mercoledì 25 giugno 2014

I PRIMI TULIPANI

L'Olanda è sicuramente uno dei punti di riferimento del calcio europeo, vuoi per i campioni espressi o per la qualità di gioco che siamo soliti associare a questa nazione.
Tutti abbiamo negli occhi le imprese dell'Ajax negli anni '70 che hanno messo all'evidenza di tutti di come nei Paesi Bassi si tentasse si dare un'impostazione diversa di questo sport, creando quello che è diventato con  il tempo il celeberrimo "calcio totale".
In quel periodo la squadra della capitale è riuscita a vincere 3 Coppe dei Campioni consecutive ed ha rappresentato l'ossatura principale della nazionale olandese, capace di arrivare per ben due volte in finale del campionato del mondo.
Le imprese di Cruijff e compagni hanno permesso agli appassionati di tutta Europa di conoscere il movimento calcistico olandese e di apprezzarne dettami, classe ed efficacia.
Tuttavia non è stata la squadra dei lancieri ad imporsi per prima nel continente; infatti tale  merito va assegnato al Feyenoord, che nella stagione 1969/1970 si impone come prima squadra olandese a vincere la Coppa dei Campioni.
La squadra allenata dall'austriaco Ernst Happel riporta il titolo a Rotterdam e nell'annata successiva è pronta a tuffarsi nella massima competizione continentale, potendo contare su di un gruppo compatto in grado di mettere sul campo una nuova ideologia di gioco.


L'impostazione che il tecnico vuole dare pare un 4-3-3, dove gli interpreti sono chiamati ad un duro lavoro di copertura, trasformando un modulo in apparenza spregiudicato in un assetto camaleontico ed equilibrato.
Tutto è ovviamente sorretto da un preciso possesso palla, sviluppato attraverso doti tecniche di buon livello e ad una preparazione fisica curata nei minimi dettagli.
Una volta recuperata palla, l'azione si sviluppa in modo velocissimo, con la manovra che trova sfogo partendo dal centro verso gli esterni e chiamando in causa direttamente l'attaccante centrale.
Analizzando i singoli giocatori ci si rende conto che non siamo di fronte a nomi altisonanti, ma solo perchè il e i più famosi protagonisti degli anni successivi hanno offuscato il valore della rosa del Feyenoord targata 1969/1970.
Tra i pali troviamo Eddy Treytel, giovane estremo difensore dagli ottimi fondamentali ed in assoluto un punto di forza della squadra.
La difesa vede i quattro interpreti disporsi in linea, con due esterni tignosi ed in grado di garantire fisicità sulle rispettive corsie. Sulla destra si disimpegna Piet Romejin, mentre sulla sinistra agisce Theo van Duivenbode, appena arrivato dai rivali dell'Ajax.
La coppia centrale verte su Theo Laseroms, marcatore di grande potenza ed affidabilità, ripescato due anni prima negli Stati Uniti dopo positive esperienze nel NAC Breda e nello Sparta Rotterdam.
Accanto a lui uno dei cardini della squadra, Rinus Israel, autentico leader del reparto arrettrato ed ovviamente capitano della compagine olandese.


Dotato inoltre di grande classe, non disdegna anche proficue sortite offensive ed è un punto fermo anche per la nazionale.
Oltre ai già citati difensori centrali, il tecnico si fida molto dell'esperienza di Guus Haak, solido baluardo difensivo da tempo presente in rosa.
La fascia mediana è composta prevalentemente da tre importanti mediani, che creano un'ossatura fondamentale e di altissimo livello.
Elemento fondamentale è l'austriaco Franz Hasil, centrocampista esperto e molto dotato dal punto di vista tattico. Appena arrivato dallo Schalke 04, intepreta il ruolo con ottima duttilità, ma anche con classe e tecnica di primo livello.
A garantire ulteriore dinamismo ci pensa Wim Jansen, infaticabile motorino del controcampo, molto apprezzato anche dallo staff tecnico della selezione olandese. Si dimostra giocatore di grande temperamento ed è un utilissimo "tuttofare" del centrocampo.
I due giocatori appena citati sembrano mettersi al servizio di quello che è il vero perno della squadra, Willem Van Hanegem, giocatore di grandissima classe e dal sinistro raffinato.


La sua grande visione di gioco gli consente di servire i compagni con grande precisione, anche con giocate di grandissimo livello tecnico. Con grande facilità riesce a portare palla a testa alta e a lanciare le punte con millimetrici lanci in profondità.
Inoltre è in possesso di un tiro potente ed efficace, che lo rende estremamente temibile nelle conclusioni dalla distanza.Tali doti unite alla sua indole di combattente lo rendono un giocatore completissimo e "moderno", tenuto conto dell'epoca nella quale gioca. 
Il reparto offensivo, composto solitamente da un trio di attaccanti, può essere descritto sulla base delle caratteristiche di quattro protagonisti.
Happel punta a schierare un tridente con due punte esterne più una classica punta centrale di riferimento.
Per i primi due ruoli non rinuncia mai alla prestazioni di Henk Wery e Coen Moulijn, perfettamente idonei ai movimenti offensivi voluti dal tecnico. Wery ha caratteristiche più da punta, ma la sua rapidità lo rende ottimo anche come esterno alto di destra, dove è abile a tagliare verso il centro dell'area, così come a svariare per aprire importanti spazi.
Moulijn è la classica ala sinistra, dotata di passo rapido e sinistro preciso. In squadra dal 1955 è il classico giocatore che riesce con una giocata a creare superiorità numerica in qualsiasi momento della partita.
Al centro dell'attacco troviamo uno dei più forti attaccanti del periodo, lo svedese Ove Kindvall, giocatore dal grande fiuto del gol e vincitore delle ultime due classifiche marcatori in Olanda. 


La sua prestanza fisica unita ad una tecnica sopraffina lo rendo letale nei movimenti nell’area di rigore, così come al di fuori di essa, dove si muove con facilità e sorprendente mobilità.
La sua interpretazione del ruolo è per certi versi all'avanguardia e pioneristica rispetto ai grandi centravanti che verranno dopo.
Un ruolo importante se lo ritaglia Ruud Geels, prolifico attaccante dal 1966 al Feyenoord. Nonostante possa essere identificato come riserva di Kindvall, trova sempre più spazio in squadra, anche a partita in corso, dimostrandosi abile in acrobazia e freddo davanti allo specchio della porta.
L’esordio avviene a partire dai sedicesimi di finale contro la squadra islandese del KR Reykjavik, squadra sulla carta abbordabile.
Ed in effetti la partita d’andata in Islanda assume i connotati della goleada, terminando 2-12, risultato che rappresenta ancora oggi il record per gol segnati in un’unica partita di Coppa dei Campioni.
Per la squadra di Happel si scatenano Geels con quattro reti, Kindvall con una tripletta e Van Hanegem con una doppietta. Completano il tabellino le ulteriori marcature di Romeijn, van Duivenbode e Wery.
Nel match di ritorno giocato a Rotterdam la squadra olandese si “limita” ad un 4-0, dove gli scatenati Kindvall e Geels realizzano una doppietta. Per l’occasione le due punte hanno l’opportunità di giocare insieme dal primo minuto, risultando devastanti per la difesa islandese.
Gli ottavi di finale sono di tutt’altro livello, mettendo il Milan campione in carica sul cammino del Feyenoord.
La prima partita si gioca a San Siro e vede la squadra italiana vincere per 1-0 con un gol di Nestor Combin.
Due settimane dopo la squadra olandese riesce nell’impresa di ribaltare il risultato imponendosi per 2-0. Già al 6° minuto Jansen mette in equilibrio le sorti della qualificazione con un incredibile tiro dalla destra.  La rete che vale il passaggio del turno la segna Van Hanegem all’82° con un preciso colpo di testa.


Ad attendere gli olandesi nel turno successivo ci sono i tedeschi del Vorwarts Berlino, che negli ottavi ha eliminato la temibile Stella Rossa.
La sfida a Berlino mette a dura prova la retroguardia guidata da Israel e termina 1-0 per il Vorwarts, grazie al gol di Piepenburg. Gli ultimi 20 minuti sono un assedio della squadra di casa, anche a causa dell'espulsione di Romeijn.
Ancora una volta le speranze di qualificazione vengono affidate al calore del Feijenoord Stadion ed anche in questo caso i circa 50000 spettatori assistono ad una storica rimonta.
Ove Kindvall realizza l’1-0 ad inizio secondo tempo, appena prima della seconda rete firmata da Wery al 69° minuto.


Per il Feyenoord si aprono le porte della semifinale, da giocare contro i sorprendenti polacchi del Legia Varsavia. La squadra della capitale polacca ha eliminato Saint Etienne e Galatasaray nei turni precedenti ed ha messo in mostra un attaccante dal gol facile come Lucian Brychczy.
Anche in questo caso la squadra olandese gioca l’andata in trasferta ed ottiene un ottimo 0-0 in vista del secondo e decisivo march.
Così come per le precedenti occasioni, Happel prepara al meglio la partita, partendo con grande veemenza all’assalto della porta polacca. Tale atteggiamento permette a van Hanegem di segnare subito al 3° minuto; ancora una volta il forte centrocampista segna con un bel colpo di testa. Hasil raddopia al 30°minuto con un gran destro di controbalzo, permettendo alla squadra di gestire il risultato nel secondo tempo e di approdare alla finale di Milano.
L'avversario che contende la coppa al Feyenoord è il Celtic, vincitore della manifestazione nel 1967 ed approdata alla finale dopo autentiche battaglie contro Benfica e Leeds.
Proprio alla vigilia della partita il tecnico deve fare a meno del portiere Treytel, autentico protagonista fino a quel momento della stagione. La maglia di titolare va quindi a Graafland, portiere esperto, ma da più di un anno non schierato in partite ufficiali.
Sotto la direzione dell'arbitro italiano Lo Bello, la sfida ha luogo il 6 maggio a Milano. Proprio il direttore di gara è involontario protagonista del primo gol della sfida: dopo aver fischiato una punizione a favore del Celtic, si posiziona in area olandese ed offusca la visuale del portiere Graafland, permettendo allo scozzese Gemmell di scagliare in rete un tiro forte, ma centrale.
Due minuti più tardi il capitano Israel pareggia i conti con un colpo di testa a seguito di una delle sue folate offensive.
Nonostante il Feyonoord si faccia preferire nel corso della partita, quest'ultima non si sblocca e sono necessari i supplementari. Al 117° ci pensa il solito Kindvall a trovare il guizzo decisivo che fissa il risultato sul 2-1 e consegna la coppa alla squadra di Rotterdam.

Una simile affermazione è indubbiamente merito dell'amalgama che Happel ha creato tra i suoi ragazzi, inculcando loro nozioni tattiche innovative e un indomito spirito battagliero.
Durante tutta la Coppa dei Campioni, Israel e compagni hanno interpretato al meglio le situazioni di gioco, sapendo soffrire quando era il momento, così come entusiasmare con la qualità e la rapidità delle proprie soluzioni offensive.
Tale gruppo è formato da giocatori che possono considerarsi tra i migliori delle annate considerate, eccellendo nei singoli ruoli a livello europeo. 
Se l'Ajax è il riferimento per il calcio totale, il Feyenoord ha sicuramente gettato le basi per la "rivoluzione" olandese del calcio, giocando un grande calcio e facendo conoscere campioni meritevoli di maggior attenzione e riconoscimento.



Giovanni Fasani

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