Anni '50. Il
futuro, nell'Italia del dopoguerra è più grigio che mai. Tempo di far le
valigie, partire verso l'America, verso i sogni di felicità e successo. Una
delle mete favorite? Argentina, Buenos Aires. Migliaia di persone partirono per
il "nuovo mondo" portandosi non solo la classica valigia di cartone
ma anche la passione più grande... il calcio.
Ed è proprio a
Buenos Aires, nel distretto di "La Matanza" che la storia del Club Sportivo Italiano ha inizio.
Durante un torneo chiamato "Fernet CUP" si decise di riunire tutti i
migliori giocatori (tutti italiani, ovviamente) e di formare una squadra sola,
l'Associazione del calcio Italiano in Argentina (A.C.I.A). E' il 1955 e
Pasquale Centrone è il presidente della prima squadra di italiani in terra
Argentina.
Il colore della
divisa? Che domande... Bianco, verde e rosso, sostituiti poi negli anni dalla
classica maglia azzurra della Nazionale ma con richiami costanti al Tricolore.
A quattro anni
dalla nascita, nel 1959, la squadra venne affiliata alla AFA (Asociación del
Fútbol Argentino). Nel 1960 dopo 28 vittorie su 32 incontri vince il campionado
allora denominato Terzera de Ascenso (attuale Primera D) e passò di diritto
alla Primera C. Ne seguì una fusione con un'altra piccola squadra che portò ad
un nuovo cambio di nome, diventando così il Deportivo Italiano.
1970, la ruota
gira, si fanno le cose in grande. Vengono acquistati tre ettari di terra in un’altra
zona della metropoli, chiamata "Bella Vista". Oltre ad un impianto di
tutto rispetto, si procede alla costruzione di campi da tennis, basket,
piscine, zone di ritrovo e relax per centinaia di sportivi. Mi sembra giusto:
dopo ore di allenamento, serve anche un posto per godersi la compagnia e
cucinare delle ottime grigliate, che da quelle parti sono favolose...
Anno 1978: In
piena dittatura militare vengono organizzati i Campionati del Mondo. Un sogno
per tutti i tifosi sta per avverarsi: la nazionale Azzurra disputerà una
partita amichevole proprio contro il Deportivo Italiano e per di più si
giocherà alla Bombonera! 35mila nostri connazionali si ritrovarono non per una partita,
ma per una festa. A metà partita tutti in piedi ad invocare l'ingresso di
Pablito, idolo in Argentina. E così fu. Fuori Graziani, dentro Rossi, lo
stadio, come si dice in gergo, viene giù!
L'anno di grazia
è stato il 1986: vincendo il torneo di apertura arrivò di diritto a disputare
la finale contro l'Atletico Huracán, costringendolo alla retrocessione per la
prima volta nella storia. Gli italiani ce l'avevano fatta, avrebbero avuto
l'onore di portare in alto la nostra bandiera nella stagione successiva in
Primera División. Il miracolo per poco riuscì ma a fine campionato tornò
diretto in Primera B. Poco male, dalle parti di La Matanza la passione non ha
categoria.
La maglia della promozione |
A metà degli
anni novanta purtroppo cominciò a tirare una brutta aria, che portò debiti su
debiti. Risultato? Vi ricordate "Bella Vista"? Beh, lo stadio e tutti
gli immobili svenduti per pagare debiti e per evitare il fallimento, dando
inizio ad un lungo peregrinare tra piccoli campetti di periferia.
Il nuovo
millennio porta ancora novità per il Deportivo Italiano... anzi, finalmente si
può chiamare Club Sportivo Italiano, visto che nel 2000 per l'ultima volta il
nome è cambiato.
Altra data
storica: 10 ottobre 2005, si torna a casa! Viene inaugurato il nuovo stadio a
Ciudad Evita ancora nel distretto di '' La Matanza'' come agli albori. Chiamato
orgogliosamente Estadio República de Italia può ospitare fino a 8000
spettatori, proprio come nella partita inaugurale contro una squadretta
qualunque... il Boca Juniors di Abbondanzieri, Barros Schelotto, Palermo...
brividi!
Il club ha nel
suo palmares due campionati di Primera B, due di Primera Metropolitana, due di
Primera C e uno di Tercera.
L'attuale logo |
Attualmente milita nella Primera C Metropolitana, il Presidente è Salvador D'Antonio e l'allenatore è Julio Cesar Toresani entrambi di chiare origini italiane... strano, vero??
Simone “Montiz” Montagna
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