venerdì 5 aprile 2019

PANENKA, IL RAPID VIENNA ED UNA COPPA SFUMATA

Il nome di Antonín Panenka viene immediatamente associato ad un parola, cucchiaio, in virtù del modo nel quale ha realizzato il rigore decisivo nella finale dell'Europeo del 1976.
Il forte centrocampista nativo di Praga è anche un uomo simbolo del Bohemians Praga, squadra con la quale ha giocato dal 1967 al 1981 e della quale è attualmente presidente, dopo il cambio di denominazione in Bohemians 1905.
"Toni", come viene amichevolmente chiamato, ha anche nobilitato la maglia del Rapid Vienna, con il quale ha giocato dal 1981 al 1985, regalando gol e grandi giocate e contribuendo alla vittoria di due campionati e tra coppe nazionali.


La sua esperienza con i Grün-Weißen è anche legata alla magnifica cavalcata nella Coppa della Coppe 194/1985, culminata con l'approdo in finale, poi persa contro il forte Everton di Howard Kendall.



Indipendentemente dallo sfortunato epilogo, la squadra a disposizione del tecnico Otto Barić è ancora oggi ricordata da molti a Vienna, probabilmente in quanto la più forte mai ammirata dal pubblico del Gerhard-Hanappi-Stadion.
Siamo in effetti di fronte ad un undici composta dal meglio del calcio austriaco del periodo e da giocatori stranieri in grado di fare la differenza anche a livello internazionale.



Tra i pali il titolare è l'esperto Herbert Feurer, dal 1976 a difesa dei pali del Rapid Vienna, dall'alto della grande sicurezza con il quale comanda la difesa e con la quale rende semplice ogni intervento.
Tuttavia un giovane Michael Konsel si sta rapidamente mettendo in mostra: considerato in assoluto uno dei migliori portieri mai prodotti dalla scuola austriaca, lo ricordiamo nella parte finale della carriera in Italia con le maglie di Roma e Venezia. Soprannominato la Pantera per la straordinaria agilità, è un punto di forza assoluto della squadra di Barić. Notevole per l'epoca in questione la sua tendenza a giocare "alto", in quella funzione di portiere-libero che diventerà da lì a poco un must per le difese a zona.
Come terzino destro troviamo un altro giovane e futuribile elemento, Leopold "Leo" Lainer, davvero ottimale nel combinare ottime doti difensive ano spiccato senso per il gol, concretizzato più volte in perentori quanto vincenti colpi di testa ed in ficcanti incursioni.
Suo alter ego sulla corsia di sinistra è Kurt Garger, esterno navigato e solido che conferisce fisicità e discreto dinamismo prevalentemente a copertura della zona di riferimento.
Al centro della difesa spicca la figura di Heribert Weber, trentenne dotato di grande senso tattico e di elevata esperienza internazionale, maturata anche in nazionale della quale fa parte dal 1976.





E' proprio la grande abilità nella lettura delle situazione a fare del difensore di Pöls il leader del pacchetto arretrato, dominando lo stesso grazie alla grande tenacia ed alla classe del quale dispone. Non disdegna neanche gli sganciamenti offensivi (notevole la sua media realizzativa), segnalandosi a livello continentale come uno dei difensori più completi.
Accanto a lui solitamente troviamo Karl Brauneder, elemento giovane e versatile da poco arrivato dal Wiener Sport Club, impiegabile anche come centrocampista in virtù della buona visione di gioco e dell'apprezzabile senso della posizione.
In alternativa il suo posto nel cuore della difesa può essere preso da Reinhard Kienast, jolly tattico a dir poco duttile, in grado di dare il suo contributo da centrale difensivo, da mediano ed addirittura da attaccante, anche grazie alla sua abilità nel gioco aereo favorita dai quasi 190 centimetri di altezza. Barić lo imposta prevalentemente come pilastro nella zona nevralgica del campo, nel quale Kienast giganteggia fisicamente, fungendo da solida diga.
Davanti a lui nell'ipotetico schema proposto troviamo una coppia di centrocampisti, tra i quali il citato Panenka, chiamato con la sua fantasia a nobilitare il gioco della squadra austriaca, nel quale trova anche con buona continuità la via della rete, anche grazie alla celebre abilità nella trasformazione dei calcio piazzati.
Completa il citato duo Petar Bručić ex giocatore della Dinamo che dispone di grande rapidità e facilità di inserimento tali da renderlo il classico elemento in grado di poter spaccare una partita. A dispetto del fisico minuto è un centrocampista  tutto campo, tignoso ed in possesso di quella tecnica comune a tutti giocatori di origine slava.
Non vanno dimenticati tra i centrocampisti a disposizione lo jugoslavo Peter Hrstic e Gerald Willfurth, considerabili molto più di riserve e costantemente proposti nell'undici titolari anche in virtù di una grande versatilità d'impiego.
Nel tridente indicato troviamo due giocatori a supporto della punta centrale, il primo dei quali è Zlatko "Cico" Kranjčar, talento croato giunto all'apice della carriera.




Gran realizzatore e componente con Snjezan "Snješko" Cerin e Stjepan Deverić del trio che nel 1982 ha riportato la Dinamo Zagabria a vincere la Prva Liga dopo 34 anni, rappresenta il fiore all'occhiello della campagna acquisti del Rapid dell'estate 1984. Con la nuova maglia ci mette davvero poco a diventare un idolo dei tifosi, grazie al gran numero di gol segnati (21 ufficiali nella prima stagione) ed un gran repertorio di gran giocate.
Il livello di eccellenza tecnica è confermato da Peter Pacult,altro nuovo acquisto prelevato dal Wiener SC ed anch'egli attaccante completo e tecnico, perfetto per il progetto di Barić .
Punta centrale di riferimento è il grande Hans Krankl per il quale davvero non sembrano necessarie presentazioni.



Per lui potrebbero infatti bastare le 392 reti segnate in 518 partite di campionato a sancirne universalmente il valore, al quale andrebbero sommate le 34 realizzazioni in nazionale, che ne fanno ad oggi il secondo miglior realizzatore dopo Tony Polster.
Attaccante conosciuto anche per la sua militanza nel Barcellona dal 1979 al 1981, è un'autentica sentenza nell'area di rigore, dove può trovare il gol in ogni modo. Dotato di un piede sinistro sensibile e potente, è il classico attaccante che anche a partire dei sedici metri può in qualsiasi momento trovare la via della rete.
L'avventura in Coppa delle Coppe inizia nei sedicesimi contro il Besiktas, regolato all'andata da un perentorio 4-1, con Panenka mattatore con un tripletta ottenuto con la specialità della casa, i calci da fermo: due rigori perfetti (il portiere resta fermo quasi aspettandosi il famoso cucchiaio) ed una magnifica punizione, quasi irreale per la traiettoria creata.





Nel ritorno in Turchia gli uomini di Barić resistono all'onda d'urto dell'İnönü Stadium pareggiando per 1-1, grazie ad il gol in apertura di Kranjčar. Il doppio risultato permette all'undici austriaco di accedere agli ottavi dove ad attenderlo c'è il Celtic.
La gara di andata viene giocata al Weststadion di Vienna e vede ancora il Rapid imporsi per 3-1, dopo una prima frazione terminata a reti bianche.
Apre le marcature Pacult con una bella azione personale e dopo il momentaneo pareggio di Brian McClair arrivano le reti di Lainer con un bel colpo di testa e di Krankl a tre minuti dalla fine.
Al ritorno i Grün-Weißen perderebbero al Celtic Park per 3-0, ma ottengono la ripetizione della partita in campo neutro, dopo che Rudi" Weinhofer viene colpito da una bottiglietta scagliata da un tifoso di casa. Non senza polemiche la partita di rigioca più di un mese dopo all'Old Trafford di Manchester, dove un gol ancora di Pacult apre le porte dei quarti di finale.
L'avversario è la Dinamo Dresda, la quale tra le mura amiche si impone con un autoritario 3-0, che sembra precludere ogni speranza di passaggio del turno al Rapid Vienna.
Ogni negativa previsione viene letteralmente smentita dal ritorno dove la rappresentativa della DDR viene spazzata via con un roboante 5-0, aperto da un gol del solito Pacult al 4° minuto, lesto a riprendere un rigore di Panenka calciato sul palo.
Al 17° è un colpo di testa di Lainer a determinare il raddoppio, 20 minuti prima che  ancora lo scatenato Pacult riequilibri l'esito della qualificazione al termine di una tambureggiante azione.
Nel secondo tempo, nel contesto di una partita più equilibrata di quello che dica il risultato, saranno un rigore calciato ancora da Panenka e un rasoterra da fuori area di Krankl a completare il trionfo del Rapid.




In semifinale ad attendere la compagine viennese c'è la Dinamo Mosca, formazione favorita da sorteggi tutto sommato abbordabili, ma tra le cui file figurano validi elementi quali Mikhail Chesnokov, il bomber Valery Gazzaev, Aleksandr Khapsalis, ed il giovane Vasili Karatayev.
Nell'andata giocata a Vienna proprio un rigore di quest'ultimo a portare in vantaggio la formazione moscovita, prima che nel secondo tempo Krankl e compagni ribaltino completamente il risultato in soli 4 minuti dopo che Panenka aveva calciato sul palo un rigore: al 68° è un esterno destro del sempre propositivo Lainer a pareggiare il conto, al 70° è Krankl a realizzare con una botta centrale un altro rigore decretato dal signor Christov ed infine al 72° è Hristic a trovare la porta tra una selva di gambe con una conclusione da fuori area.




Il ritorno a Mosca è subito facilitato da un gran gol di Panenka dopo quattro minuti, ottenuto con un gran sinistro di prima intenzione che va a terminare sotto la traversa.




Uno dei rari gol del difensore Boris Pozdnyakov è utile solo per le statistiche e per pareggiare l'esito dell'incontro, che proietta l'undici di Barić alla prestigiosa finale di Rotterdam da giocarsi contro il forte Everton.
Come già anticipato i Tofees si rivelano avversario più forte ed in momento di grazia, dominando la partita imponendosi per 3-1, con il gol di Krankl all'85° minuto che illude solo per un minuto il Rapid, prima che Kevin Sheedy metta fine definitivamente alle ostilità.
Superata la comprensibile delusione, resta la soddisfazione per una gran cavalcata, condita da prestazione casalinghe superbe, impreziosite dal tocco sapiente di Antonín Panenka, capocannoniere del torneo con 5 reti.
Oltre al celebre cucchiaio nella sua carriera c'è veramente molto di più....


Giovanni Fasani

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