martedì 17 giugno 2014

HELMUTH DUCKADAM

Per quanto una carriera calcistica possa essere lunga, ci sono calciatori che hanno imposto il loro nome nelle nostra memoria giocando solo pochi anni o diventando protagonisti assoluti solo per una notte.
In alcuni di questi casi si può parlare del così detto "fuoco di paglia", ovvero di giocatori che non sono riusciti a confermare quanto di buono hanno espresso in un arco temporale complessivamente breve.
Tuttavia in altri frangenti è stata solo la sfortuna a non permettere a fortissimi atleti di diventare celebrati fuoriclasse, dovendo interrompere l'attività per avverse od incresciose avversità.
Nella seconda metà degli anni' 80 in Europa si mette in mostra un portiere dal potenziale enorme, che nel 1986 diventa, senza dubbio, il giocatore europeo più famoso e celebrato del periodo.
Quel che ha fatto Helmuth Duckadam nella sua breve apparizione nel mondo del calcio è davvero unico, così come unico è stato l'avverso destino che l'ha privato di una gloria molto più duratura.


Nasce in Romania nel 1959 e dopo l'esordio nell'UTA Arad arriva nel 1982 la grande opportunità di difendere i pali di una delle squadra rumene più forti e conosciute, la Steaua Bucarest.
Dopo un paio di stagioni senza vittorie lega il suo nome alla doppia vittoria della stagione 1984/1985, dove la squadra vince sia il campionato che la coppa nazionale.
Duckadam è un portiere eccezzionale, dai riflessi felini e dalla grande esplosività. Risulta dotato di un fisico slanciato che gli permette di distendere a terra con grande velocità i suoi 190 centimetri.
I tifosi restano più volte sorpresi da alcuni suoi incredibili salvataggi, con i quali toglie letteralmente dallo specchio palloni che sembravano già destinati al gol. Grazie a tali acrobatiche prodezze viene etichettato dagli stessi come una sorta di supereroe.
Doti che non riesce ancora a mettere in mostra in campo europeo, in quanto la squadra della capitale non sembra ancora competitiva a tale livello.
Nonostante ciò il il suo estremo difensore si fa apprezzare in una partita contro una squadra italiana, la Roma, affrontata nei sedicesimi della Coppa delle Coppe 1984/1985. La squadra italiana ottiene la qualificazione nel doppio incontro, ma Duckadam pare un rigore ad Ubaldo Righetti nel match di ritorno. 


La stagione per ottenere la gloria contentientale è quella targata 1985/1986, dove la Steaua ha la possibilità di disputare la Coppa dei Campioni.
La squadra allenata da Jenei ha raggiunto un ottimo livello e può contare in campo sulle prestazioni di giocatori del calibro di Gavril Balint, Victor Piturca, Miodrag Belodedici, Stefan Iovan e molti altri, Sembra di vedere una buona parte dell'emergente nazionale rumena in una squadra di club.
Trascinata da Duckadam e compagni, la formazione rumena arriva in semifinale, dove elimina il forte Anderlecht, vincendo il ritorno per 3-0 dopo la sconfitta dell'andata.
La conseguente finale si gioca a Siviglia e l'avversario è il Barcellona di Terry Venables, compagine additata come favorita ed anch'essa approdata in finale dopo un clamorosa rimonta dopo il 3-0 subito in casa del Goteborg.
Per tutto l'incontro regna un sostanziale equilibrio ed anche dopo i tempi supplementari non si sblocca lo 0-0.
Sono quindi necessari i calci di rigore ed è in questo frangente che sale in cattedra Helmuth Duckadam: il portiere rumeno para tutti e 4 i rigori calciati dai giocatori blaugrana, respingendo o bloccando nell'ordine le conclusioni di Alexanco, Pedraza, Pichi Alonso e Marcos Alonso Pena.
Per la squadra di Bucarest sono sufficienti le realizzazioni di Lacatus e Balint per vincere l'incotro e laurearsi campioni d'Europa, ottenendo il massimo risultato nella storia del club fino ad oggi.


Duckadam diventa il vero simbolo di tale trionfo, ed in patria viene insignito del titolo di giocatore rumeno dell'anno.
Fuori dai confini rumeni i più grandi club si interessano a lui e tentano sondaggi con la Steaua per rilevarne il cartellino, nonostante ai tempi ci fossero enormi difficoltà burocratiche nel tesserare giocatori dell'Est Europa.
Ma proprio quando la vita professionale del celebre portiere sembra essere al suo apice, avviene un avvenimento inaspettato ed ancora oggi non pienamente chiarito.
Quello che risulta evidente è che dopo la vittora della Coppa dei Campioni, Duckadam smette di giocare, ufficialmente a causa di un aneurisma al braccio sinistro, che ha reso impossibile il suo impiego in campo.
Altre voci danno la colpa di tutto ciò ad un screzio da lui avuto con l'allora governo rumeno: pare che alcuni tifosi del Real Madrid per ringraziarlo per aver battuto il Barcellona gli abbiano regalato una costosa autovettura, da lui non consegnata alle autorità rumene come voluto dalla famiglia Ceausescu. Proprio il figlio dell'allora dittatore si sarebbe legato al dito tale affronto, mandando i suoi uomini della Securitate a rompere le mani a Duckadam.
Quest'ultimo ha sempre negato tale episodio, confermando che le condizioni del suoi arti fossero ormai compromesse per i suddetti problemi fisici.
Non può quindi partecipare alla vittoriosa finale di Supercoppa Europea contro la Dinamo Kiev, così come alla meno fortunata Coppa Intercontinentale, dove il River Plate si impone per 1-0.
In un clima di grande confusione e con inevitabili pressioni politiche, viene abbandonato dalla squadra, che non gli rinnova il contratto e non riesce a trovargli un ruolo dirigenziale.
Nel 1989 tenta comunque un rientro in campo, accettando l'offerta del Vagonul Arad, squadra rumena oggi non più esistente e della quale fa parte anche come dirigente.
Con la squadra di Arad gioca una prima partita in Coppa di Romania, dove si mette in mostra nuovamente per la sua grande specialità: il match viene vinto dal Vagonul e Duckadam para 2 rigori durante i 90 minuti.
Quest'ultima avventura dura fino al 1991, quando i dolori mai passati alle articolazioni lo inducono a smettere definitivamente con il calcio giocato.
Attualmente Helmuth Duckadam ricopre la carica di presidente della Steaua Bucarest, nonostante qulache passato dissapore legato al suo infortunio.
Non è ovviamente compito del nostro blog entrare nel merito di quali siano state le cause del suo precoce addio al calcio, nonostante sarebbe davvero triste se il suo talento fosse stato totalmente eliminato da una folle decisione politica.
Dal punto di vista sportivo resta un grande rammarico per averlo visto all'opera solo per un tempo ridotto, privandoci di chissà quali altre grandi parate, probabilmente con la maglia di un altro club oppure sempre con la forte Steaua Bucarest, squadra capace di partecipare ad un'altra finale di Coppa Campioni nel 1989.
Lasciando stare quello che avrebbe potuto essere, vale la pena ricordarsi di lui non solo per la grande notte di Siviglia, ma anche per come uno dei più formidabili interpreti del ruolo di tutti i tempi.



Giovanni Fasani

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