venerdì 4 dicembre 2015

CURIOSIDAD: CLUB SPORTIVO ITALIANO

Anni '50. Il futuro, nell'Italia del dopoguerra è più grigio che mai. Tempo di far le valigie, partire verso l'America, verso i sogni di felicità e successo. Una delle mete favorite? Argentina, Buenos Aires. Migliaia di persone partirono per il "nuovo mondo" portandosi non solo la classica valigia di cartone ma anche la passione più grande... il calcio.
Ed è proprio a Buenos Aires, nel distretto di "La Matanza" che la storia del Club Sportivo Italiano ha inizio. Durante un torneo chiamato "Fernet CUP" si decise di riunire tutti i migliori giocatori (tutti italiani, ovviamente) e di formare una squadra sola, l'Associazione del calcio Italiano in Argentina (A.C.I.A). E' il 1955 e Pasquale Centrone è il presidente della prima squadra di italiani in terra Argentina.
 

 
Il colore della divisa? Che domande... Bianco, verde e rosso, sostituiti poi negli anni dalla classica maglia azzurra della Nazionale ma con richiami costanti al Tricolore.
A quattro anni dalla nascita, nel 1959, la squadra venne affiliata alla AFA (Asociación del Fútbol Argentino). Nel 1960 dopo 28 vittorie su 32 incontri vince il campionado allora denominato Terzera de Ascenso (attuale Primera D) e passò di diritto alla Primera C. Ne seguì una fusione con un'altra piccola squadra che portò ad un nuovo cambio di nome, diventando così il Deportivo Italiano.
1970, la ruota gira, si fanno le cose in grande. Vengono acquistati tre ettari di terra in un’altra zona della metropoli, chiamata "Bella Vista". Oltre ad un impianto di tutto rispetto, si procede alla costruzione di campi da tennis, basket, piscine, zone di ritrovo e relax per centinaia di sportivi. Mi sembra giusto: dopo ore di allenamento, serve anche un posto per godersi la compagnia e cucinare delle ottime grigliate, che da quelle parti sono favolose...
Anno 1978: In piena dittatura militare vengono organizzati i Campionati del Mondo. Un sogno per tutti i tifosi sta per avverarsi: la nazionale Azzurra disputerà una partita amichevole proprio contro il Deportivo Italiano e per di più si giocherà alla Bombonera! 35mila nostri connazionali si ritrovarono non per una partita, ma per una festa. A metà partita tutti in piedi ad invocare l'ingresso di Pablito, idolo in Argentina. E così fu. Fuori Graziani, dentro Rossi, lo stadio, come si dice in gergo, viene giù!
L'anno di grazia è stato il 1986: vincendo il torneo di apertura arrivò di diritto a disputare la finale contro l'Atletico Huracán, costringendolo alla retrocessione per la prima volta nella storia. Gli italiani ce l'avevano fatta, avrebbero avuto l'onore di portare in alto la nostra bandiera nella stagione successiva in Primera División. Il miracolo per poco riuscì ma a fine campionato tornò diretto in Primera B. Poco male, dalle parti di La Matanza la passione non ha categoria.
 
La maglia della promozione
 
A metà degli anni novanta purtroppo cominciò a tirare una brutta aria, che portò debiti su debiti. Risultato? Vi ricordate "Bella Vista"? Beh, lo stadio e tutti gli immobili svenduti per pagare debiti e per evitare il fallimento, dando inizio ad un lungo peregrinare tra piccoli campetti di periferia.
Il nuovo millennio porta ancora novità per il Deportivo Italiano... anzi, finalmente si può chiamare Club Sportivo Italiano, visto che nel 2000 per l'ultima volta il nome è cambiato.
Altra data storica: 10 ottobre 2005, si torna a casa! Viene inaugurato il nuovo stadio a Ciudad Evita ancora nel distretto di '' La Matanza'' come agli albori. Chiamato orgogliosamente Estadio República de Italia può ospitare fino a 8000 spettatori, proprio come nella partita inaugurale contro una squadretta qualunque... il Boca Juniors di Abbondanzieri, Barros Schelotto, Palermo... brividi!
Il club ha nel suo palmares due campionati di Primera B, due di Primera Metropolitana, due di Primera C e uno di Tercera.
 
L'attuale logo

Attualmente milita nella Primera C Metropolitana, il Presidente è Salvador D'Antonio e l'allenatore è Julio Cesar Toresani entrambi di chiare origini italiane... strano, vero??
 

Simone “Montiz” Montagna

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