venerdì 21 ottobre 2016

HERE WE GO WITH LEEDS UNITED!

La recente vittoria del Leicester in Premier League ha dimostrato ancora una volta come  tale campionato sia uno dei più equilibrati e appassionanti d'Europa, grazie alla possibilità anche per "underdogs" meno titolati di ergersi a campioni nazionali.
In merito all'impresa dell'undici di Ranieri si sono sprecati paragoni un po' azzardati con i successi del grande Brian Clough, capace di portare Derby County e Nottingham Forrest al titolo nazionale da neopromosse.
Difficile comparare qualsiasi altra vittoria con quanto fatto da Clough, specie in relazione al doppio successo consecutivo da lui ottenuto in Coppa Campioni con il Forrest.
Con l'articolo in questione si vuole tuttavia celebrare un'altra inaspettata vittoria nel campionato inglese, paragonabile a quelle del mitico Brian per la metodica costruzione della squadra fatta dal suo manager.
Quest'ultimo risponde al nome di Howard Wilkinson, ovvero colui che nella stagione 1991/1992 ha portato il Leeds a vincere il campionato inglese, due anni dopo esservi tornato dalla Second Division.


Come accennato l'impresa in questione è il frutto del certosino lavoro fatto dall'allenatore, sul campo, ma anche dietro la scrivania, quando si è trattato di impostare la campagna acquisti.

A tal proposito il manager nativo di Sheffield non bada a spese per l'acquisizione dei giocatori ideali per il suo progetto, compiendo anche scelte sulla carta azzardate, ma risultate poi vincenti.
In due stagioni vengono inseriti elementi di grande esperienza, per niente appagati e desiderosi di ben figurare nel nuovo progetto.
Dopo aver vinto la Second Division nella stagione 1989/1990 il tecnico di Sheffield ottiene subito un quarto posto in massima serie, viatico per il successo dell'anno successivo.
All'inizio della stagione in questione Wilikinson ha a disposizione una rosa ampia, potendo contare su varie alternative in ogni ruolo, fermo restando i giocatori insostituibili sul quale viene costruita l'intera squadra.
Il modulo proposto è un classico 4-4-2, molto flessibile a seconda della fase di gioco e perfettamente interpretato in campo dai protagonisti.



Tra i pali il portiere Jovan "John" Lukic, in assoluto uno dei più affidabili estremi difensori del campionato rientrato nel 1990 a Leeds dall'Arsenal, dopo l'acquisto di David Seaman da parte dei Gunners.
La difesa schierata a 4 vede come esterno destro Mel Sterland, stantuffo inesauribile sulla corsia di riferimento con spiccate doti offensive.


A tal proposito vanno ricordate le 6 reti segnate nel campionato in questione, la maggior parte delle quali ottenute grazie al suo potente e preciso piede destro; a tal proposito per la sua abilità sui calzi piazzati viene soprannominato "Zico".
L'esterno di Sheffield dimostra inoltre un tempismo perfetto negli inserimenti, che lo rendono di fatto uno dei giocatori cardine della squadra.
Sull'out opposto si disimpegna Anthony "Tony" Dorigo, terzino dal sinistro educato in grado di garantire una spinta costante e calibrati cross per gli attaccanti.
Lo ricorderanno con poco piacere i tifosi del Torino, a causa del rigore decisivo da lui sbagliato contro il Perugia, nello spareggio promozione per la seria A della stagione 1997/1998, la sua unica trascorsa in Italia.
Per quanto riguarda la coppia di difensori centrali le scelte di Wilkinson vertono principalmente su tre nomi: Chris Fairclough, il nordirlandese John McClelland e Chris Whyte.
Fisicità e mestiere unite ad apprezzabili doti tattiche accomunano i tre centrali, tipici stopper di scuola anglosassone.
Nel corso della stagione trovano spazio anche Jon Newsome (autore di 2 reti in 10 partite)  e Mike Whitlow .
L'impianto difensivo si dimostra solido per tutta la stagione (37 reti subite), fornendo un ottimo contributo anche in fase offensiva, grazie soprattutto ai due esterni, in molte partite delle vere e proprie spine nei fianchi per gli avversari.
A centrocampo ci pensa Gary McAllister a garantire geometrie e fosforo, dall'alto di un piede destro morbido in grado di servire con precisione i compagni in ogni zona del campo.


ll centrocampista scozzese sopperisce ad una scarsa mobilità con una grande intelligenza calcistica, che gli permette di essere sempre al posto giusto sia in fase di interdizione che, soprattutto, in quella di costruzione della manovra.
A tal proposito risulta pericoloso nelle conclusioni dalla media distanza, dimostrandosi anche uno specialista nei calci piazzati.
Accanto a lui viene schierato un incontrista in grado di recuperare palloni e di garantire dinamismo a tutto il reparto. Sovente tale mansione spetta a David Batty, tignoso quanto rude centrocampista molto apprezzato dalla tifoseria per lo spirito indomito e per il fatto di "non tirare mai indietro la gamba".
Proprio nel 1991 viene acquistato dal Nottingham Forrest Steve Hodge, centrocampista mancino in grado di rendersi utile in ogni frangente di gioco.
Nell'annata in questione risulta decisivo con ben 7 reti, venendo schierato con buona continuità, anche in un sistema di gioco a 5 centrocampisti talvolta proposto.
Sulla fascia destra il capitano Gordon Strachan si dimostra il solito instancabile "peperino", impreziosendo la consueta mobilità con la grande esperienza maturata in precedenza con Dundee, Aberdeen e Manchester United.
I suoi calibrati traversoni sono una manna per le punte, così come le sue imbeccate per le devastanti sovrapposizioni di Sterland.
A sinistra troviamo il compianto Gary Speed (scomparso nel 2011), giocatore gallese dalla grande intelligenza tattica, in grado di rappresentare un vero valore aggiunto per la squadra.
La sua capacità di inserirsi senza palla coniugata ad un piede sinistro preciso lo rendono decisivo in fase offensiva (6 reti segnate), laddove la grande generosità e la costante corsa gli consentono eccellenti recuperi in fase di interdizione.
Davanti risulta decisivo l'apporto del "totem" Lee Chapman, centravanti di 191 centimetri autore di ben 16 reti nel campionato in questione.


Il suo micidiale colpo di testa diventa l'arma offensiva principale per i Whites, che imbastiscono la propria manovra offensiva per arrivare a mettere preziosi traversoni per l'attaccante di Lincoln, capocannoniere stagionale della squadra.
A fare coppia con Chapman viene acquistato dal Nimes un attaccante tanto talentuoso quanto particolare, ancora indeciso se diventare un fuoriclasse o una mancata promessa: il suo nome è Eric Cantona e nel tempo diventerà un'autentica leggenda, soprattutto nel Manchester United.
Nel Leeds Cantona incanta per la sua classe ed il suo spiccato carattere, dimostrando un'intelligenza calcistica che rende trascurabile anche la scarsa vena realizzativa (solo 3 gol realizzati).
Più utile da questo punto di vista l'apporto di Rod Wallace, rapido quanto completo centravanti in grado di beneficiare al meglio degli spazi aperti dalla punta centrale.
Le sue 11 reti risultano decisive per il successo finale, apice della sua esperienza a Leeds terminata nel 1998.
Utilissimo anche l'apporto del giovane Carl Shutt, autore di 2 preziose reti, una delle quali decisiva per il successo esterno contro il Chelsea.
A prima vista quanto appena descritto sembra la classica impostazione di una squadra inglese: difesa granitica, centrocampo combattivo con un regista, ampio gioco sulle fasce e due attaccanti con caratteristiche opposte.
Ovviamente l'impostazione è di tale tenore, anche se l'elevato tasso tecnico presente a centrocampo e la variabilità di soluzioni offensive rende la squadra di Wilkinson quantomeno un'evoluzione dello standardizzato football inglese.
La presenza di Eric Cantona rende qualsiasi schema secondario, data l'inventiva ed il gusto per la giocata che il giocatore francese mette da subito in mostra.
Il Leeds termina la stagione con il miglior attacco (74 reti realizzate), mandando in rete ben 15 giocatori diversi, a riprova di un gioco piacevole e redditizio, meglio evidenziato dal video di seguito.


La vittoria del Leeds United nell'ultima edizione della First Division e ha sicuramente il profumo della favola, il cui lieto fine è però garantito da una perfetta programmazione, dal lavoro del tecnico e da una rosa di tutto rispetto.

Marchin' on together
We're gonna see you win (na na na na na na)
We are so proud
We're shouting it out loud
We love you Leeds! Leeds! Leeds!



Giovanni Fasani

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.