giovedì 25 maggio 2017

EL REY DE COPAS RADDOPPIA

Domenica 9 dicembre 1990 il Milan di Arrigo Sacchi conquista la sua seconda Coppa Intercontinentale consecutiva infliggendo un pesante 3-0 ai malcapitati avversari.
"Non c'è stata partita" è l'opinione comune, con la stampa italiana che incensa, giustamente, la squadra rossonera e denigra quella sudamericana vista esclusivamente come una compagine di corridori avvezzi anche al rude contatto fisico.
Quello che in pochi sanno è che la squadra in questione, il Club Olimpia (chiamato anche Olimpia Asuncion) è una delle migliori squadre del Sudamerica, soprattutto per il modo con il quale ha conquistato la Copa Libertadores la stagione precedente.



La compagine paraguaiana ottiene infatti il suo secondo successo nella manifestazione contro pronostico, condotta in panchina dal grande tecnico uruguaiano Luis Alberto Cubilla, già alla guida del Rey de Copas anche nel primo successo del 1979.
Leggenda in patria sia da calciatore che da allenatore, El Negro è un grandissimo motivatore, nonché un abile stratega tattico, certo di poter riportare l'Olimpia in auge nel continente alla vigilia del torneo.
Per farlo allestisce una squadra giovane e compatta, dove il talento viene coltivato al meglio, con un occhio, o meglio due, alla fase difensiva ed al conseguente corretto posizionamento in campo.
La sua impostazione verte quindi su di un dinamico 4-3-1-2, costruito su di una difesa in linea, una linea di tre centrocampisti fisici, ma abili con il pallone tra i piede, un trequartista (una della variabili decisive per il successo) ed una coppia di attaccanti versatili e dal gol facile.


Tra i pali il titolare inamovibile è un'autentica leggenda del calcio sudamericano, il 42enne Ever Almeida, presente anche nella vittoria del 1979.
L'estremo difensore uruguaiano naturalizzato è un'istituzione del club ed in assoluto è ricordato come il primo portiere ad aver segnato in Copa Libertadores (1984).
La sua esperienza ed il suo carisma sono elementi fondamentali per la retroguardia del Club Olimpia, riuscendo a dare anche un ottimo contributo tecnico a dispetto dell'età.
I calci di rigore sono una sua specialità anche tra i pali, avendo il portiere nativo di Salto un'innata dote nel neutralizzarli.


La linea difensiva verte sulla presenza di due centrali solidi, Mario Cesar "Robocop" Ramirez e Remigio Fernandez, ottimamente sincronizzati nei movimenti e molto decisi nella marcatura individuale degli avanti avversari.
Sulla fascia destra si disimpegna il sempre attivo Juan "Yayita" Ramirez mentre sulla corsia opposta troviamo uno degli elementi più giovani della rosa, il 20enne Silvio Suarez, messosi subito in mostra come un inesauribile stantuffo.
Per età e potenziale Suarez è l'elemento migliore e maggiormente futuribile di un pacchetto difensivo relativamente giovane, ma al tempo stesso decisamente coriaceo.

La cerniera di centrocampo verte sulla presenza del capitano Jorge "El Chino" Guasch, leader della squadra nella quale milita dal 1976.
Accanto a lui si disimpegnano Adolfo Jara Heyn e Fermin Balbuena, robusti e tignosi centrocampisti che fanno del recupero palla la loro naturale e maggiormente apprezzata virtù.
Il trio di mediani forma una diga imperforabile a protezione della difesa, dando altresì supporto al reparto offensivo, con particolare riferimento al trequartista.
Nel concreto Luis "El Beto" Monzon ha le spalle coperte dai tre compagni di squadra e può permettersi di giostrare a ridosso delle punte, per mettere al loro servizio la sua brillante visione di gioco.
Davanti la coppia gol è formata dall'elegante ex Barcellona Raul Vicente "El Tacuara" Amarilla e dal coriaceo Adriano Samaniego, componenti di un tandem efficacissimo quanto eterogeneo.
Elegante e tecnico il primo (viene soprannominato anche l'Artista), determinato e scaltro il secondo, sono imprescindibili per il gioco imposto da Cubilla, che li vuole anche abili a decentrarsi per favorire lo sviluppo della manovra.
A caratterizzarli non sono solo le caratteristiche tecniche, ma anche il piede preferito: destro per Amarilla, sinistro per Samaniego.



Molto più di una riserva è Gabriel "El Loco"González, attaccante molto completo che dispone di un dribbling efficace così come di un timing perfetto negli inserimenti in area.
Con questi protagonisti la squadra inizia il girone iniziale composta dai brasiliani del Vasco da Gama e del Gremio e dai connazionali del Cerro Porteno.
La compagine di Cubilla vince il raggruppamento 5, vincendo tutte le partite in casa, ma conquistando solamente un punto in trasferta sul campo del Gremio: l'impressione è quella di una squadra solida, con ottime trame offensive, ma con qualcosa da aggiustare nel reparto difensivo, apparso vulnerabile soprattutto lontano dall'Estadio Defensores del Chaco.
La mancanza di squadra colombiane nel gruppo 2, composto solo da Independiente e River Plate, rende vacante la posizione della terza classificata che deve affrontate l'Olimpia agli ottavi: in un classico esempio di disorganizzazione sudamericana, la squadra paraguaiana beneficia di un tennistico "bye" ed approda direttamente ai quarti di finale.
Ad attenderla la temibile Universidad Catolica che viene però nettamente battuta nella partita di andata in Paraguay per 2-0, grazie ad una pregevole doppietta di Amarilla, che dimostra ancora una volta tutto il talento già messo in mostra in Spagna con le maglie di Racing Santander, Real Saragozza e Barcellona.
La partita di ritorno è un inno al calcio offensivo ed alle difese un po' allegre, dando vita ad un pareggio per 4-4 che qualifica per le semifinali capitan Guasch e compagni.


La punizione di Samaniego, la doppietta di Monzon (una rete su rigore) ed il colpo di testa di Gonzalez coprono più del dovuto le difficoltà difensive, comprovate dalle quattro reti difensive e dalla molto occasione concesse, non concretizzate per un soffio soprattutto per merito del portiere Almeida.
La sensazione è che per la semifinale ci vuole qualcosa in più, anche perché i rivali sono il Nacional Medellin, vincitore della precedente edizione proprio a spese dell'Olimpia.
Nelle mante dei calciatori paraguaiani la delusione per la finale persa ai calci di rigore nel 1989 è ancora tanta e la voglia di vendicare la disfatta anima la vigilia del match in Colombia.
Due autentici capolavori di Amarilla e Samaniego decidono l'andata, con la rete di Niver Arboleda a lasciare ancora speranze alla squadra allenata dal grande Maturana.
Quest'ultimo prepara a meglio la gara di ritorno, riscendo ad imporsi per 3-2 dopo una gara con continui capovolgimenti di gioco e di risultato. Il regolamento non tiene conto delle reti segnate in trasferta e quindi sono necessari i calci di rigore per determinare l'esito della contesa.
La classica lotteria dagli undici metri sembra una gara a non segnare tanto che si conclude per 2-1 per l'Olimpia, dopo sei tentativi, alcuni dei quali bloccati dagli ottimi estremi difensori Ever Almeida e Renè Higuita.


E' il giovane Silvio Suarez a segnare il rigore decisivo ad oltranza, regalando ai proprio tifosi la seconda finale consecutiva, da giocarsi in un doppio confronto contro gli ecuadoriani del Barcelona Sporting Club.

El Coloso de America è la sorpresa della competizione e dopo essere approdata agli ottavi come terza classificate del gruppo A, ha eliminato il Progreso, l'Emelec ed addirittura il River Plate ai calci di rigore.
Sono successi del Barcelona vengono ottenuti principalmente in casa,nel caldissimo Estadio Nacional di Guayaquil, dove calciatori quali il bomber argentino Luis Alberto Acosta , il funambolico uruguaiano Mario Saralegui e l'idolo di casa Jimmy Izquierdo danno il meglio di se.
La gara di andata ad Asuncion è decisa come spesso accade dalla coppia gol Amarilla-Samaniego che con due guizzi all'inizio del secondo tempo incanala la partita verso un rassicurante 2-0.


La partita di ritorno è tutt'altro che una formalità e lo scatenato pubblico Canarios spinge al meglio i propri beniamini all'assalto, con un Olimpia quadrato, ma troppo basso come baricentro, che soffre in parte le folate offensive avversarie.
Il secondo tempo è molto più vibrante ed il Barcelona usufruisce immediatamente di un calcio di rigore: Almeida, nonostante il pubblico di casa lo sommerga con l'immancabile carta, neutralizza il tentativo, dimostrandosi ancora un volta un autentico pararigori.

Il Barcelona continua a premere ed i suoi sforzi vengano premiati al 61°quando Marcelo "Mandrake"Trobbiani indovina la girata vincente, mandando in visibilio il pubblico di casa.
Ma una delle grandi qualità degli uomini di Cubilla è quello di gestire al meglio i momenti di tensione e di non sacrificare mai la fase offensiva; all'81°Amarilla sfrutta al meglio un passaggio filtrante per segnare il gol del pareggio, regalando formalmente la Copa Liberdatores 1990 al Club Olimpia.


Pragmatismo e carattere sembrano essere le qualità principali emerse in tale successo, alle quali va aggiunta la qualità sei singoli, tra i pali (grandissimo Almeida) e nel reparto offensivo, dove Samaniego (8 gol) ed Amarilla (7 gol) guidano la classifica cannonieri.
Merito assoluto al tecnico Cubilla, meritevole di aver dato alla squadra un'impostazione tattiva efficace e sufficientemente solida, in pieno rispetto di quelli che sono i dettami del meraviglioso Futbol Sudamericano.



Giovanni Fasani

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