martedì 22 ottobre 2019

L'IMPRESA DI ALEXANDER FABIAN

Nel linguaggio calcistico tante volte forse si esagera parlando di imprese ed eroi, ponendo troppa enfasi su determinate prestazioni sportive o prove individuali.
Va però precisato come agli albori del calcio agonismo ed epicità di coniugano al meglio, attraverso gesta sul campo e fuori di autentico ardore e sprezzo della propria incolumità fisica e del pericolo.
Un episodio calzante in tal senso è avvenuto il 6 giugno del 1925 sul campo dell'Hakoah Vienna, squadra che da lì a poco avrebbe festeggiato il suo primo ed unico titolo nazionale.
L'impresa nell'impresa è compiuta dal talentuoso portiere Alexander Fabian, per una volta protagonista lontano dalla propria porta.




A due giornate dal termine del campionato la squadra espressione della "forza" (Hakoah) ebraica si trova ad ospitare il Wiener Sport-Club in una gara necessariamente da vincere.
Gli uomini di Arthur Baar si portano ben presto in vantaggio per 2-0 grazie alle reti di Jacob Wegner e Moses Häusler, mettendo teoricamente al sicuro l'importante successo; nel secondo tempo, però, gli ospiti hanno un'inaspettata reazione portando il risultato sul 2-2 ad un quarto d'ora dalla fine, grazie ad una doppietta di Otto Höss.
Come se non bastasse qualche minuto dopo il già citato Fabian si frattura il braccio in uno scontro con un avversario, non potendo ovviamente continuare nel ruolo di estremo difensore.
Incurante del dolore e delle possibili conseguenze decide di continuare a giocare come ala destra, scambiandosi di ruolo con un compagno, per non lasciare in dieci la propria squadra non essendo previste ancora le sostituzioni.
In una situazione di estrema difficoltà il coraggio viene clamorosamente premiato a 7 minuti dal termine, quando proprio il menomato estremo difensore si trova a decidere la partita: con un'azione personale il forte fantasista ungherese Erno Schwarz libera al tiro Fabian il quale limitato dal dolore e dalla conseguente scarsa coordinazione lascia comunque partire un tiro che sorprende il portiere avversario riportando in vantaggio l'Hakoah.
Il finale di gara vede la compagine di casa resistere ai tentativi di pareggio degli avversari, con il mitico Bela Guttmann che si erge quale leader caratteriale e tecnico dei proprio compagni; la vittoria finale rappresenta un passo fondamentale per la vittoria del campionato, nel quale primeggerà per 2 punti sull'Fk Austria del cannoniere Gustav Wieser.
Le scarne cronache del periodo parlano di una leggera deviazione di un difensore sulla conclusione di Fabian, ma ciò non toglie nulla alla prodezza del portiere magiaro, in campo con una rigida ed arrabattata fasciatura che di fatto gli blocca completamente l'arto lesionato.


Un particolare che sconfina davvero nella leggenda, nel contesto di una realtà sportiva che tante belle pagine ha scritto a livello internazionale, come la vittoria per 5-1 contro il West Ham del 1922 (primo club continentale a vincere contro un inglese) e come il tour completato in America, portando a conoscenza del neofita pubblico locale la bellezza del calcio danubiano.
Per il portiere Alexander Fabian l'episodio in questione rappresenta il lasciapassare per l'immortalità sportiva, nonostante le sua capacità tra i pali lo rendano uno dei portieri più forti della sua epoca.
Le persecuzioni alle quale gli ebrei saranno soggetti porteranno nel 1938 alla chiusura del club e alla sua uscita dal calcio ad alto livello, nonostante i vari tentativi di rifondazione e rilancio.
Nell'intricata e drammatica storia dell'Hakoah Vienna c'è spazio anche per lo storico gol di Fabian, del quale avrebbe gioito anche Franz Kafka, accanito tifoso della sqyadra viennese, scomparso 2 giorni prima della storica partita contro il Wiener Sport-Club.




Giovanni Fasani



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