Dopo aver parlato di falso nueve, pichichi e triplete è arrivato il momento di arricchire il nostro vocabolario di spagnolo legato al calcio, per fare la "conoscenza" della parola remuntada, ossia l'impresa storica di ribaltare un risultato che sembra ormai compromesso.
La storia è piena di rimonte famose, possiamo citare il Maracanazo del 1950 o, in ambiti più recenti, la disfatta del Bayern Monaco contro il Manchester United nel 1999 o quella del Milan ad Istanbul per opera del Liverpool nel 2005. Entrambe, come ben sappiamo, decisive per l'assegnazione della Coppa Campioni.
Ci sono però tante sfide sicuramente meno conosciute ed oggi concentriamo la nostra attenzione su ciò che successe al Bosuilstadion di Anversa il 26 settembre 1989, quando, per il primo turno dell'allora Coppa UEFA, si trovano di fronte l'Anversa ed il Vitosha, squadra bulgara di Sofia.
All'andata la gara si risolse in un poco spettacolare 0-0 rimandando la qualificazione in terra belga.
La maggior parte degli appassionati di calcio non sapeva neanche dell'esistenza di questa partita, inserita in un primo turno farcito di squadre di ogni dove.
In campo non figurano grossi nomi, quelli più famosi o conosciuti sono gli attaccanti di casa Alex Czerniatinsky e Nico Claesen, mentre nella squadra bulgara possiamo citare Dimitar Popov, portiere classe 1970 ed il centrocampista Georgi Iordanov.
La sfida si sblocca subito prendendo la direzione di Sofia, grazie al difensore Georgi Slavchev. Al minuto 80 il punteggio è ancora 1-0 a favore della squadra balcanica ma Ralf Geilenkirchen, subentrato ad inizio ripresa, raddrizza il match.
Ma non è ancora sufficiente, alla squadra belga serve un altro gol per passare. Inevitabili gli attacchi alla porta di Popov che lasciano il naturale contropiede al Vitosha.
Prima Donkov e poi Mihtarski puniscono la formazione di casa tra l'87° e l'89°; la partita ormai è finita e per l'Anversa c'è l'amarezza dell'eliminazione dopo appena due gare.
Ma il calcio non ci ha abituato a partite sempre scontate, ed ecco che sale in cattedra Nico Claesen.
Al minuto 90 accorcia le distanze grazie ad un rasoterra dall'altezza del dischetto e 2 minuti più tardi insacca nuovamente sfruttando una corta respinta dell'estremo difensore bulgaro.
Non manca molto alla fine, giusto 2/3 minuti persi per un infortunio al belga Dekenne, con il pubblico che incita i propri beniamini quasi fosse l'ultima cosa da fare nella vita.
I bulgari sono ormai senza forze, il difensore Raphael Quaranta chiede un rigore che l'arbitro non concede e qualche istante dopo (minuto 96), insacca di testa lo storico gol del 4-3 che manda in delirio il Bosuilstadion regalando alla formazione biancorossa una storica qualificazione.
Per l'Anversa è stata una vera e propria liberazione e tale partita rappresenta solo l'apice di ciò che è stata capace di fare nell'arco di quella Coppa UEFA, un cammino interrotto solo nei quarti di finale dal Colonia.
Rimane, e rimarrà per sempre, una storica ed incredibile impresa.
Matteo Maggio
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