domenica 4 giugno 2017

DAL CIAD ALLA CONQUISTA DELLA FRANCIA

La parte nordorientale dell'Africa, tristemente segnata dal conflitto denominato "Guerra del Darfur' è in assoluto una delle più povere del pianeta, dove sopravvivere rappresenta già un enorme successo.
Desertificazione, carestie e scarsità di risorse rendono la vita nei suddetti paesi a dir poco difficile, lasciando ben poco spazio allo sport, nonostante il calcio rappresenti lo sport più popolare.
Se da un lato un paese come il Sudan ha comunque raggiunto traguardi importanti a livello di nazionale (storica la conquista della Coppa d'Africa 1970), dall'altro la stessa cosa non si può dire degli storici nemici del Ciad.
In una nazione dove la speranza di vita è bassissima e dove il reddito pro-capite è esiguo come si può pensare al gioco del calcio?
Mancando strutture ed organizzazione diventa impossibile coltivare i talenti e permettere alle giovani generazioni, già provate da condizioni socio/sanitarie pessime, di praticare e riuscire nello sport più famoso del mondo.
Tuttavia tra mille difficoltà qualcuno è riuscito a imporsi ad alti livelli, diventando calciatore professionista in Francia, paese colono del Ciad fino al 1960.
Nel nostro libro abbiamo parlato di Japhet N'Doram, brillante attaccante del Nantes, ma vale la pena parlare anche di un altro importante talento nativo di N'Djamena, Nabatingue Toko.


Fortissimo fisicamente e molto alto (187 cm), il giovane attaccante ciadiano sembra in grado di controllare e proteggere qualsiasi pallone, dimostrandosi adatto a fungere da totem di riferimento offensivo, ma anche a partire da più lontano sfruttando doti atletiche di altissimo livello.
Le grandi leve infatti gli consentono imponenti falcate che lo rendono utile anche in posizione più defilata, dove dimostra grande impegno ed una corsa infinita.
Per tale caratteristica viene prontamente soprannominato Piovra, laddove le sue gambe sembrano davvero catturare ogni palla, anche la più imprecisa.
Seppur dinoccolato data la stanza mantiene una buona velocità di esecuzione.
Non siamo di fronte ad un classico cannoniere, dal momento che il lavoro del centravanti africano è valutabile a 360 gradi sul fronte offensivo, con continui decentramenti ed improvvisi cambi di posizione.
Pur venendo da un realtà povera con poche gioie non perde mai il buonumore, rivelandosi come un personaggio positivo ed ironico, apprezzato anche per un particolare accento che lo rende perfettamente riconoscibile.
Tali doti attirano l'interesse del Nizza dove il ventitreenne Nabatingue approda nel 1975, per poi starvi per tre stagioni.
Se i numeri realizzativi non dicono molto del suo impatto nella Ligue 1 (18 reti in campionato in 78 apparizioni), la sua duttilità ed il suo impressionante controllo di palla lo rendono uno degli attaccanti più efficaci del calcio transalpino.
Con Les Aiglons gioca la finale di Coppa di Francia contro il Nancy, persa però a causa di una prodezza di un giovane Michel Platini.
Nel 1978 passa al Bordeuax dove trova poco spazio e sviluppa poco feeling con l'allenatore argentino Luis Carniglia, tanto da andarsene ad ottobre per giocare con il forte Strasburgo.
In realtà il termine "giocare" non è propriamente corretto, dal momento che nelle gerarchie gli vengono preferiti Joël Tanter, Roland Wagner e soprattutto Albert Gemmrich.
Con una rete in 17 presenza mette comunque la sua firma sul primo e finora unico campionato conquistato dal Racing, venendo sempre apprezzato per il sacrificio e la capacità di rendersi utile anche a partita in corso.
La grande ambizione non gli consente però di passare un'altra stagione da seconda scelta e nel 1979 passa al Valenciennes, dove viene subito schierato come attaccante centrale.
Les Athéniens ottengono un onorevole ottavo posto, garantito anche dai 12 gol di Toko, ricordato principalmente per un'apprezzabile tripletta rifilata al Marsiglia in una spettacolare vittoria per 6-3 allo stadio Vélodrome.
Come sempre è più il suo modo di giocare rispetto ai gol segnati ad attirargli l'amore dei tifosi, davvero affranti quando a fine stagione viene ufficializzato il suo passaggio al Paris Saint Germain.


Toko si affretta a dichiarare candidamente di accettare l'offerta della squadra capitolina solamente per una questione di soldi, quasi scusandosi per dover abbandonare Nizza.
In campo però dà l'anima e ci mette poco a diventare un idolo anche per i tifosi i parigini, affascinati dalla coppia da lui formata con il grande Dominique Rocheteau.
I movimenti del centravanti ciadiano sono perfetti per il fiuto del gol del francese ed ancora una volta sono proprio questi ultimi a renderlo determinante per le fortune della squadra.
Grazie alla loro perfetta intesa arriva il primo storico successo nella storia del PSG, vale a dire la Coppa di Francia 1981/1982, ottenuto ai calcio di rigore contro il Sain Etienne di Michel Platini (ancora lui).
I 180 minuti si erano infatti chiusi sul 2-2 ed erano stati aperti proprio da un bel gol di Toko.


L'anno successivo a Parigi approda il bosniaco Safet Sušić, uno dei più fulgidi talenti in circolazione, in grado di fare la differenza dall'alto di una tecnica sbalorditiva (vedi un nostro vecchio articolo a riguardo).
Ancora una volta il PSG si aggiudica la Coppa Nazionale, battendo questa volta in finale il Nantes per 3-2, grazie ad un gol di Toko ad otto minuti dalla fine.

La squadra si fa valere anche in Coppa delle Coppe, soprattutto nell'edizione 1982/1983 dove raggiunge i quarti di finale, grazie anche ai gol dell'attaccante ciadiano autore di una doppietta nel primo turno ai bulgari del Lokomotiv Sofia e del gol vincente negli ottavi contro lo Swansea.

Bellissima è la sua seconda rete al  Lokomotiv, realizzata con una spettacolare semirovesciata, mentre in gallese infila il portiere avversario con una perfetta combinazione al limite dell'area.


In campionato il PSG ottiene piazzamenti dignitosi, salvo nella stagione 1984/1985 dove giunge tredicesima, mettendo in condizioni la dirigenza di rinverdire la rosa, sacrificando alcuni giocatori.
Tra questi c'è anche Toko che a 33 anni capisce di essere nella fase finale della carriera e la successiva esperienza con l'RC Paris (2 gol in 17 apparizioni) lo convince a mettere fine alla sua carriera.
Il suo futuro resta nel mondo del calcio e sempre legato al Paris Saint Germain, dove resta per molti anni in veste di dirigente.
Ancora oggi sono in molti a ricordarsi di un alto attaccante ciadiano generoso e coriaceo in grade di fare fortuna lontano dal suo martoriato paese.


Giovanni Fasani

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