La Coppa Campioni viene spesso ricordata per i trionfi delle squadre che si sono susseguite nell'arco degli anni. Saltano subito alla mente i cicli dell'Ajax, del Milan, del Liverpool e di tante altre; ma il primo vero ciclo che la competizione ricordi è senza ombra di dubbio quello del Real Madrid, capace di vincere le prime 5 edizioni sbaragliando la concorrenza in lungo ed in largo, trascinata da campioni che hanno fatto la storia del calcio, come ad esempio Di Stefano o Puskas.
Nessuno però, si ricorda facilmente di chi ha provato a contendere la coppa alla forte squadra spagnola; ed è con l'articolo di oggi che vogliamo ricordare le prime 5 finaliste uscite sconfitte dalla manifestazione continentale.
1956 - REIMS
Niente a che vedere con l'attuale squadra che milita nella massima serie francese. Il trascinatore della squadra è Raymond Kopa, potente ala già nel mirino del Real Madrid per la stagione successiva. Sulla panchina siede Albert Batteux, autentico allenatore vincente in patria con ben 8 scudetti conquistati, 5 dei quali con la formazione biancorossa.
Il cammino dei francesi scorre via senza troppi problemi, la squadra di Batteux è trascinata dai gol di Léon Glovacki e René Bliard; nel primo turno sono sufficienti una doppietta di Glovacki per avere la meglio dell'Aarhus in terra danese; lo stesso attaccante nato a Libercourt replica al ritorno insieme a Bliard per il 2-2 finale.
Nei quarti il Reims segna addirittura 8 gol, 4 per partita, avendo la meglio sull'MTK Budapest non senza però qualche grattacapo; infatti, dopo la vittoria casalinga 4-2, arriva, nel ritorno, un pirotecnico 4-4 che qualifica comunque i francesi alle semifinali dove, senza subire gol ha la meglio due volte sugli scozzesi dell'Hibernian.
La finale del 13 giugno si incanala subito bene; dopo 10 minuti i biancorossi sono già avanti di due gol grazie a Michel Leblond e Jean Templin, ma lo strapotere madrileno pareggia nel giro di 20 minuti per merito di Di Stefano e Rial. A nulla serve il nuovo vantaggio francese di Hidalgo a mezz'ora dalla fine, la squadra ardennaise si deve arrendere a Marquitos ed ancora una volta a Rial.
1957 - FIORENTINA
Forte del primo scudetto vinto, la squadra allenata dal monumentale Fulvio Bernardini, si guadagna il diritto di partecipare alla seconda edizione della coppa dalle grandi orecchie.
La manifestazione non si apre nei migliori dei modi per la viola che viene fermata in casa 1-1 dagli svedesi del Norkopping salvo poi andare a strappare in terra vichinga un 1-0 che la qualifica ai quarti di finale. Vittoria che si deve al gol siglato da Giuseppe Virgili, il forte attaccante che ha siglato 55 gol in 100 partite con la squadra toscana.
Più agevole il quarto di finale dove la squadra italiana si sbarazza del Grasshoppers. Forte del 3-1 (doppietta di Romano Taccola, il classico "bomber di riserva") ottenuto all'andata, la viola pareggia 2-2 a Zurigo conquistando la semifinale da contendere alla Stella Rossa. E' sufficiente un gol di Maurilio Prini a Belgrado per arrivare alla finale del "Nuevo Chamartin", lo stadio del Real Madrid che proprio in quell'anno viene dedicato a Santiago Bernabeu.
Nonostante il fattore campo avverso, la Fiorentina disputa una gara tatticamente perfetta. Di Stefano, Gento, Kopa e Rial non riescono a sfondare il muro di Bernardini. Ci pensa allora l'arbitro olandese Horn a dare una mano agli spagnoli, concedendo, al minuto 69, un inesistente rigore trasformato poi da Di Stefano e 6 minuti più tardi è Gento a chiudere il discorso con un delizioso pallonetto.
1958 - MILAN
Un'altra squadra italiana arriva alla agognata finale. Questa volta è il Milan, forte della vittoria in campionato proprio sulla Fiorentina.
Il cammino dei rossoneri ha inizio con una sfida che per i deboli di cuore è altamente sconsigliata; forte del 4-1 ottenuto all'andata, il Rapid Vienna "pareggia" nel ritorno del Prater demolendo la squadra italiana con un 5-2 che sa di devastante. A quell'epoca non esisteva il gol segnato in trasferta ed era quindi necessario uno spareggio vinto poi dai rossoneri 4-2 grazie alla doppietta di Gastone Bean ed ai gol di Mario Bergamaschi e Juan Alberto Schiaffino.
Gli ottavi di finale sono certamente più tranquilli e vedono il Milan trionfare 4-1 ad Hampden Park contro un Glasgow Rangers non all'altezza della manifestazione. Protagonista della partita è Ernesto Grillo che realizza una doppietta; il ritorno di Milano vide ancora una vittoria rossonera per 2-0.
Il successivo turno oppone il Milan al Borussia Dortmund e nel match di andata in terra tedesca è un autogol di Bergamaschi a pareggiare il vantaggio di Carlo Galli; nel retour match un'altra valanga rossonera ha la meglio degli avversari. Il 4-1 finale porta le firme di Niels Liedholm, Ernesto Cucchiaroni, ancora Galli e Grillo.
In semifinale arriva la seconda sconfitta del torneo per opera del Manchester United che liquida la squadra di Giuseppe Viani con uno striminzito 2-1 totalmente spazzato via dal 4-0 del ritorno con uno Schiaffino in forma smagliante ed autore di una doppietta.
La finale si gioca il 28 maggio allo stadio Heysel di Bruxelles. Il Real Madrid fa come sempre paura aiutato dal fatto di aver segnato ben 22 gol in 6 partite.
La partita è incerta fino a mezz'ora dalla fine quando Schiaffino è furbo a sfruttare una mezza disattenzione dei blancos. 15 minuti più tardi è (manco a dirlo) Di Stefano ad impattare la partita; Grillo e Rial partecipano al 2-2 dei 90 minuti ma Gento al minuto 17 dei tempi supplementari trafigge i rossoneri portando a Madrid il terzo trofeo in tre anni.
1959 - REIMS
Per la seconda volta in 4 edizioni, lo Stade Reims approda alla finale della Coppa Campioni. Quella del 1959 è sicuramente una squadra diversa rispetto a quella del 1956, basti pensare all'esodo verso Madrid di Raymond Kopa. Sulla panchina, invece, siede sempre Batteux.
La squadra transalpina ha però nelle sue fila un certo Just Fontaine, terrificante bomber ed attuale detentore del record di maggior gol in un'edizione del Mondiale, ben 13. Fontaine sarà capocannoniere anche dell'edizione in questione della Coppa Campioni, infilando nelle porte avversarie 10 gol.
Il percorso del Reims è subito in discesa, nel turno preliminare viene falciato via il malcapitato Ards, squadra nordirlandese che partecipa alla manifestazione senza troppe pretese. In 2 gare, Fontaine realizza ben 6 gol, 4 dei quali nella gara di andata giocata nel paese anglossassone che vede la vittoria dei francesi per 4-1. Nel turno degli ottavi ad opporre una debolissima resistenza ci pensano i finlandesi dell'HPS Helsinki, demoliti con 7 gol tra andata e ritorno; qui Fontaine si contiene e lascia la scena a Jean Vincent (qualcuno se lo ricorderà sulla panchina del Camerun a Spagna 82), autentico mattatore nella gara casalinga con una tripletta.
Nei quarti di finale arriva la prima mazzata: lo Standard Liegi si impone 2-0 in Belgio spazzando via in un amen i sogni di gloria francesi. I belgi, però, non hanno fatto i conti con l'oste e nella gara di ritorno una doppietta di Fontaine ed un gol di Roger Piantoni (un altro che in maglia biancorossa ha segnato gol a grappoli) qualificano il Reims.
Nella gara di andata della semifinale arriva un altro ko, questa volta per opera degli svizzeri dello Young Boys che si impongono a Berna per 1-0. Ma gli svizzeri, al pari dei belgi, non riescono a mantenere il vantaggio e nel match di ritorno una doppietta di Vincent ed il gol del difensore Armand Penverne spediscono alla finale di Stoccarda i transalpini.
Il Real Madrid deve fare a meno di Puskas, il quale non ha ottenuto il visto dalla Germania per fare ingresso nel paese teutonico; inoltre lo strapotere di Fontaine non collabora a far dormire sonni tranquilli ai madrileni.
Dopo appena 2 minuti però, è Enrique Mateos ad aprire le danze seguito dal gol di Di Stefano che chiude la partita sul 2-0 al minuto 47. Da segnalare, tra il primo ed il secondo gol, il rigore parato da Dominique Colonna che nega a Mateos la doppietta personale.
1960 - EINTRACHT FRANCOFORTE
Dopo Francia ed Italia tocca alla Germania contendere la coppa al fortissimo Real. I tedeschi dell'Eintracht Francoforte accedono alla manifestazione per la prima volta dopo aver conquistato il primo ed unico titolo in patria.
La squadra allenata da Paul Osswald mette subito in chiaro le cose avendo la meglio prima sullo Young Boys e poi sugli austriaci del Wiener Neustadt, bravi a creare qualche grattacapo di troppo ai tedeschi ed uscendo dalla competizione per un solo gol di scarto.
A mettersi in luce sono sicuramente gli attaccanti Erwin Stein ed Erich Meier che realizzano insieme 7 gol totali aiutati dalla fortissima ala Richard Kress, autentico corridore in grado di garantire una sostanziosa presenza offensiva (in epoca moderna sarebbe un esterno d'attacco nel 4-3-3).
In semifinale una grandinata di gol si abbatte sui Rangers Glasgow; i tedeschi segnano 6 gol all'andata e, per non far torto a nessuno, 6 nel ritorno con il fantasista Alfred Pfaff che realizza due doppiette.
Ma come si suol dire "chi la fa, l'aspetti". Nella finale di Glasgow (ironia della sorte) davanti a circa 125.000 spettatori, il Real Madrid vendica la squadra scozzese rifilando all'Eintracht 7 gol, per quella che rimane, ad oggi, la finale con più gol (10). Apre le danze ancora Kress che dopo 18 minuti insacca nella porta di Dominguez; ma la furia di Puskas ed di Di Stefano si abbatte sui tedeschi a cavallo del primo e secondo tempo.
L'attaccante ungherese realizza un poker che lo rende capocannoniere della manifestazione con 12 gol, rendendo vana un'altra doppietta, quella di Stein.
Nella stagione successiva il Real Madrid termina il ciclo di 5 finali consecutive a seguito dell'eliminazione per opera del Barcellona.
Un tanto (giustamente e senza repliche) celebrato ciclo vincente è su tutti gli almanacchi di calcio; dove si trovano, però, anche le squadre che al Real hanno conteso senza successo la coppa dalle grandi orecchie.
Matteo Maggio
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