La Coppa dei Campioni 1981/1982 viene vinta tra la sorpresa generale dall'Aston Villa, quarta squadra della storia a vincere la massima competizione europea da esordiente.
La squadra di Birmingham replica l'impresa dei connazionali del Nottingham Forrest di tre anni prima, nell'arco di una stagione trionfale, ma al tempo stesso difficoltosa.
Il tecnico Ron Saunders, colui che la stagione precedente ha portato i Villans al titolo dopo 71 anni, decide di abbandonare la squadra a metà stagione, lasciando la panchina all'assistente Tony Barton.
Quello che poteva essere un duro colpo per tutta la squadra si trasforma in uno stimolo in più per i giocatori, i quali portano a termine l'impresa con il consueto ed indissolubile spirito di squadra.
Saunders prima e Barton dopo impostano la squadra con un classico 4-4-2, basato su di una difesa arcigna, un centrocampo muscolare e rapido e su di una coppia di attaccanti eterogenea e di grande talento.
Tra i pali l'esperto Jimmy Rimmer conferisce sicurezza a tutto il reparto, comandando al meglio la linea difensiva a quattro.
Sugli esterni troviamo giocatori utili in entrambe le fasi, ma soprattutto dotati di grande solidità difensiva. A destra viene preferito Kenny Swain, giocatore che nell'arco della carriera ha ricoperto quasi tutti i ruoli, compreso quello di attaccante.
La sua versatilità gli permette di sganciarsi con profitto in avanti, così come di essere impiegato a centrocampo se necessario.
Grande fiducia è riposta anche in Gary Williams, esterno dal buon passo in grado di disimpegnarsi discretamente su entrambe le fasce.
Sulla corsia di sinistra il titolare è Colin Gibson, il quale assicura grande spinta assecondata da una buona tecnica individuale. I trascorsi da centrocampista ne fanno un laterale dal piede sinistro educato, ma al tempo stesso la sua tempra lo rende un terzino combattivo ed attento.
Come ogni squadra di stampo anglosassone, la coppia di centrali è formata da giocatori fortissimi dal punto di vista fisico, in grado di applicarsi con grande efficacia alla marcatura delle punte avversarie.
Perno della difesa dell'Aston Villa è lo scozzese Allan Evans, al quale viene affiancato il connazionale Ken McNaught, con il quale crea un reparto centrale quasi impenetrabile.
Durante la gestione di Saunders viene schierato con continuità Brendan Ormsby, altro classico stopper, il quale viene però accantonato da Barton che gli preferisce successivamente il già citato McNaught.
Il reparto di centrocampo verte sulla carismatica presenza di Dennis Mortimer, capitano e leader assoluto dei Villans.
Nella sua lunga carriera collezionerà 403 presenze con il club, imponendosi come un mediano coriaceo, ma la tempo stesso utile alla costruzione della manovra.
Nonostante le indubbie qualità, non giocherà mai con la maglia nella nazionale inglese, tanto da essere soprannominato "il più forte calciatore inglese senza presenze con la nazionale".
A dare qualità al gioco degli inglesi ci pensa Gordon Cowans, centrocampista dall'ottima visione di gioco in grado di dettare i tempi del gioco dell'Aston Villa.
In seguito verrà in Italia con il connazionale Paul Rideout, per giocare due stagioni nel Bari.
L'esterno destro è Des Bremner, scozzese tutta corsa, in grado di sfiancarsi in ogni fase di gioco, garantendo inserimenti continui ed una sapiente copertura difensiva.
Sulla corsia di sinistra troviamo uno degli elementi in grado davvero di fare la differenza: Tony Morley.
In possesso di grande velocità e di un dribbling efficacissimo, Morley fa dell'imprevedibilità la sua dote migliore, contando anche sul suo piede destro estremamente preciso. Il fatto di giocare a sinistra gli permette di convergere al meglio sul piede preferito, sia per servire le punte o tentare la soluzione personale.
Un carattere un po' indolente e la mancanza di continuità non gli permetteranno di imporsi al massimo delle sue potenzialità, specie in nazionale, dove raccoglierà solo 6 presenze.
A fruire delle sue giocate troviamo Peter Withe, classico centravanti d'area in grado di fungere al meglio come punto di riferimento per i compagni.
Giocatore dalla buona media realizzativa è l'ideale partner per Gary Shaw, in assoluto uno dei talenti più fulgidi dell'epoca.
Premiato nel 1982 con il Bravo del Guerin Sportivo, premio riservato al miglior under 23 europeo, Shaw ha tutto il potenziale per diventare un campione.
A soli 21 anni è risultato decisivo per la conquista del campionato (18 gol realizzati), mostrando un bagaglio tecnico completo e superlativo.
Purtroppo per lui un grave infortunio ed una certa discontinuità non gli permetteranno di avere la brillante carriera che avrebbe meritato.
Nonostante la grande attenzione rivolta alla fase difensiva, l'Aston Villa dispone di un gioco offensivo particolarmente efficace, dove le due punte di dimostrano particolarmente a loro agio.
Nel primo match contro gli islandesi del Valur tutte queste caratteristiche si concretizzano in un sonante 5-0, determinato dalla rete d'apertura di Morley su calcio di punizione e le doppiette di Withe e del centravanti irlandese Terry Donavan, giocatore schierato saltuariamente nella sua esperienza a Birmingham.
Il ritorno in Islanda vede imporsi ancora la squadra allenata da Ron Saunders per 2-0, grazie ad una bella doppietta di Shaw.
Negli ottavi di finale l'avversario è la coriacea Dinamo Berlino, con l'andata da disputarsi in Germania Est.
Tony Morley porta in vantaggio l'Aston Villa con un gran tiro da fuori, prima che Riediger pareggi al 50'. Dopo un calcio di rigore sbagliato dai tedeschi è ancora Morley con una ficcante azione di contropiede a realizzare il definitivo 2-1.
La partita di ritorno vede i Villans soffrire fino alla fine per ottenere la qualificazione, complice la rete della Dinamo di Terletzki in apertura. La squadra inglese fatica non poco a contenere gli attacchi avversari, ma alla fine, nonostante la sconfitta, accede ai quarti di finale.
Ad attendere la squadra di Birmingham c'è la Dinamo Kiev di Valeriy Lobanovskiy, una delle realtà migliori del momento, guidata in attacco dal talento di Oleh Blochin.
Nel frattempo si è concretizzato il cambio in panchina tra Saunders e Barton e tale passaggio di consegne lascia al momento più dubbi che certezze
Al Lokomotiv Stadium di Kiev il match termina però 0-0, con l'Aston Villa che si dimostra solido e coeso, nonostante il risultato lasci ancora aperto il discorso qualificazione
Due settimane dopo al Villa Park l'undici inglese si impone per 2-0, grazie alla rete da posizione angolata di Shaw ed un'incornata del difensore McNaught.
La squadra di Barton raggiunge la semifinale da giocarsi contro l'Anderlecht di Tomislav Ivic, "giustiziere" nei turni precedenti di Widzew Lodz, Juventus e Stella Rossa.
La prima partita si gioca in terra inglese e vede l'Aston Villa prevalere per 1-0, grazie ad un preciso diagonale di Morley
Il ritorno giocato al Constant Vanden Stock Stadium è una prova di grande maturità della squadra di Barton, che concede pochissimo alla squadra belga, trovando anche la rete con Withe, ingiustamente annullata per fuorigioco.
Lo 0-0 finale proietta l'Aston Villa alla finale di Rotterdam, dove ad attenderla c'è il forte Bayern Monaco di Karl Heinz Rummenigge, Paul Breitner e del capocannoniere del torneo Dieter Hoeness.
Il pronostico pende verso la squadra tedesca, trascinato dai tre giocatori menzionati (autori di 18 reti nel torneo) e guidati in panchina dall'ungherese Pál Csernai.
La partita non inizia bene per la squadra inglese, a causa dell'infortunio al portiere Rimmer, sostituito al 9' minuto da Nigel Spink.
Per quasi tutto il match il Bayern Monaco fa la gara, creando più di un grattacapo alla difesa inglese, ma al 67' un perfetto cross di Morley mette in condizione Withe di realizzare il gol partita.
Il reparto di centrocampo verte sulla carismatica presenza di Dennis Mortimer, capitano e leader assoluto dei Villans.
Nella sua lunga carriera collezionerà 403 presenze con il club, imponendosi come un mediano coriaceo, ma la tempo stesso utile alla costruzione della manovra.
Nonostante le indubbie qualità, non giocherà mai con la maglia nella nazionale inglese, tanto da essere soprannominato "il più forte calciatore inglese senza presenze con la nazionale".
A dare qualità al gioco degli inglesi ci pensa Gordon Cowans, centrocampista dall'ottima visione di gioco in grado di dettare i tempi del gioco dell'Aston Villa.
In seguito verrà in Italia con il connazionale Paul Rideout, per giocare due stagioni nel Bari.
L'esterno destro è Des Bremner, scozzese tutta corsa, in grado di sfiancarsi in ogni fase di gioco, garantendo inserimenti continui ed una sapiente copertura difensiva.
Sulla corsia di sinistra troviamo uno degli elementi in grado davvero di fare la differenza: Tony Morley.
In possesso di grande velocità e di un dribbling efficacissimo, Morley fa dell'imprevedibilità la sua dote migliore, contando anche sul suo piede destro estremamente preciso. Il fatto di giocare a sinistra gli permette di convergere al meglio sul piede preferito, sia per servire le punte o tentare la soluzione personale.
Un carattere un po' indolente e la mancanza di continuità non gli permetteranno di imporsi al massimo delle sue potenzialità, specie in nazionale, dove raccoglierà solo 6 presenze.
A fruire delle sue giocate troviamo Peter Withe, classico centravanti d'area in grado di fungere al meglio come punto di riferimento per i compagni.
Giocatore dalla buona media realizzativa è l'ideale partner per Gary Shaw, in assoluto uno dei talenti più fulgidi dell'epoca.
Premiato nel 1982 con il Bravo del Guerin Sportivo, premio riservato al miglior under 23 europeo, Shaw ha tutto il potenziale per diventare un campione.
A soli 21 anni è risultato decisivo per la conquista del campionato (18 gol realizzati), mostrando un bagaglio tecnico completo e superlativo.
Purtroppo per lui un grave infortunio ed una certa discontinuità non gli permetteranno di avere la brillante carriera che avrebbe meritato.
Nonostante la grande attenzione rivolta alla fase difensiva, l'Aston Villa dispone di un gioco offensivo particolarmente efficace, dove le due punte di dimostrano particolarmente a loro agio.
Nel primo match contro gli islandesi del Valur tutte queste caratteristiche si concretizzano in un sonante 5-0, determinato dalla rete d'apertura di Morley su calcio di punizione e le doppiette di Withe e del centravanti irlandese Terry Donavan, giocatore schierato saltuariamente nella sua esperienza a Birmingham.
Il ritorno in Islanda vede imporsi ancora la squadra allenata da Ron Saunders per 2-0, grazie ad una bella doppietta di Shaw.
Negli ottavi di finale l'avversario è la coriacea Dinamo Berlino, con l'andata da disputarsi in Germania Est.
Tony Morley porta in vantaggio l'Aston Villa con un gran tiro da fuori, prima che Riediger pareggi al 50'. Dopo un calcio di rigore sbagliato dai tedeschi è ancora Morley con una ficcante azione di contropiede a realizzare il definitivo 2-1.
La partita di ritorno vede i Villans soffrire fino alla fine per ottenere la qualificazione, complice la rete della Dinamo di Terletzki in apertura. La squadra inglese fatica non poco a contenere gli attacchi avversari, ma alla fine, nonostante la sconfitta, accede ai quarti di finale.
Ad attendere la squadra di Birmingham c'è la Dinamo Kiev di Valeriy Lobanovskiy, una delle realtà migliori del momento, guidata in attacco dal talento di Oleh Blochin.
Nel frattempo si è concretizzato il cambio in panchina tra Saunders e Barton e tale passaggio di consegne lascia al momento più dubbi che certezze
Al Lokomotiv Stadium di Kiev il match termina però 0-0, con l'Aston Villa che si dimostra solido e coeso, nonostante il risultato lasci ancora aperto il discorso qualificazione
Due settimane dopo al Villa Park l'undici inglese si impone per 2-0, grazie alla rete da posizione angolata di Shaw ed un'incornata del difensore McNaught.
La squadra di Barton raggiunge la semifinale da giocarsi contro l'Anderlecht di Tomislav Ivic, "giustiziere" nei turni precedenti di Widzew Lodz, Juventus e Stella Rossa.
La prima partita si gioca in terra inglese e vede l'Aston Villa prevalere per 1-0, grazie ad un preciso diagonale di Morley
Il ritorno giocato al Constant Vanden Stock Stadium è una prova di grande maturità della squadra di Barton, che concede pochissimo alla squadra belga, trovando anche la rete con Withe, ingiustamente annullata per fuorigioco.
Lo 0-0 finale proietta l'Aston Villa alla finale di Rotterdam, dove ad attenderla c'è il forte Bayern Monaco di Karl Heinz Rummenigge, Paul Breitner e del capocannoniere del torneo Dieter Hoeness.
Il pronostico pende verso la squadra tedesca, trascinato dai tre giocatori menzionati (autori di 18 reti nel torneo) e guidati in panchina dall'ungherese Pál Csernai.
La partita non inizia bene per la squadra inglese, a causa dell'infortunio al portiere Rimmer, sostituito al 9' minuto da Nigel Spink.
Per quasi tutto il match il Bayern Monaco fa la gara, creando più di un grattacapo alla difesa inglese, ma al 67' un perfetto cross di Morley mette in condizione Withe di realizzare il gol partita.
L'Aston Villa vince così la Coppa dei Campioni 1981/1982, al termine di un torneo sofferto, ma condotto sempre con grande sapienza tattica.
I tifosi si lasciano andare ad una grande festa ed anche i giocatori non sono da meno: pare infatti che Gibson e Cowans, usciti a bere con la coppa appena vinca, rientrino ubriachi avendo smarrito la stessa, che verrà successivamente recuperata dalla polizia.
Il successo è stato indubbiamente costruito sulla difesa, battuta solo due volte nel doppio match contro la Dinamo Berlino.
Il reparto offensivo ha fatto però il suo dovere, grazie alla giocate ed ai gol di Morley, Shaw e Withe.
Sulla carta sembra uno schema basato principalmente su difesa e contropiede, ma sorretto da grande qualità e perfetta applicazione collettiva.
Analizzando i suddetti protagonisti ci rendiamo conto di come ben pochi di loro abbiano avuto successive soddisfazioni dopo questa annata, così come quasi nessuno abbia avuto fortuna con le rispettive nazionali.
Sembra quasi che i calciatori abbiano dato tutto il meglio di se nella suddetta annata, mettendo in campo quelle qualità che li avrebbero destinati ad una carriera migliore.
Un giusto mix di tattica e talento ha portato i Villans sul tetto d'Europa, alla faccia, come spesso accade, dei pronostici della vigilia.
Giovanni Fasani
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.