La scena del calcio jugoslavo degli anni 80 e 90 è stata praticamente dominio di due sole squadre: Stella Rossa e Partizan Belgrado. Il campionato e la coppa nazionale andavano 9 volte 10 da una sponda all'altra di Belgrado; biancorosso e bianconero, il leit motiv era sempre quello.
Quella delle due più conosciuta (almeno in Italia) era la forte squadra biancorossa, forte della successiva vittoria in Coppa Campioni nel 1991, che le diede quell'ulteriore popolarità ancora oggi ricordata da buona parte degli appassionati di calcio. La Stella Rossa, inoltre, forniva alla nazionale un nutrito numero di giocatori. Basti pensare all'attaccante Sestic che partecipò sia ai mondiali di Spagna 82 che all'Europeo di Francia 84 oppure il portiere Tomislav Ivkovic, titolare nell'84, per passare poi ai più conosciuti Savicevic, Prosinecki e Pancev che presero parte al mondiale italiano del 1990.
Ma la formazione biancorossa aveva in un attaccante rapido e dalla enorme fantasia il suo punto forte. Quel giocatore era Dragan Stojkovic.
La carriera di Stojkovic ha inizio nella sua città natale, Nis. Nelle file del Radnicki ci entra ad appena 16 anni (era il 1981) per poi rimanerci fino al 1986. Durante questi 5 anni Stojkovic riuscirà a mettere a segno 8 gol in 70 partite, pochi se si pensa ad un attaccante, ma Dragan veniva spesso impiegato come ala, proprio per sfruttare le sue doti di velocista. Dopo i primi due anni in cui Stojkovic giocherà solamente con la squadra giovanile, arriva, nel 1983, il debutto tra i "grandi". Poche a dire il vero le presenze ma arriverà anche il debutto in Coppa UEFA con tanto di gol al San Gallo nel primo turno ed all'Inter nel secondo.
Le buone prestazioni dell'attaccante serbo fanno suonare le sirene di club più blasonati e la Stella Rossa riuscirà ad accaparrarselo nel 1986.
Con la maglia biancorossa Stojkovic non ha mai avuto troppa fortuna però. Complici i tanti infortuni non riuscì ad imporsi come tutti speravano. Le presenze erano saltuarie, ma quando il rapido "Pixie" (soprannome che gli fu dato in quanto piccolo di statura, proprio come il Topolino inventato da Hanna & Barbera sul finire degli anni 50) era in campo, per le difese avversarie erano dolori.
Era il classico "10" dalla visione di gioco facile e dal passaggio che "ti metteva davanti alla porta". Amava iniziare l'azione, veniva sempre a prendersi il pallone per impostare, un vero leader. E come vedremo dal video sotto, un dribbling che toglieva tempo e campo agli avversari. Divenne in seguito anche capitano della squadra di Belgrado con cui vinse due campionati ed una coppa di Jugoslavia. Vero idolo dei tifosi insieme ad una generazione di giocatori davvero unici.
Ciò che mancava a quella Stella Rossa era l'affermazione in campo europeo, nella Coppa Campioni 1986-1987, i biancorossi furono eliminati nei quarti di finale dal Real Madrid dopo aver vinto la gara di andata 4-2. In quella coppa Stojkovic prese parte a tutte le partite, non riuscì a realizzare nemmeno un gol ma in più della metà dei 15 gol realizzati dalla Stella Rossa c'era il suo zampino, per informazioni chiedere a Borislav Cvetkovic (capocannoniere della manifestazione con 7 gol) e Mitar Mrkela (3 gol).
L'anno successivo arriverà a Belgrado un altro giocatore che sarà in grado di fare la storia del club di Belgrado, Robert Prosinecki, prelevato dalla Dinamo Zagabria. L'annata sarà fantastica e verrà culminata dalla vittoria del campionato rimasto in bilico fino all'ultimo e conteso da ben 4 squadre, tra cui i rivali del Partizan secondi.
Stojkovic metterà insieme 28 presenze e con 15 gol arriverà ad un passo dal titolo di capocannoniere; si riaprono quindi le strade dell'Europa, dove la Stella Rossa verrà eliminata a causa di un episodio strano e passato alla storia.
Questa volta però, non ci sarà Cvetkovic che nell'estate del 1988 viene acquistato dall'Ascoli con cui non riuscirà a ripetere le straordinarie prestazioni in terra jugoslava; arriverà però quello che successivamente verrà considerato come uno dei più forti fantasisti del recente passato, Dejan Savicevic, messosi in mostra nelle file del Buducnost.
Tanta fantasia quindi per Mrkela e per un altro nuovo attaccante approdato alla Stella Rossa via Hajduk Spalato, Milos Bursac. Ci sono quindi tutti i presupposti per arrivare in alto anche in Europa.
Dopo aver agevolmente superato il Dundalk nel primo turno (5-0 e 3-0), in cui Stojkovic realizzerà una doppietta nella gara di andata, la Stella Rossa approderà agli ottavi di finale e se la dovrà vedere con il Milan di Sacchi. La squadra rossonera arriverà all'appuntamento forte di una rosa fortissima e di gran lunga superiore (sulla carta) alla squadra jugoslava. Tuttavia la gara di andata a San Siro verrà sbloccata proprio da Stojkovic, abile nell'affondare la difesa milanese. La partita terminerà poi 1-1 grazie al pareggio di Virdis, arrivato 1 minuto dopo.
Nella gara di ritorno, basterà quindi un pareggio a Stojkovic e compagni. Non sarà così, al minuto 50 è Savicevic a portare avanti la Stella Rossa grazie ad un potente tiro di sinistro. Ma la fortuna è dalla parte del Milan, al minuto 65 la gara viene sospesa a causa di una forte nebbia che si abbatte sullo stadio belgradese. Dopo alcuni minuti di consultazione si decide di replicare la partita il giorno dopo davanti a circa 65.000 persone (ben 30.000 in meno della sera precedente). Il Milan passerà in vantaggio al 34° con Van Basten, ma sarà ancora Stojkovic , 4 minuti più tardi, a realizzare per i biancorossi sfruttando un perfetto lancio ed insaccando con un potente sinistro sotto la traversa.
La gara verrà decisa ai calci di rigore, dove saranno fatali gli errori di Savicevic e Mrkela (Stojkovic realizzò il primo rigore della serie).
Nel frattempo Stojkovic ha anche l'onore di giocare per la nazionale jugoslava a cui prese parte dal 1983 al 1992 e dal 1994 al 2001. Pochi i gol messi a segno, 15 in 85 partite ma come sempre assist e giocate deliziose per i compagni.
La prima grande manifestazione per l'attaccante di Nis, è l'Europeo francese del 1984. La Jugoslavia arriva alla competizione con una squadra giovane ed inesperta, verrà eliminata nel girone da Francia, Danimarca e Belgio mettendo a segno appena 2 gol (1 di Stojkovic su rigore ai padroni di casa) e subendone 10.
L'attaccante giocherà l'intera partita con i francesi a causa dell'infortunio patito da Bazdarevic nella precedente gara contro la Danimarca. Nonostante all'epoca avesse solo 19 anni, Stojkovic dimostrò ampiamente di meritare una maglia da titolare anche nella nazionale del proprio paese.
Nello stesso anno prese anche parte alla spedizione per le Olimpiadi di Los Angeles, dove la Jugoslavia ottenne un convincente 3° posto, ma senza mai lasciare il segno complice anche il poco impiego da parte del tecnico.
Si arriva quindi al mondiale italiano del 1990, una vetrina molto invitante per l'ormai 25enne Stojkovic; questa volta la nazionale jugoslava arriva con una rosa rodata e ben collaudata, farcita di tanti giocatori che passeranno poi anche nel campionato italiano. Possiamo citare Jozic (Cesena), Pancev (Inter), Katanec (Sampdoria), Boksic (Juventus e Lazio), Jarni (Bari Torino e Juventus) e Savicevic (Milan).
Stojkovic giocherà tutte le partite del girone senza segnare un gol ma risulterà comunque decisivo in alcune giocate che piazzeranno la nazionale jugoslava al secondo posto nel girone dietro i futuri campioni della Germania; negli ottavi di finale arriverà la sfida con la Spagna. La partita sarà molto tirata fino al minuto 78, quando proprio Stojkovic sarà abile a sfruttare una sponda di testa, infilando Zubizarreta dopo una finta ai danni di un difensore spagnolo. La successiva rete di Salinas manderà la gara ai supplementari. Quel 26 giugno sarà il giorno migliore in nazionale; sarà infatti ancora lui al 92° minuto a mandare in rete il pallone pennellando una punizione che non lascerà scampo all'estremo difensore iberico.
Nei quarti di finale arriva la forte Argentina e questa volta Stojkovic non riuscirà a ripetersi, sbaglierà purtroppo uno dei rigori che condanneranno la Jugoslavia all'uscita dal torneo mondiale.
Alla fine del mondiale arriverà poi la chiamata dell'Olimpique Marsiglia con cui disputerà 11 partite senza segnare un gol, complice un infortunio che lo terrà lontano dai campi per una parte della stagione e per scelta tecnica visto che la formazione francese poteva contare su due veri goleador: Jean Pierre Papin e Philippe Vercruysse. Tuttavia arriverà la conquista del campionato e la finale di Coppa Campioni, persa per ironia della sorte, proprio contro la Stella Rossa dopo i tiri dal dischetto; Stojkovic entrerà al 111° minuto senza però calciare il rigore nella serie finale.
L'anno successivo è quello dell'approdo in Italia, riuscirà a tesserarlo il Verona neopromosso per circa 8,5 miliardi di lire. Insieme a lui arrivò anche Florin Raducioiu. I tifosi scaligeri sognavano come avevano fatto qualche anno prima quando arrivò lo scudetto; Stojkovic era di sicuro un attaccante che poteva fare le fortune del Verona, ma non fu così. I continui infortuni lo tennero fuori dai campi per tante partite, la sua presenza era saltuaria e purtroppo per lui ed il Verona, arrivò l'immediata retrocessione. L'attaccante jugoslavo realizzò 1 solo gol a giochi ormai fatti e sbagliò due rigori su due in 19 presenze.
Aneddoto ancora più curioso fu quello che emerse qualche tempo dopo: la dirigenza scaligera doveva scegliere se acquistare Stojkovic oppure un giovane talento argentino, Gabriel Omar Batistuta (tutti e due non era possibile in quanto all'epoca si potevano avere solo 3 stranieri in rosa. Il Verona disponeva già di Raducioiu e dello svedese Prytz). Il presidente Mazzi scelse l'opzione del "colpo ad effetto" e Batistuta andò a fare le fortune della Fiorentina.
Decide quindi di tornare al Marsiglia nella stagione successiva e ci rimarrà per 2 anni. Le presenze diminuiscono ancora (18) ma i gol realizzati sono 5. Il Marsiglia ha cambiato l'attacco (ora ci sono Boksic, Voller, Abedì Pelè) e riuscirà comunque a conquistare sia il campionato che la Coppa Campioni in finale contro il Milan. Stojkovic non realizzerà neanche un gol in tale manifestazione. La squadra francese era un'autentica corazzata, forte in tutti i ruoli e con i giusti ricambi. I continui malanni hanno fatto si che il tecnico Goethals lo considerasse poco ed era arrivata per Stojkovic, l'ora di cambiare tipo di calcio.
Fu così che nel 1994 approdò in Giappone, per la precisione al Nagoya Grampus Eight (di cui è l'attuale allenatore) in cui rimase per ben 7 anni vincendo due volte la Coppa dell'Imperatore ed una Supercoppa del Giappone nei primi due anni.
Con la maglia del Nagoya realizzò 57 gol in 186 partite; il ritmo sicuramente diverso ed un calcio di minor livello ne limitò anche gli infortuni. Curiosità di quel tempo fu che l'attaccante jugoslavo fu allenato, nella stagione 1995-1996, da Arsene Wenger, con il quale appunto vinse sia la coppa nazionale che la supercoppa. Da allenatore riuscì invece a conquistare il campionato nella stagione 2010.
La presenza di Stojkovic in Giappone (insieme a quella di Zico) era sicuramente una manna per il poco conosciuto campionato nipponico, che di lì a qualche anno sarebbe diventato un facile palcoscenico per tanti giovani che sarebbero poi approdati in Italia, chi senza lasciare il segno (Nanami al Venezia), chi lasciando un indelebile ricordo nelle squadre dove ha militato (Nakata al Perugia ed alla Roma).
Nel frattempo il forte attaccante continuerà anche la sua carriera in nazionale partecipando al mondiale del 1998 organizzato dalla Francia. La Jugoslavia è forte di una rosa composta da giocatori esperti (Stankovic e Mihajlovic in testa) e riuscirà a passare il girone. Nonostante gli infortuni e le 33 primavere, Stojkovic avrà il merito di andare a segno contro la Germania nella seconda gara del girone. La Jugoslavia saluterà il torneo negli ottavi di finale, sconfitta 2-1 dall'Olanda.
Due anni dopo parteciperà anche all'Europeo di Olanda e Belgio, subentrerà nella prima partita contro la Slovenia per un infortunio occorso a Stankovic. Partita che per altro ebbe dell'incredibile, la Slovenia avanti 3-0 fino al minuto 67 si fece pareggiare per opera di Milosevic (doppietta) e Drulovic. Passato il girone, la nazionale balcanica se la dovrà vedere ancora una volta con l'Olanda, stavolta finirà 6-1 per i padroni di casa.
Per Stojkovic sarà l'ultima manifestazione con la nazionale, una storia che ha avuto dell'agrodolce. Siamo comunque di fronte ad uno dei talenti più incredibili degli ultimi 30 anni, un giocatore fantasioso, dal passo fulmineo e dall'intelligenza di gioco fuori dal comune. La fortuna non ha mai guardato in faccia a Dragan, che forse, con meno infortuni, avrebbe potuto scrivere pagine ancora migliori della storia del calcio.
Matteo Maggio
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