mercoledì 29 novembre 2017

TU QUOQUE ROBERTO, FILI MI!

Il classico "gol dell'ex" è il massimo smacco che una tifoseria possa subire, in particolar modo quando a segnarlo è una bandiera del club o, quantomeno, un idolo assoluto della stessa.
La storia del calcio è colma di calciatori che, insensibili ad ogni precedente appartenenza, decidono di dare un doppio dolore agli ex tifosi, pugnalandoli emotivamente con la beffa di un gol.
Ai nostri giorni si è sviluppata la tendenza a non esultare, cercando così di esprimere una certo rispetto per la vecchia maglia, quasi a comunicare di non provare gioia nella realizzazione, ma di aver segnato solo per obblighi professionali.
I pro e i contro di tale atteggiamento sono stati più volti discussi, considerando che precedentemente non vi era tale "rispettosa" tendenza ed il gol veniva festeggiato come tutti gli altri.
Un esempio lampante è rappresentato da un pesantissimo gol dell'ex, realizzato da Roberto Pruzzo il 30 giugno 1989 contro la SUA Roma, determinante addirittura per risolvere uno spareggio.

Nell'estate dell'anno si era materializzato infatti l'addio dell' O Rei di Crocefieschi alla maglia giallorossa, attraverso il suo passaggio alla Fiorentina.

La dirigenza viola voleva in tal senso assicurarsi le prestazioni di un attaccante esperto a dispetto dei 33 anni e dello scarso utilizzo avuto dal centravanti nella stagione precedente.


Anche a Firenze gli spazi sono però risicati, essendo in rampa di lancio la giovane coppia offensiva composta da Roberto Baggio e Stefano Borgonovo.

La stagione della squadra viola prosegue ad intermittenza, tra prestigiose vittorie, come quella contro l'Inter per 4-3 e sonore sconfitte, a conferma di una scarsa continuità di rendimento.
Nonostante l'allenatore Sven-Göran Eriksson conosca perfettamente Pruzzo, avendolo allenato alla Roma, gli concede pochi scampoli di partita, concretizzati in appena 13 presenze in campionato.
Viene da chiedersi se il vecchio Bomber non si sia pentito del trasferimento in Toscana, anche alla luce di un settimo posto finale che differisce parecchio dagli obiettivi della vigilia e dalla potenzialità della giovane squadra.
La posizione in classifica impone uno spareggio con la Roma appaiata con gli stessi punti, per decidere l'ultima qualificata italiana per la successiva Coppa Uefa.
La squadra capitolina paga una stagione travagliata, segnata da un esonero ed un successivo ritorno di Nils Liedholm e da una fallimentare campagna acquisti incentrata sui deludenti brasiliani Andrade e Renato Portaluppi.
Sul campo neutro di Perugia le due squadre si incontrano per salvare la stagione, giocandosi l'accesso all'Europa, obiettivo all'inizio della stagione.
Per Pruzzo, che nel frattempo ha deciso di smettere con il calcio giocato, non ci può essere più toccante conclusione di carriera che quella di affrontare proprio la Roma.
L'emozione cresce ancora di più quando apprende di giocare la gara da titolare a causa dell'indisponibilità di Borgonovo.
In campo però la tensione ed i ricordi spariscono, lasciando posto solamente al solito opportunismo da grande attaccante, che trova conferma all'11°minuto: su un traversone di Baggio il portiere Tancredi esce leggermente fuori tempo consentendo a Pruzzo, sagacemente appostato sul secondo palo, di mettere in rete.


Il gol, unico dell'incontro, regala la qualificazione europea alla Fiorentina, al termine di una gara molto tesa culminata con l'espulsione del capitano romanista Giuseppe Giannini.
Pruzzo saluta il calcio giocato segnando la sua sola rete ufficiale in maglia viola, regalando una bella soddisfazione ai tifosi fiorentini.
Appena vede la palla in rete l'attaccante ligure inizia una lunga corsa a braccia alzate culminata in un abbraccio collettivo con i compagni, il tutto nei pressi del settore destinato ai tifosi giallorossi, ai quali non sembra riservare attenzione.
La sua soddisfazione viene confermata anche nelle interviste del dopo partita, quando, dopo le solite affermazioni di rito, definirà il gol:"Da orgasmo, perché la mia carriera stava finendo e io volevo dimostrare che ancora valevo qualcosa. Forse era scritto nel destino, come il primo che feci in A, anche quello alla Roma".
Una sorta di rivincita per quei dirigenti che ne hanno favorito il trasferimento ed una personale chiusura di un ciclo, iniziato e finito con un gol alla squadra giallorossa.
Sembra però che i tifosi della Lupa abbiano perdonato il loro leggendario numero 9 per questo pesante gol, avendo ancora nella mente le tante realizzazioni (106) e lo scudetto del 1983, del quale Pruzzo è stato grandissimo protagonista.
Da parte sua il Bomber rivendica un bellissimo legame con la curva Sud, divenuto indissolubile dopo un gol alla Juve nel 1986, perché: "corsi sotto la Sud e mi tolsi la maglia per darla idealmente ai miei tifosi: fui il primo a farlo".

Crediamo però che i tifosi romanisti presenti a Perugia non abbiamo potuto fare a meno di pensare alla famosa cesarea citazione, resa magari in romanesco come :" Mannaggia Bomber, proprio contro di noi!!!".





Giovanni Fasani

 

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