mercoledì 24 ottobre 2018

QUANDO IL GIOCO SI FA DURO BOBBY CHARLTON INIZIA A GIOCARE

Sul leggendario Sir Bobby Charlton si è detto e scritto un po' di tutto, mitizzando giustamente la sua figura dopo essere scampato alla morte nella tragedia di Monaco di Baviera ed aver successivamente condotto Manchester United ed Inghilterra ai primi indimenticabili successi.
In merito al successo della nazionale dei Tre Leoni nel Mondiale casalingo spicca la contestata finale contro la Germania Ovest, con il gol di Geoff Hurst convalidato inopinatamente dall'arbitro svizzero Gottfried Dienst  dopo un confronto linguisticamente molto complicato con il guardalinee sovietico (azero di origine) Tofik Bakhramov.
Il volume di polemiche generato dalla compagine tedesca, il frastuono della soddisfazione inglese (Football Has Come Home) e la tripletta del suddetto Hurst hanno in parte messo in secondo piano come l'Inghilterra abbia ottenuto l'accesso alla finale: dopo una combattuta semifinale contro il Portogallo, decisa da una doppietta proprio di Bobby Charlton.


Alla vigilia della partita il commissario tecnico Alf Ramsey ostenta la classica sicurezza, pur sapendo di aver di fronte la vera rivelazione del torneo, trascinata a suon di sgroppate e di gol da Eusepio.

L'asso del Benfica è apparso letteralmente immarcabile, facendo la differenza in tutte le partite precedenti, compresa la quella vinta per 5-3 contro la Corea del Nord, altra sorpresa della rassegna, nella quale ha messo a segno ben quattro reti.
A completare il quadro tattico vi è la presenza di altri campioni del Benfica, quali Mario Coluna, António Simões, José Augusto de Almeida e José Torres, in un tentativo riuscito di replicare le meraviglie mostrate nella squadra di club.
L'Inghilterra si trova invece ad un passo dalla finale senza aver incantato più di tanto, superando il girone iniziale dopo il pareggio all'esordio per 0-0 contro il coriaceo Uruguay e le due vittorie per 2-0 contro Messico e Francia.
Ad aver scatenato polemiche e qualche perplessità è stata la partita dei quarti di finale contro l'Argentina, decisa da un gol di Hurst e nota nell'ambiente Albiceleste come El Roblo del siglo: al 35°minuto l'arbitro tedesco Rudolf Kreitlein espelle per presunte proteste il capitano argentino Antonio Rattin (vedi nostro precedente articolo), tollerando secondo l'allenatore Juan Carlos "Toto" Lorenzo il gioco duro ed intimidatorio degli inglesi.
Sulla carta le squadre si presentano in campo il 26 luglio con stadi d'animo diversi, ma a risolvere la questione ci pensa appunto il fuoriclasse del Manchester United, in quella che è probabilmente la sua miglior partita in nazionale.




Nel contesto di una partita bellissima e giocata a viso aperto, Charlton sembra essere ovunque, giocando letteralmente a tutto campo e dando prova della sua strepitosa abilità nel muoversi senza palla e nell'inserirsi in area di rigore.
Lo schema, che lo vede potenziale trequartista con James Alan Ball e Martin Peters ai lati, con Geoff Hurst e Roger Hunt di punta, genera ai suoi frutti al 30° minuto: dopo un'iniziativa di Hunt respinta da portiere Costa Pereira, il numero 9 inglese colpisce di prima intenzione dal limite dell'area portando in vantaggio i padroni di casa.
Per tutto il primo tempo la difesa portoghese non riesce a leggere i suoi movimenti, nell'incertezza se debba essere controllato da un difensore in uscita o da un centrocampista in ripiegamento; Charlton dal canto suo si muove con disinvoltura, impegnando più di una volta l'estremo difensore avversario.
Il raddoppio avviene ad 8 minuti dalla fine e viene ottenuto con una vera e propria azione da manuale, generata da un spunto di Hurst che va a servire il capitano del Manchester United, il quale, leggendo al meglio la situazione offensiva, batte di prima intenzione Costa Pereira.
Anche il fratello Jackie, perfetto per tutto il torneo, vuole lasciare il suo marchio sulla partita, ma lo fa nel modo sbagliato, fermando prima che entri in rete un pallonetto di Simões, causando l'inevitabile calcio di rigore trasformato con freddezza da Eusebio.
Il fischio finale dell'arbitro francese Pierre Schwinte viene accolto con entusiasmo dal pubblico di Wembley, conscio di aver assistito ad un gran match e ad una vera dimostrazione di arte calcistica da parte di uno dei giocatori più forti di sempre.


Un perfetto esempio di quando classe e tecnica incontrano un'intelligenza calcistica con ben pochi eguali, messa la servizio della squadra e mostrata nel contesto più importante.






Giovanni Fasani
 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.