venerdì 5 dicembre 2014

MEZZOGIORNO ROVENTE A GUADALAJARA

Alla domanda: "Cosa ricordi del Mondiale del 1986?", la maggior parte di noi risponderebbe con la più semplice delle frasi: "I gol di Maradona all'Inghilterra". Il che è legittimo, tutti abbiamo ben presente le prodezze (e non solo) del Pibe de Oro alla rassegna messicana.
Tuttavia tale torneo ha offerto numerosi spunti di discussione e di colore popolare; come non citare l'impresa del Canada che a momenti strappa un punto alla ben più quotata Francia? Oppure la vittoria del Marocco nel Girone F? O ancora la bolsa prestazione dell'Italia dopo la scorpacciata del 1982? Insomma, tutti argomenti che magari in futuro tratteremo.
Ed a proposito di Italia, la squadra allenata da Bearzot dovette abbandonare il torneo negli ottavi di finale per mano dei gol di Platini e Stopyra.
Quella Francia arrivò poi a misurarsi contro il Brasile allenato da Telé Santana, una squadra fortissima che fino a quel momento aveva realizzato 9 reti senza subirne alcuna. I verdeoro potevano contare ancora sulla tecnica di Socrates e Zico, nonché sul carisma di Falcao e Junior.
La Francia, trascinata da Platini, aveva nella sua rosa la freschezza in attacco di Stopyra e Papin e l'esperienza di giocatori del calibro di Giresse e Tigana.
A differenza del Brasile, i transalpini arrivarono secondi nel girone, a pari punti con l'URSS ma con una peggior differenza reti.
La sfida del 21 giugno è forse il quarto di finale più accattivante (al netto dei successivi gol di Maradona) che mette di fronte due sicure pretendenti al titolo nello stadio Jalisco di Guadalajara.


Abbastanza a sorpresa Santana tiene in panchina Zico, facendolo subentrare solo a 20 minuti dal termine dei tempi regolamentarii, mentre Henri Michel manda in campo la formazione tipo che ha ben figurato nelle precedenti gare.
Nonostante l'orario (mezzogiorno), un caldo da far invidia ai migliori forni di Murano e l'altissima posta in palio, la partita è subito frizzante con il Brasile che coglie due legni con Muller e con un Bats che deve compiere più di un miracolo per tenere in piedi i frastornati transalpini.
La pressione verdoro culmina al minuto 15 quando Muller, con un bello spunto, serve a Junior un pallone che il centrocampista del Torino recapita a Careca che trafigge Bats con un preciso e potente destro.



E' un duro colpo per i francesi che per alcuni minuti rimangono senza forze tra il cocente caldo e lo strapotere brasiliano che però con l'andare dei minuti si fa sempre meno roboante.
E sul finire del primo tempo la Francia perviene al pareggio grazie al suo uomo di punta, Michel Platini, che sfrutta al meglio un pallone crossato da Rocheteau per gonfiare la porta di Carlos.
Per tutto il primo tempo la partita è stata vibrante e piena di occasioni, prevalentemente brasiliane, dando conferma della enorme qualità in campo coadiuvata da una forza fisica notevole per resistere a certe temperature.
Con l'andare della partita, però, le forze fisiche iniziamo a mancare. Il centrocampo francese riesce ad arginare le sfuriate brasiliane, in primis con Bossis che soffoca (è proprio il caso di dirlo) Careca.
Che le cose in campo si stiano assopendo se ne accorge anche Telé Santana che a 20 minuti dal termine manda in campo Zico per Muller (in calo rispetto alla prima mezz'ora) nel tentativo di spezzare l'equilibrio in campo; per almeno 10-15 minuti il fantasista ex Udinese ha continuato a cercare lo sguardo del proprio CT, speranzoso di poter partecipare alla bellissima contesa dello Jalisco.


E Zico il segno lo lascia subito: Dopo appena 2 minuti dal suo ingresso in campo il fantasista brasiliano pesca con un delizioso passaggio Branco che entra in area e viene steso da Bats.
Igna non ha dubbi e fischia il penalty per la gioia incontenibile dei brasiliani che festeggiano come avessero già vinto. Sul dischetto si presenta il Galinho che si fa però ipnotizzare da Bats calciando un rigore senza precisione né forza.
Alla fine della partita in tanti si domanderanno come mai non abbia tirato Socrates o Careca, autori entrambi di un rigore trasformato contro la Polonia nel precedente ottavo di finale; pare che Santana abbia optato per Zico all'ultimo momento memore del rigore trasformato contro il Perù nel Mondiale del 1978, realizzato proprio due minuti dopo l'ingresso del 10 brasiliano.


Questo episodio è l'ultimo dei tempi regolamentari e chi nei supplementari si aspetta una partita bloccata, si sbaglia di grosso.
Le occasioni sono ancora molte, ne ha una clamorosa il Brasile con Socrates che però manca il pallone sul cross di Careca abile a liberarsi nell'area avversaria.
A pochissimi minuti dal termine dei 120 minuti c'è il primo episodio contestato della partita: Platini pesca Bellone solo davanti a Carlos che dà una lieve spinta all'attaccante francese che non cade ma perde il tempo per concludere nella porta sguarnita; a termine di regolamento sarebbe fallo più cartellino rosso, ma il romeno Igna lascia proseguire tra le proteste dei transalpini.
So che molti tifosi francesi non sarebbero d'accordo sul fatto che questa sfida si debba decidere ai rigori, ma da appassionati esterni non possiamo che essere contenti che la contesa si risolva con la classica lotteria dei rigori.
Dopo il solito scioglimento di muscoli ed un principio di doccia rinfrescante per tutti si inizia.



La tensione è alta, la stanchezza è ai massimi livelli e la pressione psicologica è degna dello studio dei migliori esperti del settore.
Il primo a presentarsi sul dischetto è Socrates che calcia alla destra di Bats, abile nell'intercettare la traiettoria con un prodigioso balzo. Inizia bene la Francia che manda il 25enne Stopyra a tirare il primo rigore; il giovane attaccante spara un bolide sotto la traversa imprendibile per Carlos.
A differenza di ciò che accade ora, nel cerchio di centrocampo, brasiliani e francesi sono mischiati tutti insieme, quasi a voler condividere un momento di inenarrabile tensione.
Essere nei panni di Alemao non deve essere piacevole per nessuno; il centrocampista brasiliano sa che un suo errore potrebbe condannare anzitempo la Selecao. Bats intuisce ma Alemao è freddo e preciso, primo gol per il Brasile.
E' il turno di Amoros che batte un rigore praticamente uguale a quello di Alemao; altro gol per la Francia che va sul 3-2. Ai tifosi brasiliani dev'essere preso un misto di speranza e disperazione quando dagli undici metri si è presentato Zico, ma questa volta il Galinho spiazza Bats con un potente destro.
Il terzo tentativo per i francesi fa scoppiare un altro caso: sul dischetto arriva Bellone che calcia alla sinistra di Carlos, palla sul palo, poi sulla spalla del portiere e poi in rete. A termini di regolamento il gol sarebbe da annullare, le proteste brasiliane sono veementi ma Igna va per la sua strada e convalida il gol. Il Brasile presenterà ricorso, prontamente cestinato dalla FIFA.
Bats e l'arbitro Igna tentano di far innervosire Branco discutendo sulla corretta posizione del pallone e giocando non poco coi nervi del brasiliano che comunque non si scompone e trafigge il portiere transalpino col suo famoso sinistro.
Nel giorno del suo 31° compleanno Platini potrebbe regalarsi una doppia gioia, una l'ha già ottenuta segnando il gol del pareggio, la seconda gli viene negata da se stesso a causa del maldestro rigore calciato sopra la traversa.
A questo punto Julio Cesar ha tra i piedi la palla del pareggio ma il suo devastante destro si stampa contro il palo tra l'incredulità di alcuni tifosi brasiliani.
E si arriva al rigore decisivo, quello di Luis Fernandez centrocampista in forza al Paris St Germain e futuro allenatore dell'Athletic Bilbao tra le altre.
Quasi a volersi scrollare di dosso il pesante errore, Platini corre verso il compagno di squadra e lo implora di chiudere il mezzogiorno di fuoco.
Fernandez quasi si trascina sul dischetto, è sulle gambe e forse quel rigore neanche vuole tirarlo, ma dal canto suo sa che in caso di trasformazione resterà per sempre nella storia della Francia. Carlos da una parte, palla dall'altra. Può esplodere la gioia francese.


Va bene Maradona, va bene il gol decisivo di Burruchaga in finale... Ma un posto d'onore lo trova anche questa partita, di sicuro uno dei quarti di finale più entusiasmanti di tutti i tempi, giocato a viso aperto da due nazionali dall'enorme carisma e bagaglio tecnico.


Matteo Maggio

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