Era la metà dell' ultimo
decennio del '900, il Genoa, come succedeva da un po’ d' anni a quella parte,
aveva fallito i suoi obbiettivi stagionali che parlavano di ritorno in Serie A.
Genova era avvolta da una cappa di caldo
insopportabile e tutti correvano, appena potevano, a refrigerarsi nelle acque
del mar Ligure che non saranno state blu come quelle dei Caraibi ma che da
sempre riuscivano a regalare allegria e fresco a turisti ed indigeni.
Non
tutti, però, erano sulle spiagge; gli ultras del Genoa erano a Pegli incuranti
del calore che il sole buttava loro addosso appiccicandogli sciarpe e maglie
rossoblu alla pelle. Erano arrabbiati non tanto per la mancata promozione
quanto per la vendita agli odiati cugini blucerchiati dell'
"aereoplanino" Vincenzo Montella idolo del tifo del Grifone. Vittime
della protesta il presidente Spinelli e la sua dirigenza, rei di aver ancora
una volta illuso e tradito il popolo genoano il cui pensiero andava ancora ai
tempi gloriosi di Aguilera e Skuhravy, che, nonostante fossero ancora recenti, apparivano
lontani anni luce proprio come i nove scudetti di cui il Genoa si fregiava.
Spinelli aveva pochi soldi e poche idee per calmare i tifosi e l' esperimento
che aveva portato Alexi Lalas a Padova, due anni prima, aveva garantito un buon
giocatore più soldi e pubblicità per il club veneto...Decise quindi di buttarsi
anche lui sull' esotico mercato statunitense ingaggiando un bomber a stelle e
strisce: Roy Lassiter. Roy era un giocatore di colore che in quel momento nelle
file del Tampa Bay stava segnando grappoli di gol. Negli States era considerato
il futuro dell' ancora acerbo calcio statunitense; colui che avrebbe dato
gloria alla nazionale di Washington D.C.
Gloria sempre cercata e mai
ottenuta.
Lassiter era nato a Washington e da bambino si trasferì nel North Carolina, dove si avvicinò allo sport: giocò inizialmente, da buon americano a Basket e a Baseball, sognando dapprima l' NBA e poi la Major League ma il buon Dio aveva altri piani per lui.
Dopo un po’ si avvicinò al calcio o soccer che dir si voglia; era scoordinato brutto a vedersi ma incredibilmente vedeva la porta come pochi, per lo meno nel grigiore della lega americana degli anni '90. Dopo aver completato gli studi nel North Carolina University, il 25 Gennaio 1992 debuttò con la Nazionale americana, nella gara poi persa per 1-0 contro la Russia, una gara che in qualche modo sapeva ancora di guerra fredda.
Sembrava una carriera in
discesa la sua ma il divorzio dei suoi genitori ed altri problemi figli di
cattive compagnie lo portarono addirittura in galera. Fu accusato di aver
falsificato alcune carte di credito e di alcuni furti con scasso.
Scappò dagli USA e andò a
giocare in Costa Rica dove con le maglie di Turrialba, Carmelita e Alajuelense
segnò valanghe di gol. Ritornò, come il figlio al prodigo nel campionato
statunitense, dove nel 1996 firmò con il Tampa Bay Mutiny, disputando la
neonata Major League Soccer. Sembrava essere diventato un uomo nuovo e in Major
League tornò a segnare a raffica, mettendosi in mostra anche a livello
internazionale con la maglia della sua Nazionale. E così, Spinelli decise di
versare 6 milioni di dollari nelle casse della lega statunitense per portarlo
sotto la lanterna. All' aeroporto venne però arrestato con l' accusa di
traffico droga, venendo però presto rilasciato. Nel bel paese fu accolto con
tutti gli onori. "Lassiter, un Marine per il Genoa" titolò il
"Guerin Sportivo" a cui, lo stesso centravanti, dichiarerà. <<
Dove ho giocato ho sempre fatto gol e non intendo fermarmi ora>> ed
ancora << Da noi le parole Lassiter e gol sono sinonimi>>.
La pubblicità si sa fa miracoli ed i tifosi del Genoa lo accolsero come il nuovo messia. Esordì il 24 Novembre 1996 in un Genoa-Chievo 1-1, mezz’ora a girovagare per il campo come un turista spaesato; giocò ancora il 5 Gennaio 1997, altra mezz’ora in Genoa-Foggia 0-1 senza mai toccare palla. Tutto qui. Dopo pochi mesi tornò negli States con un ora scarsa di gioco ed un gol che il meteo e la sfortuna resero vano. E già perchè un gol Lassiter in Italia lo realizzò anche se nessuno (o quasi) se ne ricorda.
La pubblicità si sa fa miracoli ed i tifosi del Genoa lo accolsero come il nuovo messia. Esordì il 24 Novembre 1996 in un Genoa-Chievo 1-1, mezz’ora a girovagare per il campo come un turista spaesato; giocò ancora il 5 Gennaio 1997, altra mezz’ora in Genoa-Foggia 0-1 senza mai toccare palla. Tutto qui. Dopo pochi mesi tornò negli States con un ora scarsa di gioco ed un gol che il meteo e la sfortuna resero vano. E già perchè un gol Lassiter in Italia lo realizzò anche se nessuno (o quasi) se ne ricorda.
Era il 1 Dicembre 1996 ed al
“Patini” di Castel di Sangro contro i giallorossi locali Lassiter, con una
conclusione in rovesciata, degna del miglior Carlo Parola segnò il gol del
vantaggio togliendo, come si suol dire le ragnatele, dall' incrocio dei pali,
mandando in tripudio i pochi genoani presenti allo stadio del piccolo centro
abruzzese. Quello che successe in seguito però ha dell' incredibile del
burlesco e se me lo concedete del "fantozziano", proprio quando si
pensava che l’americano si fosse finalmente sbloccato, sulla piccola cittadina
della Val di Sangro la neve cominciò a scendere sempre più copiosa
trasformandosi ben presto in una bufera di neve degna delle fredde lande
siberiane costringendo l' arbitro a sospendere e poi rinviare la partita
invalidando di fatto il capolavoro di Lassiter.
Il suo addio al Genoa fu accompagnato da un ironico "Torna a casa Lassiter" con il quale il quotidiano “Il Secolo XIX” salutò dalle sue pagine il bomber a stelle e strisce. I più maligni mormorano che sia tornato a casa da clandestino nascosto nella stiva di un portacontainer e che negli USA abbia ancora visitato le patrie galere.
Oggi dirige una sorta di scuola calcio estiva per ragazzi. E’ stato uno dei migliori attaccanti statunitensi degli ultimi anni segnando quasi 200 gol in carriera e 4 in Nazionale (dal 1992 al 2000). Ma Montella era decisamente un' altra cosa.
Il suo addio al Genoa fu accompagnato da un ironico "Torna a casa Lassiter" con il quale il quotidiano “Il Secolo XIX” salutò dalle sue pagine il bomber a stelle e strisce. I più maligni mormorano che sia tornato a casa da clandestino nascosto nella stiva di un portacontainer e che negli USA abbia ancora visitato le patrie galere.
Oggi dirige una sorta di scuola calcio estiva per ragazzi. E’ stato uno dei migliori attaccanti statunitensi degli ultimi anni segnando quasi 200 gol in carriera e 4 in Nazionale (dal 1992 al 2000). Ma Montella era decisamente un' altra cosa.
(Fonte: calciobidoni.com)
Danilo Crepaldi
Danilo Crepaldi
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