezzato centrale.
Il centrocampo a 3 prevedeva molta tecnica e corsa. A tal proposito l'impiego di Jean Francois Larios e Felix Lacuesta si rivelò particolarmente azzeccato.
Entrambi provenienti dal St. Etienne erano i pilastri della nazionale giovanile. Cahuzac dovette impiegarli obbligatoriamente a seguito dei continui problemi fisici di Jean Louis Desvignes (arrivato da semisconosciuto dalle divisioni minori francesi e fuori per quasi tutta la stagione a causa della rottura del menisco) e Georges Franceschetti (di ritorno al Bastia dopo l'amara esperienza con l'Olympique Marsiglia).
Sia Larios che Lacuesta avevano nelle corde un tiro molto potente ed una tecnica davvero utile nel meccanismo offensivo della squadra, senza trascurare la fase difensiva, anche per coprire le proiezioni offensive del vero fantasista della squadra, il cervello, quel Claude Papi chiuso in nazionale solamente per il fatto di essere capitato nel momento sbagliato al cospetto di Michel Platini.
Papi mise a segno 7 gol nella Coppa UEFA, guadagnandosi il pass per il mondiale argentino (unico dei corsi).
Eletto miglior giocatore corso della storia, spese l'intera carriera nel Bastia; una crisi cardiaca ne interruppe prematuramente la vita a 33 anni.
Il centrocampo a 3 prevedeva molta tecnica e corsa. A tal proposito l'impiego di Jean Francois Larios e Felix Lacuesta si rivelò particolarmente azzeccato.
Entrambi provenienti dal St. Etienne erano i pilastri della nazionale giovanile. Cahuzac dovette impiegarli obbligatoriamente a seguito dei continui problemi fisici di Jean Louis Desvignes (arrivato da semisconosciuto dalle divisioni minori francesi e fuori per quasi tutta la stagione a causa della rottura del menisco) e Georges Franceschetti (di ritorno al Bastia dopo l'amara esperienza con l'Olympique Marsiglia).
Sia Larios che Lacuesta avevano nelle corde un tiro molto potente ed una tecnica davvero utile nel meccanismo offensivo della squadra, senza trascurare la fase difensiva, anche per coprire le proiezioni offensive del vero fantasista della squadra, il cervello, quel Claude Papi chiuso in nazionale solamente per il fatto di essere capitato nel momento sbagliato al cospetto di Michel Platini.
Papi mise a segno 7 gol nella Coppa UEFA, guadagnandosi il pass per il mondiale argentino (unico dei corsi).
Eletto miglior giocatore corso della storia, spese l'intera carriera nel Bastia; una crisi cardiaca ne interruppe prematuramente la vita a 33 anni.
Il tridente d'attacco vedeva alternarsi vari interpreti, il tutto poggiava sull'ottimo fiuto del gol di Francois Felix (foto sotto). Protagonista assoluto del terzo posto dell'anno prima con 21 reti fu protagonista di un trasferimento al Racing Club Parigi prima ed al Nimes poi nel 1973, dando adito ad una protesta pubblica. Nei 2 anni trascorsi lontano dalla Corsica non trovò mai la giusta condizione e fece ritorno alla case base nel 1975.
Detto della partenza di Dzajic, qualche presenza la mise insieme Johnny Rep, il nome forte della rosa per via dei suoi trionfi con l'Ajax delle meraviglie.
Non ancora 18enne fece il suo esordio nella partita casalinga contro il Newcastle, Jean Marie de Zerbi, estrosa mezzala guizzante in grado di creare numerosi grattacapi alle retroguardie avversarie; prese il posto a seguito dell'infortunio di Yves Mariot che non riuscì mai ad imporsi per il peso di sostituire nel ruolo di mezzala sinistra Dzajic.
A chiudere il parco attaccanti colui che mise in discussione addirittura il ruolo di Felix, stiamo parlando di Abdelkrim Merry, meglio conosciuto come Krimau.
Fu notato dalla dirigenza del Bastia in un torneo giovanile 3 anni prima dove stregò tutti con la maglia numero 10 del Marocco; chiamato in causa nel momento del bisogno non fece mancare il suo apporto soprattutto nell'ottavo di finale contro il Torino.
L'avventura europea inizia nel migliore dei modi con il 3-2 casalingo allo Sporting Lisbona di Salif Keita; assoluto protagonista quel 14 settembre fu Felix che stese gli avversari con una tripletta. La squadra di Cahuzac, poi, bissò con un 1-2 in terra lusitana rimontando con Rep ed ancora una volta Felix, l'iniziale svantaggio.
Nella gara di andata dell'Armand Cesari vi fu anche un fatto curioso: i portoghesi, abituati a stadi più "internazionali", realizzarono solo in un secondo momento (non senza un pò di spavalderia) che il piccolo Cesari era anche il terreno di gioco della partita.
I sedicesimi oppongono i francesi al più temibile Newcastle che nella gara di andata del Cesari passa avanti grazie a Cannel. Nel momento del bisogno è Claude Papi a ribaltare il risultato realizzando una doppietta che rimanderà il discorso qualificazione al St. James Park.
Nella gara di ritorno Cahuzac deve far fronte a numerose assenze spostando addirittura Orlanducci a centrocampo e con il giovane de Zerbi a sostituire Mariot.
Proprio il 17enne soprannominato Cirinu e Rep (doppietta) saranno i mattatori della serata zittendo i 40.000 inglesi dopo appena 8 minuti di gioco. I'1-3 finale fa acquisire maggior consapevolezza nei propri mezzi alla piccola squadra corsa, rimasta concentrata per gli interi 90 minuti della bolgia inglese.
Sulla strada del Bastia a questo punto si presenta il forte Torino di Gigi Radice, reduce dallo scudetto di due stagioni prima.
Il confronto, almeno sulla carta, sembra impietoso, con i granata strafavoriti e guidati in attacco dalla coppia del gol Graziani-Pulici.
Proprio Pulici porterà avanti i suoi nel match di andata ancora una volta giocato a Furiani; ma senza scomporsi e mantenendo ordine tattico, il Bastia rimonta per la terza volta in tre gare interne grazie a Papi e Rep.
Il ritorno al Comunale si mette ben presto in discesa con Larios che fulmina Castellini con un bolide di destro da 25 metri; il Torino però è squadra che sa reagire e con Ciccio Graziani si porta sul 2-1 a cavallo tra primo e secondo tempo.
A risolvere la contesa l'uomo meno atteso: quel Krimau che Cahuzac ha dovuto mandare in campo per forza senza troppa convinzione. La doppietta del giocatore marocchino vale il 2-3 finale per la gioia dei numerosi tifosi arrivati dalla Corsica.
Il quarto di finale si rivelerà il turno più facile per i ragazzi di Cahuzac che nell'andata, tanto per cambiare giocata al Cesari, regola con un sonoro 7-2 i tedeschi dell'est del Carl Zeiss Jena mandando in rete anche il terzino Cazes ed il centrocampista Franceschetti, oltre alla doppietta di Felix.
Il ritorno in Germania diventa una pura formalità nonostante l'ambiente venga scaldato dai tifosi di casa per via di alcune questioni politiche. Il 4-2 finale per il Carl Zeiss permette comunque alla truppa corsa di accedere alle semifinali, traguardo totalmente insperato ad inizio stagione.
Il sorteggio per le due semifinali è da brividi: se il Bastia rappresenta la lieta novella del torneo, PSV Eindhoven e Barcellona sono le grandi favorite. Ma l'urna sorride ai francesi che si troveranno di fronte gli svizzeri del Grasshoppers.
Per la prima ed unica volta nella manifestazione, la gara di andata viene giocata fuori casa; in barba al delicato impegno, Cahuzac spedisce contemporaneamente in campo Rep, Felix, Mariot e Krimau. Proprio il giocatore marocchino porterà avanti i suoi alla metà del primo tempo, ma il Grasshoppers è squadra tosta e porta a casa la vittoria imponendosi 3-2.
Il ritorno due settimane più tardi è letteralmente da film: sotto una pioggia battente e con più spettatori della normale capienza, al Bastia serve un solo gol per raggiungere la storica finale.
Sin da subito è il Bastia a fare la partita e nonostante la più che buona organizzazione tattica svizzera, arrivano diverse occasioni che si infrangono sull'ottima vena del portiere Roger Berbig.
A risolvere la pratica non può che essere il giocatore di maggior talento, Claude Papi, che a 20 minuti dal termine realizza lo splendido gol che alleggerisce i 15.000 del Cesari. Il Bastia è in finale di Coppa UEFA.
A questo punto l'avversario della finale non può che essere una grande del calcio europeo. A spuntarla è il PSV Eindhoven che nella doppia sfida supera il Barcellona siglando un gol in più al Camp Nou.
Come da "tradizione" la gara di andata si disputa a Furiani non senza qualche timore di rinvio. Nei giorni precedenti la partita, un autentico nubifragio si è abbattuto sull'Alta Corsica rendendo il campo ai limiti dell'agibilità.
Con la consapevolezza di avere il match point in casa, gli olandesi lasciano il pallino del gioco al Bastia che attacca per tutta la partita senza però trovare la via della rete.
La gara di ritorno invece, si gioca sotto il sole cocente di Eindhoven. Gli olandesi, più tecnici, annientano con un sonoro 3-0 i corsi che per tutta la partita subiscono il gioco dei ragazzi di Rijvers. Segneranno Willy Van De Kerkhof, Gerrie Deykers e Willy Van der Kuijlen.
Il sogno finisce qui, la Coppa la vincono gli olandesi.
Quella 1977/1978 è la miglior stagione della storia del Bastia che chiuderà 5° in campionato. Una cavalcata davvero entusiasmante quella della formazione di Cahuzac che ha imposto il proprio gioco offensivo a tutte le latitudini.
Senza avere uno squadrone e con la stella di Johnny Rep, il Bastia ha scritto una pagina incaccellabile della storia del calcio.
Matteo Maggio
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