mercoledì 6 gennaio 2016

GOL A COLPI DI CANNONE

Nello  sterminato e qualitativamente rilevante panorama calcistico sudamericano, il Perù merita sicuramente un posto di riguardo, grazie alla qualità del suo calcio ed alla serie infinita di talenti prodotti.
Nel corso del tempo la nazionale peruviana ha messo in luce autentiche generazioni di campioni, che hanno portato la stessa ad apici al momento difficilmente ripetibili.
In un nostro precedente articolo abbiamo raccontato di come fuoriclasse quali Cubillas e Chumpitaz abbiano trascinato la Blanquirroja ad uno storico bis in Copa America nel 1975.
La seconda vittoria del Perù nella massima competizione sudamericana arriva 36 anni dopo la prima leggendaria affermazione della rappresentativa andina, ottenuta anch'essa grazie alla prodezze di autentici campioni.
Uno di questi, assoluto mito in patria, risponde al nome di Teodoro "Lolo" Fernandez, mattatore della suddetta Copa America e formidabile realizzatore con la maglia dell'Universitario.
 

La sua crescita calcistica avviene nell'Huracan de Hualcare dove apprende i primi dettami del ruolo di attaccante, prima di essere notato e tesserato dai dirigenti dei Los Cremas.
Da subito mette in mostra un particolare fiuto per il gol ed un profilo tecnico completissimo, che gli consente di trovare la via della rete in vari modi.
La sua dote migliore è il tiro, potente e preciso, che gli vale il soprannome di El Canonero e che gli consente di essere letale anche con conclusioni dalla lunga distanza.
La leggenda narra che il nomignolo nascerebbe durante una non meglio precisata partita del campionato peruviano, quando una sua poderosa conclusione spezza letteralmente uno dei pali della porta.
Negli ultimi sedici metri mette in mostra movimenti e giocate di altissimo livello, così come grande coraggio e precisione nel colpo di testa, altra sua peculiarità.
Con il passare del tempo affina anche uno squisito gusto per l'ultimo passaggio, diventando a tutti gli effetti un giocatore in grado di fare la differenza in ogni zona del campo.
Il suo approccio in prima squadra è immediatamente rilevante, tanto da andare a segno nella gara d'esordio contro il Club Deportivo Magallanes, quando un suo preciso colpo di testa vale la vittoria 1-0 per l'Universitario.
A soli 18 anni l'attaccante nativo di Canete continua a segnare con impressionante continuità, tanto da risultare il maggior realizzatore al termine della stagione.
Con l'Universitario Fernandez gioca per ben 22 anni, vincendo per 6 volte il titolo nazionale e segnando qualcosa come 157 reti in 180 apparizioni. La sua eccelsa prolificità gli consente di vincere per ben 7 volte il titolo di capocannoniere del campionato.
Il suo rapporto con la U va la di là di ogni discorso economico, nonostante riceva da ogni parte del mondo offerte sontuose: addirittura si narra di una proposta  "in bianco" da parte del Colo Colo, dove il giocatore avrebbe dovuto solo indicare la cifra dell'ingaggio da lui desiderata.
Fernandez non prende in considerazione nemmeno tale vantaggiosa e particolare offerta, abbandonando solo sporadicamente il club di Lima per giocare con la nazionale peruviana.
Il suo esordio avviene nel 1935, in concomitanza con la Copa America organizzata proprio dal Perù: in una competizione priva del Brasile e limitata a 4 squadre la Blanquirroja si piazza al terzo posto, con Fernandez che segna la sua prima rete in nazionale nella sconfitta contro l'Argentina.
Ma è solo un anno più tardi che il prolifico attaccante trova l'occasione per rivelarsi al contesto internazionale.
La nazionale peruviana impressiona tutti alle Olimpiadi disputate a Berlino, battendo nella gara d'esordio la Finlandia per 7-3, trascinata da una tripletta dello scatenato Lolo.
Nei quarti di finale arriva un'altra sorprendente vittoria per 4-2 contro la temibile Austria, ma tale partita viene annullata ufficialmente a causa delle frequenti invasioni da parte dei sostenitori peruviani; ufficiosamente pare che dietro tale decisione vi siano questioni politiche e la pesante influenza della dittatura nazista non contenta dell'eliminazione dell'Austria.
Il Perù rifiuta la proposta di rigiocare il match a porte chiuse e si ritira della competizione, lasciando un forte rammarico per quanto avrebbe potuto fare nei turni successivi.
Per Fernandez è l'ultima occasione di mettersi in mostra nel vecchio continente, dal momento che la nazionale peruviana non riuscirà a qualificarsi per le successive edizioni del Mondiale.
Il suo nome resta impresso in Europa per via di un torneo da lui disputato nel continente con una rappresentativa di calciatori peruviani e cileni tra il 1933 ed il 1934: durante una serie di amichevoli contro squadre di alto rango (Barcellona, Bayern Monaco e molte altre), Fernandez segna una serie impressionante di reti, che gli valgono anche ricchissime offerte dai suddetti club.
Nel 1937 il Perù arriva ultimo nella quattordicesima edizione della Copa America, ma da tale negativa prestazione trova la forza per vincere i Giochi Bolivariani del 1938 e per prepararsi al meglio per ospitare la massima rassegna sudamericana nel 1939.
I Los Incas si presentano al via con una formazione di tutto rispetto, dove spiccano elementi quali Titina Castillo, Alejandro Villanueva, El Bolido Magallanes ed il formidabile portiere Juan Honores.
Ma a fare la differenza è la fortissima coppia d'attacco composta da Fernandez e Jorge Alcalde.
Quest'ultimo funge da attaccante centrale, mentre l'attaccante dell'Universitario giostra su tutto il fronte offensivo, sviluppando un'intesa perfetta con il compagno di reparto.
All'esordio il Perù vince 5-2 contro la Colombia, con 3 reti di Fernandez e 2 di Alcalde, i quali incantano il pubblico con giocate di altissimo livello.
I due continuano a segnare con grande regolarità per tutto il torneo, chiusosi con la vittoria finale del Perù, capace di vincere tutte le partite.
Teodoro Fernandez vince la classifica dei marcatori segnando 7 reti in 4 incontri e viene anche nominato miglior giocatore della competizione.


La sua avventura con la nazionale prosegue senza altri particolari successi, complice una generazione di calciatori probabilmente appagata dallo storico successo ottenuto davanti al proprio pubblico.
Fernandez partecipa ad altre edizioni della Copa America, non facendo mancare il solito grande contributo, ma raccogliendo solo mediocri piazzamenti finali.
Nel 1942 segna la sua ultima rete contro l'Argentina, mentre il definitivo addio avviene 5 anni dopo, al termine di un incontro contro la Bolivia. Il suo bilancio con il Perù parla di ben 24 reti segnate in sole 32 apparizioni ufficiali.
La sua carriera termina nel 1953  a 40 anni, in concomitanza di un Clasico Peruviano contro l'Alianza Lima: Fernandez saluta il proprio pubblico realizzando una tripletta nel 4-2 finale, guadagnandosi a maggior ragione una gigantesca standing ovation finale.
Ovazione che va a premiare un'autentica icona del club, ma in assoluto uno dei simboli del calcio peruviano e di tutto il Sudamerica.
A livello internazionale il suo nome resterà magari sconosciuto ai più, ma nei pressi di Lima si ricordano ancora delle cannonate del Canonero.


Giovanni Fasani 

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