mercoledì 25 aprile 2018

ATTENTI ALLE AQUILE DEL SUD

Una delle migliori realtà di provincia del calcio italiano degli anni '70 e '80 è sicuramente il Catanzaro, fiero rappresentante della Calabria, terra fino al 1971 mai rappresentata in serie A.
Grazie agli investimenti ed alla competenza del compianto presidente Nicola Ceravolo, la squadra giallorossa si rende protagonista di varie promozioni e retrocessioni, finendo però per trovare una buona stabilità all'inizio degli anni'80.
La stagione 1980/1981, conclusa con un ottimo ottavo posto, lascia però in eredità un pesante quanto clamorosa decisione di mercato, vale a dire la cessione  dell'idolo assoluto della tifoseria, Massimo Palanca.
Il baffuto e tecnico attaccante, famoso per i suoi gol direttamente da calcio d'angolo, cede alle lusinghe del Napoli, dopo i 13 gol segnati in campionato e le tante magie offerte al pubblico dello Stadio Comunale.
Quest'ultimo sprofonda nella sconforto alla notizia della cessione del proprio Imperatore, non facendo i conti con l'oculatezza e le risorse del presidente del periodo, Adriano Merlo e dell'ottimo direttore sportivo Spartaco Landini.
La coppia di dirigenti compie scelte perfette in fase di calcio mercato, monetizzando al meglio i soldi in entrata, gettando le basi per quella che sarà la miglior stagione della storia del Catanzaro in serie A.




Il primo passo è la scelta di Bruno Pace come allenatore, grazie alla promozione da lui ottenuta con il Modena in serie C1 nella stagione precedente.
L'ex giocatore del Bologna ha iniziato la carriera in panchina dal1978 e non sono in pochi quelli a nutrire dubbi sulla sua idoneità ad un realtà complessa come la serie A.
Il tecnico di Pescara smentisce però i diffidenti, preparando ed implementando una squadra solida e pragmatica, molto equilibrata tatticamente, ma al tempo stesso, spettacolare per ritmo e qualità della proposta di gioco fornita.
Lo schieramento base è un 4-4-2 con l'immancabile presenza del libero a fungere come ultimo baluardo prima del portiere e come riferimento primo per la costruzione del gioco.
Lo schema seguente rappresenta un'indicazione della relative posizioni in campo, da valutare nell'ambito della grande intercambiabilità tra giocatori e della presenza di preziose alternative in alcuni ruoli.



Tra i pali viene confermato Alessandro Zaninelli, giovane portiere dalle indubbie qualità tecniche che già la stagione precedente aveva sorpreso per capacità e sicurezza.
A tal proposito si conferma un ottimo prospetto, dando ragione alla Roma che nel 1979 lo aveva messo sotto contratto, salvo poi darlo in prestito al Parma.
La fase difensiva verte sulla presenza di due marcatori fissi sulle punte avversarie: come esterno destro la preferenza va a Giuseppe Sabadini, mentre come centrale, il classico Stopper, vengono impiegati alternativamente sul rapido Franco Peccenini o sull'esperto Claudio Ranieri, impiegabile con profitto anche come terzino.


Il giocatore romano, capitano della squadra, dimostra anche da calciatore quella visione tattica e quel carisma che ne faranno un valido ed apprezzato allenatore ai giorni nostri.
Nel ruolo di esterno sinistro Andrea Salvadori, giovanissimo ma al tempo stesso altamente affidabile. In varie occasioni il suo posto viene preso da Costanzo Celestini, elemento dalla corsa infinita e dalla grande duttilità, in grado di essere una preziosa alternativa anche per il centrocampo.
A coordinare tutto il reparto ci pensa l'esperto Sergio Santarini, il quale dopo le ottime stagioni trascorse con la Roma e con l'Inter, nell'estate del 1981 a trentaquattro anni si trasferisce in Calabria ancora nel pieno della sua eccellenza fisica.
Proprio il suo senso della posizione e la sua capacità d'impostare l'azione posso essere considerati veri punti di forza del Catanzaro.
A dare ritmo ed a recuperare palloni ci pensa la coppia di mediani formata da Piero Braglia ed Antonio Sabato, la quale appare perfettamente organizzata a fungere da "motore della squadra".
Braglia mette sul campo tutta la sua esperienza ed un indomito carattere, mentre Sabato, aggiunge un'ottima capacità di inserimento, che gli permetterà di segnare ben quattro reti in campionato ed una in Coppa Italia.
A conferire tanta qualità ci pensa anche l'elemento indicato nello schema come esterno altro di sinistra, in quanto in fase di non possesso non è raro vederlo accentrarsi a rimpinguare la sezione mediana.
Sia Giorgio Boscolo che Marino Palese son perfetti in tale ruolo, potendo anche all'occorrenza proporsi come centrocampisti centrali, a conferma della già citata intercambiabilità degli elementi.
Nel mercato estivo l'acquisto di Palese va appunto a completare in tale zona di campo,
La posizione di ala destra è ricoperta da un giocatore tecnica e dal dribbling efficacissimo, il ventenne Massimo Mauro, già dal 1979 sul taccuino di molti osservatori nostrani.

 
Catanzarese doc, il numero sette giallorosso è un autentica spina nel fianco nelle giornate di grazia, mettendosi in mostra come la principale via di sfogo della manovra della squadra.
Le sua qualità gli permetteranno di avere in futuro fortunate esperienze con Udinese, Juventus e Napoli, potendo vantare di essere stato compagno di squadra di Zico, Platini e Maradona.
Curiosamente viene indicato come Mauro II per la presenza del fratello maggiore Gregorio Mauro, trasferitosi al termine del 1981 al Rende.
Come anticipato il reparto offensivo rimane orfano di Palanca, ma il direttore sportivo Landini mette in atto un ottima strategia per sopperire all'importante cessione.
Innanzitutto conferma Carlo Borghi al centro dell'attacco, in virtù della sua grande dote di porsi come ottimo punto di riferimento. Non siamo infatti di fronte ad un implacabile cannoniere, ma ad una punta versatile ed intelligente, perfetta per favorire l'evoluzione del gioco: si potrebbe parlare del classico "centravanti tattico".
Importanti per la squadra sono sì i suoi movimenti, ma anche i gol, 8 in totale, dei quali ben 4 realizzati in Coppa Italia.
La mossa vincente in fase di campagna acquisti si rivela il friulano Edi Bivi, scovato dalla dirigenza giallorossa addirittura in C2, precisamente nella Mestrina.

 
Nonostante il salto di categoria il rapido attaccante si adatta alla grande alla serie A, mettendo a segno 12 reti in 28 partite, frutto di un grande fiuto del gol, di un sinistro preciso e di una serafica calma. Nella cavalcata in Coppa Italia Bivi mette a segno altre 7 reti, dimostrando di valere tutti gli apprezzamenti ricevuti da addetti ai lavori e critica.
A dispetto delle aspettative non riuscirà a confermarsi pienamente ad alti livelli, ma si imporrà nel ruolo talvolta sottovalutato di "bomber di provincia".
Completa il reparto il rumeno  Viorel Năstase, attaccante dalle ottime doti realizzative, così come amante della bella vita e degli eccessi fuori dal campo.Personaggio sui generis, famoso per sua clamorosa fuga dal regime comunista rumeno durante una trasferta dalla Steaua Bucarest in Svizzera, Năstase non giustifica in campo i 400 milioni versati al Monaco1860, finendo sulle cronache solo per le "prodezze" in discoteca e con un alcolico in mano.
Il campionato viene concluso al settimo posto, ottenuto anche grazie ad alcune indimenticabili vittorie contro squadre storiche del panorama di Serie A.
I ragazzi di Pace alla settima giornata strapazzano un Milan in grande difficoltà per 3-0, grazie alle reti di Bivi, Borghi e Mauro.

 


La soddisfazione viene raddoppiata dal successo ottenuto anche a San Siro nel ritorno, dove un'altra rete di Bivi manda in festa il tifo catanzarese e getta ancora di più la squadra rossonera, destinata alla serie B.



Due gol segnati dalla coppia Borghi/Bivi vale il successo sul campo del Torino all'undicesima giornata, seppur la compagine granata non sia più l'eccelsa quadra di fine anni'70.



In tutto il Catanzaro ottiene 9 vittorie e 10 pareggi, frutto prevalentemente di una squadra tatticamente accorta, in grado di capitalizzare al meglio le 25 reti messe a segno.
Entusiasmante il cammino in Coppa Italia, dove i quarti di finale vengono raggiunti dopo aver battuto Catania (4-0), Cesena (3-1) ed aver pareggiato a reti bianche contro Palermo e Pistoiese.
L'avversario ai quarti è il Napoli dell'ex Palanca che si impone nel match d'andata a Catanzaro per 1-0, grazie al gol di Claudio Pellegrini.
Sapendo di aver poco da perdere e sicuri dei propri mezzi, le Aquile del Sud espugnano il San Paolo per 2-1, con le reti di Năstase e del libero Santarini.


In semifinale l'avversario da affrontare è l'Inter di Eugenio Bersellini, con partita di andata da giocare a San Siro: nonostante il gol di Borghi nel primo tempo, le reti di Bergomi ed Altobelli ribaltano il risultato, lasciando però ancora aperta la qualificazione per la partita di ritorno.
Il pubblico del Comunale di Catanzaro vive un match dalla mille emozioni, con le reti dei soliti Bivi e Borghi, intervallate da un rigore di Beccalossi, che aprono le porte dei tempi supplementari.
Al 97° "Spillo" Altobelli pareggia il conto, ma non spegne la forza dei giallorossi, in gol nuovamente al 107° con il giovanissimo difensore Armando Cascione; il tifo giallorosso spinge i propri beniamini all'assalto negli ultimi 7 minuti, ma la difesa interista regge, guadagnandosi la qualificazione alla finale, vinta poi contro il Torino.
La soddisfazione per una grandissima stagione è ancora oggi nella mente di tutti a Catanzaro, in un momento nel quale la squadra locale fatica a riappropriarsi dei nobili palcoscenici.
Per ogni amante del calcio la squadra di Bruno Pace (recentemente scomparso), rimane un fulgido esempio ottimale di calcio di provincia, impreziosito dall'oculatezza della gestione, dal coraggio di lanciare giovani promesse e dal saper far fruttare il lavoro tattico/fisico svolto in settimana.
Bei tempi, quanto nostalgia per le Aquile del Sud.....






Giovanni Fasani

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