venerdì 29 maggio 2020

COME CALCIAVA ERNST HAPPEL

Ernst Happel è stato senza dubbio uno dei più grandi allenatori del XX secolo, sia in termini di vittorie, sia per i metodi di allenamento e motivazionali, ancora oggi utilizzati ed implementati ad altissimi livelli.
Se delle sue doti in panchina si sa tanto (non tutto vista la scarsa comunicatività del personaggio), meno si sa della sua carriera di calciatore, passate per la quasi totalità con il Rapid Vienna, salvo una breve parentesi in Francia con l'RC Paris.
Il campo il futuro Zauberer (mago) era un difensore tignoso e attento, passato alla storia dei biancoverdi come uno dei migliori giocatori di tutti i tempi, nel ruolo di stopper o di libero come dimostrato nella parte finale della carriera.
Pur avendo mansioni prettamente difensive era un giocatore dai notevoli mezzi tecnici, esemplificati al meglio dalla precisione del tiro, letale soprattutto nei calci da fermo, come sperimenta a suo spese il Real Madrid nel 1956 al Praterstadion.




Negli anni'50 il Rapid Vienna vive un periodo molto positivo della sua storia, riuscendo con continuità a vincere il titolo nazionale e mettendosi in mostra nella neonata Coppa dei Campioni, nel periodo in questione dominata sotto tutti i punti di vista dal Real Madrid del presidentissimo Santiago Bernabeu.

Nella seconda edizione del torneo (1956/1957), la squadra affidata a Max Merkel fa il suo esordio nella competizione direttamente agli ottavi, dove viene sorteggiata per sfidare proprio le Merengues campioni in carica.
Nella gara di andata giocata in Spagna la corrazzata madrilena si impone per 4-2 con le doppiette di Alfredo Di Stefano e Ramon Marsal a rendere inutili la marcatura  austriaca di Robert Dienst e quella nel finale di gara di Karl Gießer.
Per la  gara di ritorno del 14 di novembre la squadra spagnola, come spesso le accade, non sembra preoccuparsi più di tanto della insidie potenziali creabili dal Rapid, dovendo però fare i conti con la determinazione austriaca e la precisione di Ernst Happel.




La prima fazione di gioco è un monologo dei biancoverdi viennesi che mettono alla corde la linea arretrata madrilena, con il terzetto difensivo Atienza-Oliva-Lemses costretta più volte al fallo per arginare gli scatenati Robert Dienst, Johann Riegler e Paul Halla.
Il problema non viene però risolto concretamente, dal momento che Happel è in giornata di grazia, mettendo a segno la prima rete già al 18° minuto, trasformando da manuale un calcio di punizione dal limite.
Dieci minuti dopo l'arbitro francese Maurice Guigue concede al Rapid un calcio di rigore che con estrema freddezza viene trasformato sempre dal determinato difensore centrale.
Il Real Madrid è in piena confusione e non ha neanche il tempo di organizzarsi che si trova a concedere due minuti dopo un altra punizione dal limite: Happel lo trasforma nuovamente con la solita magica traiettoria lasciando di stucco l'estremo difensore Juan Alonso Adelarpe, evidentemente impreparato a fronteggiare un simile specialista.
Nei secondi 45 minuti il Real riesce solamente ad accorciare le distanze con un gol di Di Stefano, trovandosi costretta a capitolare per 3-1 sotto i colpi di un Ernst Happel mai così decisivo: pur essendo stato sempre un difensore avvezzo alla rete, mai si era trovato nella possibilità di mettere a segno una tripletta.



Il regolamento della Coppa Campioni prevende in certi casi lo spareggio per determinare la qualificazione, essendo ancora a divenire il concetto dei gol segnati in trasferta.
Un mese dopo, il 13 dicembre, le sue squadre si sfidano nuovamente al Chamartín di Madrid, sede anche della futura finale (il potere politico di Bernabeu è davvero notevole).
Davanti al proprio pubblico capitan Miguel Muñoz lasciano da subito poco spazio alle speranze austriache, segnando dopo appena un minuto con Joselito a raddoppiando sempre nel primo tempo con Raymond Kopa. Il risultato non cambia più ed il Real Madrid compie un passo importante che lo porterà a bissare il successo dell'anno prima nel proprio stadio.
La carriera di Ernst Happel terminerà tre anni dopo, quando inizierà il suo glorioso excursus sulle panchine d'Europa, facendo ben presto dimenticare il suo passato da valente difensore.
Ma una tripletta contro il Real Madrid in Coppa dei Campioni è da tramandare ai posteri anche per Der Zauberer .




Giovanni Fasani



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